il mito della gioconda

MONNA LISA, ATTRAZIONE FATALE – LO STORICO DONALD SASSOON E LA COSTRUZIONE DEL MITO DELLA GIOCONDA - DECISIVA LA TRASFORMAZIONE DA ALLEGRA GIOVANE FIORENTINA IN UNA ENIGMATICA FEMME FATALE AD OPERA DELLE ÉLITE LETTERARIE – LA PROFANAZIONE BAFFUTA DI DUCHAMP, BOTERO, WARHOL E QUELLA COPERTINA DEL NEW YORKER NEL FEBBRAIO 1999 – LA LECTIO MAGISTRALIS DI SASSOON CHE SABATO AD ACQUI RICEVERA' IL PREMIO SPECIALE ALLA CARRIERA

1 - LA LECTIO AD ACQUI

Da “la Stampa”

gioconda

 

Donald Sassoon riceverà sabato il premio speciale alla carriera nella 52° edizione del Premio Acqui Storia. Analogo riconoscimento è stato assegnato a Romano Ugolini, studioso del Risorgimento. Nelle tre sezioni dell' Acqui Storia - storico-scientifica, storico-divulgativa e romanzo storico - la giuria ha indicato i lavori di Giuseppe Pardini, Nicholas Stargadt, Gian Piero Piretto e Mattia Bernardo Bagnoli.

 

Testimoni del tempo Liliana Segre, Jared Diamond e Stefano Zecchi; per «la storia in tv» Amedeo Ricucci. L'articolo qui accanto è un estratto della lectio magistralis che Donald Sassoon terrà domani, alle 10, al teatro Ariston di Acqui.

 

2 - LA COSTRUZIONE DELLA GIOCONDA

Testo di Donald Sassoon pubblicato da “la Stampa”

 

duchamp la gioconda con i baffi

Il catalogo del Louvre del 1849 fornisce i valori di mercato dei dipinti del museo stimati dagli esperti ufficiali. La Gioconda era valutata 90 mila franchi, ma la Vergine delle rocce di Leonardo ne valeva 150 mila. La bella giardiniera di Raffaello valeva 40 mila e la sua Sacra Famiglia 750 milafranchi, più di otto volte la Gioconda. Vari fattori portarono la fama della Gioconda ad avanzare. Uno era il fiorente culto di Leonardo, un culto che avrebbe accelerato nel ventesimo secolo quando divenne il personaggio più rappresentativo del Rinascimento, davanti ai suoi due principali rivali: Michelangelo e Raffaello. (...) Un altro fattore fu la trasformazione della Gioconda da allegra giovane fiorentina in una misteriosa ed enigmatica femme fatale. Questa trasformazione fu l' opera delle élite letterarie. Gli intellettuali pensavano che i dipinti dovevano essere decodificati e che solo persone di cultura e sensibilità artistica, come loro stessi, potevano svolgere questo compito. Così soppiantarono gli aristocratici e i patroni dell' arte e divennero gli arbitri del gusto.

 

monna lisa botero

Gli intellettuali francesi - e in seguito quelli britannici, stavano ora scoprendo la Gioconda. Perché lei? Probabilmente perché era un testo aperto nel quale si poteva leggere ciò che si voleva. Probabilmente perché non era un' immagine religiosa. E poiché i guardiani della letteratura erano uomini, lei poteva essere ed era soggetta a un flusso infinito di fantasie maschili. E i romantici, dopo aver inventato la misteriosa femme fatale, dovettero darle un volto.

 

Essi decretarono che, come tutte le donne affascinanti, era pericolosa, addirittura mortale. Michelet, il grande storico, scrisse che «questo dipinto mi attrae, mi disgusta, mi consuma, e io vado verso di lei senza volerlo, come l' uccello va al serpente». (...) Il massimo promotore della nuova imagine della Gioconda come femme fatale fu Theophile Gautier. Gautier era particolarmente ossessionato dalle donne del mondo mitologico e antico (Cleopatra, Elena di Troia), con donne orientali, ragazze zingare, belle e misteriose italiane.

Nella sua finzione le sue donne sono spesso inquietanti, castranti e divoranti. Sicuramente non la ragazza della porta accanto dei film di Doris Day, piuttosto la Glenn Close del film Fatal Attraction.

 

warhol gioconda

Gautier, che scrisse a lungo sull' arte, fu al centro della vita artistica parigina,ebbe un' enorme influenza. In un importante articolo sul Moniteur universel del 26 novembre 1855, Gautier spiegò il significato della Gioconda: «Questo strano essere il suo sguardo ci promette piaceri sconosciuti, la sua espressione ironica e divinale sue labbre beffeggianti sottilmente disprezzano i comuni piaceri dei mortali». (...)

 

Verso la metà del 1850, la costruzione del mito della Gioconda come donna mangiatrice di uomini era già iniziata in Francia. Fu ulteriormente sviluppata in Inghilterra da Walter Pater in un famoso e molto citato saggio su Leonardo, La costruzione del mito della Gioconda. Pater, avendo esaminato l' intera opera pittorica di Leonardo, annunciò che la Gioconda era il suo capolavoro. (...)

 

new yorker monica lewinsky come monna lisa

Nel 1918 la Gioconda era diventata uno dei prodotti più riconoscibili dell' arte classica. Quindi, quando artisti d' avanguardia cercavano un' opera classica da prendere in giro, dovevano fare affidamento a un opera nota. Entra in scena Marcel Duchamp (1887-1968) che adopera la tradizionale tecnica di profanare ciò che è sacro prendendo una cartolina monocromatica della Gioconda e disegnando un paio di baffi e una barbetta e scrivendo LHOOQ.

