ignazio visco popolare di bari bankitalia

BARI ERA NEL BARATRO DA QUEL DÌ - DOPO 10 ANNI DALLA PRIMA ISPEZIONE, VISCO E I SUOI UOMINI CONTINUAVANO A FIDARSI DELLE PROMESSE DEI MANAGER. SOLO QUANDO LA TRATTATIVA È DEGENERATA, E DA BARI SI SONO RIFIUTATI DI OFFRIRE DOCUMENTI E UN RICAMBIO DEI DIRIGENTI, BANKITALIA HA STACCATO LA SPINA

 

Carlo Bonini e Giuliano Foschini per “la Repubblica

 

Eccolo, dunque, il de profundis della Banca Popolare di Bari.

Sono quattro pagine dattiloscritte intestate Banca d' Italia, classificate "riservatissimo", che portano la data di venerdì scorso, 13 dicembre, il numero di delibera 712/2019, e la firma del Governatore, Ignazio Visco.

CARMELO BARBAGALLO IGNAZIO VISCO

 

È il provvedimento di commissariamento. Quello che dispone lo «scioglimento degli organi con funzione di amministrazione e controllo» della banca e la «nomina gli organi straordinari». È la fotografia di un disastro di governance, anche nel suo ultimo tratto, quello affidato alle mani dell' ad Vincenzo De Bustis Figarola. Di sofferenze in bilancio sottostimate fino alla fine (i crediti deteriorati).

 

E di coefficienti di solidità patrimoniale scesi sotto la soglia di guardia. Quella oltre la quale si portano i libri in tribunale. Di una decisione presa nella consapevolezza di un' inchiesta penale condotta ormai da tre anni dal Procuratore aggiunto Roberto Rossi e dai pm Federico Perrone Capano e Lydia Giorgio e diventata necessaria prima ancora che l' ultima delle ispezioni disposte la scorsa estate da Palazzo Koch fosse completata. Per evitare che stavolta sì, si arrivasse troppo tardi.

daniele franco

 

"Deterioramento irreversibile" Scrive il Governatore di Banca d' Italia Ignazio Visco: «La situazione della Banca popolare di Bari è da tempo all' attenzione della Vigilanza, a motivo di incertezze sulle prospettive strategiche e di criticità nei principali profili tecnici, riconducibili in particolare all' elevata incidenza dei prestiti deteriorati e la scarsa efficienza aziendale, che hanno determinato la progressiva riduzione dei margini patrimoniali. Dalla seconda metà del 2018, si è registrato un deterioramento della situazione tecnica, riconducibile anche alla sopraggiunta necessità di effettuare accantonamenti aggiuntivi sulle principali esposizioni creditizie, che hanno determinato una riduzione significativa dei coefficienti patrimoniali su livelli prossimi ai minimi».

 

Il Governatore fotografa le ultime mosse della banca, l' ultimo disperato tentativo degli Jacobini e di De Bustis di ottenere una prova d' appello.

vincenzo de bustis ai tempi in cui era dg di mps

«In considerazione delle perdite registrate alla chiusura dell' esercizio del 2018, la banca ha trasmesso a questo Istituto, in data 17 maggio 2019, il piano di conservazione del capitale prescritto dalla normativa prudenziale». Inutilmente, a quanto pare. Perché, come lo stesso Visco osserva, «l' implementazione di tale piano è stata pregiudicata dall' intensa e crescente conflittualità all' interno del Consiglio di amministrazione e dalle contrapposizioni tra gli organi aziendali». Il riferimento è allo scontro - di cui Repubblica ha dato conto in questi mesi - tra un autocertificato cavaliere bianco (l' ad Vincenzo de Bustis Figarola), e il vecchio patriarca, Marco, e uno dei suoi figli, Luigi Jacobini.

 

«In questo scenario - annota il Governatore - il 18 giugno del 2019 hanno preso avvio presso la Banca popolare di Bari accertamenti ispettivi di Vigilanza a spettro esteso, tuttora in corso». E gli esiti, parziali, consigliano di non perdere tempo. Scrive infatti il Governatore: «Il sopralluogo ispettivo sta facendo emergere elementi di tale criticità da condurre il team incaricato a rilasciare riferimenti interlocutori». La delibera ne documenta il dettaglio.

jacobini e de bustis pop bari

 

Gli esiti dell' ispezione 2019

Nulla gira come deve a Bari. Scrive Visco: «Il rinnovo delle cariche sociali raccomandato dalla Vigilanza da parte dell' assemblea del 21 luglio 2019 (il riferimento è alla nomina di presidente del professor Gianvito Giannelli e dell' ingresso in consiglio di amministrazione dei consiglieri Patrizia Giangualano, di Giulio Codacci Pisanelli e Francesco Ago, poi dimessosi, di Gregorio Monachino e di Vincenzo de Bustis, ndr ) non ha prodotto con l' attesa celerità ed efficacia concreti interventi di rilancio dell' azione gestionale e di messa in sicurezza dei requisiti patrimoniali della banca. L' attuazione delle iniziative programmate, talvolta basate su aspettative poi rivelatesi infondate, è stata compromessa da ritardi e non ha prodotto risultati tangibili sull' operatività aziendale».

