dario scannapieco cdp cassa depositi e prestiti

BOCCATA DARIO A CDP – RETE UNICA, FONDO NAZIONALE DEL TURISMO, AUTOSTRADE, WEBUILD: CHE FARÀ LA CASSA DEPOSITI E PRESTITI DI SCANNAPIECO? DOPO L’ÈRA DI FABRIZIO PALERMO, IN CUI IL PERIMETRO DEGLI INTERVENTI SI È ALLARGATO MOLTO, SI CAMBIA! DEL RESTO, LO STESSO DRAGHI NEL DISCORSO DI INSEDIAMENTO AL SENATO HA DETTO: “IL RUOLO DELLO STATO DOVRÀ ESSERE VALUTATO CON ATTENZIONE” - GLI SBUFFI GOVERNATIVI E QUELLO CHE DICONO I GIORNALI: L’ANALISI DI “STARTMAG”

Michele Arnese e Francis Walsingham per www.startmag.it

DARIO SCANNAPIECO

 

Addio a sogni turistici? Passo di lato sulle grandi opere? Retromarcia sulla rete unica a banda larga? Sono alcune delle domande che addetti ai lavori e politici si stanno ponendo dopo la nomina dei nuovi vertici della Cassa depositi e prestiti, il gruppo controllato dal ministero dell’Economia e partecipato dalle fondazioni:

 

il governo Draghi al posto di Fabrizio Palermo (che l’esecutivo Conte 1 volle alla guida di Cdp su input in particolare del Movimento 5 Stelle, che vinse la disputa con l’allora titolare del Tesoro, Giovanni Tria, il quale puntava per la Cassa sul vicepresidente della Bei, Dario Scannapieco) ha nominato Scannapieco amministratore delegato: un ribaltone forse ancor più dirompente per i palazzi della politica, dell’economia e della finanza degli altri ruvidi avvicendamenti impressi da Draghi:

 

fabrizio palermo foto di bacco (3)

Francesco Paolo Figliuolo al posto di Domenico Arcuri come commissario all’emergenza Covid, Fabrizio Curcio al posto di Angelo Borrelli alla Protezione civile, Elisabetta Belloni al posto di Gennaro Vecchione al Dis, per citare le più note sostituzioni che hanno fatto attapirare Conte e gioire i draghiani, veri o presunti.

 

Ma qual è la missione del nuovo vertice della Cassa voluto dal ministero dell’Economia che ha rinnovato il cda (mentre Giovanni Gorno Tempini, espressione delle fondazioni, resta alla presidenza)?

 

DOMENICO ARCURI GIUSEPPE CONTE

E’ la domanda clou che per decenni sulla prima pagina del Corriere della Sera si poneva – ogni qual volta i governi cambiavano i consigli di amministrazione e i vertici delle società controllate o partecipate dal Tesoro – l’economista liberista ed editorialista principe del quotidiano Rcs in materia economica e finanziaria, Francesco Giavazzi.

 

Giavazzi Draghi

Questa volta la domanda consueta Giavazzi non l’ha formulata – e il Corsera non l’ha posta – perché l’economista amico di Draghi è stato chiamato dall’ex presidente della Bce a Palazzo Chigi come consulente proprio per codeste faccende.

 

MARIO DRAGHI DANIELE FRANCO

Dietro la foglia di fico delle società di cacciatori di teste (“società qualificate”, rimarca oggi l’Economia del Corsera), il ministro dell’Economia, Daniele Franco, con il direttore generale del Tesoro, Alessandro Rivera, hanno composto terne sottoposte al presidente del Consiglio, che ha scelto dopo aver deciso se confermare o meno i capi azienda delle società in cui scadevano i vertici, come appunto Cdp e Ferrovie (dove sono stati nominati nuovi vertici e nuovo cda, con la figura barbina del caso Candiani di Microsoft).

 

MARIO DRAGHI - QUESTION TIME ALLA CAMERA

Qual è stata la bussola del premier sulle nomine? Secondo il Corsera, la bussola non poteva che essere la frase che lo stesso Draghi aveva pronunciato nel discorso di insediamento al Senato: “Il ruolo dello Stato e il perimetro dei suoi interventi dovranno essere valutati con attenzione”.

 

Che significa per la Cassa depositi e prestiti? La traduzione del Corriere giavazziano è la seguente: “Durante la gestione Palermo quel perimetro si era allargato in virtù di tutta una serie di operazioni e di una scelta a monte. Il vertice di Cdp, infatti, in tempi non sospetti avrebbe potuto legarsi le mani, scrivendo una sorta di preambolo sugli “investimenti-che-non-avrebbe-mai-fatto”, e invece aveva scelto la strada contraria”. Una scelta mai troppo criticata dal Corriere della Sera.

dario franceschini

 

L’interpretazione della mission di Scannapieco in Cdp – che si può leggere oggi sul Corriere – coincide con quella fornita a caldo nel giorno del siluramento di Palermo in maniera tonitruante (“Addio al capitalismo di Stato”) dal quotidiano Repubblica (che peraltro giorni prima derubricava a “fantasiosa ricostruzione” la voce della nomina di Scannapieco in Cdp).

