del vecchio berlusconi benetton de benedetti

L'UNICO PAESE DOVE VECCHI MILIARDARI SGOMITANO PER PRENDERE IL POSTO DEI GIOVANI - CI SONO QUATTRO PAPERONI 85ENNI CHE STANNO TERREMOTANDO QUEL CHE RESTA DI PIAZZA AFFARI: CARLO DE BENEDETTI (1934), LEONARDO DEL VECCHIO ('35), LUCIANO BENETTON ('35), SILVIO BERLUSCONI ('36) - OCCHI PUNTATI ANCHE SU UN RAGAZZINO CHE SI FARÀ: L'80ENNE ENNIO DORIS POTREBBE FONDERE MEDIOLANUM CON MEDIOBANCA E…

Alessandro Graziani per www.ilsole24ore.it

 

CARLO DE BENEDETTI

Si rilassano lavorando. E non hanno paura di dare battaglia. Se mai si fossero davvero ritirati, i quattro “Paperoni” italiani ultra-ottantenni tengono di nuovo banco, come ai vecchi tempi, nel piccolo mondo della finanza italiana. Diversissimi tra di loro, hanno probabilmente un unico elemento in comune: sono tutti nati negli anni ‘30, prima della guerra che certamente li ha resi più forti delle generazioni successive. Insomma, rieccoli: Carlo De Benedetti (classe 1934), Leonardo Del Vecchio (1935), Luciano Benetton (1935), Silvio Berlusconi (1936). Tutti di nuovo alle prese in queste settimane con battaglie finanziarie e industriali che scaldano la Borsa.

 

BERLUSCONI E CARLO DE BENEDETTI

Senza di loro, quel che resta di Piazza Affari sarebbe un luogo certamente più noioso. Tanto che in questi giorni i giovani analisti delle banche d’affari italiane ed estere sono costretti a rincorrerli, sfornando a ripetizione report di scenario sulle ripercussioni che le mosse dei quattro «ragazzi» ottantenni avranno su varie società quotate in Borsa.

 

L’ultimo a ricomparire sulla scena è stato Carlo De Benedetti (85 anni) che, dopo aver lasciato anni fa quote societarie e incarichi aziendali ai figli, è tornato a sorpresa a scuotere Piazza Affari con l’offerta per rilevare il 29,9% di Gedi che fa capo a Cir. La holding presieduta dal figlio Rodolfo ha rifiutato l’offerta, si vedrà se l’Ingegnere lascerà perdere o valuterà una nuova proposta.

luciano benetton

 

 

È certo che l’editoria, tra i tanti settori in cui ha operato, è quello che più lo appassiona fin dai tempi della battaglia per la Mondadori contro Silvio Berlusconi. L’83enne magnate di Arcore, dal canto suo, dietro le quinte è a sua volta impegnato insieme ai figli nella sfida su Mediaset che lo vede duellare nelle Borse (e nei Tribunali) di Italia e Spagna con la Vivendi guidata dal finanziere francese Vincent Bolloré. L’idea di costruire il polo europeo delle tv ha valenza industriale e i Berlusconi stanno tentando l’aggancio con la tedesca Prosiebensat, di cui hanno rastrellato quasi il 10% alla Borsa di Francoforte.

 

luciano benetton imago mundi

Meno evidente in Borsa (per ora) e più di rilievo industriale il rientro in scena dell’84enne Luciano Benetton tornato personalmente alla guida dell’omonima società di abbigliamento dopo il delisting da Piazza Affari. Oltre al rilancio del marchio, Luciano Benetton si sta occupando da vicino delle sorti della holding di famiglia Edizione dopo la scomparsa del fratello Gilberto. Servirà meno di un anno per decidere insieme agli altri rami della famiglia di Ponzano Veneto i destini di un gruppo che controlla - tra l’altro - Atlantia, Autogrill, Cellnex e ha svariate partecipazioni finanziarie di rilievo come quelle in Generali e Mediobanca.

