the renaissance nude

RINASCIMENTO A NUDO ALLA 'ROYAL ACADEMY' DI LONDRA – IN MOSTRA OPERE DI TIZIANO, RAFFAELLO, MICHELANGELO E LEONARDO, PER RACCONTARE LA TRASFORMAZIONE DELL'IDEA DI BELLEZZA DEL CORPO UMANO NELL'ARTE – RIELLO: "CON QUESTA ESPOSIZIONE IL #METOO ENTRA NEGLI ALLESTIMENTI MUSEALI: 73 NUDI FEMMINILI, 134 NUDI MASCHILI E UNA QUARANTINA DI NUDI ANGELICI DI GENDER INCERTO. FORSE PER NON DISCRIMINARE IL MOVIMENTO LGBT, NON SI SA MAI..." -VIDEO

 

Antonio Riello per Dagospia

 

VENERE TIZIANO THE RENAISSANCE NUDE

La produzione artistica in Occidente, dall'affermazione del Cristianesimo fino all'Illuminismo è stata determinata dalle esigenze del suo principale committente che aveva come principale tabù/nemico la sessualità. La Chiesa imponeva dei limiti molto precisi in termini di nudità e i personaggi della narrazione religiosa dovevano avere degli acconci abbigliamenti.

 

Eccezioni erano concesse per Adamo & Eva (nudi per definizione, almeno nell'Eden) e altri rari soggetti (dove la necessità del racconto biblico lo imponeva strettamente). Un caso eponimo ce lo racconta addirittura la Cappella Sistina quando Daniele da Volterra (noto anche come "il Braghettone") si aggiudica, nel 1565, l'incarico di dipingere, sopra le figure ignude del Giudizio Universale di Michelangelo, una sorta di pudica biancheria per coprirne "le vergogne".

 

Allo stesso tempo le Arti Visive, almeno fino alla diffusione della stampa, potevano ( e sapevano) essere una specie di subdolo veicolo per qualcosa che potremmo oggi forse definire come una "Archeologia della Pornografia". In un mondo nel quale le immagini erano rare e costose l'unica occasione per vedere qualcosa di "stimolante" era comunque visitare luoghi religiosi (gli unici luoghi pubblici dove si potevano vedere facilmente delle rappresentazioni del corpo umano) nella speranza che qui o là il censore di turno si fosse distratto. E chi cercava sapeva bene che prima o poi qualcosa si sarebbe trovato. A Roma ne abbiamo uno dei tanti esempi: nella Chiesa di Santo Stefano Rotondo il Pomarancio (1585) dipinge degli affreschi che, con il compito/pretesto di descrivere i tormenti dei primi martiri cristiani, sono quasi al limite della morbosità sado-maso.

SAN SEBASTIANO BRONZINO THE RENAISSANCE NUDE

 

Una relazione dunque ambivalente e sempre assolutamente più complicata del previsto (almeno in Europa) quella tra corpo nudo e rappresentazione artistica. Che passa anche per il virtuosismo del cosiddetto "Disegno Anatomico" che ad un certo punto, dal Neoclassicismo in poi, diventa nella Accademie di Belle Arti non solo materia autonoma di studio ma vero pilastro fondante del percorso formativo di ogni artista. E scavalca sempre con facilità il "comune senso del pudore" (e i relativi biechi strumenti di controllo) con la sacrosanta affermazione: "Ma è la libertà di espressione dell'Arte"....Un'opera può qualche volta essere anche considerata "oscena", ma non certo per il soggetto (qualunque esso sia).

 

michelangelo THE RENAISSANCE NUDE

The Renaissance Nude alla Royal Academy (con le sue sculture in legno e in bronzo, i suoi quadri e le sue incisioni) esplora come il Rinascimento ha saputo misurarsi con la nudità. E lo fa sostanzialmente con il criterio del #MeToo.  I curatori della mostra, Thomas Kren, Senior Curator Emeritus al J. Paul Getty Museum e Per Rumberg Curator alla Royal Academy of Arts, sembrano obbedire con entusiasmo alle istruzioni dettate dal mantra imperante/corrente nella cultura occidentale. E' oggi ovvio e doveroso evitare di sfruttare (in tutti i modi) il corpo femminile, siamo tutti più che d'accordo su questo punto. Loro, per non sbagliare, hanno portato in mostra 73 nudi femminili, 134 nudi maschili e una quarantina di nudi angelici di gender ovviamente incerto (forse per non discriminare il movimento LGBT, non si sa mai...).