 

Questo è diventato il lavoro più noto di Duchamp. Fu immediatamente riprodotto sulla copertina della rivista Dadaist nel marzo 1920 e Duchamp ripeté più volte la provocazione: nel 1941, un disegno dei soli baffi e barba di LHOOQ e nel 1965 una riproduzione della Gioconda senza baffi intitolato LHOOQ rasée, che fu venduto all' asta nel maggio 1996, per 12 mila dollari. Fu l' inizio di una fase nella quale gli artisti usavano la Gioconda, la sfiguravano, la distorcevano, giocavano con oggetti selezionati (le mani, il sorriso, gli occhi). Per esempio nella Joconde aux Cléfs di Fernand Leger Mona Lisa diventa un oggetto casalingo come un mazzo di chiavi. La Mona Lisa dodicenne di Fernando Botero del 1959. E nel 1963 Andy Warhol presenta il suo Thirty Are Better than One, poi vengono Magritte, Johns Jaspers e molti altri.

donald sassoon

 

Quasi ogni politico degno di nota fu rappresentato come Mona Lisa: Golda Meir, De Gaulle, la Thatcher, Berlusconi, Chirac, e anche la «donna fatale» di Clinton (si fa per dire), Monica Lewinski diventata Mona-Monica sul New Yorker del Febbraio 1999.

il deep fake della giocondagiocondagioconda con la maglia della franciafinale del mondiale francia croazia le polemiche sulla gioconda con la maglietta francesefinale del mondiale francia croazia le polemiche sulla gioconda con la maglietta francese 4EDOARDO BARALDI HOLLANDE GIOCONDA LA GIOCONDA SULLA PIZZA gioconda pizza hutla gioconda leonardo da vinciGIOCONDA SENZA VELIIL SELFIE DELLA GIOCONDAla gioconda monna lisa staccare la giocondaLUCIANA LITTIZZETTO GIOCONDA gioconda nudagioconda e gioconda torlonia

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – LE REGIONALI SONO ANDATE A FINIRE COME NON VOLEVA, SALTELLANDO FUNICULÌ-FUNICULÀ, GIORGIA MELONI: LA "STATISTA DELLA SGARBATELLA", CHE RISCHIA DI NON TORNARE A PALAZZO CHIGI TRA DUE ANNI, ACCELERA SULLA DOPPIETTA PREMIERATO-LEGGE ELETTORALE, MA NON TUTTO FILA LISCIO A PALAZZO CHIGI: SALVINI E TAJANI SPUTERANNO SANGUE PUR DI OPPORSI ALL’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, CHE FINIREBBE PER CANNIBALIZZARLI - LA LEGA È CONTRARISSIMA ANCHE AL PREMIO DI MAGGIORANZA ALLA COALIZIONE (CON LA SOGLIA AL 40%, LA LEGA DIVENTEREBBE SACRIFICABILE) – ALTRA ROGNA: IGNAZIO LA RUSSA SCENDE IN CAMPO IN MODALITÀ SCASSA-MELONI: HA RINFOCOLATO LA POLEMICA SU GAROFANI E SE NE FOTTE DEI DIKTAT DELLA DUCETTA (FIDANZA SINDACO DI MILANO? NO, MEJO LUPI; PRANDINI GOVERNATORE DELLA LOMBARDIA? NO, QUELLA È ROBA MIA)

francesco de tommasi marcello viola daniela santanche ignazio leonardo apache la russa davide lacerenza pazzali

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE INCHIESTE MILANESI SULLA SANTANCHE', SUL VISPO FIGLIO DI LA RUSSA, SUL BORDELLO DELLA "GINTONERIA" AFFOLLATA DI POLITICI, IMPRENDITORI E MAGISTRATI, OPPURE SULL'OSCURA VENDITA DELLA QUOTA DI MPS DA PARTE DEL GOVERNO A CALTAGIRONE E COMPAGNI? - A TALI ESPLOSIVE INDAGINI, LE CUI SENTENZE DI CONDANNA AVREBBERO AVUTO UN IMMEDIATO E DEVASTANTE RIMBALZO NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ORA SI AGGIUNGE IL CASO DEL PM FRANCESCO DE TOMMASI, BOCCIATO DAL CONSIGLIO GIUDIZIARIO MILANESE PER “DIFETTO DEL PREREQUISITO DELL’EQUILIBRIO” NELL’INDAGINE SUL CASO DI ALESSIA PIFFERI – MA GUARDA IL CASO! DE TOMMASI È IL PM DELL’INCHIESTA SUI DOSSIERAGGI DELL’AGENZIA EQUALIZE DI ENRICO PAZZALI, DELICATISSIMA ANCHE PER I RAPPORTI DI PAZZALI CON VERTICI GDF, DIRIGENTI DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA MILANESE E 007 DI ROMA - SE IL CSM SPOSASSE IL PARERE NEGATIVO DEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO, LA CARRIERA DEL PM SAREBBE FINITA E LE SUE INDAGINI SUGLI SPIONI FINIREBBERO NEL CESTINO - LA PROCURA DI MILANO RETTA DA MARCELLO VIOLA, CON L'ARRIVO DELL'ARMATA BRANCA-MELONI, E' DIVENTATA IL NUOVO ''PORTO DELLE NEBBIE''?

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”