truman capote

LE SENTENZE “A SANGUE FREDDO” DI TRUMAN CAPOTE – NELLE NUOVE EDIZIONI DI “I CANI ABBAIANO” E “GIARDINI NASCOSTI” SONO RACCOLTI TUTTI I GIUDIZI AL VELENO SPUTATI DAL ROMANZIERE AMERICANO NEI SUOI ARTICOLI DI GIORNALE DEGLI ANNI ’70, QUANDO ERA ORMAI UN ALCOLISTA IMBOTTITO DI PILLOLE – PER LUI “IL GIOVANE HOLDEN” DI SALINGER ERA SOLO “UN HUCKLEBERRY FINN DEI QUARTIERI ALTI DI PARK AVENUE”, PICASSO “LA PIOVRA DELL'ARTE”, HUMPHREY BOGART “UN ATTORE SENZA TEORIE TRANNE QUELLA DI ESSERE PAGATO”...

Gian Paolo Serino per “il Giornale”

 

truman capote

Il giovane Holden di Salinger? Un Huckleberry Finn dei quartieri alti di Park Avenue. Andrè Gide? Uno scrittore privo di immaginazione e estremamente insincero. Ezra Pound? La sua vera gabbia non era dove l'avevano rinchiuso ma la sua vita. Humphrey Bogart? Un attore senza teorie tranne quella di essere pagato. Picasso? La piovra dell'arte. Marlon Brando? Il Rodolfo Valentino della generazione bop.

 

Sono questi alcuni giudizi, per lo più al vetriolo, espressi in molti articoli di saggistica da Truman Capote, lo scrittore americano conosciuto a tutti per il suo A sangue freddo. E sono ora raccolti da Garzanti nelle nuove edizioni di I cani abbaiano e Giardini nascosti. Certo in quegli anni '70 Capote era diventato un alcolista imbottito di pillole: lui la definiva una «crisi creativa».

 

truman capote giardini nascosti garzanti

Nella prefazione al romanzo Musica per camaleonti, il penultimo libro pubblicato in vita, racconta di essersi reso conto di lavorare con soltanto la metà o un terzo delle sue capacità per essersi messo in testa di epurare e perfezionare il proprio stile. La verità è più che altro che era disperato all'idea di scrivere qualcosa e istintivamente tornò alle sue radici - ai ricordi d'infanzia, alle stranezze e agli eccentrici che popolavano la sua prima narrativa - lasciandosi alle spalle il mondo dell'alta società.

 

Tra queste pagine, oltre che nei protagonisti della letteratura e del cinema, ci imbattiamo anche in descrizioni di città: della New Orleans del 1946 scrive che l'atmosfera è «come quella dipinta nei quadri di De Chirico», e un anno dopo scrive la stessa cosa di Hollywood: «Qui dove nessuno cammina le auto scivolano in un flusso costante e silenzioso, la mia ombra, che si muove lungo la strada bianca e spoglia, è come l'unico elemento vivo di un De Chirico».

 

truman capote i cani abbaiano garzanti

Capote amava l'ombra tropicale e la spettrale penombra, così come amava le nebbie veneziane, le case dei pensionanti, le statue dei cimiteri. Dalle sue descrizioni, a volte è difficile distinguere un luogo dall'altro - la Brooklyn di Capote è praticamente indistinguibile da New Orleans - e questo perché tutti i suoi paesaggi aspirano in qualche modo al Sud ricordato della sua infanzia. Anche quando descrive il presente, molti dei pezzi hanno un sapore nostalgico, e su quasi tutti aleggia un'atmosfera di eccessiva maturità, di fiori che iniziano a sfiorire.

 

«Non avevo mai conosciuto nessuno che scrivesse», ha detto una volta Capote a proposito della sua infanzia in una piccola città del Sud e «in effetti conoscevo anche poche persone che leggevano».

 

Queste selezioni di saggi, estratti e interviste, ricordano anche il Capote che era allo stesso tempo uno scrittore e un giornalista letterario arrivista dei suoi tempi: il bon vivant che si nutriva di patate al forno ripiene di caviale; il romantico tormentato che dichiarava che la parola più bella e la parola più pericolosa in inglese erano la stessa cosa: «amore». Era anche il pettegolo, l'amante della mondanità e l'attaccabrighe che non amava gli attori: di John Gielgud dice: «Tutto il suo cervello è nella voce»; di Marlon Brando: «Nessun attore... ha trasportato la falsità intellettuale a livelli più alti di esilarante pretesa».