 

A dispetto, dunque, di quanto Vincenzo De Bustis ha provato ad accreditare con una robusta campagna di pubbliche relazioni e comunicazione, a dispetto del nastro consegnato da mani anonime a Fanpage nei giorni scorsi dove si ascoltava un De Bustis severo, pronto a fustigare la governance, e contestualmente rassicurante sull' impossibilità di un commissariamento, le cose andavano in ben altro modo.

 

marco jacobini 4

Questo: «Il profilo reddituale della Banca popolare di Bari si mantiene deficitario a causa dell' insufficienza delle fonti di ricavo e del peso dei costi di struttura (...) La situazione al 30 settembre 2019 si è ulteriormente deteriorata, con un cost/income asceso al 108,5 per cento». La Popolare insomma brucia più denaro di quanto incassi e «al 31 dicembre 2019 la perdita inerziale sulla base delle previsioni aziendali si attesta a 194 milioni di euro, senza considerare le ulteriori rettifiche sul portafoglio crediti risultanti dall' analisi ispettiva».

 

Il baratro dei crediti inesigibili

Già, i crediti. Da sempre il pozzo di San Patrizio in cui la banca annega.

Anche stavolta sottostimati in bilancio nel tentativo di gettare un po' di fumo negli occhi a palazzo Koch.

 

«L' analisi del portafoglio crediti scrive Visco sulla base dei dati parziali trasmessi dai suoi ispettori - ha rivelato una sottostima della quantificazione del rischio: la revisione di un primo campione di fascicoli di fido, per un importo complessivo pari a 654 milioni, ha palesato maggiori posizioni deteriorate per 148 milioni di euro ed esigenze di maggiori rettifiche sui crediti per 109 milioni ».

 

GIANVITO GIANNELLI

 Il risultato, al 30 settembre 2019, è che i coefficienti di rischio «si posizionano al di sotto dei minimi regolamentari: 4,22 per cento il Cet1 (acronimo di Common Equity Tier, indice che esprime la solidità di un Istituto bancario ndr.) e 6,22 per cento il Tcr (Total capital ratio, altro indice di solidità calcolato sull' insieme del patrimonio ndr .) con un deficit di 104 milioni di euro. L' impatto di tali perdite sulle stime patrimoniali prodotte dall' azienda determinano un' ulteriore discesa dei coefficienti».

 

banca popolare di bari 3

L' ultima carta

De Bustis - come annota Visco - tenta un' ultima carta il 29 novembre scorso, quando formalizza una richiesta di intervento al Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi per un intervento sul capitale che dia dell' ossigeno che non c' è più. Ma anche questa è una mossa dove alle intenzioni non seguono i fatti.

 

Accade infatti che nonostante la disponibilità del fondo e di Mediocredito centrale ad avviare una discussione costruttiva, Bari riproponga la sua melina nel fornire documenti e chiarimenti necessari all' intervento. È la goccia che fa traboccare il vaso. Scrive Visco: «L' andamento delle trattative non è coerente con la rapida degenerazione della situazione tecnica che rende indifferibile una soluzione di mercato. Le gravi perdite patrimoniali, l' insufficiente azione degli organi aziendali in relazione alla grave criticità del contesto configurano i presupposti per l' adozione in via d' urgenza della misura di un intervento precoce». È la fine.