ENNIO DORIS CON ALLE SPALLE UN RITRATTO D ANNATA DI BERLUSCONI

 

 

E proprio nei dintorni di Piazzetta Cuccia si potrebbe scatenare il prossimo duello finanziario di sistema se davvero, come pare, l’84enne Leonardo Del Vecchio - che ha da poco realizzato la fusione multimiliardaria tra la sua Luxottica e la francese Essilor - deciderà di proseguire la “scalata” che per il momento lo ha visto rastrellare sul mercato poco meno del 7% del capitale della banca fondata su iniziativa di Raffaele Mattioli (nel 1946) da Enrico Cuccia. Se si arriverà alla conta delle azioni, Del Vecchio troverà già posizionati “in loco” la Fininvest dei Berlusconi e la Edizione dei Benetton.

 

leonardo del vecchio con il figlio leonardo maria

Chissà se anche la Romed di Carlo De Benedetti vorrà entrare in partita. E chissà che ruolo avrà nella vicenda il «giovane» Ennio Doris (classe 1940), che entrerà nel club degli ottantenni solo a luglio del prossimo anno. Secondo gli analisti di Citi, una risposta all’avanzata di Del Vecchio in Mediobanca potrebbe passare dalla fusione tra la stessa Mediobanca e la Mediolanum di Doris. E di Berlusconi.

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ursula von der leyen donald trump dazi matteo salvini

LA LETTERINA DELL’AL CAFONE DELLA CASA BIANCA È UNA PISTOLA PUNTATA ALLA TEMPIA DEI LEADER EUROPEI, CUI È RIMASTA UNA SOLA VIA DI USCITA, QUELLA COSIDDETTA “OMEOPATICA”: RISPONDERE AL MALE CON IL MALE. LINEA DURA, DURISSIMA, ALTRIMENTI, ALLE LEGNATE DI TRUMP, DOMANI, ALL’APERTURA DELLE BORSE, SI AGGIUNGERANNO I CALCI IN CULO DEI MERCATI. LA CINA HA DIMOSTRATO CHE, QUANDO RISPONDI CON LA FORZA, TRUMP FA MARCIA INDIETRO - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” ORMAI È RIMASTA L’UNICA A IMPLORARE, SCODINZOLANTE, “IL DIALOGO” COL DAZISTA IN CHIEF, NEMMENO LE CIFRE CATASTROFICHE SULLE RIPERCUSSIONI DELLE TARIFFE USA SULLE  AZIENDE ITALIANE, TANTO CARE ALLA LEGA, HA FERMATO I DEMENZIALI APPLAUSI ALLA LETTERA-RAPINA DA PARTE DI MATTEO SALVINI – ASCOLTATE JOSEPH STIGLITZ, PREMIO NOBEL PER L’ECONOMIA: “TRUMP NON AGISCE SECONDO ALCUN PRINCIPIO ECONOMICO, NON CONOSCE LO STATO DI DIRITTO, È SEMPLICEMENTE UN BULLO CHE USA IL POTERE ECONOMICO COME UNICA LEVA. SE POTESSE, USEREBBE QUELLO MILITARE’’

steve witkoff marco rubio sergei lavrov

RUBIO, IL TAJANI STARS AND STRIPES – IL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO NON TOCCA PALLA E SOFFRE IL POTERE DI STEVE WITKOFF, INVIATO DI TRUMP IN MEDIO ORIENTE CHE SE LA COMANDA ANCHE IN UCRAINA. IL MINISTRO DEGLI ESTERI USA PROVA A USCIRE DALL’ANGOLO PARLANDO DI “NUOVA IDEA” DELLA RUSSIA SUI NEGOZIATI IN UCRAINA. MA IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI PUTIN, LAVROV, SUBITO VEDE IL BLUFF: “CONFERMIAMO LA NOSTRA POSIZIONE” – TRUMP AVEVA OFFERTO DI TUTTO A WITKOFF, MA L’IMMOBILIARISTA NON HA VOLUTO RUOLI UFFICIALI NELL’AMMINISTRAZIONE. E TE CREDO: HA UN CONFLITTO DI INTERESSE GRANDE QUANTO UN GRATTACIELO...

