vaccino

UNA VECCHIA STORIA, COSÌ ''MODERNA'': LA CASA FARMACEUTICA CHE HA ANNUNCIATO DI AVER UN VACCINO DA TESTARE CONTRO IL CORONAVIRUS HA VISTO I SUOI TITOLI SCHIZZARE DEL 22% IN UN GIORNO (MA CI VORRANNO FINO A 18 MESI) - LA COLLABORAZIONE TRA L'AZIENDA, IL NIAD (ISTITUZIONE PUBBLICA AMERICANA) E IL SOGGETTO CHE HA FINANZIATO TUTTO LO SFORZO: LA  ''COALITION FOR EPIDEMIC PREPAREDNESS INNOVATIONS'' NATA A DAVOS NEL 2017 COME PARTNERSHIP PUBBLICO-PRIVATA CHE DESTINA A VARIE ORGANIZZAZIONI FONDI DI GOVERNI E RICCHI FILANTROPI 

moderna casa farmaceutica

Marco Orioles per www.startmag.it

 

In questi tempi di psicosi, assalti ai supermercati e zone rosse, la buona notizia che è giunta ieri dagli Usa non poteva che generare una reazione uguale e contraria

Ci si riferisce al vaccino per il Covid-19 che è stato sviluppato da un’azienda Biotech di Cambridge, nel Massachussets, chiamata “Moderna” la quale è stata subito premiata con un rialzo in Borsa del 22%.

 

Grande è stato il sollievo dei media mondiali ieri nel riferire di come Moderna avesse appena recapitato al governo Usa – nella fattispecie, al National Institute of Allergy and Infectious Diseases (NIAID) di Bethdesda, Maryland, a sua volta parte del National Institutes of Health – le prime fiale di un vaccino sperimentale chiamato mRNA-1273 che è già pronto, si fa sapere, per essere testato sull’uomo.

 

Sviluppato nel maxi-laboratorio da quasi 100 mila metri quadrati che Moderna ha aperto due anni fa nella località di Norwood e dove, se le cose andranno nel verso giusto, potrebbero essere impiegati 590 lavoratori ad altissima specializzazione, il vaccino si basa su una delle tecnologie più avanzate oggi disponibili, che utilizza l’acido ribonucleico (Rna), ossia la sequenza del materiale genetico, del Coronavirus.

 

coronavirus cina

Ma la straordinarietà della scoperta fatta da Moderna è da rinvenire soprattutto nella tempistica. Per sviluppare il vaccino e dare il “la” alla fase dei test sull’uomo sono bastati appena 42 giorni da quando l’azienda è entrata in possesso della sequenza genetica del Coronavirus: un nulla al confronto dei circa venti mesi che furono necessari per superare i medesimi due step quando il male da debellare si chiamava SARS.

 

Chi esultava ieri era il direttore della Niad, Anthony Fauci, che al Wall Street Journal – prima testata a battere la notizia più sospirata della settimana – ha parlato di “indiscutibile record mondiale” di velocità battuto da Moderna nel passare dall’identificazione della sequenza genetica, ai primi test effettuati sugli animali – si tratta nello specifico di topi, ha precisato Fauci  – fino alla fase sperimentale sull’uomo stesso.  Una fase che, ha spiegato Fauci con dichiarazioni riprese da tutta la stampa mondiale, dovrebbe cominciare alla fine di aprile con la somministrazione dei primi test su circa venticinque volontari con la quale sarà possibile capire se il vaccino anti Coronavirus produca effettivamente la reazione immunitaria sperata.

cepi coalition for epidemic preparedness innovations

 

Ci ha pensato lo stesso Fauci però a smorzare gli entusiasmi generati dalle sue stesse parole precisando che, quand’anche la fase 1 procedesse “a velocità di emergenza” e si concludesse con un pieno successo, resterebbe di fronte un periodo assai lungo, che potrebbe arrivare fino a 18 mesi, per superare gli altri step – incluso quello ingarbugliatissimo dei regolamenti da emanare ad hoc.

 

Le precisazioni di Fauci equivalgono ad una doccia fredda per chi nelle scorse 24 ore ha brindato allo scampato pericolo. Come hanno osservato i giornali che hanno mantenuto la mente fredda e i nervi saldi, la speranza di arginare il Coronavirus è ancora tutta affidata alle misure di contenimento messe in atto dagli Stati.

 

Se non altro, è la conclusione cui si giunge, l’exploit di Moderna servirà a mettere nel prossimo futuro a disposizione della comunità medica e scientifica  un rimedio per un male che si spera possa essere nel frattempo limitato nella sua propagazione, evitando così di doversi confrontare con una pandemia per la quale non esistono – né tecnicamente potevano esistere, visti i tempi e le pratiche necessarie per approntare e testare un vaccino – panacee già pronte.

