cappella cornaro estasi di santa teresa d'avila davila d avila bernini

UN RESTAURO DA ESTASI – A OTTOBRE SARÀ POSSIBILE VEDERE IL RISULTATO DELL’INTERVENTO CONSERVATIVO DELLA CAPPELLA CORNARO, ALL'INTERNO DELLA CHIESA DI SANTA MARIA DELLA VITTORIA A ROMA, CHE OSPITA LA MERAVIGLIOSA ESTASI DI SANTA TERESA DI GIAN LORENZO BERNINI: UNA MIRABILE SINTESI DI BAROCCO DI CUI SI SONO PERSI ALCUNI DETTAGLI DELLA VOLTA CHE SI ERANO PERSI, INGHIOTTITI DALL’INQUINAMENTO - RECUPERATE ANCHE LE DORATURE ORIGINARIE DELLA DECORAZIONE SULLA SOMMITÀ DELL'ARCONE DI ACCESSO E…

Edoardo Sassi per “La Lettura - Corriere della Sera”

 

cappella cornaro ed estasi di santa teresa bernini santa maria della vittoria

Capolavoro universale dell'arte del Seicento. Una scultura tanto bella quanto conturbante. E resta celebre la frase che il filosofo e narratore illuminista Charles de Brosses - inventore del termine «feticismo» - pronunciò ammirandola durante il suo Viaggio in Italia 1739-1740 , diario epistolare successivamente diventato un classico della letteratura odeporica: «Se questo è amore divino, di esso so tutto».

 

A ispirargli queste parole il magnifico gruppo dell'Estasi di Santa Teresa di Gian Lorenzo Bernini, opera collocata all'interno di quello che non è solo il suo «involucro», bensì il suo imprescindibile complemento: la Cappella Cornaro, all'interno della chiesa di Santa Maria della Vittoria, progettata e realizzata tra il 1647 e il 1653 su committenza del potente cardinale veneziano Federico Cornaro, che scelse a questo scopo l'edificio, appartenente ai Carmelitani Scalzi, e la relativa dedicazione alla fondatrice dell'Ordine, canonizzata nel 1622.

 

particolare del dipinto di guido ubaldo abbatini cappella cornaro

La Cappella è una mirabile sintesi di Barocco, ovvero - secondo il dettato berniniano del «bel composto» - il risultato di una perfetta integrazione tra diverse arti (e artifici), fin nei dettagli: scultura, pittura, stuccatura, architettura, ottica, prospettiva e illuminazione, per una fruizione totale e coinvolgente che il gran regista Bernini - lui stesso definì la Cappella Cornaro la sua opera «men cattiva» - plasmò insieme a un ristretto e collaudato gruppo di fedelissimi.

 

Da febbraio, e ancora in questi giorni, per la prima volta, su iniziativa della Soprintendenza speciale di Roma, l'intera Cappella è oggetto di un intervento conservativo che terminerà a inizio autunno. «La Lettura» ha avuto accesso in anteprima al cantiere di restauro, salendo ogni piolo del sistema di scale e «botole» che collegano i sette diversi piani di calpestio, raggiungendo una quota di altezze e punti di vista privilegiati, cui nei secoli ebbero accesso solo lui, il genio Bernini, la sua cerchia e qualche restauratore.

la parte alta della cappella cornaro

 

«Mentre i lavori vanno avanti, procedendo dall'alto verso il basso - racconta Daniela Porro, soprintendente speciale di Roma - riemergono i dettagli di questa meraviglia. Ancora ignoriamo l'effetto d'insieme, che ovviamente immaginiamo sarà grandioso. Lo scopriremo dal 3 ottobre, quando il restauro, il più importante condotto dalla Soprintendenza nell'ultimo anno e finanziato con 100 mila euro di nostri fondi, sarà completato e mostrato al pubblico e agli studiosi».

