alitalia benetton

I BENETTON IN LISTA D'ATTESA - ''SIAMO ANCORA DISPOBIBILI PER ALITALIA. MA SERVE UN VERO PIANO. DELTA NON ERA DISPONIBILE, LUFTHANSA SÌ. GLI ESUBERI? ORA TUTTO È PIÙ COMPLICATO. A COMINCIARE DAI RAPPORTI CON BRUXELLES CHE OLTRE AL PRESTITO DI 900 MILIONI, ORMAI IN GRAN PARTE BRUCIATO, DOVRÀ VALUTARE IL NUOVO DI 400 MILIONI. AUGURIAMOCI CHE NON LI CLASSIFICHI COME AIUTI DI STATO'' - DE MICHELI: ''SE QUESTE DISPONIBILITÀ ERANO COSÌ STRUTTURATE, ANDAVANO RAFFORZATE''

 

  1. ALITALIA: DE MICHELI, COMMISSARIO? DECIDE PATUANELLI

patuanelli paola de micheli

 (ANSA) - "E' in corso una riunione al Mise, ho appena sentito il ministro Patuanelli. Abbiamo approvato un decreto che credo sia un pezzo della soluzione che dovrebbe portarci a una ristrutturazione dell' azienda che tenga conto sia della questioni legate ai lavoratori che all'efficienza a alla competitività della compagnia". Così il ministro delle Infrastrutture Paola De Micheli su Alitalia. Quanto ai tempi per la nomina di un commissario "e' una valutazione che spetta al ministro Patuanelli".

 

  1. ALITALIA: DE MICHELI, DISPONIBILITÀ ANDAVANO RAFFORZATE

FABIO CERCHIAI

 (ANSA) - "Queste disponibilità se erano così strutturate forse dovevano essere un pochettino rafforzate". Risponde cosi il ministro dei Trasporti Paola De Micheli rispetto alla rinnovata disponibilita' mostrata da Atlantia a far parte di una cordata per salvare Alitalia. "Sul tema di Atlantia - ha detto il ministro a margine degli Stati Generali dello Spazio in corso a Napoli - è del tutto evidente che il decreto ci porta verso una gestione diversa dalla composizione consortile che era quella prevista prima e quindi ora ci dobbiamo concentrare su quello che abbiamo deciso di fare nel decreto approvato. E poi dopo - ha concluso - solo alla fine di questo percorso che ci siamo dati valuteremo tutte le disponibilità in campo".

 

  1. «ALITALIA? SIAMO ANCORA DISPONIBILI MA SERVE UN VERO PIANO DI RILANCIO»

Osvaldo De Paolini per ''Il Messaggero''

 

FABIO CERCHIAI E GIOVANNI CASTELLUCCI

«Premesso che Atlantia resta interessata a sostenere il rilancio di Alitalia, la proposta di Delta è però del tutto inadeguata perché non identifica quel partner industriale realmente coinvolto di cui il progetto averebbe bisogno. Senza questo presupposto, i denari investiti da Atlantia e dagli altri soci sarebbero stati solo un contributo a un salvataggio destinato a fallire». Fabio Cerchiai, presidente di Atlantia proprio non digerisce l'accusa ad Atlantia di aver «finto» la trattativa con Fs su Alitalia solo per guadagnare tempo. «Quella trattativa ha comportato un forte impegno di uomini e risorse e il nostro interesse al rilancio è tuttora evidente visto che Fiumicino, l'aeroporto più importante d'Italia, fa capo a noi e che il fallimento della compagnia avrebbe un impatto pari al 28% dei nostri ricavi aviation».

 

aereo lufthansa

Non pensa che avete commesso un errore ad abbandonare la partita nel momento più delicato? Soprattutto in relazione all'altra partita, quella sulle concessioni autostradali?

 

«Non è stato un errore. Il governo ha chiesto che fosse elaborato un piano effettivo di rilancio, non di salvataggio. E noi a quello siamo interessati. Con Delta indisponibile a cimentarsi nella gestione della compagnia, è impensabile varare un piano industriale di vero rilancio. Per questo insieme a Fs abbiamo preso contatto con Lufthansa, decisamente più disponibile sul versante industriale, seppure a certe condizioni».