 

Non sono gli unici spifferi sulla mission giavazziana-draghiana di Scannapieco in Cdp. Anche sulla scorta delle dichiarazioni reiterate di Draghi sulla ripartenza certa del turismo, a Palazzo Chigi si nutrirebbe un misto di disinteresse e contrarietà su interventi incisivi dello Stato nel turismo.

 

massimo garavaglia ministro del turismo foto di bacco (3)

Per questo – tra i pour parler che l’entourage draghiano avrebbe avuto già con Scannapieco – si punta il dito sul Fondo nazionale del turismo annunciato lo scorso settembre anche dal ministro Dario Franceschini (Pd) per “investimenti fino a 2 miliardi di euro negli alberghi storici e

iconici italiani”.

 

borgo egnazia

Gli sbuffi governativi – come ha raccontato nei giorni scorsi il quotidiano La Verità – si sono appuntati sul dossier in fase di studio da parte della Cdp di un intervento nella società proprietaria di Borgo Egnazia, lussuoso ed esclusivo resort in Puglia; un’operazione in fieri su cui si sarebbero appuntati gli strali di Giavazzi.

 

fabrizio palermo giovanni gorno tempini dario scannapieco

Un differente approccio della Cdp versione Scannapieco è atteso anche sulla rete unica, con un altro ribaltamento rispetto all’impostazione giallo-rossa del Conte 2, come ha analizzato e commentato anche un report di Intesa Sanpaolo.

 

VITTORIO COLAO RENATO BRUNETTA

Indiscrezioni giornalistiche non smentite dal governo (seppure ridimensionate e contestualizzate da una nota di Tim) e dichiarazioni del ministro della Transizione digitale, Vittorio Colao, inducono gli osservatori a ritenere non più caldo il dossier rete unica in fibra tra Tim e Open Fiber, ovvero il progetto AccessCo.

 

Significative le parole di ieri pronunciate dall’ex numero uno di Vodafone in Europa, ossia Colao, ora ministro di peso nel governo Draghi: “Lasciamo che piccoli e grandi” operatori “trovino il loro equilibrio, se poi i giocatori non vogliono giocare allora lo Stato dovrà intervenire ma noi dobbiamo garantire l’interesse dei cittadini non di specifiche imprese”, ha detto il ministro della Transizione digitale nel suo intervento al Festival dell’Economia di Trento rispondendo a una domanda sulla rete unica.

 

dario scannapieco 1

Non solo: “Quello della rete unica non è un grande tema negli altri Paesi. Noi, come ‘stato allenatore’, dobbiamo pensare alle competenze e alle connessioni. L’obiettivo è portare connettività dappertutto. Abbiamo preso sei miliardi e 700 milioni di euro per aiutare i ‘giocatori’. Il nostro compito è fare giocare al meglio i giocatori che ci sono poi se loro non giocheranno lo farà anche lo Stato ma l’importante è che non ci sia un giocatore che si porta via la palla e dice gioco solo io. Questo non lo faremmo mai passare e non lo farebbe passare neanche l’Europa”, ha aggiunto Colao.

 

Parole che non smentiscono, anzi confermano indirettamente, le indiscrezioni del Foglio: “Cdp, forse persino entro la fine dell’anno, diluirà la sua partecipazione con l’intenzione successivamente di mettere il restante pacchetto sul mercato”, ha scritto il direttore Claudio Cerasa.

draghi feltri draghi giavazzi aneri

 

Il Foglio – da sempre sensibile a sussurri e afflati liberistici alla Giavazzi, pur non disdegnando contributi statali oltre ad ospitare di recente quando era numero uno di Cdp, Palermo, alla festa tech del quotidiano fondato da Giuliano Cerasa – ha aggiunto: “L’approccio presente spinge invece la Cdp a considerarsi come un azionista presente a tempo determinato. Obiettivo: mettere i propri investimenti al servizio non di un’ideologia politica (statalizzare quel che si può) ma di una visione di mercato (uscirne quando si può)”.

Dario Scannapieco

 

Secondo “le intenzioni di Palazzo Chigi” svelate dal Foglio, “l’intenzione del nuovo corso di Cdp è quella di diluire al più presto la partecipazione, fino a uscirne del tutto, in Webuild”, gruppo partecipato da Cdp Equity con il 18,68%.

 

Scenario auspicato o indiscrezioni giavazzian-scannapiechiane?