 

truman capote

Allo stesso tempo è anche un Capote al massimo della sua rilassatezza, incline a prendere in giro le sue stesse numerose bizzarrie, soprattutto quando si scontrano con le eccentricità degli altri. Il racconto di Capote di una cena a base di pollo con un famoso artista andata male è uno dei pezzi più divertenti della letteratura culinaria e un piacere in qualsiasi contesto.

 

Forse nessuno scrittore del XX secolo è stato un cronista così attento e aggraziato dei suoi tempi come Truman Capote. Giardini nascosti è il primo volume dedicato esclusivamente a tutti i saggi pubblicati da questo amatissimo scrittore. Ci sono anche i pezzi dei primi anni della sua carriera, quando Capote non la smetteva mai di lavorare sulle storie e sulle sceneggiature.

 

Ma era soprattutto il giornalismo ad alimentare la sua immaginazione. Non era soltanto prolifico, ma anche un consumato creatore di frasi poi diventate etichette in quella società mondana: famosa quella dedicata al regista John Huston: «Un dandy allampanato e strascicato».

 

truman capote

Tra i brani raccolti c'è anche quello che lo ha portato alla fama: The Duke in His Domain, il leggendario profilo di Marlon Brando datato 2 novembre 1957 e apparso sul New Yorker. Capote descrive Brando a Kyoto, in Giappone, mentre sta girando la versione cinematografica di Sayonara di James Michener. Descrive gli oggetti presenti nella stanza di Brando, i calzini, le scarpe e le giacche, le camicie da mandare in lavanderia. E libri, una cascata di pensieri profondi, tra i quali si vedeva The Outsider di Colin Wilson e varie opere sulla preghiera buddhista, sulla respirazione degli Yogi e sul misticismo indù. Ma niente narrativa, perché «Brando non legge nulla».

 

«Dichiara di non aver mai aperto un romanzo dal 3 aprile 1924, giorno della sua nascita, a Omaha, Nebraska», scrive Capote. E aggiunge: «ma anche se non gli interessa leggere narrativa, desidera scriverla, e il lungo tavolo laccato era pieno di posacenere stracolmi e di pagine accatastate della sua ultima fatica creativa, che si dà il caso sia una sceneggiatura cinematografica».

 

J.D. SALINGER

Le tecniche utilizzate da Capote - l'osservazione minuziosa dell'ambiente, la registrazione accurata di ogni sfumatura del dialogo, la paziente attesa del piccolo gesto rivelatore (Brando che schiaffeggia il tavolo, con allegria o forse con indignazione) che rivela il carattere - hanno ispirato generazioni di cronisti del jet set, pochi dei quali hanno operato con l'intelligenza, il brio o la precisione di Capote.

 

L'articolo su Marlon Brando è rivelatore anche del suo erotismo sublimato. Capote (come la maggior parte del mondo di allora) era attratto dal giovane Brando, e in seguito avrebbe stretto un forte e doloroso legame con Perry Edward Smith, uno degli assassini del caso descritto in A sangue freddo, del quale avrebbe osservato la morte, quando fu giustiziato per impiccagione il 14 aprile 1965.

 

marlon brando

A differenza del profilo di Brando, tuttavia, il romanzo A sangue freddo è scritto senza ironia e senza intrusioni autoriali, con un distacco di stampo flaubertiano che permise a Capote di affermare di aver inventato una nuova forma letteraria, «il romanzo di non-fiction», sebbene altri scrittori del New Yorker, in particolare Joseph Mitchell e Lillian Ross, avessero già imboccato questa strada.