 

Non avete pensato che abbandonando la partita Alitalia, la trattativa sulle concessioni, con Di Maio pronto a spararvi addosso quotidianamente, sarebbe diventata una salita ancor più ripida?

angela merkel con aereo lufthansa in mano

 

«Ci abbiamo pensato, tanto è vero che non abbiamo esitato a farne menzione nella lettera del 2 ottobre inviata al ministro Patuanelli. Ma non potevamo fare diversamente. Come si può pretendere che Atlantia si impegni in un'avventura a rischio e destinata ad assorbire ingenti risorse, quando il futuro della più importante controllata del gruppo diventa incerto? Non va dimenticato che a nostra volta abbiamo degli obblighi nei confronti dei 31 mila dipendenti, dei 40 mila azionisti e dei numerosi investitori istituzionali».

 

Ma se Delta cambiasse idea e decidesse di essere quel partner industriale che voi chiedete, partecipereste all'eventuale nuova cordata con loro?

 

«Perché no? Si tratta di una compagnia di grande livello, apprezzata in tutto il mondo. Le nostre obiezioni riguardano il ruolo passivo che fino ad oggi sembra voler giocare. Lufthansa, che pure chiede garanzie sugli esuberi, ha però un progetto ampio, visto che nei suoi piani c'è l'idea di trasformare l'aeroporto di Fiumicino, che considerano un'eccellenza, nell'hub per l'Europa mediterranea. E questo è un vantaggio per il Paese».

ED BASTIAN CEO DI DELTA 1

 

Però chiede una ristrutturazione feroce e vuole garanzie dal governo sulla gestione comune degli esuberi, non meno di 3.500. Tra l'altro, c'è chi dubita che il commissario unico che tra breve assumerà la gestione della compagnia, pur dotato di ampi poteri possa risolvere il problema.

 

«Vede, se Delta avesse voluto partecipare pienamente al progetto, contribuendo a costruire un piano industriale solido, Atlantia e Fs avrebbero potuto anche fare sforzi aggiuntivi per consentire una gestione degli esuberi più soft rispetto ai 2.800 preventivati. Ora tutto è più complicato. A cominciare dai rapporti con Bruxelles che oltre al prestito di 900 milioni, ormai in gran parte bruciato, dovrà valutare il nuovo di 400 milioni. Auguriamoci che non li classifichi come aiuti di Stato».

 

Cerchiai, dalla tragedia del Ponte Morandi molto è accaduto, molte scelte sono state fatte. Che cosa non rifareste?

 

volo delta 2

«Di fronte a una tragedia tanto grave non si può che reagire con spirito di autocritica. Prescindiamo dalle responsabilità civili e penali, qui sarà la magistratura a dare risposte. Parliamo invece della responsabilità sociale: non voglio dare cifre, sebbene abbiano un certo rilievo, ma credo che su questo fronte abbiamo agito con grande impegno, sia nel far fronte ai doverosi risarcimenti che cercando di dare soluzione a tutte le situazioni di disagio che si sono via via presentate».

 

Le criticità che stanno emergendo sul fronte dei controlli e della manutenzione della rete confermano che la terziarizzazione è la via maestra per evitare altre tragedie. Negli ultimi mesi avete addirittura preceduto l'obbligo imposto dal governo, affidando a terzi il compito di verificare la sicurezza di ponti e viadotti. Perché non l'avete fatto prima?

 

«Si riteneva adeguata la prassi sempre adottata. Dopo la tragedia del Morandi, tutto è cambiato. È stato attivato un piano straordinario di controlli affidato a società terze. E oggi abbiamo attivato affidamenti per investimenti in manutenzioni e altri interventi sulla rete per ulteriori 500 milioni, con accordi quadro da attivare nei prossimi due anni in largo anticipo sul piano di marcia, in attuazione di un impegno preso con la ministra De Micheli».

DELTA AIRLINES

 

Però non sempre si è trattato di prassi standard, visto che dalle intercettazioni tra i responsabili dei controlli sono emersi episodi assai poco commendevoli.

 

«Vero. Definirli poco commendevoli è un eufemismo. Appena appreso di quei comportamenti non abbiamo atteso il giudizio dei tribunali, ma abbiamo applicato il codice etico interno licenziando le persone più direttamente coinvolte».

 

Un'ultima domanda. A proposito di caducazione o di revisione delle concessioni autostradali, a che punto è il tavolo con il ministero?

«Abbiamo avuto numerose interlocuzioni. Siamo in attesa di capire le intenzioni del governo. Per parte nostra, siamo disponibili a condividere soluzioni nell'interesse degli italiani: abbiamo già offerto al governo le nostre riflessioni in merito».

