reed hastings netflix

''DOPO UNA CRISI NON SI TORNA ALLA NORMALITÀ'' - REED HASTINGS, FONDATORE E CAPO DI NETFLIX, SPIEGA IL MONDO DEL LAVORO CHE VERRÀ: ''LE AZIENDE DOVRANNO FUNZIONARE IN MODO MENO BUROCRATICO E LASCIANDO PIÙ AUTONOMIA AI DIPENDENTI, DALLE SCELTE GESTIONALI A COME SI VESTONO - TANTE AZIENDE VACILLANO A SEGUITO DEI CAMBIAMENTI TECNOLOGICI. NOKIA NON SI RESE CONTO CHE SAREBBERO ENTRATI IN SCENA GLI SMARTPHONE. AOL NON FU IN PRIMA LINEA NEL PASSAGGIO ALLA BANDA LARGA. E BLOCKBUSTER NON RIUSCÌ A PASSARE DAL DOMINIO SULL’HOME VIDEO A QUELLO SULLO STREAMING…''

Editoriale di Reed Hastings, co-fondatore, presidente e CEO di Netflix,

pubblicato da https://it.businessinsider.com/

 

Il Covid-19 ha costretto il mondo ad adattarsi in modi inaspettati, dettando fra l’altro nuove regole su come lavorare, dove stare e quali abiti indossare. Non sappiamo quali saranno gli effetti duraturi una volta conclusa la pandemia.

 

reed hastings 1

Ma in una situazione nella quale milioni di persone lavorano da casa, uno dei cambiamenti causati dalla crisi potrebbe essere il passaggio a un approccio al lavoro meno burocratico e soggetto a minori controlli, grazie al quale le aziende sarebbero in grado di adattarsi più rapidamente e al tempo stesso di dare più autonomia e flessibilità ai dipendenti.

 

È un modo di lavorare che noi stiamo praticando dagli oltre vent’anni che abbiamo dedicato allo sviluppo di Netflix, un arco di tempo nel quale ci siamo reinventati più volte passando dai Dvd alla spedizione per posta, successivamente allo streaming e in tempi più recenti alla trasmissione di programmi e film prodotti da terzi, per poi arrivare alla produzione in proprio.

La capacità mostrata di Netflix di competere con rivali più grandi e consolidati all’interno di un settore in profondo mutamento è legata all’insolito grado di indipendenza che abbiamo concesso alle persone che lavorano a ogni livello della nostra struttura.

Noi parliamo di “libertà e responsabilità”.

 

In altre parole, incoraggiamo gli individui che lavorano in Netflix a pensare con la loro testa — invece di fare ciò che i loro superiori ritengono giusto.

A tal fine abbiamo eliminato le politiche relative alle spese e ai viaggi, gli orari lavorativi obbligatori e le ferie. Sono norme che non ci eravamo proposti specificamente di eliminare quando avevamo fondato; volevamo piuttosto spingere i dipendenti a correre dei rischi, dato che i risultati di business incidono in modo significativo sui loro guadagni.

reed hastings netflix

 

È per gli stessi motivi che mettiamo a disposizione internamente tutti i tipi di informazioni riservate che molte imprese tengono sotto chiave — come i contratti che firmiamo o la performance che otteniamo giorno per giorno dal punto di vista commerciale.

In marzo dunque, quando molti Paesi hanno cominciato il lockdown, i nostri team hanno fatto passare allo smart working migliaia di dipendenti e di partner in aree come il servizio clienti, l’animazione, gli effetti visivi e il doppiaggio— il tutto senza dover chiedere il permesso a me o al nostro management.

 

Non è che noi non fossimo disposti a dare dei consigli; piuttosto, questi team hanno avuto la libertà di valutare autonomamente la questione.

 

Non è ancora successo, ma il trimestre di maggior successo per me come Ceo sarebbe un trimestre nel quale non dovessi prendere neanche una decisione.

Oltre due secoli fa la Rivoluzione industriale portò a una serie di sbalorditivi progressi tecnologici, che resero possibile per la prima volta la produzione su larga scala.

