grom federico guido

C'ERA UNA START-UP E ORA C'È UN SUPERMERCATO - GROM CHIUDE ALCUNE GELATERIE: DA QUANDO LA GELATERIA CREATA DA DUE AMICI TRENTENNI È STATA VENDUTA A UNILEVER PER 40 MILIONI, LA MULTINAZIONALE HA CAPITO CHE GLI CONVIENE VENDERE I PRODOTTI NEI FREEZER DELLA GRANDE DISTRIBUZIONE PIUTTOSTO CHE NEI CONI ON THE ROAD. ANCHE PERCHÉ NEL FRATTEMPO ALTRE GELATERIE ''COME UNA VOLTA'' HANNO SOFFIATO IL POSTO A QUELLA CHE ORA VIENE PERCEPITA COME UNA CATENA

 

Camilla Conti per ''il Giornale''

 

gelati grom ph antinori

C' erano una volta due trentenni amici dai tempi del servizio militare, Federico Grom aspirante analista finanziario e l' enologo Guido Martinetti. «Voglio fare il gelato più buono del mondo» annuncia Guido, l' esperto di vini sofisticati, all' amico Federico, genietto dei numeri e della gestione d' impresa: l' incontro avviene all' alba del 2000 in un parcheggio torinese. Così nel 2003 nasce una start up con poche decine di migliaia di euro, la crescita come strategia, il mondo come mercato con il cono di cialda friabile che conquista gli stranieri da Dubai a Tokyo, da New York a Hong Kong, da Parigi a Giacarta.

 

Gelateria Grom

Per accelerare l' internazionalizzazione servono però liquidi, non ghiaccio come per fare il gelato. Soprattutto dopo un milione di rosso nel 2013, due nel 2014, quasi tre nel 2015. Così, nell' ottobre di quattro anni fa, i due amici vendono al colosso anglo-olandese Unilever che per 40 milioni si porta a casa l' azienda. Il business «resterà autonomo e continuerà a essere gestito da Federico e Guido da Torino», assicura subito il nuovo proprietario. Che però è una multinazionale, proprietaria anche dei marchi Algida, non una bottega artigianale.

 

Guido Martinetti e Federico Grom 2

Ed ecco la nuova strategia: il sogno glocal del «gelato come una volta» non basta più, bisogna puntare al fresco dei «corner» dei supermercati con le coppette e i ghiaccioli ben sistemati vicino ai cugini acquisiti Magnum e Cucciolone. La grande distribuzione come benzina nel motore dei ricavi e tampone alle perdite (7,7 milioni nel 2018) perché negli in altri Paesi il gelato si compra aprendo celle frigorifere. Il risultato? Nel 2019 sono state quattro le chiusure in Italia, altre tre sono previste nel primo trimestre di quest' anno. L' ultima in ordine di tempo è quella della storica location di via Cernaia a Torino, dove tutto era partito nel 2003.

 

Le prossime saracinesche ad abbassarsi saranno quelle di Udine e Treviso. «Non smantelliamo le gelaterie, abbiamo più canali di vendita e continuiamo a concentrarci sull' Italia», assicura una nota diffusa da Grom.

 

Guido Martinetti e Federico Grom

Sottolineando che negli ultimi anni «c' è stata un' evoluzione del modello di business». Alle gelaterie (oggi sono 46) verranno aggiunti così chioschi e biciclette gelato, la grande distribuzione, i bar e il canale diretto con i consumatori. «Abbiamo ristrutturato alcune gelaterie in Italia e stiamo valutando una nuova apertura sul territorio», viene aggiunto.

Cosa ne pensano i due soci fondatori che già prima dell' arrivo di Unilever avevano aperto le porte del capitale a Illy e a un fondo del Qatar? Contattato dal Giornale, Martinetti ha preferito far parlare la nota ufficiale diffusa dall' ufficio stampa della società, mentre il telefono di Federico Grom ha squillato a vuoto.