 

È consuetudine sostenere che Capote sia stato vittima della celebrità che bramava. Ma in lui c'era anche qualcosa di eroico, perché ha affinato il suo mestiere e sacrificato la sua tranquillità e il suo equilibrio morale pur di (de)scrivere la vita che lui non è riuscito a vivere, ma soltanto a raccontare.

humphrey bogart lauren bacall humphrey bogart marylin monroemarlon brandoezra poundezra poundtruman capote 2

Ultimi Dagoreport

vincent bollore john elkann andrea pignataro

CHE NELLA TESTA DI JOHN ELKANN FRULLI L’IDEA DI VENDERE “LA REPUBBLICA”, NON È UN MISTERO. GIÀ UN ANNO FA SI SPETTEGOLÒ DI TRATTATIVE A TORINO CON UNA CORDATA DI IMPRENDITORI E BANCHE MILANESI - ELKANN, COSÌ CHIC E COSÌ SNOB, AVREBBE GRADITO LA PRESENZA NELLA CORDATA DI UN NOME INTERNAZIONALE. ED ECCO SPUNTARE L’IMPOSSIBILE: VINCENT BOLLORÉ, PATRON DI VIVENDI E DELLA DESTRA OLTRANZISTA FRANCESE – L’ULTIMA INDISCREZIONE ACCREDITA UNA VOGLIA DI CARTA AL BOLOGNESE ANDREA PIGNATARO, SECONDO MILIARDARIO D’ITALIA - VERO, FALSO, INVEROSIMILE? QUELLO CHE È CERTO È CHE LA CRISI MONDIALE DELL’INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA STA DIVENTANDO UN ‘’DRAMMA ECONOMICO’’, CON MINACCIA DI CHIUDERE LE FABBRICHE STELLANTIS, E LA LINEA ANTI-GOVERNATIVA DI “REPUBBLICA” È UNA FONTE DI GUAI, NON ESSENDO PER NULLA GRADITA (EUFEMISMO) DAI “VENDI-CATTIVI” DELLA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI….

alessandro giuli lucia borgonzoni manuela cacciamani mazzi rampelli giulio base film albatross 2025albatross angelo mellone perla tortora paolo petrecca alma manera

DAGO-CAFONAL! - DAI FRATELLI WARNER DI HOLLYWOOD AI FRATELLI D’ITALIA DI CINECITTÀ, IL CIAK È A DESTRA! - E VOILÀ! DOMANI SUGLI SCHERMI DEL BELPAESE ARRIVA "ALBATROSS", IL NUOVO IMMAGINARIO CAPOLAVORO DI GIULIO BASE, MARITATO TIZIANA ROCCA - ALL’ANTEPRIMA ROMANA, GOVERNO IN PRIMA FILA: TAPPETO ROSSO PER IL MINISTRO GIULI-VO DEL “PENSIERO SOLARE”; AVANTI I DIOSCURI RAI, ROSSI E MELLONE, FATE LARGO AL “GABBIANO SUPREMO” DI COLLE OPPIO, FABIO RAMPELLI, CON MOLLICONE DI SCORTA - NEL FOYER DEL CINEMA SI SBACIUCCHIANO PAOLO PETRECCA, DIRETTORE DI RAI SPORT, E L’AMATA ALMA MANERA - SE LUCIA BORGONZONI TIMBRA IL CARTELLINO PER LA LEGA, A TENERE ALTO IL PENNONE DI FORZA ITALIA C’È MAURIZIO GASPARRI, NEL '70 SEGRETARIO PROVINCIALE DEL FRONTE DELLA GIOVENTÙ – PER I DUE PRODUTTORI, PAOLO DEL BROCCO (RAI CINEMA) E GENNARO COPPOLA (COMPAGNO DI MANUELA CACCIAMANI, PRESIDENTE DI CINECITTA'), ‘STO “ALBATROSS” DI GIULIO BASE DEVE SUSCITARE VERAMENTE “GRANDE ATTENZIONE” VISTO CHE IL 18 GIUGNO SCORSO SAREBBE AVVENUTA UNA PROIEZIONE PRIVATA DEL FILM ALLA PRESENZA DI IGNAZIO LA RUSSA E DI SISTER ARIANNA MELONI…

cetrioloni per l italia - meme by edoardo baraldi giorgia meloni economia crisi soldi

