Maria Rosa Tomasello per la Stampa
Basta una battuta di Piero Di Lorenzo, presidente della Irbm di Pomezia, per capire quali aspettative si concentrino sul lavoro che il centro di ricerca italiano sta facendo per mettere a punto il vaccino anti-Covid19: «Con il presidente Conte ci siamo visti e sentiti, con il suo capo di gabinetto Goracci e con il suo consigliere giuridico Recinto possiamo dire che siamo "fidanzati in casa"» scherza.
Nella sede del parco scientifico che sorge a 30 chilometri da Roma dove è stato messo a punto il vettore, una sorta di "shuttle" che trasporta nell' organismo il gene depotenziato della proteina spike, anima nera del coronavirus, si sono visti i ministri della Salute Speranza e della Ricerca Manfredi. Da un mese qui si lavora con Merck&Co anche a un farmaco che inibisca tutti i coronavirus, ma l' attesa è ora per il rush finale della sperimentazione del vaccino prodotto dalla multinazionale AstraZeneca, di cui l' Italia ha prenotato 70 milioni di dosi, dopo lo stop innescato da una presunta risposta avversa in un volontario inglese.
La sperimentazione è ripartita in fretta...
«Non abbiamo fatto neppure in tempo a fermarci: tutto si è risolto in 24 ore con la commissione scientifica indipendente che ha stabilito che la reazione non dipendeva dal vaccino. Stiamo parlando di una fase clinica in "doppio cieco", in cui né gli scienziati né i vaccinati sanno se hanno ricevuto il vaccino o il placebo. Non si può escludere dunque neppure che l' infiammazione spinale si sia verificata per cause naturali in un soggetto trattato con placebo».
Quindi possiamo dire che nei 50 mila volontari su cui è in corso la sperimentazione non si sono registrate fino a oggi reazioni avverse?
«Esatto. Se nella fase 1 e 2 si vaccinano soggetti sani, nella fase 3 si reclutano anche persone con patologie a volte severe quindi è assolutamente fisiologico che si registrino criticità: 50 mila persone sono un capoluogo di provincia, sarebbe fantascienza. Il protocollo in questo caso prevede che si sottoponga il problema all' agenzia regolatoria, l' Ema a livello europeo, mentre si continua la sperimentazione. AstraZeneca ha ritenuto di dare pubblicità all' accaduto e, fatto non dovuto, a scanso di equivoci, ha bloccato il reclutamento in Gran Bretagna e Brasile».
Quali sono ora i tempi? Il ministro Speranza parla di vaccino entro novembre...
«Come ha detto il presidente di AstraZeneca Pascal Soriot può tranquillamente arrivare a distribuzione entro fine anno se non si verificano altri eventi. L' ipotesi novembre è tuttora in campo, incrociando le dita, aspettiamo con cauto ottimismo».
beppe grillo con piero di lorenzo
Nessuna delle big-pharma in campo però ha presentato domanda all' Ema, l' Agenzia europea del farmaco, per attivare la procedura velocizzata di valutazione. Perché?
«Sì, ma tutte tengono costantemente informate gli enti regolatori di ogni passo della sperimentazione dei candidati vaccini. Quindi alla fine potranno arrivare all' approvazione in una settimana o anche meno».
Per arrivare al risultato si marcia a tappe forzate, ma c' è chi teme che questa velocità possa avere conseguenze sulla sicurezza del vaccino...
«Quando è stato messo a punto il vaccino anti-Ebola per trovare i volontari c' è voluto un anno, in questo caso sono bastate tre ore. Con la pandemia tutti i tempi burocratici sono stati tagliati».
Che risultati sta dando?
«Quelli pubblicati su Lancet. Una forte risposta immunitaria e una produzione importante di linfociti, esattamente quello che un vaccino deve fare. Un risultato anche migliore delle nostre aspettative».
Lei vaccinerebbe i suoi figli?
«Ho una figlia che lavora in azienda con il marito, e hanno due bambini. Appena il vaccino sarà validato saranno tutti vaccinati».
Quante dosi saranno distribuite in Italia?
«L' Europa ne ha ordinato 300 milioni di dosi e opzionate 100 milioni, che dovranno essere distribuite entro giugno 2021, e sarà la Commissione europea man mano che arrivano a distribuirle in base alla percentuale della popolazione. L' Italia ne ha ordinate 70 milioni.
Di questi i primi 2-3 milioni arriveranno entro fine anno».
Dove sarà prodotto quello distribuito in Europa?
«In Germania. Noi siamo un istituto di ricerca e fino a oggi abbiamo prodotto le dosi necessarie per la sperimentazione, ma se necessario saremo a disposizione per contribuire ad accelerare la produzione».
Quanto costerà?
«Due euro e mezzo a fiala, il prezzo industriale all' osso, secondo la policy messa in campo dal primo momento di non far pagare nulla oltre i costi industriali durante il periodo dipandemia».
Sette vaccini in fase 3: chi batterà tutti sul tempo?
«Non c' è concorrenza, e sono vaccini di tipo diverso. Ci sarà mercato per tutti, un mercato sterminato che ha 8 miliardi di potenziali acquirenti. La nostra è una corsa con i vaccini occidentali, quelli russi e cinesi non hanno le nostre regole stringenti.
piero di lorenzo tra zingaretti e polverini
Ma sarebbe una ipocrisia dire che non spero di arrivare al risultato prima degli altri».