 

estasi di santa teresa d avila bernini

Precedenti restauri della Cappella erano stati fatti nel corso degli anni Novanta ma avevano riguardato singole porzioni e a tappe successive. Nel 2015 si procedette alla pulitura del gruppo dell'Estasi . Oggi, per la prima volta, l'intero complesso Cornaro è oggetto di un intervento conservativo che punta alla sua fruizione complessiva di «opera totale». La prima fase dei lavori - diretti da Mariella Nuzzo ed eseguiti dalla ditta Giuseppe Mantella Restauri - ha interessato la parte alta, con la raffigurazione dell'Empireo nella volta dipinta da Guido Ubaldo Abbatini, pittore di stretta osservanza berniniana che aveva già affiancato Gian Lorenzo nella navata della basilica vaticana e nelle cappelle a Sant' Agostino e San Pietro in Montorio.

 

estasi di santa teresa cappella cornaro santa maria della vittoria

E qui - una volta eliminate ridipinture e tracce di un incendio del XIX secolo - sono riemersi i colori chiarissimi, le velature trasparenti dei toni pastello e il predominio di quel giallo vibrante che è l'elemento-chiave della visione berniniana della manifestazione metafisica dello spirito. L'intervento ha anche ridato piena leggibilità alle quattro Scene a rilievo in stucco raffiguranti episodi della vita di Santa Teresa , forse modellate da Marcantonio Inverno, collaboratore del maestro attivo anche nella Fontana dei Quattro Fiumi.

 

« Le Scene - racconta Nuzzo - prima dell'intervento sembravano come immerse nel fango, praticamente invisibili, ora hanno recuperato tutte le delicate dorature originali. La chiesa infatti, oltre a subire gli effetti di una massiccia antropizzazione, è sottoposta anche alle conseguenze dell'inquinamento. Si trova all'altezza di un incrocio trafficato, con tanto di semaforo. Anche per questo i lavori erano diventati improrogabili».

 

i putti del fregio della cappella cornaro

Oltre alla magnificenza degli apparati - dai marmi pregiati ai palchetti dai quali membri della famiglia Cornaro assistono all'evento mistico come a una rappresentazione teatrale, fino agli straordinari putti, alcuni scolpiti con un grado di maestria da non poter escludere, oltre alla regia, la mano diretta di Bernini - riemerge dal restauro l'audacia iconografica: ad esempio quelle teste di Cristo, sempre invisibili (forse perché nel gioco della rappresentazione dovevano apparire solo alla santa), azzardatamente «mozzate» dalla gigantesca nuvola in stucco a rilievo che gli si poggia sopra: un vero lavoro «polimaterico» ante litteram , come si direbbe con termine in voga nell'arte contemporanea.

 

estasi di santa teresa cappella cornaro santa maria della vittoria

Che si arricchisce perfino di un objet trouvé come il (vero) chiodo in ferro utilizzato in una delle Scene sulle estasi della santa di Avila. Recuperate anche le dorature originarie della decorazione sulla sommità dell'arcone di accesso alla Cappella, dove, tra corone e ghirlande, spiccano splendidi angeli festanti per i quali Bernini, di cui s' intravede ancora una volta la mano, si avvalse dell'aiuto di Baldassare Mari, che lo affiancò nella navata di San Pietro, e di Giacomo Antonio Fancelli, esecutore della statua del Nilo nella Fontana di piazza Navona.

 

A coronare la composizione sulla sommità dell'arco, il cartiglio, di nuovo leggibile, con l'iscrizione Nisi coelum creassem, ob te solam crearem («Se non avessi creato il cielo, lo creerei soltanto per te»), parole udite da Teresa, sintesi di quella potenza dell'amore divino di cui il gruppo della Transverberazione - fulcro di questo tumultuoso palcoscenico di forme - rappresenta l'apice. Dalla volta al pavimento, spazio anche per il ripristino dell'originale oculo, invisibile all'osservatore in condizioni normali, che dall'alto bagna di luce la nicchia a tabernacolo con la statua.

restauratori al lavoro sulle scene della vita di santa teresa

 

Un'invenzione di Bernini in uno spazio «obbligato» (si vede ancora all'esterno il suo progetto di una «camera di luce») di cui è stato recuperato il telaio originale, privato delle stuccature posticce. Un primo passo verso un recupero - arduo, per via delle incongrue finestre a vetri colorati collocate in tutta la chiesa negli anni Cinquanta del Novecento, e per la presenza di fonti di illuminazione elettrica - di quello spettacolare fascio di luce naturale che fu, per secoli, motivo di stupore e ammirazione.

