la collezione di autoritratti degli uffizi-1

IL TESORO SEGRETO DEGLI UFFIZI - LA COLLEZIONE DI AUTORITRATTI PIU' RICCA E IMPORTANTE AL MONDO PRESTO TORNERÀ A ESSERE VISIBILE: DALLE OPERE DEI MAESTRI DEL SECONDO NOVECENTO (RAUSCHENBERG, KOONS, PISTOLETTO) FINO AL CINQUECENTO DI TINTORETTO - TRE ANNI FA L’AREA, ACCESSIBILE SOLO SU PRENOTAZIONE E SPESSO CON TARIFFE FATTE LIEVITARE DAI TOUR OPERATOR PRIVATI, HA CHIUSO PER…

Gaia Rau per “la Repubblica”

 

la collezione di autoritratti degli uffizi 1

La collezione di autoritratti più ricca e importante al mondo si nasconde dietro a un portone chiuso a chiave, per lo più ignorato dai visitatori che percorrono lo scalone Natalini per uscire, stremati, dagli Uffizi.

 

Una sorta di "Binario 9 ¾", di varco di ingresso a un universo parallelo: a un museo nel museo perfettamente climatizzato e videosorvegliato, allestito col rigore e l' attenzione di quello principale, nel quale sono ordinatamente disposti i quasi 1.800 fra dipinti (per la stragrande maggioranza dei casi) ma anche sculture e installazioni della straordinaria raccolta iniziata dal cardinale Leopoldo de' Medici a metà Seicento, che continua tutt' oggi ad arricchirsi grazie a nuove acquisizioni e a donazioni di artisti contemporanei.

leopoldo de medici

 

Un' infilata di sale e corridoi da cui parte un viaggio impossibile a ritroso nel tempo: dalle opere di maestri del secondo Novecento - Rauschenberg, Koons, Pistoletto, Fabre - alla collezione di Raimondo Rezzonico acquisita dallo Stato nel 2005 (trecento pezzi fra i quali de Chirico, Rosai, Ligabue, Kokoschka, Léger, Vedova), fino all' Ottocento degli acerrimi rivali Ingres e Delacroix, ironia della sorte finiti a condividere, l' uno a fianco all' altro, la stessa parete.

 

E poi Sargent, Pellizza Da Volpedo, i preraffaelliti Dante Gabriel Rossetti e William Hunt, fino al Seicento di Rembrandt, Rubens, van Dyck, Velázquez; il Cinquecento di Tintoretto e di sua figlia Marietta Robusti, e ancora Andrea del Sarto, Cigoli, Allori, lo scultore Baccio Bandinelli.

 

la collezione di autoritratti degli uffizi 2

Volti, alcuni, ben noti ai fortunati che, fino al dicembre 2016, hanno potuto visitare il Corridoio Vasariano: qui, nel 1973, l' allora sovrintendente Luciano Berti aveva fatto spostare un terzo circa della collezione, trasformando il famoso camminamento sopraelevato che attraversa l' Arno, collegando Uffizi e Palazzo Pitti, in una galleria di autoritratti.

 

Ma tre anni fa il Corridoio, accessibile solo su prenotazione e spesso con tariffe fatte lievitare dai tour operator privati, ha chiuso per lavori di adeguamento, e quando riaprirà al pubblico - si parla del 2021 - sarà senza i suoi quadri. I visitatori degli Uffizi - questa volta tutti, nessuno escluso - potranno però tornare presto ad ammirare queste meraviglie.

 

galleria degli uffizi 2

Lo promette il direttore delle Gallerie, Eike Schmidt, spiegando che gli autoritratti andranno a occupare «una dozzina di sale al primo piano », e cioè le vecchie "sale rosse" affacciate lungo il piazzale, che conducono ai nuovi spazi dedicati al Cinquecento. L' idea è quella di consentire al pubblico degli Uffizi una scelta: un percorso più completo, comprendente anche la collezione Contini Bonacossi e, appunto, gli autoritratti, o uno più veloce e lineare, dai pittori del XVI secolo a quelli del XVIII, destinati questi ultimi a una serie di nuovi ambienti «che apriremo - annuncia Schmidt - fra due anni ».

 

bill viola

Quanto agli autoritratti, il numero in esposizione sarà più o meno equivalente a quello del Vasariano, ma amplificato da una rotazione che, nel Corridoio, non era possibile. Un meccanismo necessario, spiega ancora il direttore, «per gli autoritratti storici, che spesso vengono chiesti in prestito da altri musei, ma ancora di più per quelli degli artisti viventi, i quali altrimenti imporrebbero una collocazione permanente come condizione per la donazione».