Reed Hastings e moglie

 

L’obiettivo per la maggior parte delle aziende era la produzione di massa, con il minor numero possibile di variazioni e di errori nel prodotto finito — che si trattasse di automobili, abbigliamento o aeroplani. Questo modello dipende da un approccio gerarchico top-down alle decisioni, rafforzato da regole e processi volti a eliminare gli errori.

Nell’economia creativa di oggi, invece, le priorità sono: innovazione, velocità e agilità. Il rischio più grande non è rappresentato dagli errori, ma dall’incapacità di inventare nuovi prodotti, o di cambiare direzione quando il contesto muta.

 

Ma l’innovazione è per natura un procedimento per tentativi ed errori. In genere non fai progressi se non fallisci.

È per questo che così tante aziende vacillano a seguito dei cambiamenti tecnologici. Nokia non si rese conto che sarebbero entrati in scena gli smartphone. Aol non fu in prima linea nel passaggio dalla connessione dial-up a Internet alla banda larga. E Blockbuster non riuscì a passare dal dominio che esercitava sull’home video a quello sullo streaming.

 

Il nostro approccio di business può sembrare radicale. E non si possono eliminare i meccanismi di controllo e i processi per stimolare l’innovazione e l’assunzione di rischi senza assicurarsi prima di avere in azienda le persone giuste.

jeff bezos e reed hastings all assalto di hollywood

Ma una volta che ci si è assicurati di averle, perché gestire l’impresa basandosi sui pochi individui che fanno un uso abusivo delle spese di lavoro o che non operano nell’interesse dell’impresa, quando la grande maggioranza dei dipendenti trarrebbero enormi benefici dal fatto di essere trattati come adulti?

 

Noi non abbiamo un dress code aziendale, ma nessuno di noi sceglie di venire a lavorare senza vestiti indosso.

Osservando quello che è successo durante la pandemia è evidente che è già in corso un cambiamento, che sta portando molte aziende a gettare via i loro regolamenti del passato e a capire come essere produttive senza che i loro dipendenti lavorino in sede, o a capire come trasferire le loro vendite online in breve tempo.

 

Date le enormi risorse che governi e aziende farmaceutiche stanno investendo e la loro collaborazione con i ricercatori, le prospettive per un vaccino contro il Covid-19 sono buone. La ripresa, sperabilmente, è all’orizzonte.

Come possiamo trarre qualcosa di buono da questa tragedia per rimettere in sesto le economie dei nostri Paesi e promuovere l’innovazione?

 

Ripensando agli ultimi vent’anni, in realtà dopo una crisi non si torna alla normalità.

La storia dimostra che i profondi cambiamenti, i quali spesso suscitano disagio, persistono nel tempo ma creano nuove opportunità e nuova crescita.

L’e-commerce per esempio visse un boom in Asia durante l’epidemia di Sars del 2002, mentre i cittadini erano in quarantena.

 

LA CENA DEI POTENTI DI INTERNET OBAMA Schmidt D Levinson T Chambers Doerr Ellison Hastings L Hennessy Bartz Costolo Zuckerberg Obama Jobs Westly Doerr

La sharing economy, con startup come Uber e Airbnb, decollò dopo la crisi finanziaria del 2009, quando le persone erano in cerca di nuove fonti di reddito delle quali avevano un grande bisogno.

Mentre guardiamo a un futuro più sicuro e con meno sfide da superare, potremmo veder riscrivere nuovamente le regole da seguire per crescere e avere successo — e vederle diminuire di numero.

 

Ultimi Dagoreport

ignazio la russa matteo salvini giorgia meloni maurizio lupi

DAGOREPORT: HOMO HOMINI “LUPI” - DIVENTATO UN BRAVO SOLDATINO DELLA FIAMMA, PER LA SERIE "IN POLITICA NON SI SA MAI...", IL MODERATISSIMO CIELLINO MAURIZIO LUPI SI BARCAMENA TRA I FRATELLI LA RUSSA E I FRATELLI D'ITALIA - ALLE LUSINGHE DI CANDIDARLO NEL 2027 A SINDACO DI MILANO DI 'GNAZIO, ORA AGGIUNGONO LE COCCOLE DELLA DUCETTA CHE SI E' SCAPICOLLATA ALL’ASSEMBLEA DEL NANO-PARTITO FONDATO DAL SOSIA DELLA FIGLIA DI FANTOZZI - ESSI': SE PASSA LA NUOVA LEGGE ELETTORALE, CON SOGLIA DEL 40%, ANCHE L’1% DI “NOI MODERATI” POTREBBE SERVIRE ALLA MELONA PER DE-SALVINIZZARE LA MAGGIORANZA... - VIDEO