 

GUIDO MARTINETTI

Restano le voci e i gossip del settore che già in passato avevano riferito di screzi tra i due amici per l' eccessiva esposizione mediatica e politica di Martinetti, apprezzato pubblicamente sia da Silvio Berlusconi sia da Matteo Renzi. Nell' ultimo periodo Grom ha scommesso sugli scooter condivisi della start up MiMoto di cui possiede il 3,8 per cento. Ma entrambi restano comunque soci con il 50% ciascuno della Baraka srl, attiva nella locazione degli immobili dei negozi detenuti con contratti di leasing. Non solo. Nel 2007 hanno creato l' azienda agricola Mura Mura, trenta ettari fra frutteti e vigneti dove nel 2021 verrà aperto anche un relais da 12 stanze con percorsi didattici e sportivi.

 

Hanno poi comprato delle vigne tra Barbaresco e Barolo per produrre bottiglie con l' etichetta, appunto, Mura Mura.

Intanto, consultando il verbale dell' assemblea di Gromart srl del 27 settembre 2019 si legge che Grom si è dimesso da presidente e Martinetti da amministratore delegato con effetto dal primo ottobre scorso. Unilever ha così deciso di nominare un cda di tre membri che resteranno in carica alla data di approvazione del bilancio 2020 mettendo come presidente Sara Panza, manager della multinazionale.

GUIDO MARTINETTI

Ultimi Dagoreport

maurizio belpietro giorgia meloni la verita

DAGOREPORT - IL GIOCO DI PRESTIGIO DI MAURIZIO BELPIETRO: LO "SCOOP" SUL PRESUNTO “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È BASATO SULLE PAROLE “PROVVIDENZIALE SCOSSONE”, CHE IL CONSIGLIERE DEL COLLE, FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, AVREBBE PRONUNCIATO ALLA CENA DOPO L’EVENTO IN RICORDO DI AGOSTINO DI BARTOLOMEI. MA NELLA MAIL ANONIMA CHE SEGNALA LA VICENDA A "LA VERITA'" QUELLE DUE PAROLE NON SONO VIRGOLETTATE: SEMBRANO ESSERE UN RAGIONAMENTO DELL’AUTORE, IL MISTERIOSO "MARIO ROSSI" – “LINKIESTA”: “PER CAPIRE COSA PENSI MELONI BISOGNA LEGGERE ‘LA VERITÀ’, ESATTAMENTE COME PER CAPIRE COSA PENSI GIUSEPPE CONTE BISOGNA LEGGERE ‘IL FATTO’. QUANTI SI BEVONO OGGI LA FAVOLA DELLA SVOLTA ATLANTISTA ED EUROPEISTA DI MELONI, FAREBBERO BENE A LEGGERE ‘LA VERITÀ’, SMACCATAMENTE FILO-PUTINIANO, NO VAX E NO EURO. LA VERITÀ DEL GOVERNO MELONI STA LÌ”

maurizio belpietro giorgia meloni francesco saverio garofani

A CIASCUNO LA SUA “VERITÀ” - L’ARTICOLO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO DI BELPIETRO SUL "PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È PRATICAMENTE IDENTICO ALLA MAIL RICEVUTA DA MOLTI ALTRI QUOTIDIANI, DA UN ANONIMO CHE SI FIRMAVA "MARIO ROSSI", CHE HANNO DECISO DI IGNORARE LA VICENDA PERCHÉ NON VERIFICABILE - PERCHE' BELPIETRO HA DECISO DI DARE SPAZIO E RISALTO A UNA STORIA COSI' AMBIGUA? HA IN MANO ANCHE UN AUDIO O CI SONO ALTRE RAGIONI? DI CERTO, L'EX ALLIEVO DI VITTORIO FELTRI È UN PO' IN DIFFICOLTÀ: LE COPIE VENDUTE DAL SUO GIORNALE CALANO E "LA VERITÀ" STA DIVENTANDO POST-VERITÀ, CON LO SPAZIO CONCESSO A COMPLOTTISTI, NO VAX E PUTINIANI - FORSE CREARE UN PO’ DI CACIARA CON IL GAROFANI-GATE SERVE A RIPORTARE IL QUOTIDIANO SOTTO I RIFLETTORI - DI SICURO HA FATTO UN FAVORE A GIORGIA MELONI. DEL RESTO, FU LEI NEL 2023 A OPPORSI ALLA VENDITA DEL GIORNALE AD ANGELUCCI, E A TROVARE IN FEDERICO VECCHIONI, AD DI "BONIFICHE FERRARESI" E CARO A LOLLOBRIGIDA, IL "SALVATORE" PRONTO A RILEVARE IL 25% DELLA SOCIETA' EDITRICE BY BELPIETRO - DA ALLORA FIOCCANO INSERZIONI DELLE PARTECIPATE E PEZZI PRO-GIORGIA...

