adam neumann wework

ALTRO CHE MACCHINA DA SOLDI, “WEWORK” ERA UNA CARRETTA SGANGHERATALA SOCIETÀ CHE AVREBBE DOVUTO RIVOLUZIONARE IL SETTORE DEGLI “UFFICI CONDIVISI” HA FALLITO – IL COLMO È, PERÒ, CHE IL MERCATO È PIÙ VIVO CHE MAI; LA BANCAROTTA È TUTTA COLPA DEL FONDATORE BRAD NEUBERG (FINITO ANCHE AL CENTRO DI SCANDALI DI DROGA) – LA SUA GESTIONE DISSENNATA HA MANDATO IN MALORA L'AZIENDA, AD AGOSTO 2019 LA “HARVARD BUSINESS REVIEW” AVEVA ANNUNCIATO CHE...

Estratto dell’articolo di Nicola Borzi per il “Fatto quotidiano”

 

wework

La furbesca narrazione del suo fondatore Adam Neumann l’aveva spacciata per un unicorno, uno dei colossi dell’economia digitale come Amazon, Google o Facebook, in grado di cambiare l’economia, rivoluzionare il loro settore e realizzare utili stratosferici. Così in nove anni WeWork da piccola azienda si era trasformata nel gigante degli spazi per coworking, gli uffici condivisi. Ma la società di New York non era un quadrupede mitologico, bensì un modesto asino da soma, sfiancato da una folle corsa alla crescita.

 

adam neumann

Dopo la pandemia e mesi di travagliate vicende societarie, lunedì scorso il corno di cartapesta è caduto e la multinazionale è andata in fallimento. Il settore però ha un futuro tutto da scoprire, anche in Italia e non solo nelle grandi città come Milano o Roma. L’epopea degli spazi di coworking è iniziata a San Francisco il 9 agosto 2005, quando il programmatore Brad Neuberg fondò il primo ufficio condiviso. […]

 

Fondata nel 2010 a New York da Miguel McKelvey e dallo stesso Neumann, con il supporto dell’immobiliarista di Brooklyn Joel Schreiber, WeWork aveva vissuto i primi nove anni con una crescita tumultuosa che da New York e poi San Francisco l’aveva portata ad avere 700 sedi e 900 mila postazioni in tutto il mondo.

 

wework

L’8 gennaio 2019, dopo aver firmato un contratto di finanziamento da 6 miliardi di dollari con la giapponese SoftBank, la società si era trasformata nel network WeCompany. Ad aprile di quell’anno l’amministratore delegato Neumann aveva annunciato la decisione di quotare la società in estate, mentre la valutazione saliva alla somma iperbolica di 47 miliardi e il valore di collocamento era ipotizzato intorno ai 100.

 

Ma il 24 settembre 2019, dopo l’abbandono del progetto di quotazione, Neumann lasciava la carica di ad, travolto da polemiche sui suoi conflitti di interessi (comprava edifici in proprio e li riaffittava a WeWork) e sul suo consumo di droghe, ma coperto di soldi: aveva incassato 700 milioni di dollari in stock option prima della fallita Ipo.

 

WeWork

A ottobre SoftBank rilevava WeWork (alla quale ha prestato in tutto 18 miliardi), pagando Neumann mezzo miliardo per allontanarlo. Di sicuro il manager è caduto in piedi: a maggio Forbes ha stimato in 2,2 miliardi il suo patrimonio personale. A ottobre 2021 la società è riuscita a quotarsi a New York solo a un quinto della sua vecchia valutazione, pari comunque a circa 10 miliardi di dollari, con la previsione di generare entro il 2024 almeno 2 miliardi di utile operativo: obiettivo mai raggiunto.

 

Così lunedì, dopo anni di difficoltà e di piani di rilancio andati a vuoto, è andata in fallimento. A farla saltare sono stati 13 miliardi ormai insostenibili di contratti di locazione fissi a lungo termine, nonostante avesse già rinegoziato 590 contratti per 12 miliardi.

 

Ora We Work vuol chiudere 69 spazi negli Usa e Canada, 40 dei quali solo a New York.

wework

“La grande ironia della bancarotta di WeWork è che arriva proprio nel momento in cui il settore registra performance record. Il fallimento non è dovuto a mancanza di domanda quanto al suo modello di business”, ha dichiarato al Financial Times Jamie Hodari, ad di Industrious, una impresa concorrente.

 

In effetti già ad agosto 2019 la Harvard Business Review spiegava che WeWork non è mai stata un unicorno: era una società immobiliare mal gestita, ossessionata dalla crescita, disattenta ai rischi di lungo periodo e con costi dissennati, superiori ai ricavi stessi, quando già le aziende consolidate del settore, tra affitti, utenze, manutenzione e servizi, hanno spese elevate e risicati margini di profitto. Tant’è che WeWork non ha mai realizzato utili.

