Deborah Ameri per www.repubblica.it
A un'ora dalla morte di decine di maiali, un'équipe di ricercatori dell'università di Yale è riuscita a ripristinare alcune funzioni molecolari e cellulari di diversi organi degli animali, come il cervello, il cuore, i reni e il fegato.
Un esperimento, appena pubblicato su Nature, la cui tecnica potrebbe essere impiegata, potenzialmente, per aumentare la disponibilità di organi per il trapianto e in terapie contro i danni provocati da ictus e attacchi cardiaci. Ma gli scienziati mettono prudentemente le mani avanti: saranno necessarie ulteriori ricerche per meglio comprendere le implicazioni e le applicazioni pratiche di questa scoperta.
cellule di organi di maiali ripristinate grazie a organex 2
Dal cervello agli altri organi
Quando nei mammiferi si blocca l'afflusso di sangue, la mancanza di ossigeno e nutrienti provoca una serie di eventi a cascata che portano alla morte cellulare. Anche se sono già in uso metodi per preservare i tessuti di singoli organi, come il cervello.
Proprio tre anni fa gli stessi ricercatori, sempre guidati dal professore di Neuroscienze Nenad Sestan, avevano pubblicato su Nature, la scoperta della tecnologia BrainEx, che era riuscita a riattivare i neuroni del cervello di 32 maiali a 4 ore dopo la morte (senza però ripristinare l'attività elettrica dei neuroni, associata alla coscienza e ai sensi). Ora Sestan e i suoi sono andati oltre, applicando una simile tecnologia a tutto il corpo dei mammiferi. Il nuovo sistema si chiama OrganEx.
cellule di organi di maiali ripristinate grazie a organex 3
Le cellule non muoiono così velocemente come si pensava
"Questo esperimento è una continuazione di quello del 2019 e conferma la possibilità di un parziale ripristino degli organi dopo la morte. Abbiamo dimostrato che le cellule non muoiono così velocemente come si pensava e che possiamo ripararle a livello molecolare", ha spiegato David Andrijevic della Yale University, uno degli autori dello studio, durante la presentazione avvenuta online.
IL SISTEMA PER TRAPIANTI ORGANEX
La tecnica
OrganEx è costituito da due parti, spiegano gli autori. La prima è un dispositivo extracorporeo di pompe collegato al sistema circolatorio dell'animale, la seconda è un fluido, definito "perfusate", che viene irrorato nel corpo del maiale. "È una sorta di sangue artificiale, acellulare, contiene tredici composti chimici che contrastano l'infiammazione e la coagulazione e che prevengono la morte della cellula", ha spiegato un altro degli autori, Zvonimir Vrselja.
Il metodo tradizionale (Ecmo)
cellule di organi di maiali ripristinate grazie a organex 1
Il team ha confrontato la nuova tecnologia con un metodo più tradizionale per ripristinare la circolazione sanguigna, ovvero l'ossigenazione extracorporea a membrana (Ecmo) che può, temporaneamente e grazie a un macchinario esterno, prendersi carico delle funzioni di cuore e polmoni. Si è osservato che gli organi trattati con OrganEx erano meno a rischio emorragia e ingrossamento rispetto a quelli trattati con Ecmo.
In tutto sono stati usati un centinaio di maiali (tra gruppo di controllo e gruppo trattato), tutti sono stati anestetizzati prima dell'induzione dell'arresto cardiaco. Non c'è mai stata attività elettrica nel cervello e non hanno mai sofferto, tengono a sottolineare gli scienziati.
Il futuro dei trapianti
Che cosa si è osservato durante le sei ore di irrorazione con il fluido simil sangue? "Cuore, cervello, fegato e reni hanno recuperato parzialmente alcune funzioni cellulari. Le cellule erano vive, quelle del cuore si contraevano. Abbiamo anche osservato dei movimenti involontari del collo e della testa dei maiali durante l'esperimento, non sappiamo esattamente perché, visto che erano sotto anestesia e non coscienti. Pensiamo che forse si siano conservate alcune funzioni muscolari.
Ma vogliamo chiarire una cosa - tiene a dire Nenad Sestan, incalzato dai giornalisti - non sappiamo se gli organi riattivati fossero funzionanti al punto da poter essere poi trapiantati. Ci vorranno molti altri studi per stabilirlo. E vorremmo chiarire un altro punto: non ci occupiamo di reverse aging (invertire l'invecchiamento), il nostro unico scopo è quello di riparare organi danneggiati da ischemia per poterne permettere il trapianto".
Il dottor Vrselja insiste su questo punto: "In futuro potremmo usare per il trapianto organi che prima, in quanto danneggiati, non avremmo potuto espiantare. Questa tecnica avrà un impatto significativo e salverà molte vite. Anche perché gli organi potranno essere tenuti in vita più a lungo e quindi trasportati anche lontano".
L'uso sull'uomo ancora impensabile
I prossimi esperimenti saranno sempre su animali. "L'applicazione sull'uomo è molto, molto, lontana nel tempo - chiarisce Stephen Latham, altro autore che si è occupato soprattutto degli aspetti etici della ricerca - Dobbiamo prima studiare diversi aspetti dell'esperimento. Che cosa succederebbe, per esempio, se con OrganEx riuscissimo a riparare i danni dell'ischemia sull'uomo, ma solo parzialmente? Il nostro obiettivo non è invertire la morte o ricreare la vita e non vogliamo aprire il dibattito sulla morte cerebrale. Ci siamo tenuti deliberatamente ben lontani da questo. Il nostro scopo è salvare degli organi e quindi delle vite umane".