arnault e lagardere

LA BATTAGLIA PER LAGARDÈRE FA SALTARE IL SALOTTO BUONO DELLA FINANZA FRANCESE - LO SCONTRO VEDE L' EREDE DELLA DINASTIA, ARNAUD, APPOGGIATO DALL' UOMO PIÙ RICCO DI FRANCIA, BERNARD ARNAULT, CONTRO L' EX CAVALIERE BIANCO VINCENT BOLLORÉ E IL FONDO ATTIVISTA AMBER. CHE NON HANNO INTENZIONE DI MOLLARE L'OSSO PUR DI DETRONIZZARE IL RAMPOLLO: "C'È UN VERO PROBLEMA DI GOVERNANCE, I RISULTATI DEL PRIMO SEMESTRE SONO STATI PESSIMI"

 

Anais Ginori per ''Affari & Finanza - la Repubblica''

 

Lo scontro vede l' erede della dinastia, Arnaud, appoggiato dall' uomo più ricco di Francia, Bernard Arnault, contro l' ex cavaliere bianco Vincent Bolloré e il fondo attivista Amber

 

arnaud lagardere 1

Nel capitalismo francese va in scena una battaglia senza esclusioni di colpi che coinvolge l' erede di una gloriosa dinastia, l' uomo più ricco del paese, uno degli imprenditori e finanzieri più spregiudicati. Sullo sfondo c' è anche il Qatar e un' ex presidente della Repubblica.

 

Gli ingredienti ci sono tutti per appassionarsi. E nessuno può davvero scommettere sul finale. Protagonista è Arnaud Lagardère, prossimo ai sessant' anni, che nel 2003 si è ritrovato un po' per caso alla guida del gruppo famigliare dopo l' improvvisa scomparsa del padre Jean-Luc. Il fondatore, morto dopo una banale operazione all' anca, aveva fatto fortuna tra armamenti e aeronautica, spaziando dall' immobiliare allo sport. Oggi il gruppo ha 28mila dipendenti e un fatturato di 7,2 miliardi di euro concentrato su duty free e negozi Relay in oltre 200 aeroporti, il numero tre dell' editoria Hachette e alcuni importanti media, tra cui il magazine Paris Match e la radio Europe 1.

 

I problemi per Lagardère sono cominciati ancora prima della crisi del Covid che ha colpito sia editoria che travel retail. Già l' anno scorso il fondo attivista Amber, creato dal francese Joseph Oughourlian, ex dirigente Société Générale, ha lanciato l' offensiva per ribaltare il cda, criticando l' attuale gestione e puntando le deludenti performance del titolo in Borsa. In questi anni il rampollo di una delle principali famiglie industriali francesi si è dimostrato soprattutto capace di vendere alcuni dei gioielli.

 

jean luc e arnaud lagardere

"Ho portato il gruppo verso business dove abbiamo le risorse per essere leader mondiali: l' editoria e la vendita al dettaglio di viaggi" ripete a chi lo attacca Lagardère junior. "Se non avessi fatto questa mossa strategica, il gruppo sarebbe morto. Negli ultimi 15 anni abbiamo venduto 9 miliardi di euro di attività e realizzato 4 miliardi di euro di plusvalenze: si potrebbe dire che il bicchiere è un quarto vuoto, ma in realtà è per tre quarti pieno". Sposato a un' ex modella, è stato criticato per le eccessive mondanità e le paparazzate sui rotocalchi. Uno stile appariscente poco consono all' establishment francese che in parte continua a difenderlo perché rappresenta un pezzo di storia e ha ancora leve d' influenza con i media.

 

Ecco quindi che a primavera è arrivato Vincent Bolloré, diventato socio del gruppo ad aprile su sollecitazione di Nicolas Sarkozy e ufficialmente per fare scudo contro Amber.

arnaud lagardere

La missione sembrava compiuta. Superando vittorioso l' assemblea generale di maggio, Lagardère era convinto di essere finalmente tranquillo. La tregua è durata poco. Portarsi in casa Bolloré non è sempre garanzia di serenità, come si evince dal suo passato di raid ostili. Il patron di Vivendi ha cominciato a crescere nel capitale ed è passato con il "nemico", alleandosi con Amber per chiedere la convocazione di un' assemblea straordinaria degli azionisti e ottenere quattro rappresentanti nel consiglio di sorveglianza. Amber e Vivendi detengono ormai quasi il 44% del capitale del gruppo e poco più del 30% dei diritti di voto.