 

Per quanto tali caveat fossero bene in evidenza negli articoli più avveduti di ieri, era comunque palpabile l’eccitazione per un risultato che il capo delle Operazioni Tecniche di Moderna, Juan Andres, ha attribuito alla collaborazione tra la sua azienda, il NIAD e il soggetto che ha finanziato tutto lo sforzo: la  Coalition for Epidemic Preparedness Innovations (CEPI) (qui il sito web e qui la pagina Linkedin)

 

anthony fauci direttore del niad

Nata in quel di Davos nel gennaio 2017 come partnership pubblico-privata che destina a varie organizzazioni di ricerca e della società civile i fondi messi a disposizione da governi e ricchi filantropi, CEPI ha come missione il favorire lo sviluppo nel tempo più rapido possibile di “vaccini contro malattie infettive” che, come la SARS o lo stesso Covid-19, si affaccino repentinamente sulla scena prospettando rischi di epidemia o pandemia potenzialmente esiziali per i sistemi sanitari nazionali oltre che per le stesse popolazioni colpite.

 

CEPI dispone di un budget pari a 630 milioni di dollari – che è però un terzo di meno del target di 1 miliardo stabilito in origine – che arrivano dai governi di Norvegia (dove l’organizzazione ha il suo quartier generale), Germania, Belgio, Giappone, Australia e Canada, ma anche dal bilancio dell’Unione Europea (che ha finanziato con 200 milioni di euro i suoi progetti) nonché da quelli della Bill & Melinda Gates Foundation e di Wellcome.

In poco più di due anni di vita, CEPI ha già contribuito – erogando a vari istituti e aziende private la somma di 260 milioni di dollari – allo sviluppo di cinque vaccini contro il virus Lassa, quattro contro il MERS-Cov e due contro il virus Nipah.

 

ricercatori al lavoro per il vaccino sul coronavirus

Per quanto riguarda il Coronavirus, la partnership con Moderna non è l’unico fronte che vede impegnato il CEPI. Due giorni fa – poco prima, dunque, che si diffondesse la lieta novella dagli States – Reuters riferiva di un altro progetto che gode del finanziamento congiunto di CEPI e Unione Europea e prevede la nascita di un consorzio europeo di enti di ricerca pubblici e privati che sarà capitanato dall’azienda biotech ExpreS2ion e avrà come missione “il rapido sviluppo” di un vaccino. Tempi previsti per passare alla fase clinica: 12 mesi.

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ursula von der leyen donald trump dazi matteo salvini

LA LETTERINA DELL’AL CAFONE DELLA CASA BIANCA È UNA PISTOLA PUNTATA ALLA TEMPIA DEI LEADER EUROPEI, CUI È RIMASTA UNA SOLA VIA DI USCITA, QUELLA COSIDDETTA “OMEOPATICA”: RISPONDERE AL MALE CON IL MALE. LINEA DURA, DURISSIMA, ALTRIMENTI, ALLE LEGNATE DI TRUMP, DOMANI, ALL’APERTURA DELLE BORSE, SI AGGIUNGERANNO I CALCI IN CULO DEI MERCATI. LA CINA HA DIMOSTRATO CHE, QUANDO RISPONDI CON LA FORZA, TRUMP FA MARCIA INDIETRO - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” ORMAI È RIMASTA L’UNICA A IMPLORARE, SCODINZOLANTE, “IL DIALOGO” COL DAZISTA IN CHIEF, NEMMENO LE CIFRE CATASTROFICHE SULLE RIPERCUSSIONI DELLE TARIFFE USA SULLE  AZIENDE ITALIANE, TANTO CARE ALLA LEGA, HA FERMATO I DEMENZIALI APPLAUSI ALLA LETTERA-RAPINA DA PARTE DI MATTEO SALVINI – ASCOLTATE JOSEPH STIGLITZ, PREMIO NOBEL PER L’ECONOMIA: “TRUMP NON AGISCE SECONDO ALCUN PRINCIPIO ECONOMICO, NON CONOSCE LO STATO DI DIRITTO, È SEMPLICEMENTE UN BULLO CHE USA IL POTERE ECONOMICO COME UNICA LEVA. SE POTESSE, USEREBBE QUELLO MILITARE’’

steve witkoff marco rubio sergei lavrov

RUBIO, IL TAJANI STARS AND STRIPES – IL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO NON TOCCA PALLA E SOFFRE IL POTERE DI STEVE WITKOFF, INVIATO DI TRUMP IN MEDIO ORIENTE CHE SE LA COMANDA ANCHE IN UCRAINA. IL MINISTRO DEGLI ESTERI USA PROVA A USCIRE DALL’ANGOLO PARLANDO DI “NUOVA IDEA” DELLA RUSSIA SUI NEGOZIATI IN UCRAINA. MA IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI PUTIN, LAVROV, SUBITO VEDE IL BLUFF: “CONFERMIAMO LA NOSTRA POSIZIONE” – TRUMP AVEVA OFFERTO DI TUTTO A WITKOFF, MA L’IMMOBILIARISTA NON HA VOLUTO RUOLI UFFICIALI NELL’AMMINISTRAZIONE. E TE CREDO: HA UN CONFLITTO DI INTERESSE GRANDE QUANTO UN GRATTACIELO...

