PER QUANTO ANCORA DOVREMMO INDOSSARE LE MASCHERINE? - GLI ESPERTI AMERICANI: "TRA I VACCINATI LE MASCHERINE POSSONO ESSERE RIMOSSE ANCHE AL CHIUSO" - LA GERMANIA NE HA ALLENTATO L'USO QUALCHE GIORNO FA – SECONDO SILERI SI POTRANNO TOGLIERE ALL’APERTO QUANDO AVREMO IL 50% DI PERSONE IMMUNIZZATE, MENTRE AL CHIUSO ADDIRITTURA ALL’80% - L’AVVERTIMENTO DEI VIROLOGI: ‘’SE LE ELIMINASSIMO OGGI…’’

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Graziella Melina per “il Messaggero”

 

Tra le misure di precauzione anticovid, all' inizio della pandemia, di sicuro la mascherina è stata quella più bistrattata. Gli esperti non erano del tutto sicuri che potesse servisse a proteggere dal contagio, tanto che per arrivare a obbligarne l' utilizzo c' è voluto un bel po' di tempo. Ora che è entrata nell' uso comune, senza neanche troppi disagi, pare sia diventata la misura più gravosa di cui liberarsi.

 

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LA COMUNITÀ SCIENTIFICA

Il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri assicura che all' aperto se ne potrà fare a meno quando si arriverà a vaccinare 30milioni di persone. Ma intanto la comunità scientifica resta cauta.

 

«Sicuramente quando saremo su livelli come l' Inghilterra e Israele quindi sopra il 50 per cento dei vaccinati - precisa Fabrizio Pregliasco, ricercatore di Igiene generale e applicata dell' Università degli Studi di Milano - all' aperto si potranno togliere. Sono del parere però che per gli ambienti chiusi bisogna aspettare livelli di sicurezza maggiori, almeno finché non ci sarà una campagna vaccinale molto più ampia, circa all' 80 per cento. Comunque, toglierla o meno dipende dai contesti, non è facile dare indicazioni, non tutti gli ambienti chiusi sono uguali. Molto varia anche a seconda della permanenza delle persone in un ambiente».

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Nulla è scontato, insomma. Neanche ipotizzare quando si potrà davvero farne a meno. «Bisogna valutare l' andamento effettivo dell' epidemia - mette in guardia Pregliasco - perché nel prossimo futuro ci ritroveremo con una riduzione dei casi gravi, visto che proteggiamo soprattutto i soggetti fragili, però potremmo avere un incremento del numero dei casi. Quindi, alla luce dell' efficacia di alcune vaccinazioni e della possibilità che emergano e si diffondano le varianti, aspetterei ancora prima di togliere l' obbligatorietà».

 

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Per valutare se all' aperto sia il caso di usarla oppure no, conta anche il fatto di essere immunizzati.

Come ricorda Roberto Cauda, direttore di Malattie infettive del Policlinico Gemelli di Roma, «nella presa di posizione dei Centers for Disease control and prevention dell' 8 di marzo, si afferma che tra i vaccinati le mascherine possono essere rimosse anche al chiuso. La Germania qualche giorno fa ne ha allentato l' uso. È innegabile che se i vaccini funzionano, e funzionano - ribadisce Cauda - prima o poi riusciremo a toglierle. Non dimentichiamo che intanto ci siamo risparmiati 8milioni di casi di influenza».

 

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Ma per il momento, meglio non affrettare i tempi. «Sarei comunque cauto, finché non si raggiunge una immunità del 50 per cento - precisa Cauda - visto che siamo in presenza di varianti estremamente trasmissibili. In questo tipo di decisioni bisogna tenere conto anche dell' andamento dell' infezione. Se avessimo 50 contagi per 100mila persone, il tracciamento sarebbe possibile, ma noi siamo ancora a 127 su 100mila». Anche l' arrivo delle belle giornate di sole non viene in soccorso.

 

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«Il caldo in sé non aiuta - ricorda Cauda - guardiamo per esempio a quello che sta succedendo in India». Per decidere quando sarà possibile privarsene, bisogna dunque valutare diversi parametri. Secondo Antonio Ferro, presidente della Società italiana di igiene, medicina preventiva e sanità pubblica, «la copertura vaccinale è importante, ma quello che conta è anche l' incidenza del virus, quindi il valore Rt. Ricordiamo che fra i giovani il virus continua a circolare, e la trasmissione può essere pericolosa, poi ci sono le varianti di cui tenere conto. Sicuramente, utilizzare il vaccino da solo come criterio per decidere di togliere la mascherina non può bastare».

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Pensare di liberarsi al più presto di questa protezione di sicurezza, quando ancora i conti con la pandemia non sono affatto chiusi, non sembra dunque una mossa vincente.

 

IL PERICOLO

«Se eliminassimo oggi le mascherine anche solo all' aperto - mette in guardia Carlo Signorelli, ordinario di Igiene dell' Università Vita-Salute San Raffaele di Milano - passerebbe il messaggio che siamo tutti liberi, che è finito il pericolo. Ma così non è. Dunque, non solo bisogna farla tenere in luoghi chiusi, dove c' è il rischio di contagio, ma bisogna mantenerla anche all' aperto.

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Resta poi il fatto che, in questo momento, la mascherina non impedisce alcuna delle attività fondamentali. Quindi, visto che siamo sulla strada buona, nelle ultime settimane la campagna vaccinale sta andando bene, gli anziani sono protetti nel 90 per cento dei casi, dobbiamo continuare a essere cauti, anche all' aperto. La mascherina deve essere utilizzata finché non saremo davvero al sicuro».

 

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