 

L'approccio è sicuramente interessante e ci fa vedere dei lati poco conosciuti della "Grande Officina" rinascimentale. Anche perchè moltissime opere non sono di artisti del Bel Paese, a cui associamo abitualmente l'idea stessa di Rinascimento, ma dall'Europa del Nord, in particolare dall'area tedesca. Lucas Cranach, Hans Holbein, Albrecht Dürer, Hans Grien sono infatti presenti in forze. Proprio di Grien è un'incisione dove una damigella nuda cavalca, senza lesinare l'uso del frustino, un barbuto anziano che cammina a quattro zampe. Ricorda abbastanza da vicino certi spettacolini che si vedevano al "Torture Garden", locale fetish di Londra negli anni Novanta.

durer THE RENAISSANCE NUDE

 

Ci sarà da noi chi potrà pensare che a Francoforte o a Bruxelles qualcuno si sta "comperando" anche il brand culturale del Rinascimento.

Lasciamo i misteri e i "complotti" della Geopolitica....e veniamo al nostro vecchio e caro San Sebastiano che ha una sua ampia sezione a parte. Questo santo è sempre stato raffigurato come un giovane soldato seminudo e trafitto dalle frecce di sinistri arcieri senza volto. La tradizione lo vuole in atteggiamento languido quasi in attesa della freccia successiva, per poter dare giusto compimento al martirio. Il soggetto insomma si presta a letture molteplici. E in effetti San Sebastiano è considerato, almeno da qualcuno, una figura iconica della Gay Culture. L'interpretazione che ne danno Cima da Conegliano e Agnolo Bonzino (con un suo straordinario e impaziente giovanotto biondo) potrebbe in effetti competere senza paura con qualche recente lavoro di Pierre et Gilles.

 

LUCAS CRANACH THE RENAISSANCE NUDE

Lo stesso Gesù, almeno al momento della fustigazione e della crocifissione, è stato spesso ritratto seminudo. Sempre magrissimo, sanguinante ed emaciato (simbolo per eccellenza della sofferenza e della persecuzione). In questa mostra si può vedere, dipinto dal pittore fiammingo Mabuse (Jean Gossart), un Cristo atletico e muscoloso. Sembra un hipster modaiolo che fa la pubblicità ad un farmaco per il mal di testa.

 

La sezione legata al mondo classico (e quindi pagano) consente di vedere gli artisti rinascimentali lavorare con gradi di libertà maggiori. La splendida Venere di Tiziano Vecellio, di proprietà della Scottish National Gallery, ci riporta comunque ad un immaginario più tradizionale e ad un corpo più mediterraneo (forse per certi aspetti più famigliare). Non lontana c'è un'altra Venere, magari meno elegante e con un'aria un po' transgender, ma pure terribilmente affascinante (dipinta dal solito Mabuse).

 

Un'esperienza inusuale, curiosa e stimolante, soprattutto per chi di quest'epoca ha una visione per lo più Italocentrica. Va detto che comunque nelle sale ci sono, per rassicuraci piacevolmente, anche disegni di Leonardo, Michelangelo e Raffaello.

leonardo THE RENAISSANCE NUDE

NB. Quasi tutte le opere esposte provengono da musei e collezioni britanniche: in caso di imprevedibile (ed incipiente) "Hard Brexit" alla RA hanno pensato che almeno non ci saranno problemi doganali.....

 

THE RENAISSANCE NUDE

ROYAL ACADEMY OF ARTS

Burlington House, Piccadilly, Londra, W1J 0BD

LE TRE GRAZIE DI RAFFAELLO THE RENAISSANCE NUDE

fino al 2 Giugno 2019

 

 

ANTONIO RIELLOANTONIO RIELLO

 

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