Estratto dell’articolo di Paolo Russo per "la Stampa"
GIORGIA MELONI - ORAZIO SCHILLACI
«Decreto fuffa» lo aveva definito Elly Schlein, vista la pochezza di risorse stanziate in piena campagna elettorale dal governo per abbattere le liste di attesa. Ora a distanza di 4 mesi dal suo varo, il DL venduto come toccasana per accorciare i tempi per visite e tac è ancora fermo al palo, perché mancano tutti i provvedimenti attuativi previsti per mettere le gambe al "piano Schillaci".
Tanto per cominciare non c'è traccia del provvedimento che dovrebbe definire le modalità di applicazione della norma "salta code".
Nucleo centrale del decreto, nel quale si stabiliste il diritto dell'assistito ad ottenere in automatico il rimborso delle prestazioni ottenute dal privato quando il pubblico non rispetta i tempi massimi stabiliti dal Piano nazionale liste di attesa. In teoria un passo avanti rispetto a oggi, perché al momento prima si anticipano i soldi e poi si chiede il rimborso con tanto di Pec e prova documentale di non aver ottenuto la prestazione nei tempi massimi stabiliti per legge.
Un percorso arzigogolato che rende di fatto inesigibile il diritto. Che tale resterà fino a quando non verrà alla luce il decreto attuativo che spiega come saltare la fila senza sborsare denaro.
Anche perché nessuno a fino ad ora visto il protocollo d'intesa Salute-Mef-Regioni che deve indicare come impiegare le risorse non spese in passato per abbattere le liste di attesa. Parte di 500 milioni, probabilmente insufficienti a finanziare il "salta code", ma che così resteranno ancora chissà per quanto inutilizzati. L'intesa era attesa entro 60 giorni dal varo del decreto legge ma non ce n'è nemmeno traccia.
Missing è poi il decreto attuativo di un altro tassello fondamentale, quello che fa scattare i poteri sostitutivi dello Stato quando le Regioni sono inadempienti nell'applicare le misure taglia liste
[…] La definizione dei poteri sostitutivi doveva essere messa nero su bianco entro il 7 luglio ma ancora si è in attesa di un testo.
Così come manca il decreto, previsto entro 30 giorni, che dovrebbe provvedere alla «Classificazione e Stratificazione della popolazione», ossia a programmare l'offerta delle cure. Aspetto non trascurabile del piano taglia tempi di attesa.
GIORGIA MELONI ORAZIO SCHILLACI
L'unico decreto attuativo messo per ora nero su bianco è quello che contiene le linee guida per realizzare la piattaforma nazionale sulle liste d'attesa […] Da pochi giorni abbiamo il testo che è però ben lungi dall'essere approvato dalla Conferenza delle Regioni, che ne ha appena iniziato l'esame a livello tecnico. Con il risultato che, secondo quanto ammesso dallo stesso ministero della Salute, la piattaforma non sarà operativa prima di gennaio, se non febbraio. […]
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