chiesa di santa maria della vittoria roma

Ultimi Dagoreport

francesco saverio garofani sergio mattarella giorgia meloni maurizio belpietro

DAGOREPORT - MA QUALE “COMPLOTTO DEL QUIRINALE CONTRO GIORGIA MELONI”! DIETRO ALLA DIFFUSIONE DELLE PAROLE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI ALLA “VERITÀ” DI BELPIETRO C'E' UNA “GOLA PROFONDA” UN PO’ PASTICCIONA, CHE SI E' FATTA SGAMARE IN MEZZA GIORNATA - DAGOSPIA È IN GRADO DI AGGIUNGERE ALCUNI DETTAGLI SULLA CENA DI GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE ALLA TERRAZZA BORROMINI. A TAVOLA C’ERANO SEDICI PERSONE: OLTRE ALL’ORGANIZZATORE, LUCA DI BARTOLOMEI E A FRANCESCO GAROFANI, C’ERANO MANAGER, CONSULENTI, UN AD DI UNA BANCA, DUE CRONISTI SPORTIVI E…UN GIORNALISTA CHE IN PASSATO HA LAVORATO IN UN QUOTIDIANO DI DESTRA, GIA' DIRETTO DA BELPIETRO. SARÀ UN CASO CHE LA MAIL A FIRMA “MARIO ROSSI”, DA CUI È NATO LO “SCANDALO”, SIA STATA INVIATA ANCHE AL MELONIANO "IL GIORNALE" (CHE PERO' L'HA IGNORATA)? - IL CONTESTO ERA CONVIVIALE, SI PARLAVA DI CALCIO E DEL PD, MA GAROFANI NON HA MAI PRONUNCIATO LA PAROLA “SCOSSONE”, CHE INFATTI NELLA MAIL ORIGINALE NON C’È - L’AUDIO? ANCHE SE CI FOSSE, BELPIETRO NON POTREBBE PUBBLICARLO PERCHÉ SAREBBE STATO CARPITO ILLEGALMENTE...

maurizio belpietro giorgia meloni la verita

DAGOREPORT - IL GIOCO DI PRESTIGIO DI MAURIZIO BELPIETRO: LO "SCOOP" SUL PRESUNTO “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È BASATO SULLE PAROLE “PROVVIDENZIALE SCOSSONE”, CHE IL CONSIGLIERE DEL COLLE, FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, AVREBBE PRONUNCIATO ALLA CENA DOPO L’EVENTO IN RICORDO DI AGOSTINO DI BARTOLOMEI. MA NELLA MAIL ANONIMA CHE SEGNALA LA VICENDA A "LA VERITA'" QUELLE DUE PAROLE NON SONO VIRGOLETTATE: SEMBRANO ESSERE UN RAGIONAMENTO DELL’AUTORE, IL MISTERIOSO "MARIO ROSSI" – “LINKIESTA”: “PER CAPIRE COSA PENSI MELONI BISOGNA LEGGERE ‘LA VERITÀ’, ESATTAMENTE COME PER CAPIRE COSA PENSI GIUSEPPE CONTE BISOGNA LEGGERE ‘IL FATTO’. QUANTI SI BEVONO OGGI LA FAVOLA DELLA SVOLTA ATLANTISTA ED EUROPEISTA DI MELONI, FAREBBERO BENE A LEGGERE ‘LA VERITÀ’, SMACCATAMENTE FILO-PUTINIANO, NO VAX E NO EURO. LA VERITÀ DEL GOVERNO MELONI STA LÌ”

tommaso cerno antonio giampaolo angelucci alessandro sallusti il giornale

FLASH! – COME PREVISTO, ANTONIO E GIAMPAOLO ANGELUCCI HANNO DECISO CHE, A PARTIRE DAL PRIMO DICEMBRE, AVVERRÀ IL CAMBIO DI DIREZIONE DE “IL GIORNALE” CON L’ARRIVO DI TOMMASO CERNO CHE, A SUA VOLTA, VERRÀ RIMPIAZZATO A “IL TEMPO” DA DANIELE CAPEZZONE – MALGRADO LA PROPOSTA DI ANDARE ALLA DIREZIONE EDITORIALE DE “IL GIORNALE”, AL POSTO DI VITTORIO FELTRI, CHE PASSEREBBE A QUELLA DI “LIBERO”, ALESSANDRO SALLUSTI NON L’HA PRESA BENE: IL BIOGRAFO DI GIORGIA MELONI LO CONSIDERA UNA DIMINUTIO PER IL SUO PRESTIGIO E MIREREBBE A DARE VITA A UN PROGETTO MEDIATICO CON NICOLA PORRO…