antonio tajani pier silvio berlusconi marina roberto occhiuto deborah bergamini pietro labriola alessandro cattaneo

DAGOREPORT – QUALCOSA DI GROSSO SI STA MUOVENDO IN FORZA ITALIA: STUFA DI ESSERE PRESA PER I FONDELLI DAL PARACULISMO POLITICO DI TAJANI E DEI SUOI COMPARI SETTANTENNI GASPARRI E BARELLI, MARINA BERLUSCONI DA' IL VIA LIBERA AL CAMBIO DI LEADERSHIP IN FORZA ITALIA: IL PRESCELTO E' ROBERTO OCCHIUTO, REDUCE DA UNA TRIONFALE RICONFERMA ALLA PRESIDENZA DELLA REGIONE CALABRIA - IL PROSSIMO 17 DICEMBRE IL 56ENNE GOVERNATORE LANCERÀ LA SUA CORRENTONA NAZIONALE IN UN LUOGO SIMBOLO DEL BERLUSCONISMO, PALAZZO GRAZIOLI, CONTORNATO DAI FEDELISSIMI DELLA CAVALIERA DI ARCORE, i "NORDISTI" DEBORAH BERGAMINI E ALESSANDRO CATTANEO - CHE C'AZZECCA ALL'EVENTO DI OCCHIUTO, LA PRESENZA DELL'AD DI TIM, PIETRO LABRIOLA? C'ENTRA LO SMANTELLAMENTO DEL SERVIZIO CLIENTI "TELECONTACT" DI TIM...

antonio angelucci tommaso cerno alessandro sallusti

FLASH – UCCI UCCI, QUANTI SCAZZI NEL “GIORNALE” DEGLI ANGELUCCI! NON SI PLACA L’IRA DELLA REDAZIONE CONTRO L’EDITORE E I POCHI COLLEGHI CHE VENERDÌ SI SONO ZERBINATI ALL'AZIENDA, LAVORANDO NONOSTANTE LO SCIOPERO CONTRO IL MANCATO RINNOVO DEL CONTRATTO NAZIONALE E PER CHIEDERE ADEGUAMENTI DEGLI STIPENDI (ANCHE I LORO). DOPO LO SCAMBIO DI MAIL INFUOCATE TRA CDR E PROPRIETÀ, C’È UN CLIMA DA GUERRA CIVILE. L’ULTIMO CADEAU DI ALESSANDRO SALLUSTI, IN USCITA COATTA (OGGI È IL SUO ULTIMO GIORNO A CAPO DEL QUOTIDIANO). AL NUOVO DIRETTORE, TOMMASO CERNO, CONVIENE PRESENTARSI CON L'ELMETTO DOMANI MATTINA...