WE WORK

 

Poi nel 2020 la pandemia ha fatto scattare i lockdown e l’azienda ha ricevuto un colpo devastante, come quasi tutte le imprese degli uffici. Il Covid ha introdotto mutamenti radicali, con gli impiegati e i lavoratori della conoscenza sempre più propensi al lavoro da casa, che hanno colpito in modo permanente il mercato. […]

Ultimi Dagoreport

emmanuel macron giorgia meloni volodymyr zelensky vladimir putin

DAGOREPORT – MACRON E MELONI QUESTA VOLTA SONO ALLEATI: ENTRAMBI SI OPPONGONO ALL’USO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI IN EUROPA, MA PER RAGIONI DIVERSE. SE IL TOYBOY DELL’ELISEO NE FA UNA QUESTIONE DI DIRITTO (TEME LE RIPERCUSSIONI PER LE AZIENDE FRANCESI, IL CROLLO DELLA CREDIBILITÀ DEGLI INVESTIMENTI UE E IL RISCHIO DI SEQUESTRI FUTURI DI CAPITALI EUROPEI), PER LA DUCETTA È UNA QUESTIONE SOLO POLITICA. LA SORA GIORGIA NON VUOLE SCOPRIRSI A DESTRA, LASCIANDO CAMPO A SALVINI – CON LE REGIONALI TRA CINQUE GIORNI, IL TEMA UCRAINA NON DEVE DIVENTARE PRIORITARIO IN CAMPAGNA ELETTORALE: LA QUESTIONE ARMI VA RIMANDATA (PER QUESTO ZELENSKY NON VISITA ROMA, E CROSETTO NON È ANDATO A WASHINGTON)

giorgia meloni matteo salvini elly schlein luca zaia

DAGOREPORT - C’È UN ENORME NON DETTO INTORNO ALLE REGIONALI IN VENETO E CAMPANIA, E RIGUARDA LE AMBIZIONI DI ZAIA E DE LUCA DI...RIPRENDERSI LA GUIDA DELLE RISPETTIVE REGIONI! - NULLA VIETA AL “DOGE” E ALLO SCERIFFO DI SALERNO DI RICANDIDARSI, DOPO AVER “SALTATO” UN GIRO (GLI ERA VIETATO IL TERZO MANDATO CONSECUTIVO) – IN CAMPANIA PER DE LUCA SAREBBE UN GIOCO DA RAGAZZI: GLI BASTEREBBERO 5-6 CONSIGLIERI FEDELISSIMI PER TENERE PER LE PALLE FICO E POI FARLO CADERE PER RICANDIDARSI. IDEM PER IL "DOGE", CHE PERO' NON AVRA' DALLA SUA UNA LISTA DI "SUOI" CANDIDATI - A CONTARE SARANNO I VOTI RACCOLTI DAI SINGOLI PARTITI NECESSARI A "PESARSI" IN VISTA DELLE POLITICHE 2027: SE FRATELLI D’ITALIA SUPERASSE LA LEGA IN VENETO, CHE FINE FAREBBE SALVINI? E SE IN CAMPANIA, FORZA ITALIA OTTENESSE UN RISULTATO MIGLIORE DI QUELLO DI LEGA E FRATELLI D'ITALIA, COME CAMBIEREBBERO GLI EQUILIBRI ALL'INTERNO DELLA COALIZIONE DI MAGGIORANZA?

edmondo cirielli giovambattista fazzolari giorgia meloni

DAGOREPORT - C’È UN MISTERO NEL GOVERNO ITALIANO: CHE “FAZZO” FA FAZZOLARI? – IL SOTTOSEGRETARIO ALL’ATTUAZIONE DEL PROGRAMMA FA IL TUTTOLOGO, TRANNE OCCUPARSI DELL’UNICA COSA CHE GLI COMPETE, CIOE' L’ATTUAZIONE DEL PROGRAMMA - SI INDUSTRIA CON LE NOMINE, SI OCCUPA DI QUERELE TEMERARIE AI GIORNALISTI (NEL SENSO CHE LE FA), METTE IL NASO SULLE VICENDE RAI, MA NON FA NIENTE PER PLACARE GLI SCAZZI NEL CENTRODESTRA, DOVE SI LITIGA SU TUTTO, DALL'UCRAINA ALLA POLITICA ECONOMICA FINO ALLE REGIONALI – LO SHOW TRASH IN CAMPANIA E EDMONDO CIRIELLI IN VERSIONE ACHILLE LAURO: L’ULTIMA PROPOSTA? IL CONDONO…

trump epstein

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE DUE FOTOGRAFIE DI TRUMP CON IN BRACCIO RAGAZZE GIOVANISSIME A SENO NUDO? A WASHINGTON, FONTI BEN INFORMATE ASSICURANO CHE LE DUE FOTO HOT SIANO TRA LE MIGLIAIA DI FILE DI JEFFREY EPSTEIN, ANCORA DA PUBBLICARE - NEI PROSSIMI GIORNI, GRAZIE AL PASSAGGIO DI UNA PETIZIONE PARLAMENTARE FIRMATA DA 218 DEPUTATI DEMOCRATICI, MA AI QUALI SI SONO AGGIUNTI QUATTRO REPUBBLICANI, LA DIFFUSIONE COMPLETA DEI FILE DEL FINANZIERE PORCELLONE, VERRÀ SOTTOPOSTA AL VOTO DELLA CAMERA. E I VOTI REP POSSONO ESSERE DETERMINANTI PER IL SUCCESSO DELL’INIZIATIVA PARLAMENTARE DEM - SE DA UN LATO L’EVENTUALE DIVULGAZIONE DELLE DUE CALIENTI FOTOGRAFIE NON AGGIUNGEREBBE NIENTE DI NUOVO ALLA SUA FAMA DI PUTTANIERE, CHE SI VANTAVA DI POTER “PRENDERE LE DONNE PER LA FIGA” GRAZIE AL SUO STATUS DI CELEBRITÀ, DALL’ALTRO UN “PUSSY-GATE” DETERMINEREBBE UNO DURO SCOSSONE A CIÒ CHE RESTA DELLA SUA CREDIBILITÀ, IN VISTA ANCHE DEL DECISIVO VOTO DI METÀ MANDATO IN AGENDA IL PROSSIMO ANNO...