giovanni fosti giuseppe guzzetti

ACRI AMARI – IL 2018 È STATO UN ANNO DA DIMENTICARE PER LE FONDAZIONI BANCARIE: L’AVANZO È SCESO A 330 MILIONI, UN TERZO IN MENO RISPETTO AL 2018, PER EFFETTO DELL’ANDAMENTO NEGATIVO DEI PORTAFOGLI – A INFLUIRE È STATO IL CROLLO DELLE QUOTAZIONI INVERNALI: LE PIÙ COLPITE SONO STATE CARIPLO E CARIPARO, MEGLIO LA COMPAGNIA SAN PAOLO – TUTTI I NUMERI

 

 

Andrea Greco per “la Repubblica”

 

GIOVANNI FOSTI GIUSEPPE GUZZETTI

Un'annata sui mercati brutta come se ne son viste poche da 10 anni macchia i bilanci 2018 delle Fondazioni bancarie, che dai mercati traggono il sostentamento, siano i dividendi degli istituti o i rendimenti delle gestioni. Il crollo delle quotazioni invernali, che non ha intaccato i primi ma ha mandato in rosso le seconde, si è riflesso in pieno nei conti, falciando in media per due terzi i risultati del 2017.

 

Solo l'utilizzo delle passate riserve ha consentito di aumentare, lievemente, le erogazioni; mentre la crescita dei patrimoni e dei vari fondi di riserva è rinviata a tempi migliori. I dati aggregati delle 86 associate Acri saranno noti il 16 luglio: ma le evidenze dei documenti contabili di sette tra le maggiori Fondazioni - Cariplo, Compagnia di San Paolo, Caripadova, Caritorino, Carifirenze, Cariverona, Roma - da poco pubblicati e che pesano per oltre metà dei 40 miliardi dei patrimoni Acri, saranno con probabilità ricalcate nei dati complessivi.

 

ANTONIO PATUELLI GIOVANNI TRIA GIUSEPPE GUZZETTI IGNAZIO VISCO

Tre sono le tendenze principali. Il risultato d'esercizio, che le Fondazioni chiamano "avanzo", si è ridotto a circa un terzo rispetto ai 996 milioni del 2017, per effetto dell'andamento diffusamente negativo dei portafogli. Le donazioni ai territori delle "magnifiche sette" sono state però difese; anzi sono aumentate di un 7,2% a 628 milioni, rispetto ai 586 del 2017 (anno in cui tutta la lista Acri erogò 985 milioni). Ma in più casi è stato solo il ricorso ai fondi di stabilizzazione - le riserve contabili che negli anni buoni si accumulano - a consentire il generale aumento delle risorse profuse. La terza dinamica riguarda il patrimonio netto, mantenutosi stabile per il campione: 22,01 miliardi, dai 22,11 del 2017. Una tenuta resa possibile dal fatto che molti attivi - su tutti le quote strategiche nelle banche conferitarie - sono iscritti ai valori di costo, come prevede la norma se non ci sono "perdite di valore durevoli". Ma il calo dei titoli bancari fa incorporare minusvalenze virtuali per circa 1,8 miliardi ai sette enti. Nessun problema finché i pacchetti bancari non si vendono: e i cali dei prezzi hanno indotto tutti i gestori degli enti a soprassedere, rientrando nel parametro richiesto dal protocollo 2015 siglato col Tesoro grazie al deprezzamento delle azioni bancarie (alle maggiori Fondazioni si richiedeva entro il 2018 di non avere partecipazioni eccedenti il 33% dell'attivo a valori correnti).

 

GIUSEPPE GUZZETTI

Sono le gestioni finanziarie non immobilizzate invece a "importare" la volatilità dei mercati. Per questi cespiti l'atto di indirizzo 2001 prevede la contabilizzazione "al minore tra il costo storico e valore di mercato ovvero al mercato": e una pattuglia crescente di enti, tra cui Cariplo e Cariparo, cominciò da allora a valutare le gestioni "a mercato". Quel che negli anni buoni faceva lievitare il conto economico, però, negli anni grami lo taglia. Con l'effetto paradossale che le Fondazioni si trovano a dover erogare somme non effettivamente incassate (la legge Ciampi 1999 obbliga a erogare almeno il 40% dell'avanzo d'esercizio ai settori rilevanti). Opportunamente - a 18 anni dall'Indirizzo - a marzo Acri ha avviato un tavolo che aiuti emanare il decreto contabile, che pure la Ciampi chiedeva ma era bloccato dalle modalità di calcolo degli accantonamenti per il volontariato (definite dalla legge 2017 sul Terzo settore). I conti 2018 degli enti rafforzano comunque i dubbi sul mark to market, per i principali "investitori istituzionali" nella finanza italiana.

CARIPLO

 

Fondazione Cariplo

È un bilancio da tappeto rosso quello dell'ultimo anno del presidente Giuseppe Guzzetti, a maggio sostituito da Giovanni Fosti. I ribassi dei mercati hanno deprezzato il fondo Quaestio Alternative Fund One, principale strumento dell'ente le cui quote ammontavano a 5.168 miliardi a fine 2017, e a 4.774 miliardi l'anno seguente, dopo svalutazioni per 348 milioni. Il bilancio spiega che da febbraio 2018 le due fette maggiori del fondo erano su bond corporate e strumenti illiquidi (46%) e azioni globali (28%), e che da settembre le azioni sono aumentate al 30%.

