carlo cimbri

''SENZA CRESCITA NON C'È WELFARE'' - CIMBRI (UNIPOL) LA METTE GIÙ DURA: ''IL DIBATTITO SUL MES È SURREALE. SI DEVE FARE DEBITO ALLE MIGLIORI CONDIZIONI E QUELLE DEL MES SONO LE MIGLIORI CONDIZIONI. VEDO INVECE CHE SI DISCUTE ANCORA SUL BONUS MONOPATTINI. ASSURDO. LE PRIORITÀ SONO CAMBIATE. C' È BISOGNO DI SVILUPPO, UNO SVILUPPO CHE NON VADA TANTO PER IL SOTTILE, BASTA CHE CI SIA. UNO SVILUPPO GREEN? ANCHE LIGHT GREEN''

 

Marco Barbieri per “il Messaggero

 

Senza crescita non c' è welfare. La sintesi ancora più esplicita l' ha fornita Carlo Cimbri, ceo di Unipol Gruppo: «Lavorare di più, per produrre di più, per poter infine permetterci il welfare anche domani». L' ombra lunga dell' emergenza sanitaria ed economica scatenata dal Covid non poteva non stendersi sulla presentazione del Rapporto 2020 del think tank Welfare Italia, promosso da Unipol con The European House-Ambrosetti.

carlo cimbri

 

Il Rapporto - presentato ieri in streaming video - offre una fotografia aggiornata sullo stato del welfare nel nostro Paese. Ma inevitabilmente è una fotografia che ingiallisce rapidamente sotto la spinta delle urgenze della pandemia. La drammatica attualità si è incrociata con la visione statistica. Ancora una volta è stato Cimbri a rendere esplicito il problema:

 

«Il dibattito sul Mes è surreale. Si deve fare debito alle migliori condizioni e quelle del Mes sono le migliori condizioni. Vedo invece che si discute ancora sul bonus monopattini. Assurdo. Le priorità sono cambiate. C' è bisogno di sviluppo, uno sviluppo che non vada tanto per il sottile, basta che ci sia. Uno sviluppo green? Anche light green». Altrimenti non ci sarà il welfare, sempre più legato a una dimensione di nuova alleanza tra pubblico e privato. Di più. Tra pubblico, privato profit e privato sociale, cioè il Terzo settore, quella parte del Paese che conta 400 mila organizzazioni, 5 milioni di volontari e 1,5 milioni di dipendenti.

 

Dal dialogo di questi tre soggetti dipenderà il profilo del welfare che dovrà affrontare anche l' eredità dell' emergenza sanitaria. Ci vuole un «welfare di precisione» che razionalizzi i dati, spenda meglio le risorse, riducendo le sovrapposizioni sulle coperture pubblico-privato.

 

LA RAZIONALIZZAZIONE

GIUSEPPE CONTE MES

Il think tank Welfare Italia ha consegnato al governo tre proposte concrete per il welfare del futuro. Anzitutto la digitalizzazione della sanità attraverso l' interoperabilità delle banche dati della sanità e la telemedicina: si possono ridurre del 25% le giornate di degenza ospedaliera e risparmiare 4,5 miliardi l' anno. Secondo: la razionalizzazione delle politiche sociali. Mettendo ordine tra gli strumenti assistenzialistici si potrebbero liberare 10 miliardi per le politiche attive del lavoro con 200 mila occupati in più e il ritorno a livelli pre-Covid in 5 anni. Terza proposta: lo sviluppo della previdenza complementare con tassa agevolata all' 11,5% dei rendimenti e l' adozione di strumenti di flessibilità.

 

Si potrebbero avere 2,5 milioni di iscritti in più e 7 miliardi di risorse aggiuntive.

Nel corso della presentazione del Rapporto si è stimato che il Covid abbia generato, fino a settembre, un incremento della spesa sanitaria di oltre 1,5 miliardi per le sole strutture ospedaliere.

 

La Cig rischia di superare 3.500 milioni di ore, con un costo complessivo stimato in oltre 25,6 miliardi, mentre tra 550 mila e oltre 740 mila persone in più potrebbero usufruire della Naspi, con un costo per lo Stato tra 5,5 e 7 miliardi l' anno. Più in generale, le politiche sociali necessiteranno nell' anno di risorse stimate per oltre 40 miliardi di euro. E sarà cruciale che parte di queste risorse possano provenire anche da quelle oggi destinate alla previdenza, che in Italia rappresenta la componente del welfare con il peso più alto d' Europa (16,3% del Pil contro il 12,3% della media nell' Eurozona.

cassa integrazione

 

Dal Rapporto Welfare Italia è emerso anche un nuovo indicatore: il Welfare Italia Index, che si propone come strumento di monitoraggio continuo e di supporto alle Regioni per valutare l' efficacia e le capacità di risposta del sistema di welfare sul territorio. Con 22 parametri che si riferiscono ai quattro ambiti del welfare (previdenza, sanità, politiche sociali, formazione) si ottiene un indicatore sintetico che conferma l' Italia a due velocità: il welfare migliore nelle Province autonome di Trento e Bolzano, le performance peggiori in Calabria e Campania.

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