 

La rotazione renderà la visita più vivace «specialmente per i fiorentini e per gli appassionati che, tornando al museo troveranno una selezione sempre diversa». Quanto ai tempi, sono strettissimi: «Stiamo passando agosto al lavoro - dice Schmidt - per progettare l' allestimento che, trattandosi già di una sezione monotematica, procederà per ordine cronologico. Dopo l' estate, sarà tutto pronto».

galleria degli uffizi 3

 

Nel frattempo, gli autoritratti riposano sorvegliati da un angelo custode d' eccezione. Si chiama Demetrio Sorace, ricopre il ruolo di operatore tecnico, e lavora nei depositi degli Uffizi dal 1979, quando è entrato nel museo appena diciottenne, un semplice diploma di ragioneria in mano. «Li ricordo ancora - racconta - quei pomeriggi passati a compilare cartellini, sotto questa moltitudine di occhi che sembravano guardarmi dalle tele. A volte, nelle giornate di pioggia, l' effetto era inquietante».

la collezione di autoritratti degli uffizi 3

 

Oggi, i dipinti delle "retrovie" non hanno più segreti per lui. È lui ad accompagnare gli studiosi che fanno richiesta di visitare i depositi, destreggiandosi alla perfezione nella giungla di sale e salette. Ed è lui a svelare alcune delle curiosità più sorprendenti di questa collezione. Come l' incredibile opera di Johannes Gumpp, un pittore austriaco seicentesco che ha scelto di autorappresentarsi con un Doppio autoritratto allo specchio nel quale i due volti che guardano lo spettatore assumono espressioni diverse.

 

E poi ci sono Charles Le Brun, il pittore del Re Sole, il tedesco Johann Zoffany che si mostra con una clessidra in mano e la scritta "Ars longa, vita breve", il fiammingo van Houbraken che spunta da una ghirlanda fiorita o il "pittore turco" - svizzero, in realtà - Jean-Étienne Liotard con indosso i costumi esotici che, dopo un viaggio in Medio Oriente, gli regalarono la celebrità. Il grande inglese Joshua Reynolds, che impugna i disegni di Michelangelo in omaggio al suo maestro, o Mario Nuzzi, detto Mario de' Fiori, che non sapendo dipingere volti umani, si fece aiutare da un amico.

galleria degli uffizi 1

 

Pochissime le donne, qui finalmente libere dalla definizione di figlie o mogli che spesso hanno scontato per tutta la vita: Angelica Kauffmann, la Robusti, Rosalba Carriera con in mano l' effige della sorella, una coloratissima Amelia Pincherle.

 

TURISTI IN FILA AGLI UFFIZI

Infine Pietro da Cortona, da cui tutto è iniziato: si dice che fu suo il primo autoritratto della collezione, donato al cardinale Leopoldo in cambio di un cofanetto di medicinali per la gotta, male che il pittore condivideva con la famiglia Medici.

FIRENZE GLI UFFIZI UFFIZI 2

Ultimi Dagoreport

francesco de tommasi marcello viola daniela santanche ignazio leonardo apache la russa davide lacerenza pazzali

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE INCHIESTE MILANESI SULLA SANTANCHE', SUL VISPO FIGLIO DI LA RUSSA, SUL BORDELLO DELLA "GINTONERIA" AFFOLLATA DI POLITICI, IMPRENDITORI E MAGISTRATI, OPPURE SULL'OSCURA VENDITA DELLA QUOTA DI MPS DA PARTE DEL GOVERNO A CALTAGIRONE E COMPAGNI? - A TALI ESPLOSIVE INDAGINI, LE CUI SENTENZE DI CONDANNA AVREBBERO AVUTO UN IMMEDIATO E DEVASTANTE RIMBALZO NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ORA SI AGGIUNGE IL CASO DEL PM FRANCESCO DE TOMMASI, BOCCIATO DAL CONSIGLIO GIUDIZIARIO MILANESE PER “DIFETTO DEL PREREQUISITO DELL’EQUILIBRIO” NELL’INDAGINE SUL CASO DI ALESSIA PIFFERI – MA GUARDA IL CASO! DE TOMMASI È IL PM DELL’INCHIESTA SUI DOSSIERAGGI DELL’AGENZIA EQUALIZE DI ENRICO PAZZALI, DELICATISSIMA ANCHE PER I RAPPORTI DI PAZZALI CON VERTICI GDF, DIRIGENTI DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA MILANESE E 007 DI ROMA - SE IL CSM SPOSASSE IL PARERE NEGATIVO DEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO, LA CARRIERA DEL PM SAREBBE FINITA E LE SUE INDAGINI SUGLI SPIONI FINIREBBERO NEL CESTINO - LA PROCURA DI MILANO RETTA DA MARCELLO VIOLA, CON L'ARRIVO DELL'ARMATA BRANCA-MELONI, E' DIVENTATA IL NUOVO ''PORTO DELLE NEBBIE''?

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")