open ran alliance

IL 5G CINESE HA ROTTO IL CAZZO - NASCE L’ALLEANZA “OPEN RAN” PER FRENARE LO STRAPOTERE DI PECHINO NELLA NUOVA TECNOLOGIA - SOCI FONDATORI SONO L'AMERICANA AT&T, LA TEDESCA DEUTSCHE TELEKOM, NTT DOCOMO (DAL GIAPPONE) E LA FRANCESE ORANGE (MA C'E' ANCHE CHINA MOBILE) - L'ALLEANZA SI È ALLARGATA AD ALTRI 10 MEMBRI, TRA CUI TIM E VODAFONE - L’IDEA E’ PROGETTARE RETI AFFIDABILI SENZA DIPENDERE DAI 4 FORNITORI DOMINANTI (NOKIA, ERICCSON, HUAWEI E ZTE)

5g di ericsson

Aldo Fontanarosa per “la Repubbilca”

 

Le aziende cinesi hanno in mano l' asfalto, i piloni, le gallerie delle "autostrade" del futuro. Sono le sofisticate reti digitali che permettono, tra le altre cose, le comunicazioni via smartphone. Ma un consorzio di società della telefonia - che lavora silenziosamente da 2 anni e 10 mesi per frenare lo strapotere cinese - vede ora i primi risultati prendere forma. Il consorzio è l' Open RAN Alliance.

 

nokia 5g

Anni di investimenti in ricerca ed enormi disponibilità finanziarie hanno reso le aziende cinesi fortissime nella creazione delle macchine e dei software che veicolano la nostra voce, le nostre foto, i video. E così, quando una qualsiasi società della telefonia vuole costruire una rete di trasporto di questi contenuti, ha solo quattro porte cui bussare. I fornitori di hardware e software sono la finlandese Nokia, la svedese Ericcson, ma soprattutto le cinesi Huawei e Zte. Parliamo di reti con tecnologie storiche (il 4G), ma anche delle nuovissime reti 5G che non si limiteranno certo a far funzionare meglio i nostri cellulari. Le reti 5G collegheranno a Internet milioni di dispositivi di ogni tipo (dalle auto agli elettrodomestici) diventando un asset centrale e strategico del Paese.

intervento con 5g 1

 

Oggi i quattro fornitori dominanti - in primis Huawei e Zte - vendono alle società della telefonia i loro prodotti pronti chiavi in mano. Sono soprattutto trasmettitori del segnale e processori deputati alla elaborazione (o codifica) del segnale. L'acquisto dei prodotti cinesi ha sancito una duplice sudditanza.

 

Da un lato Ue, Usa, Giappone, Australia si sono scoperte dipendenti dalle tecnologie di Pechino. Sul piano geopolitico, non è un grande successo. Il fatto poi che i fornitori siano solo quattro (Nokia, Ericcson, Huawei e Zte), ha sottoposto le aziende compratrici - incluse le italiane - a un bagno di sangue economico. I prezzi, chi vende li ha tenuti altissimi.

Da febbraio 2018, un consorzio di società della telefonia e di aziende manifatturiere - ribattezzato Open RAN Alliance - ha messo in discussione il predominio dei cinesi.

Open RAN Alliance

 

Mentre gli Stati Uniti, il Regno Unito, la stessa Italia hanno costruito degli scudi legislativi per difendersi da Huawei, la Open RAN Alliance ha lanciato una sfida industriale e tecnologica. Soci fondatori dell' alleanza sono l' americana At&t, la tedesca Deutsche Telekom, Ntt Docomo (dal Giappone) e la francese Orange. Più defilata, ecco anche China Mobile. Poco alla volta, l' Alleanza si è allargata ad altri 10 membri (tra cui le nostre Tim e Vodafone). Ora, l' Alleanza ha progettato reti affidabili e funzionanti senza basarle sui prodotti chiusi dei quattro fornitori dominanti.

 

huawei

Un sistema "a mattoncini Lego" fa sì che decine di nuovi fornitori mondiali garantiscano un pezzetto dell' architettura, senza che questo fantasioso puzzle penalizzi la qualità delle trasmissioni. Dice il docente Antonio Capone del Politecnico di Milano, un esperto del tema: «Open RAN Alliance è un progetto solido e credibile.

 

Oggi peraltro non comprende soltanto operatori delle tlc. Si è aperto ad attori come Cisco (networking) a Sams ung, che l' hanno rafforzato. Il senso di tutto questo è chiaro. I vecchi equilibri geopolitici sono in discussione. E la logica tradizionale di costruzione delle reti lascia il posto a un modello disaggregato, più libero. In tutto questo le reti di Open RAN funzionano bene», come provano i recenti confortanti test dell' operatore giapponese Rakuten Mobile.

Ultimi Dagoreport

camille cheneaux mieli mario draghi

FLASH! - DALLO SPORT ALLA POLITICA, IL PASSO È BREVE. DOPO L’EX LANCIATRICE DI MARTELLO SILVIA SALIS, UN’ALTRA EX ATLETA SALE ALLA RIBALTA, L’ITALO-SVIZZERA CAMILLE CHENAUX - DOTATA DI UN DOTTORATO DI RICERCA IN RELAZIONI INTERNAZIONALI, LA NEO-POLITOLOGA HA STREGATO PAOLINO MIELI CHE A OTTOBRE HA PRESENTATO A ROMA IL SUO LIBRO: "CRISI DELLO STATO-NAZIONE E POPULISMI EUROPEI" - OGGI È STATA LA VOLTA DI MARIOPIO DRAGHI, PREMIATO ALLA FONDAZIONE PRIMOLI, DI CONOSCERE LA FATALE CAMILLE…

viktor orban donald trump volodymyr zelensky maria zakharova matteo salvini vladimir putin

