coronavirus roma

“NEL LAZIO I CONTAGI AUMENTANO PERCHÈ MOLTI HANNO PATOLOGIE E SONO PIÙ ATTACCABILI DAL VIRUS” - L’INFETTIVOLOGO MAURIZIO SANGUINETTI: “SE DICIAMO CHE FRA UNA SETTIMANA CI SARÀ IL PICCO E POI QUESTO NON AVVIENE, PERDIAMO DI CREDIBILITÀ. E IN QUESTO MOMENTO SAREBBE LA COSA PEGGIORE. DICIAMO CHE IL NOSTRO PERIODO DI DIFFUSIONE POTREBBE ESSERE UN PO' PIÙ LUNGO DI QUELLO CINESE”

Fabio Rossi per “il Messaggero”

 

MAURIZIO SANGUINETTI

Maurizio Sanguinetti, direttore del dipartimento di Scienze di laboratorio e infettivologiche della Fondazione policlinico Gemelli e professore ordinario di Microbiologia all'università Cattolica. Perché il numero di contagi continua a crescere da noi più che in altri Paesi?

«Ci sono due problemi specifici, nel Lazio come nel resto d'Italia. Il primo è la percentuale di persone che hanno altre malattie e quindi sono fragili e più facilmente attaccabili dal virus. La seconda cosa è che in Cina è stata militarizzata un'intera regione, da noi è più complicato farlo. Poi, iniziative come l'Italia riparte e simili, possiamo dire che non sono state furbissime: lì c'è stata una maggiore diffusione del virus tra le persone e l'incendio si è propagato in tante fiammelle andate a distanza».

 

Intanto la curva dei contagi nel Lazio continua a salire. Cosa rischiamo?

«L'incremento c'è, come possiamo osservare dai campioni che esaminiamo al Gemelli. Più contenuto che al Nord ma c'è. L'importante è continuare a monitorare e isolare i casi accertati. Tutti aspettiamo il picco, per iniziare la discesa, ma in alcune regioni come il Lazio la curva è piuttosto piatta, non appuntita come altrove. Questo ci permette di assorbire meglio il colpo».

 

policlinico gemelli 2

Le misure di contenimento decise dal Governo sono adeguate?

«Purtroppo è l'unica strada percorribile al momento, stante l'aumento dei casi soprattutto in Lombardia ma ovunque. Da noi l'aumento è più contenuto proprio perché ci sono queste misure, assolutamente necessarie».

 

In alcuni Paesi si era immaginato di puntare alla immunità di gregge. Cosa ne pensa?

«L'immunità comunitaria impedisce la penetrazione e diffusione di agenti patogeni. Abitualmente questo concetto si applica ai vaccini: più le persone sono vaccinate, più la popolazione è resistente a un determinato patogeno. Il problema è che in questo caso sarebbe un'immunità indotta dalla malattia. Se si trattasse di un raffreddore ci starei anche».

ospedalel wuhan

 

In questo caso non sarebbe praticabile?

«Il problema è che questa malattia costringe il 10 per cento circa delle persone colpite ad avere necessità di assistenza ventilatoria, e questo dato non è legato all'età. Se si ammalasse un milione di persone, quindi, servirebbero centomila posti di terapia intensiva: non credo che sia praticabile, se non come extrema ratio. E non è ancora sicuro che questa malattia dia un'immunità duratura per chi la contrae e guarisce».

 

C'è stato un problema dovuto all'eccessivo numero di persone che si sono spostate dalle regioni con maggiore contagio verso il centro-sud?

«Molto probabilmente sì, soprattutto nel primo periodo. Ma a questo punto è anche inutile dirlo, perché ormai è fatta. Adesso concentriamoci sul problema che abbiamo».

 

poliziotto wuhan

Le esperienze di Cina e Corea possono esserci utili per capire cosa ci aspetta?

«Al momento no. Quella che potrebbe esserci d'aiuto è l'esperienza cinese, considerando però che noi abbiamo avuto un approccio diverso alle misure di contenimento. Noi sappiamo quanto è durata in Cina, ma al momento fare previsioni su quando finirà l'emergenza da noi è quantomeno rischioso. Se diciamo che fra una settimana ci sarà il picco e poi questo non avviene, perdiamo di credibilità. E in questo momento sarebbe la cosa peggiore. Diciamo che il nostro periodo di diffusione potrebbe essere un po' più lungo di quello cinese».Fabio Rossi per “il Messaggero”

coronavirus, parco della caffarella di roma 8

 

Maurizio Sanguinetti, direttore del dipartimento di Scienze di laboratorio e infettivologiche della Fondazione policlinico Gemelli e professore ordinario di Microbiologia all'università Cattolica. Perché il numero di contagi continua a crescere da noi più che in altri Paesi?

«Ci sono due problemi specifici, nel Lazio come nel resto d'Italia. Il primo è la percentuale di persone che hanno altre malattie e quindi sono fragili e più facilmente attaccabili dal virus. La seconda cosa è che in Cina è stata militarizzata un'intera regione, da noi è più complicato farlo. Poi, iniziative come l'Italia riparte e simili, possiamo dire che non sono state furbissime: lì c'è stata una maggiore diffusione del virus tra le persone e l'incendio si è propagato in tante fiammelle andate a distanza».

