santa caterina da siena

SANTA CATERINA DA SIENA, CHE INVENTÒ L’ITALIANO - QUELLA STRANA FIGLIA DELLA PICCOLA BORGHESIA, ADOLESCENTE ANORESSICA PER CUI LA SCRITTURA ERA UN CORPO A CORPO CON QUELL'"ANSIETATO DESIDERIO" DI SMARRIRE IL PROPRIO IO IN UN AMORE NON DI QUESTO MONDO. IL PECCATO ERA PER LEI SOLO MANCANZA D'AMORE

 

Silvia Ronchey per la Repubblica

 

caterina da siena andre vauchezcaterina da siena andre vauchez

Come svelano nuovi studi, il vero miracolo della mistica di Siena è la sua scrittura innovativa "Più luce!", furono le ultime parole di Goethe. "Sangue! Sangue!", furono le ultime parole di Caterina da Siena, con Dante il primo genio, come scrisse Tommaseo, della lingua italiana. Le sue opere - il "Libro", in seguito reintitolato "Dialogo della divina provvidenza", e le trecentottantuno Lettere - furono scritte col sangue, quasi letteralmente. Scrivo "nel prezioso sangue di Cristo", spiegava di continuo Caterina.

 

Non era solo una metafora. Il più attendibile dei suoi biografi, Tommaso Caffarini, narra di come un giorno, trovando in una stanza della rocca di Tentennano un vasetto di cinabro di quelli usati dai copisti per vergare i capilettera, lei lo afferrasse insieme al calamo e alla pergamena e prendesse a scrivere rapidamente, "con tratto leggibile e netto".

SILVIA RONCHEY SILVIA RONCHEY

 

Caterina, ed era forse questo uno dei suoi molti segreti, scriveva in inchiostro color sangue, e lo faceva di suo pugno, per quanto reticenti o deliberatamente svianti siano in proposito i suoi primi agiografi, attenti a far credere all' autorità ecclesiastica che quelle opere non nascessero dall' audacia di un carisma personale, bensì da miracolosa ispirazione divina; che fossero da lei dettate in stato di trance ai membri maschi della sua laica confraternita.

Santa Caterina a Siena Santa Caterina a Siena

 

Furono capaci di persuaderne i successivi studiosi, a loro volta inclini a credere all' inevitabile analfabetismo di quella strana figlia della piccola borghesia della buia contrada senese dell' Oca, adolescente anoressica uscita dal mondo per sprofondare nella sua "cella interiore", fuggita dal corpo per costruirsi un "corpo spirituale" nella perenne astensione dal cibo (un po' d' acqua e piccoli boli di erbe che subito rimetteva) e dal sonno (su una tavola per terra e "non più di mezz' ora ogni due giorni"), nelle piaghe delle catene e del cilicio, nelle penitenze, nei più implacabili e disciplinati stenti dell' ascesi, nelle devastazioni dell' estasi.

 

 

Come scriveva il suo amico William Flete all' indomani della morte, che la prese a trentatré anni, Caterina "abitava nella caverna del costato di Cristo". Nel Dialogo confessava: "La vita mia non è passata altro che in tenebre; ma io mi nascondarò nelle piaghe di Cristo crocifixo e bagnarommi nel sangue suo".

santa caterina da sienasanta caterina da siena

 

Vissuta in un tempo in cui l' accesso alla scrittura era nominalmente vietato a qualsiasi donna non fosse regina o principessa, la sua padronanza dello scrivere era nascosta in quella caverna, nota solo a quell' entourage di confessori in realtà segretari, direttori di coscienza in realtà sottoposti, padri spirituali in realtà figli, che costituivano la "bella brigata", la comunità di cui Caterina, il volto brunito come un capo indiano, indurito "come cuoio" dal sole della Francigena, era l' irrivelabile maestra, "madre" e profetessa.

 

Santa Caterina a Siena Santa Caterina a Siena

Un libro di André Vauchez ( Caterina da Siena. Una mistica trasgressiva, Laterza) cerca oggi di contestualizzare la sua eversione spirituale e la sua militanza politica nella lotta tra chiesa e impero, regni e stati dello scacchiere trecentesco, ma anche fra ordini rivali e contrapposti papati nel tempo dello scisma avignonese, della Crociata contro l' Anticristo, della plurinvocata riforma della chiesa, al di là della narrazione della propaganda ecclesiastica, che della sua figura di outsider ha fatto prima una paladina del primato della sede papale romana, poi una costruzione patriottica, tanto da trasformarla in antesignana dell' unità d' Italia, e nel 1939, ad opera di Pio XII, in copatrona d' Italia: in un Francesco femmina - per quanto lei si considerasse uomo e per quanto meno scrittore, ancorché sublime, fosse di lei Francesco. Ma accomunava certo entrambi la simulata illetteratezza, la scelta del sermo humilis, l' esoterica semplicità del volgare con cui vollero trasporre nella lingua umana l' ineffabile.