DAGOREPORT - TRUMP E PUTIN HANNO UN OBIETTIVO IN COMUNE: DESTABILIZZARE L’UNIONE EUROPEA - SE IL TYCOON ESENTA ORBAN DALL’EMBARGO AL PETROLIO RUSSO, DANDO UN CEFFONE A BRUXELLES, LA RUSSIA FA GUERRA IBRIDA ALL'UE E PENETRA L'ITALIA, VERO VENTRE MOLLE DELL’UNIONE, APPROFITTANDO DEI PUTINIANI DI COMPLEMENTO (PER QUESTO QUELLA ZOCCOLOVA DI MARIA ZAKHAROVA PARLA SPESSO DI FACCENDE ITALIANE) - IL PRIMO DELLA LISTA È SALVINI, CHE ALL’ESTERO NON E' VISTO COME IL CAZZARO CHE E' MA, ESSENDO VICEPREMIER, VIENE PRESO SUL SERIO QUANDO SVELENA CONTRO BRUXELLES, CONTRO KIEV E FLIRTA CON MOSCA - IL CREMLINO PUÒ CONTARE SU TANTI SIMPATIZZANTI: DA GIUSEPPE CONTE AI SINISTRELLI DI AVS, FINO A PEZZI ANTI-AMERICANI DEL PD E AI PAPPAGALLI DA TALK - ANCHE FDI E MELONI, ORA SCHIERATI CON ZELENSKY, IN PASSATO EBBERO PIÙ DI UNA SBANDATA PUTINIANA...

2025marisela

CAFONAL! ERA UN MISTO DI CASALINGHE DI VOGHERA E "GRANDE BELLEZZA" ALL'AMATRICIANA IL “LUNCH” DA MARISELA FEDERICI A VILLA FURIBONDA SULL’APPIA ANTICA PER FESTEGGIARE  “STILE ALBERTO”, IL DOC DI MICHELE MASNERI DEDICATO AD ARBASINO, CHE ANDRÀ IN ONDA SABATO 15 NOVEMBRE SU RAI 3 – TRA CONTESSE (TRA CUI LA FIGLIA DELLA MITOLOGICA DOMIETTA DEL DRAGO CHE ERA LA MUSA DI ARBASINO), VANZINA, PAPPI CORSICATO, IRENE GHERGO, BARABARA PALOMBELLI, AVVISTATI MONSIGNORI GOLOSISSIMI CHE SI SONO LITIGATI LA BENEDIZIONE DEL PRANZO. PS: UNO DEI CAGNETTI DI ALDA FENDI HA AZZANNATO UNO DEI MONSIGNORI (CHE NON HA AVUTO PAROLE BENEDICENTI) _ IL DAGOREPORT

gender club degrado roma pina bausch matteo garrone

25 ANNI FA SPUNTÒ A ROMA UN CLUB IN MODALITÀ DARK-ROOM: AL "DEGRADO", IMMERSO NEL BUIO, SI FACEVA SESSO SENZA IL SENSO DEL PECCATO, IN MEZZO A TUTTI. UNO ‘’SBORRIFICIO” CHE NON HA AVUTO EGUALI E CHE DEMOLÌ I MURI DIVISORI TRA ETERO-BI-GAY-LESBO-TRANS-VATTELAPESCA - PER 9 ANNI, “CARNE ALLEGRA” PER TUTTI. OGNUNO VENIVA E SI FACEVA I CAZZI SUOI, E QUELLI DEGLI ALTRI. IL "DEGRADO'' POTEVA ESSERE RIASSUNTO IN UNA DOMANDA: CHI È NORMALE? - DAGO-INTERVISTA ALL’ARTEFICE DEL BORDELLO: “SCORTATA DA MATTEO GARRONE, UNA NOTTE È APPARSA PINA BAUSCH IMPEGNATA AL TEATRO ARGENTINA. SI ACCENDONO LE LUCI E UNA TRAVESTITA URLO': “AO' SPEGNETELE! IO STAVO A FA’ UN BOCCHINO. NUN ME NE FREGA ‘N CAZZO DE 'STA PINA!”

giorgia meloni alberto stefani luca zaia matteo salvini sondaggio

DAGOREPORT – VENETO DI PASSIONI PER IL CENTRODESTRA: LA VITTORIA DI ALBERTO STEFANI È SCONTATA, MA A CONTARE DAVVERO SARANNO I NUMERI! SECONDO IL SONDAGGIO DI PAGNONCELLI, IL GIOVANE LEGHISTA CON CIUFFO GIAMBRUNESCO È AL 62,8%, CONTRO UN MISERO 26,9% DEL CANDIDATO DI SINISTRA, GIOVANNI MANILDO. UN OTTIMO RISULTATO, MA SOLO SE NON SI RICORDA COSA AVVENNE CINQUE ANNI FA: ZAIA VINSE CON IL 76,79% DEI VOTI, E BASTÒ LA SUA LISTA, INSIEME A QUELLA DELLA LEGA, PER OTTENERE IL 61,5%. OGGI CI VUOLE TUTTO IL CENTRODESTRA UNITO PER RAGGIUNGERE LA STESSA CIFRA – LO SPETTRO DEL SORPASSO DI FDI SUL CARROCCIO: SE LE TRUPPE MELONIANE OTTENESSERO PIÙ VOTI, CHE FINE FAREBBE LA GIÀ FRAGILE LEADERSHIP DI SALVINI?