 

Intanto la curva dei contagi nel Lazio continua a salire. Cosa rischiamo?

«L'incremento c'è, come possiamo osservare dai campioni che esaminiamo al Gemelli. Più contenuto che al Nord ma c'è. L'importante è continuare a monitorare e isolare i casi accertati. Tutti aspettiamo il picco, per iniziare la discesa, ma in alcune regioni come il Lazio la curva è piuttosto piatta, non appuntita come altrove. Questo ci permette di assorbire meglio il colpo».

coronavirus roma

 

Le misure di contenimento decise dal Governo sono adeguate?

«Purtroppo è l'unica strada percorribile al momento, stante l'aumento dei casi soprattutto in Lombardia ma ovunque. Da noi l'aumento è più contenuto proprio perché ci sono queste misure, assolutamente necessarie».

 

In alcuni Paesi si era immaginato di puntare alla immunità di gregge. Cosa ne pensa?

«L'immunità comunitaria impedisce la penetrazione e diffusione di agenti patogeni. Abitualmente questo concetto si applica ai vaccini: più le persone sono vaccinate, più la popolazione è resistente a un determinato patogeno. Il problema è che in questo caso sarebbe un'immunità indotta dalla malattia. Se si trattasse di un raffreddore ci starei anche».

 

In questo caso non sarebbe praticabile?

coronavirus, roma nel secondo giorno di quarantena 59

«Il problema è che questa malattia costringe il 10 per cento circa delle persone colpite ad avere necessità di assistenza ventilatoria, e questo dato non è legato all'età. Se si ammalasse un milione di persone, quindi, servirebbero centomila posti di terapia intensiva: non credo che sia praticabile, se non come extrema ratio. E non è ancora sicuro che questa malattia dia un'immunità duratura per chi la contrae e guarisce».

 

C'è stato un problema dovuto all'eccessivo numero di persone che si sono spostate dalle regioni con maggiore contagio verso il centro-sud?

«Molto probabilmente sì, soprattutto nel primo periodo. Ma a questo punto è anche inutile dirlo, perché ormai è fatta. Adesso concentriamoci sul problema che abbiamo».

 

Le esperienze di Cina e Corea possono esserci utili per capire cosa ci aspetta?

«Al momento no. Quella che potrebbe esserci d'aiuto è l'esperienza cinese, considerando però che noi abbiamo avuto un approccio diverso alle misure di contenimento. Noi sappiamo quanto è durata in Cina, ma al momento fare previsioni su quando finirà l'emergenza da noi è quantomeno rischioso. Se diciamo che fra una settimana ci sarà il picco e poi questo non avviene, perdiamo di credibilità. E in questo momento sarebbe la cosa peggiore. Diciamo che il nostro periodo di diffusione potrebbe essere un po' più lungo di quello cinese».

Ultimi Dagoreport

nicola colabianchi beatrice venezi alessandro giuli gianmarco mazzi

FLASH! - DA ROMA SALGONO LE PRESSIONI PER CONVINCERE BEATRICE VENEZI A DIMETTERSI DA DIRETTORE DELL’ORCHESTRA DEL VENEZIANO TEATRO LA FENICE, VISTO CHE IL SOVRINTENDENTE NICOLA COLABIANCHI NON CI PENSA PROPRIO ALLE PROPRIE DIMISSIONI, CHE FAREBBERO DECADERE TUTTE LE CARICHE DEL TEATRO – ALLA RICHIESTA DI SLOGGIARE, SENZA OTTENERE IN CAMBIO UN ALTRO POSTO, L’EX PIANISTA DEGLI ANTICHI RICEVIMENTI DI DONNA ASSUNTA ALMIRANTE AVREBBE REPLICATO DI AVER FATTO NIENT’ALTRO, METTENDO SUL PODIO LA “BACCHETTA NERA”, CHE ESEGUIRE IL “SUGGERIMENTO” DI GIULI E CAMERATI ROMANI. DUNQUE, LA VENEZI E’ UN VOSTRO ‘’PROBLEMA”…

emmanuel macron giorgia meloni volodymyr zelensky vladimir putin

DAGOREPORT – MACRON E MELONI QUESTA VOLTA SONO ALLEATI: ENTRAMBI SI OPPONGONO ALL’USO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI IN EUROPA, MA PER RAGIONI DIVERSE. SE IL TOYBOY DELL’ELISEO NE FA UNA QUESTIONE DI DIRITTO (TEME LE RIPERCUSSIONI PER LE AZIENDE FRANCESI, IL CROLLO DELLA CREDIBILITÀ DEGLI INVESTIMENTI UE E IL RISCHIO DI SEQUESTRI FUTURI DI CAPITALI EUROPEI), PER LA DUCETTA È UNA QUESTIONE SOLO POLITICA. LA SORA GIORGIA NON VUOLE SCOPRIRSI A DESTRA, LASCIANDO CAMPO A SALVINI – CON LE REGIONALI TRA CINQUE GIORNI, IL TEMA UCRAINA NON DEVE DIVENTARE PRIORITARIO IN CAMPAGNA ELETTORALE: LA QUESTIONE ARMI VA RIMANDATA (PER QUESTO ZELENSKY NON VISITA ROMA, E CROSETTO NON È ANDATO A WASHINGTON)