 

 

Santa Caterina a Siena Santa Caterina a Siena

Il Sangue, la passione, la tortura, è la scrittura. Perché "in sul cuore la pietra del diamante, se non si rompe col Sangue, non si può rompere". La sua anima, come dichiara nel prologo del Dialogo, era "ansietata di grandissimo desiderio", ed era "abituata e abitata nella cella del cognoscimento di sé", perché "al cognoscimento seguita l' amore" e "amando cerca di seguitare e vestirsi di verità".

 

Per Caterina l' opus della scrittura era un corpo a corpo con quell'"ansietato desiderio" di smarrire il proprio io in un amore non di questo mondo. Influenzata dall' agostiniano William Flete, il peccato era per lei solo mancanza d' amore: non realtà ma, scrive, "quella cosa che non c' è". E "l' attitudine dello scrivere", come confidò a Raimondo da Capua, era l' unica "con cui sfogare il cuore, perché non scoppiasse".

 

Come ha scritto Michel de Certeau, il mistico è la persona che vuole "offrire un corpo allo spirito, incarnare il discorso e dare un luogo alla verità". "Affogata e annegata nel sangue" dell' inchiostro, Caterina vi trovava "l' affocata sua verità".

Reliquia della testa di Santa Caterina a Siena Reliquia della testa di Santa Caterina a Siena

 

Il discorso, il Logos, si fece carne in quella sofferenza, da Caterina paragonata alla passione di Cristo e assimilata al torchio dionisiaco da cui cola la bevanda redentrice del dio sacrificato e spremuto. Smembrata come Dioniso, le sue reliquie saranno sparse in più templi del mondo cattolico, ma la sua testa mummificata, oltre la grata del tabernacolo gotico, presidia quell' insospettabile tempio pagano che è la basilica senese dell' ordine cui fu più vicina, quello di San Domenico.

 

Se percorsa la navata centrale in direzione della Sagrestia Vecchia, varcata la balaustra di marmo, si accede alla Cappella del Testa, si verrà colpiti anzitutto, ai due lati del sottarco, da due misteriosi personaggi affrescati dal Sodoma, identificati oggi da Gioachino Chiarini ( Il calice e lo specchio, Nerbini) con Platone e Aristotele; ma soprattutto, al centro del pavimento policromo, da una figura tanto anomala quanto inconfondibile, identificata da Bernard Berenson con quella di un classico Orfeo che al posto della cetra regge uno specchio.

santa caterina da siena santa caterina da siena

 

Nella lettura di Chiarini l' intero programma iconografico della cappella, progettato tra fine Quattrocento e inizio Cinquecento dai seguaci senesi dei misteri cateriniani, è la coerente illustrazione delle pagine finali del Dialogo e l' Orfeo asessuato della tarsia marmorea è la chiave della teoria cateriniana dell' anima. Una teoria ermetica, dove la passione di Cristo è l' opus cui si rifà l' anima individuale nel laboratorio alchemico della salvazione, attraverso quella sua letterale e fisica imitazione che è l' opus della scrittura, attuata nel bagno vermiglio del sangue.

 

Più ci si addentra nella vicenda intellettuale di Caterina, più si è rapiti dalla sua indecifrabilità. Anche se oggi la riconosciamo certo ben più consapevole di quanto ogni versione ecclesiastica abbia voluto o potuto in origine ammettere, non conosciamo le fonti filosofiche dirette del suo Dialogo. Qualcuno ha evocato Agostino, qualcun altro lo Pseudo-Dionigi, ma molto era occultato nella composita comunità di cui Caterina era maestra, madre e profetessa.

sant agostinosant agostino

 

Se le facce di Caterina sono tante quanto le reliquie in cui il suo corpo è oggi smembrato, se le ragioni della sua fortuna sono sotterranee, e anche per questo confondono storici e biografi, se tra i miracoli di Caterina il più grande è quello della scrittura, dietro il segreto della sua scrittura, così ben custodito dai suoi seguaci, ce n' è forse un altro: l' ermetismo, l' alchimia.

 

Un segreto di cui solo i suoi più tardi conoscitori e cultori, in quello spalancarsi del vaso di Pandora del pensiero medievale che fu il Rinascimento, hanno voluto fornirci, con le dovute precauzioni, la chiave.