diletta leotta ilary blasi stefano sala pier silvio berlusconi

FLASH – IL BRUTALE AFFONDO DI PIER SILVIO BERLUSCONI SU ILARY BLASI E DILETTA LEOTTA (“I LORO REALITY TRA I PIÙ BRUTTI MAI VISTI”), COSÌ COME IL SILURAMENTO DI MYRTA MERLINO, NASCE DAI DATI HORROR SULLA PUBBLICITÀ MOSTRATI A “PIER DUDI” DA STEFANO SALA, AD DI PUBLITALIA (LA CONCESSIONARIA DI MEDIASET): UNA DISAMINA SPIETATA CHE HA PORTATO ALLA “DISBOSCATA” DI TRASMISSIONI DEBOLI. UN METODO DA TAGLIATORE DI TESTE BEN DIVERSO DA QUELLO DI BABBO SILVIO, PIÙ INDULGENTE VERSO I SUOI DIPENDENTI – A DARE UNA MANO A MEDIASET NON È LA SCURE DI BERLUSCONI JR, MA LA RAI: NON SI ERA MAI VISTA UNA CONTROPROGRAMMAZIONE PIÙ SCARSA DI QUELLA CHE VIALE MAZZINI, IN VERSIONE TELE-MELONI, HA OFFERTO IN QUESTI TRE ANNI…

giorgia meloni elly schlein luca zaia vincenzo de luca eugenio giani elly schlein elezioni regionali

PER UNA VOLTA, VA ASCOLTATA GIORGIA MELONI, CHE DA MESI RIPETE AI SUOI: LE REGIONALI NON VANNO PRESE SOTTOGAMBA PERCHÉ SARANNO UN TEST STRADECISIVO PER LA MAGGIORANZA – UNA SPIA CHE IL VENTO NON SPIRI A FAVORE DELLE MAGNIFICHE SORTI DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È IL TENTATIVO DI ANTICIPARE AL 20 SETTEMBRE IL VOTO NELLE MARCHE, DOVE IL DESTRORSO ACQUAROLI RISCHIA DI TORNARE A PASCOLARE (IL PIDDINO MATTEO RICCI È IN LEGGERO VANTAGGIO) – IL FANTASMA DI LUCA ZAIA IN VENETO E LE ROGNE DI ELLY SCHLEIN: JE RODE AMMETTERE CHE I CANDIDATI DEL PD VINCENTI SIANO TUTTI DOTATI DI UN SANO PEDIGREE RIFORMISTA E CATTO-DEM. E IN CAMPANIA RISCHIA LO SCHIAFFONE: SI È IMPUNTATA SU ROBERTO FICO, IMPIPANDOSENE DI VINCENZO DE LUCA, E SOLO UNA CHIAMATA DEL SAGGIO GAETANO MANFREDI LE HA FATTO CAPIRE CHE SENZA LO “SCERIFFO” DI SALERNO NON SI VINCE…

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni

NULLA SARÀ COME PRIMA: PIER SILVIO BERLUSCONI, VESTITO DI NUOVO, CASSA IL SUO PASSATO DI RAMPOLLO BALBETTANTE E LANCIA IL SUO PREDELLINO – IN UN COLPO SOLO, CON IL COMIZIO DURANTE LA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI, HA DEMOLITO LA TIMIDA SORELLA MARINA, E MANDATO IN TILT GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI, MINACCIANDO LA DISCESA IN CAMPO. SE SCENDE IN CAMPO LUI, ALTRO CHE 8%: FORZA ITALIA POTREBBE RISALIRE (E MOLTO) NEI SONDAGGI (IL BRAND BERLUSCONI TIRA SEMPRE) – NELLA MILANO CHE CONTA IN MOLTI ORA SCOMMETTONO SUL PASSO INDIETRO DI MARINA DALLA GESTIONE “IN REMOTO” DI FORZA ITALIA: D'ALTRONDE, LA PRIMOGENITA SI È MOSTRATA SEMPRE PIÙ SPESSO INDECISA SULLE DECISIONI DA PRENDERE: DA QUANTO TEMPO STA COGITANDO SUL NOME DI UN SOSTITUTO DI TAJANI?