berlusconi soldi euro porcellino maiale

L'ITALIA SPROFONDA E IL BANANA FA I QUATTRINI - OGGI SILVIO BERLUSCONI, CON UNA RICCHEZZA SALITA A QUASI 6 MILIARDI, HA ANCORA PIÙ SOLDI RISPETTO ALL’ULTIMA CLASSIFICA STILATA PRIMA DELLA PANDEMIA DA "FORBES", CHE LO HA DESCRITTO COME “COLUI CHE HA PORTATO IN ITALIA IL TELEFILM STATUNITENSE BAYWATCH” - IL TITOLO DI MEDIASET CHE VOLA IN BORSA NONOSTANTE LA GUERRA CON VIVENDI, GLI AFFARI CON MONDADORI E BANCA MEDIOLANUM: ALTRO CHE QUIRINALE, IL CAIMANO SI GODE IL PORTAFOGLI...

Carlotta Scozzari per www.businessinsider.com

 

BERLUSCONI E I SOLDI

La ricchezza della famiglia di Silvio Berlusconi è oggi salita a 7,2 miliardi di dollari, corrispondenti a circa 5,9 miliardi di euro ai cambi odierni, rispetto ai 5,3 miliardi di dollari (4,35 miliardi di euro) dell’ultima classifica ufficiale stilata tra marzo e aprile 2020 da Forbes, che collocava l’ex premier al sesto posto dei miliardari italiani e in posizione 308 a livello mondiale.

 

A calcolare il valore a oggi del patrimonio del leader di Forza Italia è, nella sezione dedicata alla ricchezza netta in tempo reale, la stessa Forbes, che tra le altre cose “celebra” Silvio Berlusconi, nato a Milano il 29 settembre del 1936, come “colui che ha portato in Italia il telefilm statunitense Baywatch”, che per chi non lo conoscesse racconta le storie di un gruppo di bagnini di salvataggio, uomini e donne tutti molto belli, sulle spiagge di Malibù in California.

 

GLI ULTIMI 12 MESI DI MEDIASET IN BORSA

La principale attività da cui deriva la ricchezza di Berlusconi è Mediaset. Il gruppo televisivo di Cologno Monzese è, infatti, partecipato con la maggioranza del 44,18% dalla cassaforte Fininvest della famiglia dell’ex premier forzista. Un conto, però, è quanto vale la quota azionaria sulla carta, e un altro i diritti di voto, che la Fininvest può fare valere per il 45,86 per cento.

 

BERLUSCONI E I SOLDI

E la forbice è molto più ampia per la seconda grande azionista di Mediaset, ossia quella Vivendi di Vincent Bolloré, un tempo grande amico dell’ex presidente del Consiglio, con cui la famiglia Berlusconi litiga in tribunale ormai da qualche anno.

 

Se, infatti, Vivendi, a seguito della scalata successiva alla rottura dell’accordo su Mediaset Premium del 2016, aveva raggiunto una partecipazione del 28,8% del gruppo dei media, nel 2017 era stata costretta da una delibera dell’Agcom a “congelare” parzialmente tale quota in termini di diritti di voto. Ecco perché oggi, se si guarda sul sito di Mediaset alla voce “azionariato”, si può notare che i diritti di voto in mano a Vivendi sono pari al 9,98% mentre la restante partecipazione del 19,92% fa capo a Simon Fiduciaria.

 

BERLUSCONI E I SOLDI

A dicembre, tuttavia, il Tar del Lazio (come conseguenza della diretta della sentenza della Corte di Giustizia dell’Ue), dando ragione a Vivendi, ha stabilito che il gruppo francese potrà dare istruzioni di voto per la quota di Simon Fiduciaria e quindi, in assemblea, potrà votare sull’intera partecipazione di quasi il 29% del capitale.

 

vincent bollore

A ogni modo, il confronto acceso tra i due gruppi continua senza sosta e le ultime indiscrezioni di Radiocor indicavano in calendario per l’11 febbraio l’udienza di discussione finale della causa civile su Mediaset Premium e sulla successiva scalata di Vivendi al gruppo televisivo fondato da Berlusconi a partire dall’emittente locale Telemilano, nata negli anni Settanta.