 

E così Lagardère ha dovuto cercare un altro cavaliere bianco. Questa volta ha puntato ancora più in alto, fino a stringere un patto con Bernard Arnault. Il patron del gruppo di lusso Lvmh era amico del fondatore del gruppo, Jean-Luc. Secondo la leggenda, gli avrebbe chiesto di vegliare sul figlio e sul gruppo dopo la sua scomparsa. Arnault ha preso il 27% della holding di famiglia attraverso un aumento di capitale. Un' operazione che vale circa 100 milioni di euro ed è una boccata d' ossigeno per l' accomandita Lagardère Capital & Management che non gode di buona salute. Il bilancio nel 2019 (reso noto su ingiunzione del tribunale per la prima volta dal 2009) ha chiuso con un rosso di 79 milioni e un indebitamento complessivo di 214 milioni.

bernard arnault e arnaud lagardere

 

Grazie all' arrivo del nuovo socio, Lc&m ha potuto così rinegoziare il prestito a termine di 164 milioni di euro contratto con il Crédit Agricole. "Questo investimento darà espressione concreta ai legami di lunga data tra le nostre due famiglie e dimostrerà il nostro attaccamento all' integrità del gruppo Lagardère" ha detto Arnault.

 

Forte del sostegno del miliardario, Lagardère ha replicato alle mosse di Vivendi e Amber, lanciando a sua volta il guanto di sfida. Il consiglio di sorveglianza gli ha rinnovato ad agosto il mandato di gestore per quattro anni, con un anticipo di sette mesi rispetto alla scadenza fissata. E la settimana scorsa ha rifiutato di organizzare l' assemblea straordinaria, sostenendo che i richiedenti non avessero "alcun motivo legittimo" e che il momento non fosse opportuno visto che Vivendi (proprietario di Editis) è un concorrente diretto nell' acquisizione della stessa casa editrice americana Simon & Schuster.

arnaud lagardere con jade foret

 

Il cds ha inoltre co-optato Valérie Bernis, considerata persona di fiducia di Arnault. Con il suo status di società in accomandita per azioni, il gruppo Lagardère è teoricamente al riparo dalle offensive degli azionisti e il suo socio generale può esercitare il controllo pur detenendo solo il 7% circa delle azioni.

 

Ora lo scontro si sposta nell' arena giudiziaria. Vivendi ed Amber hanno deciso di rivolgersi al tribunale del Commercio di Parigi per ottenere la convocazione dell' assemblea. Nella loro guerra per modificare le linee di governance del gruppo potrebbero ottenere il sostegno di altri importanti azionisti: il fondo sovrano del Qatar (20% dei diritti di voto), la Caisse des Dépôts o i fondi anglosassoni. Non è ancora chiaro come si muoveranno tutti protagonisti della vicenda, tra cui Sarkozy presente nel consiglio di sorveglianza e amico sia di Lagardère che di Bolloré. È una partita di poker in cui molti tengono carte coperte.

 

L' intervento di Arnault è un jolly che pesa. Tra le sue molte attività, il proprietario di Lvmh ne detiene alcune simili a quelle di Lagardère.

bernard arnault

È l' editore dei quotidiani Le Parisien, Les Echos e di Radio Classique. Inoltre, controlla il business dei Duty Free Shopper, che ha 400 punti vendita internazionali in 15 aeroporti. Tra i due gruppi esistono già alcuni partenariati come per Bulgari, marchio Lvmh, venduti in alcune boutique gestite da Lagardère. Di certo, Bolloré non ha alcuna intenzione di arrendersi. "C' è un vero problema di governance, i risultati del primo semestre sono stati pessimi" ha commentato un portavoce di Vivendi subito dopo l' annuncio del ricorso in tribunale.

 

Per prendere il controllo, Bolloré dovrebbe lanciare un' offerta pubblica di acquisto ostile. Aprendo uno scontro diretto con l' uomo più ricco di Francia.

 

 

vincent bollore

 

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