Ultimi Dagoreport

giovambattista giovanbattista fazzolari vitti

FLASH – ROMA VINCE SEMPRE: IL SOTTOSEGRETARIO FAZZOLARI, DA SEMPRE RISERVATISSIMO E RESTÌO A FREQUENTARE I SALOTTI, ORA VIENE PIZZICATO DA DAGOSPIA NEL “SALOTTO” DI PIAZZA SAN LORENZO IN LUCINA, SPAPARANZATO AI TAVOLI DI “VITTI”, DOVE POLITICI, GIORNALISTI E POTENTONI AMANO ATTOVAGLIARSI (DENIS VERDINI FACEVA LE RIUNIONI LI' E CLAUDIO LOTITO AMA GOZZOVIGLIARE DA QUELLE PARTI, SPILUCCANDO NEI PIATTI ALTRUI) – ANCHE “FAZZO” È ENTRATO NELLA ROMANELLA POLITICA DE “FAMOSE DU’ SPAGHI”: L’EX DIRIGENTE DI SECONDA FASCIA DELLA REGIONE LAZIO CHIACCHIERA CON UN CANUTO SIGNORE DI CUI VORREMMO TANTO CONOSCERE L’IDENTITÀ. I DAGO-LETTORI POSSONO SBIZZARIRSI: HANNO QUALCHE SUGGERIMENTO PER NOI?

giampaolo rossi rai report sigfrido ranucci giovanbattista fazzolari francesco lollobrigida filini

DAGOREPORT – RAI DELLE MIE BRAME: CHIAMATO A RAPPORTO L'AD GIAMPAOLO ROSSI ALLA CAMERA DEI DEPUTATI DOVE SI E' TROVATO DAVANTI, COL DITO ACCUSATORIO, I PLENIPOTENZIARI RAI DEI TRE PARTITI DI MAGGIORANZA: GASPARRI (FI), MORELLI (LEGA) E FILINI (FDI) CHE, IN CORO, GLI HANNO COMANDATO DI TELE-RAFFORZARE LA LINEA DEL GOVERNO - IL PIÙ DURO È STATO IL SOTTOPANZA DI FAZZOLARI. FILINI SPRIZZAVA FIELE PER L’INCHIESTA DI “REPORT” SUI FINANZIAMENTI DI LOLLOBRIGIDA ALLA SAGRA DEL FUNGO PORCINO - ROSSI, DELLE LORO LAMENTELE, SE NE FOTTE: QUANDO VUOLE, IL FILOSOFO CHE SPIEGAVA TOLKIEN A GIORGIA NELLE GROTTE DI COLLE OPPIO, PRENDE IL TELEFONINO E PARLA DIRETTAMENTE CON LA PREMIER MELONI... - VIDEO

giorgia meloni daria perrotta giancarlo giorgetti

FLASH – GIORGIA MELONI HA DETTO A BRUTTO MUSO AL RAGIONERE GENERALE DELLO STATO, DARIA PERROTTA: “QUESTO È UN ESECUTIVO POLITICO E NON TECNICO”. IL CENTRODESTRA HA GIÀ SILURATO IL DG DEL TESORO, ALESSANDRO RIVERA, HA LIQUIDATO L’EX RAGIONIERE BIAGIO MAZZOTTA E HA ACCOMPAGNATO ALL’USCITA IL DIRETTORE DELLE PARTECIPATE, MARCELLO SALA. ORA SE LA PRENDE ANCHE CON LA FEDELISSIMA DI GIANCARLO GIORGETTI, CHE NON È CERTO UNA PERICOLOSA COMUNISTA, NÉ UNA OSTILE “MANDARINA” IN QUOTA “DEEP STATE”. A DESTRA COSA PRETENDONO DA MEF E RAGIONERIA? CHE SIANO USI A OBBEDIR TACENDO? DAVANTI AI TRISTI NUMERI, NON CI SONO IDEOLOGIE O OPINIONI…

