massimo dalema guido rossi

D'ALEMA? "UN UOMO D'AFFARI'' - QUANDO NEL 1999 GUIDO ROSSI, PARLANDO DELLA BENEDIZIONE DATA DALL’ALLORA PREMIER MASSIMO D’ALEMA ALLA SCALATA A TELECOM DA PARTE DI COLANINNO, SVELENO’: A PALAZZO CHIGI C'È L'UNICA MERCHANT BANK DOVE NON SI PARLA INGLESE” - NEL 2006, SULLE POSSIBILITA’ DI “BAFFINO” DI SALIRE AL QUIRINALE, ROSSI DISSE: “IN QUESTI DIECI ANNI È STATO IL MENO COMUNISTA DI TUTTI. LO CONSIDERO UN LIBERALE. L’UOMO DELLE PRIVATIZZAZIONI. E POI È UN BORGHESE; L’IDEA DEL COMUNISTA STRACCIONE NON ESISTE PIÙ…” - CLAUDIO RINALDI DISSE DI D'ALEMA: "E' UN UOMO DI POTERE, HA AVUTO DIMESTICHEZZA CON PERSONAGGI COME CONSORTE..."

MASSIMO DALEMA

PALAZZO CHIGI SI METTE A FARE LA MERCHANT BANK

Estratto dell’articolo di Camilla Conti per “il Giornale” - 30 Gennaio 2016  

 

«A Palazzo Chigi c'è l'unica merchant bank dove non si parla inglese». Correva l'anno '99 quando l'avvocato Guido Rossi commentava con una velenosissima battuta la benedizione dell'allora premier Massimo D'Alema alla scalata a Telecom da parte di Colaninno, della razza padana di Gnutti, con la partecipazione di Mps e delle coop rosse di Unipol. […]

 

guido rossi

ROSSI: DICO D’ALEMA, È UN VERO LIBERALE

Aldo Cazzullo per il “Corriere della Sera” - 07 maggio 2006

 

[…] D’Alema non è il solo.

«Ma è il più attrezzato. Crede nel dialogo: lo cercò ai tempi della Bicamerale. E’ convinto della necessità di riforme costituzionali. Ha il profilo giusto per tutelare i diritti dell’opposizione. Lui stesso riconosce che il tempo della battaglia politica per lui è passato, che il suo futuro è da uomo delle istituzioni. Sarebbe meglio come capo dello Stato che come ministro degli Esteri».

roberto colaninno

 

[…] «Anche le battute di Berlusconi su D’Alema con la falce e il martello sul cuore rientrano nella magia delle parole. Sono espressione di una politica un po’ stracciona, di tipo televisivo. La realtà è diversa, in questo caso opposta. Ha ragione Riccardo Barenghi, quando sulla Stampa scrive che D’Alema in questi dieci anni è stato il meno comunista di tutti. Oggi lo considero un liberale. L’uomo delle privatizzazioni. Glielo dice uno che con D’Alema ha sempre avuto rapporti un po’ così...».

 

Così come?

«Sempre molto schietti. Talora polemici. Io non posseggo la prudenza teologale dei chierici medievali, sono abituato a dire quel che penso, anche se sgradevole. Ma poi ci siamo parlati. D’Alema è uomo di straordinaria onestà intellettuale: sa riconoscere i propri errori, com’è accaduto dopo la scalata alla Telecom».

 

MASSIMO DALEMA E LA PIZZETTA

La cito:

«Palazzo Chigi, l’unica merchant bank in cui non si parla inglese».

 

E ora, proprio lei...

«D’Alema è venuto qui, in casa mia. Pensa che io abbia un minimo di polso di quanto avviene a Milano, ha chiesto di vedermi. Gli ho detto che posso dimenticare i suoi errori, non perdonarli. E’ stato molto spiritoso: ha risposto che lui perdona, ma non dimentica; anche perché quella della merchant bank gliela ricordano tutti giorni. Un po’ come accade ame con la storia dei poteri forti... ».

 

Dicono che i poteri forti non vogliano D’Alema.

«Ma quali sono i poteri forti? Io non l’ho ancora capito. Non ho altro potere che quello mio personale, e i poteri forti non fanno capo a persone. In realtà, essi non esistono. Esistono concentrazioni di interessi anche economici, che credo di aver contribuito a dipanare con la legge antitrust ».

 

CLAUDIO RINALDI

[…] Nell’intervista a Paolo Conti del Corriere, Claudio Rinaldi sostiene che D’Alema è uomo di potere anche al di fuori della politica, che i suoi rapporti con il mondo economico lo rendono improbabile come arbitro.

«Quali rapporti? Quelli con Unipol? A parte il fatto che quella scalata anch’io ho contribuito a farla saltare, ormai è evidente che Consorte e Sacchetti non facevano affari per i Ds ma per sé. La questione semmai è rivisitare il sistema delle cooperative. D’Alema ha fama di spregiudicatezza, ma in realtà è a suo modo un moralista».

 

«[…] D’Alema è molto cambiato. In meglio. E’ maturato, ha perso quella sicurezza arrogante, ha imparato a usare meglio la televisione. E poi è un borghese; l’idea del comunista straccione non esiste più. […]». […] «[…] D’Alema ha dimostrato in questi anni una grande attenzione verso Milano, la Lombardia. […]». […]

 

“D’ALEMA? NON E’ UNA PERSONA CORDIALE”

Estratto dell’intervista di Paolo Conti a Claudio Rinaldi per il “Corriere della Sera”

 

GUIDO ROSSI TELECOM

“[…] D’Alema è sempre stato un uomo di potere nel senso più lato. Un giurista di sinistra come Guido Rossi ha potuto dire che a palazzo Chigi dirigeva una merchant bank…Ha avuto dimestichezza con personaggi come Giovanni Consorte. Con tutte le mani in pasta, si puo’ fare l’arbitro? E’ uomo molto disinvolto. […] Durante la Bicamerale, D’Alema ha mostrato di non essere molto affezionato all’attuale carta costituzionale.

 

Mise in cantiere con disinvoltura cambiamenti radicali. E poi il tratto umano. Non parliamo di una persona cordiale. Tende a essere esplicitamente sprezzante verso i comuni mortali. […] La biografia di D’Alema è composta in gran parte da difese polemiche dei partiti contro la società civile”.  

 

 

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