 

 

Ultimi Dagoreport

la scala opera attilio fontana ignazio la russa daniela santanche santanchè matteo salvini

A PROPOSITO DI… QUANTO PIACE LA MATRICIANA ROMANA - IL FORFAIT DELLE ISTITUZIONI ALLA PRIMA DELLA SCALA, IVI COMPRESO LA SECONDA CARICA DELLO STATO, IL SICULO-MILANESE IGNAZIO LA RUSSA, HA SPINTO IL GOVERNATORE DEL PIRELLONE LOMBARDO, ATTILIO FONTANA, INDOSSATI I PANNI DI NOVELLO ALBERTO DA GIUSSANO A DICHIARARE: “ANCHE SE TUTTI APPREZZIAMO LA MATRICIANA, IL NORD DÀ FASTIDIO” – DÀ COSÌ FASTIDIO CHE NEL GOVERNO DELLA “PULZELLA” DELLA GARBATELLA, SIEDONO BEN 6 MINISTRI “LUMBARD” SU 24. E BEN 5 SONO DELLA LEGA – A RISPONDERE A FONTANA, CI HA PENSATO IL RODOMONTE DEL CARROCCIO, SALVINI: “TRA UNA MATRICIANA E UNA CARBONARA TROVI I SOLDI PER SISTEMARE LE CASE POPOLARI”…

pam bondi

DAGOREPORT - COME MAI L’INFORMAZIONE ITALICA SI È TOTALMENTE DISINTERESSATA DELLO SBARCO A ROMA DEL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA, LA FOSFORESCENTE SESSANTENNE PAM BONDI, ARRIVATA CON TANTO DI AEREO DI STATO IL 10 DICEMBRE? - EPPURE LA FEDELISSIMA DI TRUMP NON SI È TENUTA NASCOSTA: HA ALLOGGIATO ALL’HOTEL ST. REGIS, SI E’ ATTOVAGLIATA AL BOLOGNESE DI PIAZZA DEL POPOLO, HA INCONTRATO AL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA DI VIA ARENULA CARLETTO NORDIO, HA AVUTO L'INESPRIMIBILE GIOIA DI CONOSCERE IL VICEPREMIER MATTEO SALVINI A UN RICEVIMENTO DELL'AMBASCIATORE USA IN ITALIA, TILMAN J. FERTITTA. E, FORSE, LA BEN DOTATA DALLA NATURA PAMELONA HA PURE INCOCCIATO IL MINISTRO PIANTEDOSI - MA DELLA “VACANZA ROMANA” DELL'ITALOAMERICANA CARISSIMA A TRUMP, NON SI REGISTRA MANCO UNA RIGA SUI GIORNALONI DE' NOANTRI - VABBE', A NATALE BISOGNA ESSERE BUONI: MAGARI ERANO TUTTI TROPPO IMPEGNATI A SEGUIRE LA FESTILENZA DI ATREJU DEI FRATELLINI DI GIORGIA…

john elkann theodore kyriakou leonardo maria del vecchio

DAGOREPORT - L’OSTACOLO PIÙ TOSTO DELLA TRATTATIVA IN CORSO TRA IL MAGNATE GRECO KIRIAKOU E JOHN ELKANN NON E' L'ACQUISIZIONE DEL GRUPPO GEDI BENSÌ COME “RISTRUTTURARE” UN ORGANICO DI 1300 DIPENDENTI, TRA TAGLI ALLE REDAZIONI LOCALI, PREPENSIONAMENTI E “SCIVOLI”, DI CUI CIRCA 280 GIORNALISTI FANNO CAPO A “REPUBBLICA” E ALTRI 170 A “LA STAMPA” - LA PARTITA SUL FUTURO DEL QUOTIDIANO TORINESE, ASSET CHE NON RIENTRA NEL PROGETTO DI KYRIAKOU, NON ACCELERA CON LA CORDATA VENETA MESSA SU DA ENRICO MARCHI - NEL CASO LA TRANSIZIONE ELLENICA NAUFRAGASSE, LEONARDINO DEL VECCHIO HA CONFERMATO DI ESSERE PRONTO: “NOI CI SIAMO” - “NOI” CHI? ESSENDO “QUEL RAGAZZO'' (COPY ELKANN), DEL TUTTO A DIGIUNO DI EDITORIA, I SOSPETTI DILAGANO SU CHI SI NASCONDE DIETRO LA CONTRO-OFFERTA CON RILANCIO DELL’AZIONISTA DELL’IMPERO DEL VECCHIO, IL CUI CEO MILLERI È STATO ISCRITTO NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI CON CALTAGIRONE E LOVAGLIO, PER LA SCALATA DI MPS SU MEDIOBANCA-GENERALI - E DA TORINO, AVVISANO LE REDAZIONI IN RIVOLTA DI ROMA E TORINO DI STARE ATTENTI: DALLA PADELLA GRECA RISCHIANO DI FINIRE NELLA BRACE DI CHISSÀ CHI...

