Lorenzo De Cicco per www.ilmessaggero.it
Quando si è presentata al drive-in della Asl Roma 4, i medici erano increduli: «Signora, ma lei ha invitato 60 persone alla festa di compleanno di suo figlio nonostante avesse chiaramente i sintomi del Covid?». Risposta: «No, le feste erano due». Trenta invitati ciascuna. Sessanta in totale, tutti finiti in quarantena da ieri mattina, tra le proteste contro la mamma febbricitante e quelle contro gli incolpevoli sanitari, che hanno solo fatto scattare le procedure, disponendo l’isolamento fiduciario e l’obbligo di tampone per tutti i presenti.
Non è la prima volta che una festa tra studenti si trasforma in un focolaio, ma finora a organizzare i party, spesso senza troppi scrupoli per mascherine e distanziamenti, erano stati liceali e universitari. Stavolta invece, davanti ai camici bianchi allibiti, si è presentata una mamma: «Sono stata io a mandare gli inviti». Anche se, ha raccontato, aveva già un po’ di tosse e qualche linea di febbre. I sintomi del coronavirus.
Eppure, nonostante le avvisaglie, non ha voluto rinunciare al doppio raduno con decine di bambini (e genitori), per festeggiare il compleanno del figlio, 8 anni appena compiuti, seconda elementare di Ladispoli. Il party ormai era organizzato, si è difesa la mamma infetta, quindi perché rimandare tutto per qualche sbuffo di tosse e la temperatura un po’ alta? E così in 30 si sono presentati alla prima festicciola. E altrettanti alla seconda. Il giorno dopo la signora è andata alla Asl ed è arrivato il risultato: positiva al Covid-19.
L’ALLERTA
L’azienda sanitaria a quel punto ha dovuto avviare il tracciamento e contattare tutti i partecipanti, ai quali, come prevede la prassi, è stato detto di restare in quarantena fino all’esito del tampone. C’è chi ha contestato il comportamento dell’incauta mamma, altri ancora, a sorpresa, se la sono presa con i medici del contact tracing che li avvisavano dell’isolamento. Una pioggia di insulti contro il personale della Asl, tanto che una giovane dottoressa addetta alle chiamate, appena assunta proprio per l’emergenza Covid, è scoppiata a piangere, raccontano i colleghi.
«A Roma e provincia centinaia di studenti sono stati trovati positivi ma nella maggior parte dei casi il contagio è avvenuto fuori dall’istituto», spiega Simona Ursino, dirigente dell’Asl Roma 4. «Feste e raduni affollati, in questa fase, sono da evitare il più possibile». A maggior ragione per chi già mostra i sintomi del Covid.