ARIA DI SCIOPERO ALLO SPORTELLO - ROTTURA VICINA TRA L'ABI E I SINDACATI: I LAVORATORI VORREBBERO 175 EURO DI AUMENTO IN BUSTA PAGA MA I BANCHIERI NON VOGLIONO SGANCIARE

Dagoreport

Ormai lo sanno anche i commessi di grigio vestito di palazzo Altieri, la sede dell'Associazione bancaria. Quella degli istituti è una moda: i soldi non ci sono per nessuno, allo sportello. Provate a chiederlo alle famiglie e alle imprese che bussano in banca per avere un prestito, la risposta è "no".

Ma le banche non ne vogliono sapere, di aprire il portafoglio, nemmeno coi loro dipendenti e non hanno alcuna intenzione di alzare le buste paga dei 310mila lavoratori del settore. Nel faccia a faccia di ieri, nella sala verde di palazzo Altieri, i sindacati e l'Abi hanno certificato che la trattativa per il rinnovo del contratto di lavoro, scaduto da un anno, è evidentemente in salita.

Siamo vicini alla rottura, sussurrano gli addetti ai lavori. Di sicuro, le posizioni sono clamorosamente distanti: i sindacati del credito insistono con la loro richiesta e pretendono 175 euro di aumento, cifra che ritengono in linea con il recupero dell'inflazione e poco altro.

Del resto un sacrificio lo hanno già fatto col congelamento delle buste paga sancito a gennaio 2012 e di fronte alle retribuzioni dei top manager che non calano nemmeno con bilanci negativi, i rappresentanti dei lavoratori sono pronti a dare battaglia. Come dire: la cinghia la devono tirare un po' tutti. Dal canto suo, l'Abi è inamovibile e ieri ha illustrato la sua posizione con 42 slide arcinote, sintetizzabili in meno di una riga con: "Cari impiegati, non ci sono quattrini".

Se proseguiranno sulla linea dura, i vertici degli istituti corrono il rischio di fare i conti con un altro sciopero, dopo quello del 31 ottobre, a cui hanno aderito 9 bancari su 10. Il vento che spira è quello, anche se i banchieri non hanno dimestichezza con le faccende meteorologiche.

Deve essere questa la ragione per la quale il segretario generale della Fabi (principale sigla del credito), Lando Maria Sileoni, al termine del suo intervento ha messo sul tavolo un anemometro. Lo strumento che serve appunto per misurare il vento è stato regalato ai banchieri, un gesto ironico col quale le sigle del credito vogliono aiutare i loro datori di lavoro a capire "che aria tira".

Il messaggio è chiaro: annusate bene il vento prima di formalizzare la vostra proposta per il rinnovo del contratto. Un contratto che l'Abi vorrebbe smontare pezzo per pezzo (gli esperti dicono"destrutturare") per creare un nuovo modello di banca, ancora tutto da definire. "Siamo disponibili al confronto - ha detto Sileoni - ma non accettiamo alcun diktat". Se per i sindacati c'è spazio per dialogare, per i big del credito il negoziato non s'ha da fare.

"Per noi - ha aggiunto il numero uno Fabi - rimane valida la piattaforma contrattuale, comprensiva della parte economica, approvata a larghissima maggioranza dai lavoratori. Chiediamo, pertanto, un confronto per esplorare tutti gli argomenti". Prossimo faccia a faccia, il 18 giugno. Le banche, però, devono prima risolvere il nodo legato a Francesco Micheli: il capo della delegazione sindacale delle banche ha dato le dimissioni da Intesa e dunque non ha più "titoli" formali per avere un ruolo politico in Abi.

Resta la carta della modifica dello statuto associativo: una riforma "ad personam" che qualcuno, fra i banchieri, già guarda di traverso. Una grana per il presidente Abi, Antonio Patuelli che appena uscito con le ossa rotte dalla vicenda Carige. La controversa questione legata all'ormai ex vicepresidente Giovanni Berneschi (oggi sarà rimpiazzato da Castelbanco) ha lasciato il segno.