maurizio belpietro giorgia meloni francesco saverio garofani

A CIASCUNO LA SUA “VERITÀ” - L’ARTICOLO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO DI BELPIETRO SUL "PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È PRATICAMENTE IDENTICO ALLA MAIL RICEVUTA DA MOLTI ALTRI QUOTIDIANI, DA UN ANONIMO CHE SI FIRMAVA "MARIO ROSSI", CHE HANNO DECISO DI IGNORARE LA VICENDA PERCHÉ NON VERIFICABILE - PERCHE' BELPIETRO HA DECISO DI DARE SPAZIO E RISALTO A UNA STORIA COSI' AMBIGUA? HA IN MANO ANCHE UN AUDIO O CI SONO ALTRE RAGIONI? DI CERTO, L'EX ALLIEVO DI VITTORIO FELTRI È UN PO' IN DIFFICOLTÀ: LE COPIE VENDUTE DAL SUO GIORNALE CALANO E "LA VERITÀ" STA DIVENTANDO POST-VERITÀ, CON LO SPAZIO CONCESSO A COMPLOTTISTI, NO VAX E PUTINIANI - FORSE CREARE UN PO’ DI CACIARA CON IL GAROFANI-GATE SERVE A RIPORTARE IL QUOTIDIANO SOTTO I RIFLETTORI - DI SICURO HA FATTO UN FAVORE A GIORGIA MELONI. DEL RESTO, FU LEI NEL 2023 A OPPORSI ALLA VENDITA DEL GIORNALE AD ANGELUCCI, E A TROVARE IN FEDERICO VECCHIONI, AD DI "BONIFICHE FERRARESI" E CARO A LOLLOBRIGIDA, IL "SALVATORE" PRONTO A RILEVARE IL 25% DELLA SOCIETA' EDITRICE BY BELPIETRO - DA ALLORA FIOCCANO INSERZIONI DELLE PARTECIPATE E PEZZI PRO-GIORGIA...

matteo salvini giorgia meloni donald trump vladimir putin sergio mattarella

DAGOREPORT - COME MAI GLI ARTICOLI DELLA “VERITÀ” SUL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” ARRIVANO IL GIORNO DOPO LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA, DI CUI GAROFANI È SEGRETARIO, IN CUI SI È RIBADITA LA LINEA DI “PIENO SOSTEGNO ITALIANO ALL’UCRAINA”? - LA LINEA PRO-KIEV DI GIORGIA MELONI SI E' AFFIEVOLITA DA TEMPO (HA MESSO IN “PAUSA” L'ADESIONE DELL'ITALIA AL PIANO PURL PER LE ARMI USA A KIEV) E SALVINI E' IL SOLITO "FIGLIO DI PUTIN" CHE SI OPPONE A OGNI SOSTEGNO A ZELENSKY - NON SOLO: MATTARELLA, ORMAI DA ANNI, INFIOCINA I SOVRANISMI DI MEZZO MONDO, HA PIU' VOLTE CRITICATO TRUMP, PUTIN, ORBAN, NETANYAHU E AFD (GUARDA CASO TUTTI AMICI DI MELONI E SALVINI) - SE L'AUDIO DI GAROFANI ESISTE, E CERTIFICA UN "COMPLOTTO" E NON UN SEMPLICE RAGIONAMENTO POLITICO, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA? IL COLLOQUIO DELL'EX DEPUTATO DEL PD È STATO CARPITO AL RISTORANTE IN UNA "CHIACCHERATA TRA AMICI". SE ESISTE L'AUDIO, CHI LO HA REGISTRATO? UN AMICO? UN PRIVATO CITTADINO CHE HA RICONOSCIUTO GAROFANI, NONOSTANTE FOSSE UN VOLTO POCO NOTO? O IL CONSIGLIERE DI MATTARELLA ERA "ATTENZIONATO"? DA CHI?