elly schlein giuseppe conte giorgia meloni rocco casalino

DAGOREPORT - QUESTA VOLTA, ROCCO CASALINO HA RAGIONE: ELLY SCHLEIN SULLA QUESTIONE ATREJU “HA SBAGLIATO TUTTO” - LA GRUPPETTARA DEL NAZARENO, CHIEDENDO UN FACCIA A FACCIA CON GIORGIA MELONI, HA DIMOSTRATO DI ESSERE ANCORA UNA VOLTA UN’ABUSIVA DELLA POLITICA. HA SERVITO SUL PIATTO D’ARGENTO ALLA DUCETTA L’OCCASIONE DI FREGARLA, INVITANDO ANCHE GIUSEPPE CONTE PER UN “THREESOME” IN CUI LA PREMIER AVREBBE SPADRONEGGIATO – IN UN CONFRONTO A TRE, CON ELLY E PEPPINIELLO CHE SI SFANCULANO SULLA POLITICA INTERNAZIONALE, DAL RIARMO ALL’UCRAINA, E FANNO A GARA A CHI SPARA LA “PUTINATA” O LA “GAZATA” PIÙ GROSSA, LA DUCETTA AVREBBE VINTO A MANI BASSE – QUEL FURBACCHIONE DI CONTE NON SI TIRA INDIETRO: NONOSTANTE LA DEM SI SIA SFILATA, LUI CONFERMA LA SUA PRESENZA AL DIBATTITO: "MI DISPIACE DEL FORFAIT DI ELLY, PER ME È IMPORTANTE CHE CI SIA UN CONFRONTO E POTEVAMO FARLO ANCHE INSIEME. POTEVAMO INCALZARE LA PREMIER..."

alessandro giuli beatrice venezi gianmarco mazzi

DAGOREPORT - A CHE PUNTO SIAMO CON IL CASO VENEZI? IL GOVERNO, CIOÈ IL SOTTOSEGRETARIO ALLA CULTURA GIANMARCO MAZZI, HA SCELTO LA STRATEGIA DEL LOGORAMENTO: NESSUN PASSO INDIETRO, “BEATROCE” IN ARRIVO ALLA FENICE DI VENEZIA NEI TEMPI PREVISTI, MENTRE I LAVORATORI VENGONO MASSACRATI CON DISPETTI E TAGLI ALLO STIPENDIO. MA IL FRONTE DEI RESISTENTI DISPONE DI UN’ARMA MOLTO FORTE: IL CONCERTO DI CAPODANNO, CHE SENZA L’ORCHESTRA DELLA FENICE NON SI PUÒ FARE. E QUI STA IL PUNTO. PERCHÉ IL PROBLEMA NON È SOLO CHE VENEZI ARRIVI SUL PODIO DELLA FENICE SENZA AVERE UN CURRICULUM ADEGUATO, MA COSA SUCCEDERÀ SE E QUANDO CI SALIRÀ, NELL’OTTOBRE 2026 - CI SONO DUE VARIABILI: UNA È ALESSANDRO GIULI, CHE POTREBBE RICORDARSI DI ESSERE IL MINISTRO DELLA CULTURA. L’ALTRA È LA LEGA. ZAIA SI È SEMPRE DISINTERESSATO DELLA FENICE, MA ADESSO TUTTO È CAMBIATO E IL NUOVO GOVERNATORE, ALBERTO STEFANI, SEMBRA PIÙ ATTENTO ALLA CULTURA. IL PROSSIMO ANNO, INOLTRE, SI VOTA IN LAGUNA E IL COMUNE È CONTENDIBILISSIMO (LÌ LO SFIDANTE DI SINISTRA GIOVANNI MANILDO HA PRESO UNO 0,46% PIÙ DI STEFANI)

emmanuel macron friedrich merz giorgia meloni donald trump volodymyr zelensky vladimir putin

DAGOREPORT – ET VOILA', ANCHE SULLA SCENA INTERNAZIONALE, IL GRANDE BLUFF DI GIORGIA MELONI È STATO SCOPERTO: IL SUO CAMALEONTISMO NON RIESCE PIÙ A BARCAMENARSI TRA IL TRUMPISMO E IL RUOLO DI PREMIER EUROPEO. E L'ASSE STARMER-MACRON-MERZ L'HA TAGLIATA FUORI – IL DOPPIO GIOCO DELLA "GIORGIA DEI DUE MONDI" HA SUPERATO IL PUNTO DI NON RITORNO CON LE SUE DICHIARAZIONI A MARGINE DEL G20 IN SUDAFRICA, AUTO-RELEGANDOSI COSÌ AL RUOLO DI “ORBAN IN GONNELLA”,  CAVALLO DI TROIA DEL DISGREGATORE TRUMP IN EUROPA - DITE ALLA MELONA CHE NON È STATO SAGGIO INVIARE A GINEVRA IL SUO CONSIGLIERE DIPLOMATICO, FABRIZIO SAGGIO… - VIDEO