matteo salvini giorgia meloni donald trump vladimir putin sergio mattarella

DAGOREPORT - COME MAI GLI ARTICOLI DELLA “VERITÀ” SUL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” ARRIVANO IL GIORNO DOPO LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA, DI CUI GAROFANI È SEGRETARIO, IN CUI SI È RIBADITA LA LINEA DI “PIENO SOSTEGNO ITALIANO ALL’UCRAINA”? - LA LINEA PRO-KIEV DI GIORGIA MELONI SI E' AFFIEVOLITA DA TEMPO (HA MESSO IN “PAUSA” L'ADESIONE DELL'ITALIA AL PIANO PURL PER LE ARMI USA A KIEV) E SALVINI E' IL SOLITO "FIGLIO DI PUTIN" CHE SI OPPONE A OGNI SOSTEGNO A ZELENSKY - NON SOLO: MATTARELLA, ORMAI DA ANNI, INFIOCINA I SOVRANISMI DI MEZZO MONDO, HA PIU' VOLTE CRITICATO TRUMP, PUTIN, ORBAN, NETANYAHU E AFD (GUARDA CASO TUTTI AMICI DI MELONI E SALVINI) - SE L'AUDIO DI GAROFANI ESISTE, E CERTIFICA UN "COMPLOTTO" E NON UN SEMPLICE RAGIONAMENTO POLITICO, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA? IL COLLOQUIO DELL'EX DEPUTATO DEL PD È STATO CARPITO AL RISTORANTE IN UNA "CHIACCHERATA TRA AMICI". SE ESISTE L'AUDIO, CHI LO HA REGISTRATO? UN AMICO? UN PRIVATO CITTADINO CHE HA RICONOSCIUTO GAROFANI, NONOSTANTE FOSSE UN VOLTO POCO NOTO? O IL CONSIGLIERE DI MATTARELLA ERA "ATTENZIONATO"? DA CHI?

tommaso foti galeazzo bignami

CHIAGNI E FOTI – A VOLERE QUEL FENOMENO DI GALEAZZO BIGNAMI COME CAPOGRUPPO DI FDI ALLA CAMERA FU TOMMASO FOTI, CHE SCELSE IL CAMERATA BOLOGNESE COME SUO SUCCESSORE. QUANDO CI FU IL PASSAGGIO DI CONSEGNE, FOTI ASSICURÒ CHE NON AVREBBE POTUTO SCEGLIERE UN SUCCESSORE MIGLIORE (PENSA COM'ERANO GLI ALTRI PRETENDENTI) - DI SICURO BIGNAMI NON È MAI STATO TROPPO ISTITUZIONALE NEGLI INTERVENTI IN AULA: SPESSO PROVOCATORIO, OGNI VOLTA CHE PARLA IRRITA L'OPPOSIZIONE. PARE CHE UNA TELEFONATA DA PALAZZO CHIGI E UN CONSIGLIO “PATERNO” BY FOTI LO AVESSERO INDOTTO A MAGGIOR EQUILIBRIO. SINO A IERI…

sergio mattarella guido crosetto galeazzo bignami adolfo urso giorgia meloni

FLASH! - SULLA QUESTIONE GAROFANI-BELPIETRO, RIMBOMBA IL SILENZIO ASSORDANTE DI GUIDO CROSETTO. CHE LA LINEA DEL MINISTRO DELLA DIFESA E COFONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA SIA PIÙ IN SINTONIA CON IL COLLE CHE CON I CAMERATI DI “PA-FAZZO” CHIGI DI VIA DELLA SCROFA, NON È UNA NOVITÀ. D’ALTRONDE, NEL 2022 FU MATTARELLA A VOLERE CROSETTO ALLA DIFESA, DOPO AVER BOCCIATO IL NOME DI ADOLFO URSO PROPOSTO DA MELONI. ED È SEMPRE STATO CONSIDERATO UN “INTERLOCUTORE” DEL COLLE, TANT’È CHE GUIDONE SMISE DI PARTECIPARE  AI CONSIGLIO DEI MINISTRI POICHÉ TUTTI DAVANTI A LUI TENEVANO LA BOCCUCCIA CHIUSA…