diletta leotta ilary blasi stefano sala pier silvio berlusconi

FLASH – IL BRUTALE AFFONDO DI PIER SILVIO BERLUSCONI SU ILARY BLASI E DILETTA LEOTTA (“I LORO REALITY TRA I PIÙ BRUTTI MAI VISTI”), COSÌ COME IL SILURAMENTO DI MYRTA MERLINO, NASCE DAI DATI HORROR SULLA PUBBLICITÀ MOSTRATI A “PIER DUDI” DA STEFANO SALA, AD DI PUBLITALIA (LA CONCESSIONARIA DI MEDIASET): UNA DISAMINA SPIETATA CHE HA PORTATO ALLA “DISBOSCATA” DI TRASMISSIONI DEBOLI. UN METODO DA TAGLIATORE DI TESTE BEN DIVERSO DA QUELLO DI BABBO SILVIO, PIÙ INDULGENTE VERSO I SUOI DIPENDENTI – A DARE UNA MANO A MEDIASET NON È LA SCURE DI BERLUSCONI JR, MA LA RAI: NON SI ERA MAI VISTA UNA CONTROPROGRAMMAZIONE PIÙ SCARSA DI QUELLA CHE VIALE MAZZINI, IN VERSIONE TELE-MELONI, HA OFFERTO IN QUESTI TRE ANNI…

giorgia meloni elly schlein luca zaia vincenzo de luca eugenio giani elly schlein elezioni regionali

PER UNA VOLTA, VA ASCOLTATA GIORGIA MELONI, CHE DA MESI RIPETE AI SUOI: LE REGIONALI NON VANNO PRESE SOTTOGAMBA PERCHÉ SARANNO UN TEST STRADECISIVO PER LA MAGGIORANZA – UNA SPIA CHE IL VENTO NON SPIRI A FAVORE DELLE MAGNIFICHE SORTI DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È IL TENTATIVO DI ANTICIPARE AL 20 SETTEMBRE IL VOTO NELLE MARCHE, DOVE IL DESTRORSO ACQUAROLI RISCHIA DI TORNARE A PASCOLARE (IL PIDDINO MATTEO RICCI È IN LEGGERO VANTAGGIO) – IL FANTASMA DI LUCA ZAIA IN VENETO E LE ROGNE DI ELLY SCHLEIN: JE RODE AMMETTERE CHE I CANDIDATI DEL PD VINCENTI SIANO TUTTI DOTATI DI UN SANO PEDIGREE RIFORMISTA E CATTO-DEM. E IN CAMPANIA RISCHIA LO SCHIAFFONE: SI È IMPUNTATA SU ROBERTO FICO, IMPIPANDOSENE DI VINCENZO DE LUCA, E SOLO UNA CHIAMATA DEL SAGGIO GAETANO MANFREDI LE HA FATTO CAPIRE CHE SENZA LO “SCERIFFO” DI SALERNO NON SI VINCE…

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni

NULLA SARÀ COME PRIMA: PIER SILVIO BERLUSCONI, VESTITO DI NUOVO, CASSA IL SUO PASSATO DI RAMPOLLO BALBETTANTE E LANCIA IL SUO PREDELLINO – IN UN COLPO SOLO, CON IL COMIZIO DURANTE LA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI, HA DEMOLITO LA TIMIDA SORELLA MARINA, E MANDATO IN TILT GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI, MINACCIANDO LA DISCESA IN CAMPO. SE SCENDE IN CAMPO LUI, ALTRO CHE 8%: FORZA ITALIA POTREBBE RISALIRE (E MOLTO) NEI SONDAGGI (IL BRAND BERLUSCONI TIRA SEMPRE) – NELLA MILANO CHE CONTA IN MOLTI ORA SCOMMETTONO SUL PASSO INDIETRO DI MARINA DALLA GESTIONE “IN REMOTO” DI FORZA ITALIA: D'ALTRONDE, LA PRIMOGENITA SI È MOSTRATA SEMPRE PIÙ SPESSO INDECISA SULLE DECISIONI DA PRENDERE: DA QUANTO TEMPO STA COGITANDO SUL NOME DI UN SOSTITUTO DI TAJANI?