Estratto dell’articolo di Leonard Berberi per www.corriere.it
Il marchio Alitalia torna ad affacciarsi negli aeroporti e andrà ad affiancare il logo di Ita Airways dalla fine del 2024. Un primo passo per quello che — secondo i piani — dovrebbe poi portare al ripristino del brand storico anche nelle livree degli aerei che viaggiano in tutto il mondo con l’ingresso nel gruppo Lufthansa. È questa una delle novità che i vertici del vettore tricolore hanno presentato durante una conferenza stampa a Milano dopo aver snocciolato i risultati del primo semestre con un margine operativo lordo tornato positivo.
L’omaggio alla storia dell’aviazione italiana
Insomma al momento il marchio Alitalia non tornerà sugli aerei. «L’identità visiva del vettore però si arricchirà di un elemento che omaggia la storia dell’aviazione e del Paese: "Ita, inspired by Alitalia"», spiega il presidente esecutivo Antonino Turicchi. «Il brand (acquistato da Ita per 90 milioni di euro, ndr), viene così valorizzato: su alcuni touchpoint strategici al logo Ita sarà affiancato quello di Alitalia» [...]
Conti semestrali, Ebitda positivo per 62 milioni di euro
Sul fronte finanziario, nel periodo gennaio-giugno di quest’anno Ita ha registrato ricavi per 1,4 miliardi di euro, un Ebitda positivo per 62 milioni di euro (migliorato di 130 milioni rispetto allo stesso periodo dello scorso anno), un Ebit di -88 milioni, e una cassa per 393 milioni di euro. L’ultima riga del bilancio — il risultato netto — è stato negativo per circa 140 milioni (contro i 128 milioni nel 1° semestre 2023), «ma di questi 70 milioni sono conseguenza del tasso di cambio euro-dollaro sfavorevole», chiarisce al Corriere Claudio Faggiani, direttore finanziario di Ita.
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«Utile nel 2025»
Antonino Turicchi Giancarlo Giorgetti e Carsten Spohr (1)
Il direttore generale Benassi ricorda che la crescita dei sei mesi è stata ottenuta nonostante «l’allungarsi delle trattative con la Commissione Ue», sull’operazione con Lufthansa. «Ci aspettavamo di chiudere nella seconda parte dell’anno», ricorda. In ogni caso — conferma Turicchi — non cambia la prospettiva per il 2025: «Il piano industriale prevede che l’anno prossimo registreremo l’utile e una mano potrebbe darcela il Giubileo a Roma».