banca popolare di bari 1

Ultimi Dagoreport

salvini rixi meloni bignami gavio

DAGOREPORT - I FRATELLINI D’ITALIA CI SONO O CI FANNO? SULLA QUESTIONE PEDAGGI, CI FANNO: FINGONO DI CASCARE DAL PERO DI FRONTE ALL’EMENDAMENTO LEGHISTA CHE AUMENTA IL COSTO DELLE AUTOSTRADE, MA SAPEVANO TUTTO DALL’INIZIO. QUELLO DEL CARROCCIO È STATO UN BALLON D’ESSAI PER VEDERE COSA SAREBBE SUCCESSO. MA DI FRONTE ALL’INDIGNAZIONE DI CONSUMATORI E OPPOSIZIONE LA MELONI HA ORDINATO LA RETROMARCIA – ORA IL CETRIOLONE PASSA AI CONCESSIONARI: CHE DIRANNO I VARI TOTO, BLACKSTONE, MACQUARIE E GAVIO DI FRONTE AL FORTE DIMAGRIMENTO DEI LORO DIVIDENDI? – I PIANI ECONOMICI FINANZIARI BLOCCATI E I MOLTI INCROCI DI GAVIO CON IL GOVERNO: HA APPENA VENDUTO 250MILA AZIONI DI MEDIOBANCA, FACENDO UN FAVORE, INDIRETTO A “CALTA” E ALLA SCALATA AL POTERE FINANZIARIO MILANESE PROPIZIATA DALLA FIAMMA MAGICA…

trump zelensky meloni putin

DAGOREPORT - DONALD TRUMP È STATO CHIARO CON ZELENSKY: SE CEDE LE QUATTRO REGIONI OCCUPATE DAI RUSSI, OLTRE LA CRIMEA, A PUTIN, USERÀ IL SUO SÌ PER MINACCIARE MOSCA. SE “MAD VLAD” NON ACCETTA DI CHIUDERE SUBITO IL CONFLITTO, ARMERÀ FINO AI DENTI KIEV – IL TYCOON PUTINIZZATO FINGE DISTANZA DALLO ZAR DEL CREMLINO: "VUOLE ANDARE FINO IN FONDO, CONTINUARE A UCCIDERE, NON VA BENE...". MA È SCHIACCIATO SULLE PRETESE DI MOSCA: HA PROMESSO A PUTIN CHE L’UCRAINA INDIRÀ ELEZIONI UN ATTIMO DOPO IL CESSATE IL FUOCO – LA RISATA DA VACCARO DEL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO DI FRONTE ALLA CONFERENZA PER LA RICOSTRUZIONE BY GIORGIA MELONI: MA COSA VUOI RICOSTRUIRE SE C’È ANCORA LA GUERRA?

antonio tajani giorgia meloni neri nero bambini immigrati migranti matteo salvini

DAGOREPORT – AH, TAJANI DELLE MERAVIGLIE! RICICCIARE PER L'ENNESIMA VOLTA LO IUS SCHOLAE E, DOPO UN BATTAGLIERO RUGGITO, RINCULARE SUBITO A CUCCIA (''NON E' LA PRIORITA'"), E' STATO UN FAVORE FATTO A GIORGIA MELONI, DETERMINATA A SEMINARE ZIZZANIA TRA LE FILE LEGHISTE SPACCATE DA VANNACCI, PER CUI UNA PROPOSTA DI LEGGE PER LA CITTADINANZA AI RAGAZZI CHE COMPLETANO GLI STUDI IN ITALIA, E' PEGGIO DI UNA BESTEMMIA SULL'ALTARE - IL MINISTRO DEGLI ESTERI (SI FA PER DIRE: SUGLI AFFARI INTERNAZIONALI DECIDE TUTTO LA STATISTA DELLA GARBATELLA), UNA VOLTA APPOGGIATO IL BIANCO TOVAGLIOLO SUL BRACCIO, SI E' PRESTATO COSI' A SPARARE UN AVVISO A MATTEO SALVINI: SI PREGA DI NON TIRARE TROPPO LA CORDA, GRAZIE!

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – OGGI DONALD TRUMP CHIAMERÀ VOLODYMYR ZELENSKY E GLI PRESENTERÀ “L’OFFERTA” DI PUTIN: “MAD VLAD” VUOLE IL RICONOSCIMENTO DELLE ZONE ATTUALMENTE OCCUPATE DAI SUOI SOLDATI (OLTRE ALLA CRIMEA, CHE CONSIDERA RUSSA DAL 2014). IL PIANO DEL TYCOON È CONVINCERE L’EX COMICO UCRAINO A DARE L’OK, E POI TORNARE DA PUTIN E FINIRE LA GUERRA. CON UNA SOTTESA MINACCIA: SE, NONOSTANTE LE REGIONI ANNESSE, MOSCA CONTINUASSE IL CONFLITTO, A QUEL PUNTO GLI USA SAREBBERO PRONTI A RIEMPIRE DI ARMI KIEV PER FARE IL CULO A STELLE E STRISCE ALLO ZAR DEL CREMLINO - MA QUANTO CI SI PUO' ANCORA FIDARE DELLE PROMESSE DI TRUMP, VISTE LE CAZZATE CHE HA SPARATO FINORA?