DAGOREPORT - GIORGIA MELONI PUÒ FARE TUTTE LE SMORFIETTE CHE VUOLE MA A NATALE RISCHIA DI TROVARE SOTTO L'ALBERO UN'ITALIA IN GRANDE DIFFICOLTA' ECONOMICA. E SE I CITTADINI TROVERANNO LE TASCHE VUOTE, ANCHE IL PIU' INCROLLABILE CONSENSO PUO' SGRETOLARSI - IL POTERE D'ACQUISTO AUMENTA DELLO 0,9% ORA, MA NEGLI ULTIMI ANNI È CROLLATO DEL 20% - DA UN LATO L'INFLAZIONE TORNA A CRESCERE, DALL'ALTRO IL PIL CALA. E DAL 2026, CON LA FINE DEL PNRR, CHE HA "DROGATO" IL PRODOTTO INTERNO LORDO, LA SITUAZIONE NON POTRÀ CHE PEGGIORARE. SENZA CONSIDERARE L'EFFETTO TSUNAMI DEI DAZI DI TRUMP SU OCCUPAZIONE ED EXPORT - SE CI FOSSE UN'OPPOSIZIONE DECENTE, MARTELLEREBBE OGNI GIORNO SU QUESTI TEMI: SALARI DA FAME, TASSE CHE CONTINUANO A SALIRE, ECONOMIA CHE RISTAGNA. MA LA PRIORITÀ DI SCHLEIN SONO I GAY UNGHERESI E QUELLE DI CONTE E' FARE IL CANDIDATO PREMIER DEL CAMPO LARGO...

matteo salvini giorgia meloni antonio tajani

DAGOREPORT - MALGRADO UN’OPPOSIZIONE SINISTRATA E SUPERCAZZOLARA, L’ESTATE DELLA DUCETTA È  MOLESTATA DA BRUTTI PENSIERI - SE IN EUROPA CERCA DI DEMOCRISTIANIZZARSI, IN CASA LA MUSICA CAMBIA. SE PRENDE UNA SBERLA ALLE REGIONALI D’AUTUNNO, LA PREMIER TEME CHE UNA CADUTA POSSA TRASFORMARSI NELL’INIZIO DELLA FINE. COME È ACCADUTO AL PD DI RENZI, ALLA LEGA DI SALVINI, AL M5S DI DI MAIO. DI COLPO, DALL’ALTARE ALLA POLVERE - ECCO IL PESANTE NERVOSISMO PER LE CONTINUE “STONATURE” DEL TROMBONISTA SALVINI, CHE VEDE LA SUA LEADERSHIP MESSA IN PERICOLO DAL GENERALISSIMO VANNACCI. OPPURE QUELLE VOCI DI UN CAMBIO DI LEADERSHIP DI FORZA ITALIA, STANCHI LOS BERLUSCONES DI VEDERE TAJANI COL TOVAGLIOLO SUL BRACCIO AL SERVIZIO DELLA SORA GIORGIA. OCCORRE UN NUOVO MARINAIO AL TIMONE PER CAMBIARE ROTTA: ETTORE PRANDINI, PRESIDENTE DELLA COLDIRETTI? - QUESTA È LA CORNICE IN CUI SI TROVA OGGI IL GOVERNO MELONI: TUTTO È IN MOVIMENTO, NULLA È CERTO…

ferragni city life

CHE CRASH! DA CASA FERRAGNI ALL’INSEGNA DI GENERALI, LA CADUTA DELLA MILANO CITY LIFE - LETTERA A DAGOSPIA DI PIERLUIGI PANZA: ‘’SI È PASSATI DALLA MILANO INDUSTRIALE A QUELLA DEI CREDULONI DEL PANDORO, PER FINIRE ALLA CADENTE MILANO FINANZIARIA ORA CHE MPS VUOL PRENDERSI MEDIOBANCA PER PRENDERSI GENERALI - NEL BANDO PER CITY LIFE L’ACCORDO IMPONEVA CHE “IL 50% DELL’AREA FOSSE DESTINATA A VERDE PUBBLICO”. ECCOME NO! RENZO PIANO PRESENTÒ UN PROGETTO METÀ VERDE E METÀ CON UN GRATTACIELO E QUALCHE CASA. LO BOCCIARONO. SI SPALANCARONO COSÌ LE PORTE AD ALTRI ARCHISTAR: LIBESKIND, HADID E ISOZAKI. E COSÌ CITY LIFE È DIVENTATA UN NON-LUOGO, UN DUBAI SHOPPING MALL DIVENUTO UTILE ALLA COLLETTIVITÀ GRAZIE AL COVID, PERCHÉ LÌ CI FACEVANO LE VACCINAZIONI...