donald trump volodymyr zelensky donald trump nobel pace

DAGOREPORT – DONALD TRUMP È OSSESSIONATO DAL NOBEL PER LA PACE: LE BOMBE DI NETANYAHU SU GAZA E I MISSILI DI PUTIN SULL’UCRAINA SONO GLI UNICI OSTACOLI CHE HA DI FRONTE – CON “BIBI” È STATO CHIARO: LA PAZIENZA STA FINENDO, LA TREGUA NON SI PUÒ ROMPERE E NON CI SONO PIANI B, COME HA RICORDATO AL PREMIER ISRAELIANO MARCO RUBIO (IN GRANDE ASCESA ALLA CASA BIANCA A DANNO DI VANCE) – DOMANI L’ACCORDO CON XI JINPING SU DAZI, TIKTOK, SOIA E NVIDIA (E STI CAZZI DI TAIWAN). IL PRESIDENTE CINESE SI CONVINCERÀ ANCHE A FARE PRESSIONE SUL SUO BURATTINO PUTIN? SE NON LO FARÀ LUI, CI PENSERÀ L’ECONOMIA RUSSA AL COLLASSO…

sangiuliano gasdia venezi giuli

SULLA SPOLITICA CULTURALE DELLA “DESTRA MALDESTRA” – ALBERTO MATTIOLI: “CI RENDEMMO SUBITO CONTO CHE DA SANGIULIANO C’ERA NULLA DA ASPETTARSI, A PARTE QUALCHE RISATA: E COSÌ È STATO. GIULI AVEVA COMINCIATO BENE, MOSTRANDO UNA CERTA APERTURA E RIVENDICANDO UN PO’ DI AUTONOMIA, MA MI SEMBRA SIA STATO RAPIDAMENTE RICHIAMATO ALL’ORDINE - CHE LA DESTRA ABBIA PIÙ POLTRONE DA DISTRIBUIRE CHE SEDERI PRESENTABILI DA METTERCI SOPRA, È PERÒ UN FATTO, E PER LA VERITÀ NON LIMITATO AL MONDO CULTURALE - IL PROBLEMA NON È TANTO DI DESTRA O SINISTRA, MA DI COMPETENZA. CHE BEATRICE VENEZI NON ABBIA IL CURRICULUM PER POTER FARE IL DIRETTORE MUSICALE DELLA FENICE È PALESE A CHIUNQUE SIA ENTRATO IN QUALSIASI TEATRO D’OPERA - (PERCHE' SULL’ARENA DI VERONA SOVRINTENDE - BENISSIMO - CECILIA GASDIA, DONNA E DI DESTRA, SENZA CHE NESSUNO FACCIA UN PLISSÉ?)’’

alessandro giuli pietrangelo buttafuoco arianna giorgia meloni beatrice venezi nicola colabianchi nazzareno carusi tiziana rocca giulio base

''L’ESSERE STATI A CASA MELONI O DI LA RUSSA NON PUÒ ESSERE L’UNICO O IL PRIMO REQUISITO RICHIESTO PER LE NOMINE CULTURALI’’ - LETTERA A DAGOSPIA DI PIERLUIGI PANZA: “SONO TRA LE ANIME BELLE CHE QUANDO GIORGIA MELONI HA VINTO LE ELEZIONI HA SPERATO CHE, AL POSTO DEL PLURIDECENNALE AMICHETTISMO ROMANO DI SINISTRA SI AVVIASSE UN METODO, DICIAMO SUPER-PARTES, APERTO (MAGARI ANCHE SOLO PER MANCANZA DI CANDIDATI) E TESO A DELINEARE UNA CULTURA LIBERALE LEGATA AL PRIVATO O ALLE CONFINDUSTRIE DEL NORD… POVERO ILLUSO. IL SISTEMA È RIMASTO LO STESSO, APPLICATO CON FEROCE VERIFICA DELL’APPARTENENZA DEL CANDIDATO ALLA DESTRA, MEGLIO SE ROMANA DI COLLE OPPIO, PER GENEALOGIA O PER ADESIONE, MEGLIO SE CON UNA PRESENZA AD ATREJU E CON UN LIBRO DI TOLKIEN SUL COMODINO - LE NOMINE DI GIULI, BUTTAFUOCO, CRESPI, VENEZI, COLABIANCHI, BASE & ROCCA, IL PIANISTA NAZARENO CARUSI E VIA UNA INFINITÀ DI NOMI NEI CDA, NELLE COMMISSIONI (IN QUELLA PER SCEGLIERE I 14 NUOVI DIRETTORI DEI MUSEI C’È SIMONETTA BARTOLINI, NOTA PER AVER SCRITTO "NEL BOSCO DI TOLKIEN, LA FIABA L’EPICA E LA LINGUA")