 

LA FAMIGLIA BERLUSCONI E IL CORONAVIRUS BY GIANBOY

Nel frattempo in Borsa, Mediaset, quotata dal 1996, si è ripresa rispetto ai minimi del 2020 toccati proprio lo scorso marzo, mentre Forbes stilava la classifica ufficiale dei miliardari mondiali. Basti pensare che la seduta di Piazza Affari del 22 gennaio 2021 si è chiusa con le azioni dell’azienda guidata dall’amministratore delegato e vicepresidente Pier Silvio Berlusconi a 2,1 euro, cosa che implica per la quota di maggioranza di Fininvest un valore di poco più di 1,1 miliardi di euro, rispetto ai 730 milioni di metà marzo, in corrispondenza dei minimi a 1,37 euro.

 

Berlusconi covid

Da ricordare che di Fininvest, tramite diversi veicoli, sono soci Berlusconi e tutti i suoi cinque figli, ossia Marina e Pier Silvio, i due avuti dal matrimonio con Carla Dall’Oglio, e Barbara, Eleonora e Luigi, nati dall’unione con Veronica Lario.

 

L’altra importante partecipata di Fininvest quotata in Borsa è Mondadori: della società editoriale presieduta da Marina Berlusconi e guidata dall’amministratore delegato Ernesto Mauri la finanziaria del Biscione ha in mano il 53,3%, che agli attuali prezzi di mercato vale intorno ai 200 milioni.

 

SILVIO BERLUSCONI CON LA FIGLIA MARINA

Mentre una delle altre “M” partecipate da Fininvest è Banca Mediolanum, con una quota del 30,11% che si affianca a quella di maggioranza del 40,38% della famiglia di Ennio Doris, storico amico di Silvio Berlusconi. Ai prezzi correnti di Borsa, la partecipazione in Mediolanum di Fininvest vale 1,6 miliardi abbondanti: più della quota di controllo di Mediaset.

 

Le famiglie Berlusconi e Doris (quest’ultima tramite Mediolanum) sono entrambe socie forti di Mediobanca, la banca di investimenti snodo storico degli affari dell’economia italiana.

 

silvio berlusconi con il figlio pier silvio e silvia toffanin

Più nel dettaglio, Fininvest ha in portafoglio il 2%, che alle attuali quotazioni di Borsa vale poco più di 130 milioni. Al contrario, non fanno più parte delle “M” della Fininvest il Milan (al suo posto è subentrata la squadra di calcio del Monza) né la Molmed, della quale proprio nei mesi scorsi sono state consegnate le azioni all’offerta pubblica di acquisto (Opa).

 

In attesa di capire se anche nel 2021 il portafoglio e gli investimenti di Fininvest cambieranno ancora, e insieme, di riflesso, anche la ricchezza della famiglia Berlusconi, vale la pena ricordare che nel 2020 è arrivata una maxi cedola. La finanziaria, infatti, ha deciso di distribuire come dividendo l’intero utile civilistico realizzato nel 2019 (ultimo bilancio disponibile), pari a 84,2 milioni. A beneficiarne Berlusconi e figli.