Un precedente doloroso. Per evitare che si ripetano casi analoghi in futuro, Patuelli vuole più poteri in modo da poter cacciare dagli organi Abi banchieri nel mirino della magistratura, senza aspettare una sentenza aspettare una sentenza della Corte di cassazione. Ma per avere questi poteri serve anche in questo caso una riforma delle regole associative. E una doppia revisione della carta statutaria non è facile da condurre in porto. La priorità, in questo senso, è la questione morale e le deroghe su misura per Micheli passano in secondo piano.

Peraltro, fra i banchieri cresce il partito di quanti si vanno convincendo che più che un tagliatore di teste del calibro di Micheli, stavolta per sciogliere il nodo del contratto è inevitabile la mediazione del governo. Coi toni felpati che li contraddistinguono gli sherpa degli istitituti hanno bussato al governo di Matteo Renzi. Sul tavolo la richiesta di sconti fiscali necessari a compensare incrementi salariali per i colletti bianchi. Sul premier, insomma, ora grava anche il dossier degli stipendi dei bancari.

 

SPORTELLO BANCARIO Premio Guido Carli Virman Cusenza Antonio Catricala Antonio Patuelli MATTEO RENZI E PIERCARLO PADOAN GIOVANNI BERNESCHI FOTO INFOPHOTO

Ultimi Dagoreport

orcel messina

FLASH! – AVVISO AI NAVIGATI: ALLA CHIUSURA DELLA GIORNATA BORSISTICA DI OGGI LA CAPITALIZZAZIONE DI MERCATO DI UNICREDIT REGISTRA 98,20 MILIARDI, E' SUPERIORE A QUELLA DI BANCA INTESA CHE SI SI ATTESTA A 97,67 MILIARDI – CON L’ARRIVO DI ANDREA ORCEL A UNICREDIT È INIZIATO IL CAMMINO DI SORPASSO SULLA PRIMA BANCA ITALIANA GUIDATA DA CARLO MESSINA – A PIAZZA GAE AULENTI, MENTRE SI AVVIA LA RICERCA DEL SOSTITUTO DEL PRESIDENTE PADOAN, ORCEL STA PREPARANDO I “BOTTI” DI NATALE, RICCHI DI SORPRESE…

luca zaia giorgia meloni matteo salvini

FLASH! – LUCA ZAIA, ABBAIA MA NON MORDE: SONO IN MOLTI A CHIEDERSI PERCHÉ IL GOVERNATORE USCENTE DEL VENETO ABBIA ACCETTATO DI FARE DA CAPOLISTA IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI, ALLE PROSSIME REGIONALI, MALGRADO NON ABBIA OTTENUTO NÉ IL TERZO MANDATO, NÉ LA POSSIBILITÀ DI PRESENTARE UNA LISTA A SUO NOME (CON CUI AVREBBE POTUTO PESARE LA SUA FORZA ELETTORALE E SOTTRARRE CONSIGLIERI REGIONALI A FRATELLI D’ITALIA) - PERCHÉ ZAIA SI È PRESTATO A UN’OPERAZIONE DI COSÌ PICCOLO CABOTAGGIO? UNA MOSSA CHE AVVANTAGGIA SOLO SALVINI E FA FELICE LA MELONA, CHE NON CORRONO IL RISCHIO DI FARSI FREGARE I VOTI DA UNA LISTA ZAIA...

giorgia meloni donald trump al sisi tony blair

DAGOREPORT - COME MAI LA MELONISSIMA TROVA IL TEMPO PER SCAPICOLLARSI IL PRIMO NOVEMBRE IN EGITTO PER L’INAUGURAZIONE GRAND EGYPTIAN MUSEUM DI GIZA? - LA SCAMPAGNATA HA COME OBIETTIVO DI AMMALIARE IL LEADER EGIZIANO AL SISI PER AVERE UN POSTO AL TAVOLO DEL “CONSIGLIO DI PACE” CHE DOVRÀ GESTIRE LA DIFFICILE RICOSTRUZIONE DELLA PALESTINA – SE CONVINCERE IL PRESIDENTE DEGLI STATI UNITI, PER LA “BELLISSIMA GIORGIA” (COPY TRUMP) NON È UN GRAN PROBLEMA, PER STREGARE IL MONDO ISLAMICO, UNA GITARELLA IN EGITTO CADE COME IL CACIO SUI MACCHERONI – E DOPO IL RIFIUTO ARABO COME “GOVERNATORE” DI GAZA DI BIGLIET-TONY BLAIR, LA NEFERTARI DER COLLE OPPIO COVEREBBE ADDIRITTURA IL SOGNO DI…

donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - IL CLAMOROSO VIDEO MAGA, CHE DONALD TRUMP HA “CONSACRATO” RILANCIANDOLO SU TRUTH, IN CUI SI AFFERMA CHE L'ITALIA SI ACCINGEREBBE A ROMPERE CON L’UNIONE EUROPEA SUI DAZI PER NEGOZIARE DIRETTAMENTE CON GLI STATI UNITI E CHE IL NOSTRO PAESE SAREBBE INTERESSATO A TAGLIARE IL SUO SOSTEGNO ALL'UCRAINA, È UN FATTO GRAVISSIMO, BENCHE IGNORATO DAL "CORRIERE", PERCHÉ È ESATTAMENTE L'OPPOSTO DELLA LINEA PORTATA AVANTI UFFICIALMENTE DALLA STATISTA DELLA SGARBATELLA IN QUESTI ANNI - UNA TALE MAGA-SCONCEZZA AVREBBE DOVUTO SPINGERE LA DUCETTA A UN SEMPLICE COMMENTO: TRATTASI DI FAKE-NEWS. INVECE, LA TRUMPETTA DI PALAZZO CHIGI, CHE FA? ZITTA! - PARLANO INVECE TAJANI E LOLLOBRIGIDA CHE GARANTISCONO: “ABBIAMO SEMPRE LAVORATO CON L'UNIONE EUROPEA, MA CHIARAMENTE PARLIAMO ANCHE CON GLI AMERICANI…” - VIDEO

stefano de martino caroline tronelli roberto vaccarella michelle hunziker nino tronchetti provera

DAGOREPORT - L’ESTATE FA SBOCCIARE GLI AMORI, L’AUTUNNO LI APPASSISCE – LA STORIA TRA BOSCHI E GIULIO BERRUTI È FINITA IN...VACCARELLA! L'EX MINISTRA RENZIANA DA TRE SETTIMANE SI È AVVICINATA ALL’AVVOCATO ROBERTO VACCARELLA, “COGNATO” DI GIOVANNINO MALAGÒ – NONOSTANTE IL RESTAURO DEL VILLONE DA 700MQ A MILANO, E L'INTERVISTA RASSICURANTE A "VERISSIMO" (“HO RITROVATO LA SERENITÀ”), A MILANO DANNO AL CAPOLINEA ANCHE LA STORIA TRA MICHELLE HUNZIKER E NINO TRONCHETTI PROVERA - FATALE FU IL SEX-TAPE? DOPO SETTIMANE DI ROBANTE PASSIONE E PRIME PAGINE PATINATE, IL DECLINANTE STEFANO DE MARTINO (IL SUO "AFFARI TUOI" E' FINITO SOTTO "LA RUOTA DELLA FORTUNA") E CAROLINE TRONELLI SI SONO LASCIATI. DA UN MESE NON SI VEDONO PIÙ INSIEME IN PUBBLICO...

giulio berruti maria elena boschi

L’INIZIO DELLA STORIA TRA L’ONOREVOLE MARIA ELENA BOSCHI E GIULIO BERRUTI, DENTISTA-ATTORE, È STATO FELICE, ALLIETATO DI SGUARDI ADORANTI SOTTO I FLASH DI “CHI”. L’INTRECCIO È CONTINUATO PER CINQUE ANNI TRA QUADRETTI FAMILIARI LIALESCHI PIENI DI BUONA VOLONTÀ MA SEMPRE PIÙ CARICHI DI TENSIONI. SAPPIAMO CHE NON C'È PIÙ GRANDE DOLORE, A PARTE I CALCOLI RENALI, DI UN AMORE FALLITO. QUINDI, ANNUNCIAMO COL DOVUTO RISPETTO, CHE È SCESO DEFINITIVAMENTE IL SIPARIO SULLA COPPIA BOSCHI E BERRUTI. BUONA FORTUNA A TUTTI...