nietzsche e marx si danno la mano venditti meloni veneziani

VIDEO! “ATREJU E’ IL LUOGO IN CUI NIETZSCHE E MARX SI DAVANO LA MANO, COME DIREBBE ANTONELLO VENDITTI” – GIORGIA MELONI CITA “COMPAGNO DI SCUOLA”, IL BRANO DATATO 1975 DEL CANTAUTORE DI SINISTRA. OVVIAMENTE MARX E NIETZSCHE NON SI DIEDERO MAI LA MANO, NÉ AD ATREJU NÉ ALTROVE. CIÒ È STATO ANCHE IMMAGINATO NELL’ULTIMO LIBRO DI MARCELLO VENEZIANI “NIETZSCHE E MARX SI DAVANO LA MANO”. LO SCRITTORE IPOTIZZA COME MISE EN SCÈNE CHE LA SERA DEL 5 MAGGIO 1882 I DUE SI SIANO TROVATI IN UNA LOCANDA DI NIZZA (DOVE ENTRAMBI PASSARONO). NON SI CAPISCE BENE SE LA MELONI CI ABBIA CREDUTO DAVVERO – VIDEO

giorgia meloni balla ad atreju

GIORGIA, ER MEJO TACCO DI ATREJU! - ZOMPETTANDO COME UN MISIRIZZI, LA MELONI CAMALEONTE HA MESSO IN SCENA CIO' CHE SA FARE BENISSIMO: IL BAGAGLINO DI CORBELLERIE (''QUESTO È IL LUOGO IN CUI NIETZSCHE E MARX SI DANNO LA MANO'') E DI SFOTTO' SU ELLY SCHLEIN: "IL CAMPO LARGO L'ABBIAMO RIUNITO NOI... CON IL SUO NANNIMORETTIANO 'MI SI NOTA DI PIÙ SE VENGO O STO IN DISPARTE O SE NON VENGO PER NIENTE' HA FATTO PARLARE DI NOI" -UBRIACA DI SE' E DEI LECCAPIEDI OSPITI DI ATREJU, HA SCODELLATO DUE ORE DI PARACULISSIMA DEMAGOGIA: NULLA HA DETTO SU LAVORO, TASSE, SANITA', ECC - IDEM CON PATATE SULLA GUERRA RUSSIA-UCRAINA, SUL CONFLITTO STATI UNITI-EUROPA, SUL RUOLO DEL GOVERNO SU DIFESA E IL RIARMO EUROPEO - IN COMPENSO, HA STARNAZZATO DI VITTORIE DEL GOVERNO MA  GUARDANDOSI BENE DI CITARE MINISTRI O ALLEATI; SI E' INFERVORATA PER IL PARTITO MA NON RICORDA CHE L’HA FONDATO CON CROSETTO E LA RUSSA ('GNAZIO E' STATO DEL TUTTO OSCURATO AD ATREJU) - "GIORGIA! GIORGIA!", GRIDA LA FOLLA - OK, L'ABBIAMO CAPITO: C’È UNA PERSONA SOLA AL COMANDO. URGE UN BALCONE PER LA NUOVA MARCHESA DEL GRILLO - DAGOREPORT+VIDEO 

elly schlein pina picierno stefano bonaccini giorgio gori lorenzo guerini giuseppe conte pd

NAZARENO, ABBIAMO (PIU’ DI) UN PROBLEMA - L’ASSEMBLEA PD DI DOMANI RISCHIA DI TRASFORMARSI IN UN BOOMERANG PER SCHLEIN: I DELEGATI DISERTANO, A RIDOSSO DI NATALE, NESSUNO SPENDE SOLDI E TEMPO PER VENIRE NELLA CAPITALE AD ASCOLTARE UNA RELAZIONE SENZA DIBATTITO – LA MOSSA DEI PRETORIANI DI ELLY PER SCONGIURARE LA SALA VUOTA ED EVITARE IL CONFRONTO IMPIETOSO CON MELONI CHE CONTEMPORANEAMENTE FARA’ IL PIENO A ATREJU – SORGI: “BONACCINI ENTRERA’ IN MAGGIORANZA MA SE I RIFORMISTI NON DOVESSERO RICEVERE RASSICURAZIONI SULLE LISTE ELETTORALI, IL RISCHIO DI UNA EVENTUALE SCISSIONE, SI FAREBBE PIÙ CONCRETO…”