 

GUZZETTI

Viceversa nel febbraio 2019, a bilancio chiuso, il Qaf One si è fatto più cauto, limando le azioni al 15% a fronte di più titoli di Stato e un 25% di "investimenti liquidi". Solo le cedole di Intesa Sanpaolo (iscritta a 2,31 euro, con minusvalenza latente di 290 milioni) e l'uso massiccio del Fondo stabilizzazione erogazioni, per 143 milioni, ha permesso di aumentare le risorse per le genti lombarde a 183,7 milioni: ma ora nel Fondo restano circa sei mesi di erogazioni (82,4 milioni). Il rimbalzo recente dei listini e "40,6 milioni di imposte anticipate derivanti dal risultato negativo 2018" lasciano intravedere un prossimo rabbocco del Fse.

 

Compagnia di San Paolo

carlo messina

Il primo socio di Intesa Sanpaolo ha attenuato i danni sulle gestioni, che pesano per metà dei 6,06 miliardi di patrimonio contabile e tramite Fondaco Sgr hanno contenuto le perdite al 2,29% l'anno scorso. Questo fatto e le cedole di Intesa Sanpaolo hanno contribuito alla stabilità dell'avanzo d'esercizio, che ammonta a 254 milioni e consente di mantenere le erogazioni invariate a 159 milioni, senza usare il fondo relativo. Sulle azioni della banca, ancora un 6,79%, residua una minusvalenza virtuale di 393 milioni, ma come noto il Tesoro ha dato a Torino più tempo per ridurla; tra l'altro il 30% perso in Borsa dalla banca ha riportato la sua incidenza appena sotto il 33% chiesto dal protocollo Mef.

 

Fondazione Crt

È terza per patrimonio contabile, salito a 2,24 miliardi. Sembra però Atlantia la vera "conferitaria" di Crt, che ne detiene il 5%, pari al 31% dell'attivo corrente: ma il rimbalzo 2018 la riporta sopra ai valori di bilancio. La relativa tenuta delle gestioni, curate principalmente in casa per l'esperienza del segretario generale Massimo Lapucci, consentono di aumentare da 64 a 72 milioni le erogazioni, senza toccare le riserve. Nell'anno Crt ha ceduto bond Cashes di Unicredit realizzando plusvalenze di 43,7 milioni, compensate da una pari svalutazione su azioni Unicredit (anche se l'1,65% in carico a 20 euro pone 373 milioni di minus latenti).

BAZOLI GUZZETTI

 

Fondazione Cariparo

L'ente di Padova è tra chi ha più sofferto i mercati: complice anche una revisione del profilo con "aumento dell'esposizione ad attività più rischiose e diversificate", preso atto a inizio 2018 che i tassi sotto zero continuavano a produrre rendimenti insoddisfacenti sui bond. Così il rovescio dei listini ha fatto chiudere l'anno alle gestioni "con un risultato di coda" che, a fronte di un rendimento atteso del 2,2% più l'inflazione, ha perso il 3,8%. Solo un anno su 10 Padova ha fatto così male, difatti l'avanzo 2018 è il peggiore dal 2009, a 34 milioni (-70%). La ricca cedola di Intesa Sanpaolo, di cui Cariparo ha l'1,91% iscritto a valori prudenti (2,01 euro, quasi senza minus teoriche) ha consentito di aumentare le erogazioni - salite da 48 a 60 milioni - senza quasi intaccare il Fondo Fse, da 138 milioni.

 

Fondazione Cariverona

Bilancio tutto in tenuta per gli scaligeri, benché "la cedevole situazione dei mercati ha influito sulla consistenza dei Fondi di investimento", scesa da 650 milioni a circa 600 nel 2018. L'avanzo di 21 milioni, le erogazioni per 52 e la tenuta del fondo di stabilizzazione a 228 milioni (tanto alto che pare un po' "tignoso"), danno tranquillità alla gestione, che ha potuto svalutare di 91 milioni l'1,8% di Unicredit. Sul pacchetto però il prezzo di carico incorpora ancora una minusvalenza latente di 580 milioni, oltre metà del patrimonio a valori correnti di Cariverona (1,12 miliardi, dagli 1,43 di fine 2017).

fondazione cr firenze

 

Fondazione Carifirenze

L'ente toscano, avendo venduto anni fa buona parte delle sue azioni bancarie, è l'unico a poter vantare plusvalenze virtuali (58 milioni) sull'1,85% di Intesa Sanpaolo che resta, in carico a 1,76 euro. Quanto alla gestione, il calo dei mercati riduce un po' l'avanzo, sceso da 82 a 52 milioni. Ma la frenata non intacca le erogazioni, che nell'ultimo bilancio del presidente uscente Umberto Tombari salgono da 39,6 a 46 milioni, e non giungono dalle riserve del Fre, salite di 6 milioni a 83 milioni.

 

Fondazione Roma

L'ente della Capitale conferma le erogazioni, di ben 56 milioni a fronte di un patrimonio stabile a 1,5 miliardi. Tiene anche il fondo erogazioni, a 131 milioni, e scendono a 13,3 milioni gli oneri di gestione, benché ancora superiori ai parametri del protocollo Acri-Mef (che pure Roma non ha firmato). La quota in Unicredit, venduta da anni e ridotta allo 0,13%, è iscritta a 29,37 euro, il triplo del prezzo di Borsa a dicembre.

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