giorgia meloni matteo salvini elly schlein luca zaia

DAGOREPORT - C’È UN ENORME NON DETTO INTORNO ALLE REGIONALI IN VENETO E CAMPANIA, E RIGUARDA LE AMBIZIONI DI ZAIA E DE LUCA DI...RIPRENDERSI LA GUIDA DELLE RISPETTIVE REGIONI! - NULLA VIETA AL “DOGE” E ALLO SCERIFFO DI SALERNO DI RICANDIDARSI, DOPO AVER “SALTATO” UN GIRO (GLI ERA VIETATO IL TERZO MANDATO CONSECUTIVO) – IN CAMPANIA PER DE LUCA SAREBBE UN GIOCO DA RAGAZZI: GLI BASTEREBBERO 5-6 CONSIGLIERI FEDELISSIMI PER TENERE PER LE PALLE FICO E POI FARLO CADERE PER RICANDIDARSI. IDEM PER IL "DOGE", CHE PERO' NON AVRA' DALLA SUA UNA LISTA DI "SUOI" CANDIDATI - A CONTARE SARANNO I VOTI RACCOLTI DAI SINGOLI PARTITI NECESSARI A "PESARSI" IN VISTA DELLE POLITICHE 2027: SE FRATELLI D’ITALIA SUPERASSE LA LEGA IN VENETO, CHE FINE FAREBBE SALVINI? E SE IN CAMPANIA, FORZA ITALIA OTTENESSE UN RISULTATO MIGLIORE DI QUELLO DI LEGA E FRATELLI D'ITALIA, COME CAMBIEREBBERO GLI EQUILIBRI ALL'INTERNO DELLA COALIZIONE DI MAGGIORANZA?

edmondo cirielli giovambattista fazzolari giorgia meloni

DAGOREPORT - C’È UN MISTERO NEL GOVERNO ITALIANO: CHE “FAZZO” FA FAZZOLARI? – IL SOTTOSEGRETARIO ALL’ATTUAZIONE DEL PROGRAMMA FA IL TUTTOLOGO, TRANNE OCCUPARSI DELL’UNICA COSA CHE GLI COMPETE, CIOE' L’ATTUAZIONE DEL PROGRAMMA - SI INDUSTRIA CON LE NOMINE, SI OCCUPA DI QUERELE TEMERARIE AI GIORNALISTI (NEL SENSO CHE LE FA), METTE IL NASO SULLE VICENDE RAI, MA NON FA NIENTE PER PLACARE GLI SCAZZI NEL CENTRODESTRA, DOVE SI LITIGA SU TUTTO, DALL'UCRAINA ALLA POLITICA ECONOMICA FINO ALLE REGIONALI – LO SHOW TRASH IN CAMPANIA E EDMONDO CIRIELLI IN VERSIONE ACHILLE LAURO: L’ULTIMA PROPOSTA? IL CONDONO…

trump epstein

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE DUE FOTOGRAFIE DI TRUMP CON IN BRACCIO RAGAZZE GIOVANISSIME A SENO NUDO? A WASHINGTON, FONTI BEN INFORMATE ASSICURANO CHE LE DUE FOTO HOT SIANO TRA LE MIGLIAIA DI FILE DI JEFFREY EPSTEIN, ANCORA DA PUBBLICARE - NEI PROSSIMI GIORNI, GRAZIE AL PASSAGGIO DI UNA PETIZIONE PARLAMENTARE FIRMATA DA 218 DEPUTATI DEMOCRATICI, MA AI QUALI SI SONO AGGIUNTI QUATTRO REPUBBLICANI, LA DIFFUSIONE COMPLETA DEI FILE DEL FINANZIERE PORCELLONE, VERRÀ SOTTOPOSTA AL VOTO DELLA CAMERA. E I VOTI REP POSSONO ESSERE DETERMINANTI PER IL SUCCESSO DELL’INIZIATIVA PARLAMENTARE DEM - SE DA UN LATO L’EVENTUALE DIVULGAZIONE DELLE DUE CALIENTI FOTOGRAFIE NON AGGIUNGEREBBE NIENTE DI NUOVO ALLA SUA FAMA DI PUTTANIERE, CHE SI VANTAVA DI POTER “PRENDERE LE DONNE PER LA FIGA” GRAZIE AL SUO STATUS DI CELEBRITÀ, DALL’ALTRO UN “PUSSY-GATE” DETERMINEREBBE UNO DURO SCOSSONE A CIÒ CHE RESTA DELLA SUA CREDIBILITÀ, IN VISTA ANCHE DEL DECISIVO VOTO DI METÀ MANDATO IN AGENDA IL PROSSIMO ANNO...