Ultimi Dagoreport

villa casa giorgia meloni antonio tajani matteo salvini

DAGOREPORT - AH, CHE STREGONERIA È IL POTERE: TRAFIGGE TUTTI. SOPRATTUTTO I PARVENU. E COSÌ, DA PALAZZO GRAZIOLI, CHE FU LA SEDE INFORMALE DI GOVERNO E DI BUNGA-BUNGA DI BERLUSCONI PREMIER, SIAMO PASSATI A "VILLA GRAZIOLI" CON LA NUOVA DOVIZIOSA DIMORA DELL’EX ABITANTE DELLA GARBATELLA, DOVE OCCUPAVA CON MADRE E SORELLA DUE DISGRAZIATE CAMERE E CUCINA - UN IMMOBILE CHE STA SOLLEVANDO UN POLVERONE DI POLEMICHE: VILLA O VILLINO? COL SOLITO AGOSTINO GHIGLIA CHE AVREBBE SOLLECITATO GLI UFFICI DELLA PRIVACY DI TROVARE UN MODO PER LIMITARE LE INFORMAZIONI DA RENDERE PUBBLICHE ALLA CAMERA, IN RISPOSTA A UN’INTERROGAZIONE DELLA BOSCHI SULLA RISTRUTTURAZIONE DELLA VILLA – LA SINDROME DI "IO SO' GIORGIA E NUN ME FIDO DE NESSUNO!" HA POI TRASFORMATO LA MAGIONE NEL SUO BUNKER PERSONALE, LONTANO DAGLI SGUARDI E ORECCHIE INDISCRETE CHE INFESTANO PALAZZO CHIGI - TUTTO BENE QUANDO VENGONO CHIAMATI A RAPPORTO I SUOI FEDELISSIMI, MOLTO MENO BENE QUANDO TOCCA AGLI ALTRI, AGLI “ESTRANEI” DELLA CONVENTICOLA MELONIANA. DAL CENTRO DI ROMA PER RAGGIUNGERE “VILLA GRAZIOLI” CI VOGLIONO, IN LINEA D’ARIA, BEN 40 MINUTI DI MACCHINA. ANCHE DOTATI DI SIRENE E LAMPEGGIANTI, È “UN VIAGGIO”…. - VIDEO

simone canettieri giorgia arianna meloni

DAGOREPORT - MASSÌ, CON I NEURONI SPROFONDATI NELLA IRRITABILITÀ PIÙ SCOSSA, ARIANNA MELONI AVEVA URGENTE BISOGNO, A MO’ DI SOLLIEVO, DELL’ARTICOLO DI DEBUTTO SUL “CORRIERONE” DI SIMONE CANETTIERI - MESSA DALLA SORELLA GIORGIA A CAPO DELLA SEGRETERIA DI FDI, ARIANNA NON NE HA AZZECCATA UNA - ALLA PARI DI QUALSIASI ALTRO PARTITO DI MASSA, OGGI FDI SI RITROVA ATTRAVERSATO DA UNA GUERRIGLIA INTESTINA FATTA DI COLPI BASSI, RIPICCHE E SPUTTANAMENTI, INTRIGHI E COMPLOTTI – DALLA SICILIA (CASINO CANNATA-MESSINA) A MILANO (AFFAIRE MASSARI-LA RUSSA), FINO AL CASO GHIGLIA-RANUCCI, DOVE IL FILO DI ARIANNA SI È ATTORCIGLIATO PERICOLOSAMENTE INTORNO AL COLLO - CHE LA SORELLINA NON POSSIEDA LA ‘’CAZZIMMA’’ DEL POTERE, FATTA DI SCALTREZZA E ESPERIENZA, SE N'E' AMARAMENTE ACCORTA ANCHE LA PREMIER. E PUR AMANDOLA PIÙ DI SE STESSA, GIORGIA L’AVREBBE CHIAMATA A RAPPORTO PER LE SCELTE SBAGLIATE: SE IL PARTITO VA AVANTI COSÌ, RISCHIA DI IMPLODERE… - VIDEO

carlotta vagnoli flavia carlini

COME SIAMO POTUTI PASSARE DA ELSA MORANTE E MATILDE SERAO A CARLOTTA VAGNOLI? È POSSIBILE CHE SI SIA FATTO PASSARE PER INTELLETTUALI DELLE FEMMINISTE INVASATE CHE VERGAVANO LISTE DI PROSCRIZIONE ED EVOCAVANO METODI VIOLENTI E LA GOGNA PUBBLICA DIGITALE PER “FARE GIUSTIZIA” DEI PROPRI NEMICI? LA CHIAMATA IN CORREITÀ DEL SISTEMA EDITORIALE CHE HA UTILIZZATO QUESTE “VEDETTE” LETTERARIE SOCIAL DA MILIONI DI FOLLOWER PER VENDERE QUALCHE COPIA IN PIÙ – VAGNOLI PUBBLICA PER EINAUDI, FLAVIA CARLINI HA VERGATO UN ROMANZO INCHIESTA SULL’ITALIA DEL GOLPE INFINITO PER SEM (FELTRINELLI) . MA SULLA BASE DI COSA? BASTA AVERE UN MINIMO SEGUITO SOCIAL PER ESSERE ACCREDITATI COME SCRITTORI O DIVULGATORI?

silvia salis giorgia meloni elly schlein matteo renzi

DAGOREPORT - IN ITALIA, DOPO TANTI OMETTI TORVI O INVASI DI VANITÀ, SI CERCANO DONNE FORTI. DONNE COL PENSIERO. DONNE CHE VINCONO. E, NATURALMENTE, DONNE IN GRADO DI COMANDARE, CAPACI DI TENER TESTA A QUELLA LADY MACBETH DELLA GARBATELLA CHE DA TRE ANNI SPADRONEGGIA L’IMMAGINARIO DEL 30% DEGLI ELETTORI, ALIAS GIORGIA MELONI - IERI SERA ABBIAMO ASSISTITO ATTENTAMENTE ALLA OSPITATA DI SILVIA SALIS A “OTTO E MEZZO”, L’EX LANCIATRICE DI MARTELLO CHE DALLA LEOPOLDA RENZIANA E DAL CONI DELL’ERA MALAGÒ HA SPICCATO IL VOLO NELL’OLIMPO DELLA POLITICA, SINDACO DI GENOVA E SUBITO IN POLE COME LEADER CHE SBARACCHERÀ ELLY SCHEIN E METTERÀ A CUCCIA LA CRUDELIA DE MON DI COLLE OPPIO - DOPO MEZZ’ORA, PUR SOLLECITATA DA GRUBER E GIANNINI, CI SIAMO RITROVATI, ANZICHÉ DAVANTI A UN FUTURO LEADER, DAVANTI A UNA DONNA CHE DAREBBE IL PREMIO NOBEL PER LA LETTERATURA ALL'AUTORE DE "IL MANUALE DELLA PERFETTA GINNASTICATA" - ECCITANTE COME UN BOLLETTINO METEO E LA PUBBLICITÀ DI TECHNO-GYM, MELONI PUO' DORMIRE SONNI TRANQUILLI - VIDEO

john elkann donald trump

DAGOREPORT – ITALIA, BYE BYE! JOHN ELKANN NON NE PUÒ PIÙ DI QUESTO DISGRAZIATO PAESE CHE LO UMILIA SBATTENDOLO PER 10 MESI AI "SERVIZI SOCIALI", COME UN BERLUSCA QUALSIASI, E STUDIA LA FUGA NEGLI STATI UNITI - PRIMA DI SPICCARE IL VOLO TRA LE BRACCIA DEL SUO NUOVO IDOLO, DONALD TRUMP, YAKI DEVE LIBERARSI DELLA “ZAVORRA” TRICOLORE: CANCELLATA LA FIAT, TRASFORMATA IN UN GRUPPO FRANCESE CON SEDE IN OLANDA, GLI RESTANO DUE GIORNALI, LA FERRARI E LA JUVENTUS – PER “LA STAMPA”, ENRICO MARCHI È PRONTO A SUBENTRARE (MA PRIMA VUOLE SPULCIARE I CONTI); PER “REPUBBLICA”, IL GRECO KYRIAKOU È INTERESSATO SOLO ALLE REDDITIZIE RADIO, E NON AL GIORNALE MANGIASOLDI E POLITICAMENTE IMPOSSIBILE DA GOVERNARE) - DOPO IL NO DI CARLO FELTRINELLI, SAREBBERO AL LAVORO PER DAR VITA A UNA CORDATA DI INVESTITORI MARIO ORFEO E MAURIZIO MOLINARI – SE IL CAVALLINO RAMPANTE NON SI TOCCA (MA LA SUA INETTA PRESIDENZA HA SGONFIATO LE RUOTE), PER LA JUVENTUS, ALTRA VITTIMA DELLA SUA INCOMPETENZA, CI SONO DUE OPZIONI IN BALLO…