Ultimi Dagoreport

gaza giorgia meloni donald trumpm benjamin netanyahu

QUANTO A LUNGO PUÒ ANDARE AVANTI IL TRASFORMISMO CHIAGNE E FOTTI DI GIORGIA MELONI DECLINATO IN SALSA ISRAELO-PALESTINESE? - L’ITALIA HA DATO IL SUO VOTO FAVOREVOLE AL RICONOSCIMENTO DI "DUE POPOLI, DUE STATI" ALL'ASSEMBLEA DELL'ONU DEL 22 SETTEMBRE - MA, FRA UNA SETTIMANA, SU INIZIATIVA DI FRANCIA E ARABIA SAUDITA, IL CONSIGLIO DELL'ONU E' CHIAMATO A VOTARE IL RICONOSCIMENTO DELLO STATO PALESTINESE: CHE FARA' LA "GIORGIA DEI DUE MONDI"? - FRANCIA, AUSTRALIA, BELGIO, CANADA, FINLANDIA, MALTA, PORTOGALLO E REGNO UNITO ENTRERANNO A FAR PARTE DEI 147 STATI DEI 193 MEMBRI DELL’ONU CHE RICONOSCONO LA PALESTINA - DIMENTICANDO PER UN MOMENTO LE STRAGI DI GAZA, LA PREMIER VOTERA' CONTRO O SI ASTERRA' PER COMPIACERE TRUMP E L’AMICO NETANYAHU? TROVERA' IL CORAGGIO DI UNIRSI AL RESTO DEL MONDO, VATICANO COMPRESO? AH, SAPERLO...

giorgia meloni vox ursula von der leyen santiago abascal

DAGOREPORT - SE I MEDIA DI CASA NOSTRA, DEL VIDEO-MESSAGGIO DI GIORGIA MELONI ALL'EVENTO MADRILENO DI VOX, HANNO RIPRESO SOLO LA PARTE DEL DISCORSO RIGUARDANTE L’ASSASSINIO DI CHARLIE KIRK, SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO COME MARTIRE DELL’ODIO E DELLA VIOLENZA DELLA SINISTRA, I CAPOCCIONI DI BRUXELLES HANNO SBARRATO GLI OCCHI PER UN ALTRO MOTIVO - CHE CI FACEVA LA MELONI, EX PRESIDENTE DEL GRUPPO DEI CONSERVATORI EUROPEI ALL’EVENTO “EUROPA VIVA 2025” DI VOX, IL PARTITO DI ESTREMA DESTRA SPAGNOLO CHE DAL 2023 È STATO ARRUOLATO DA “PATRIOTI PER L’EUROPA”, L’EUROGRUPPO ANTI-UE CREATO DAL DUCETTO UNGHERESE E FILO-PUTINIANO, VIKTOR ORBAN, DI CUI FA PARTE ANCHE LA LEGA DI SALVINI? - ALLA FACCIA DEL CAMALEONTISMO DELLA “GIORGIA DEI DUE MONDI”, BASCULANTE TRA UN VIAGGETTO E UN ABBRACCIO CON I DEMOCRISTIANI TEDESCHI URSULA VON DER LEYEN E FEDRICH MERZ, A CATALIZZARE L’IRRITAZIONE DEI VERTICI DELL’UNIONE È STATO IL TEMA DELL'EVENTO DI VOX CHE, TRA DIBATTITI SU IMMIGRAZIONE ILLEGALE, LAVORO, CASA E SICUREZZA, SPUTAVA IN FACCIA AI POTERI FORTI DI BRUXELLES - LA MANIFESTAZIONE DI VOX HA DIMOSTRATO, PER L’ENNESIMA VOLTA, L’ISTRIONICA PERSONALITÀ DI COMUNICATRICE DELLA PREMIER ALLA FIAMMA. TALENTO LATITANTE TRA I NUMEROSI GALLI DEL  CENTROSINISTRA... - VIDEO

FLASH! – MENTRE SVANISCE LA MILANO DEI ‘’POTERI FORTI’’ E DEI “SALOTTI BUONI”, FINITI SOTTO IL TALLONE DEI “BARBARI ROMANI”, SI ALZA LA VOCE DEL 92ENNE GIOVANNI BAZOLI - IL GRANDE VECCHIO, CHE INSIEME A GUZZETTI HA RIDISEGNATO IL SISTEMA BANCARIO, HA CONSEGNATO ALLA FELTRINELLI LA SUA AUTOBIOGRAFIA (LA FIGLIA CHIARA, NONCHÉ COMPAGNA DEL SINDACO DI MILANO BEPPE SALA, LAVORA ALLA FONDAZIONE FELTRINELLI) – IL LIBRO PARTE DALLA GUERRA AI NAZIFASCISMO E LA PASSIONE PER ALESSANDRO MANZONI, CONTINUA CON LA CELEBRAZIONE DI NINO ANDREATTA, LE VICENDE DEL BANCO AMBROSIANO, FINO ALLA CREAZIONE DI INTESA SANPAOLO…

giorgia meloni kirk renzi salvini tajani

DAGOREPORT - LA STRATEGIA DELLA DISTRAZIONE DI GIORGIA MELONI: PER LA DESTRA DE’ NOANTRI, IL DELITTO KIRK NON È UNA STORIA AMERICANA DEFLAGRATA ALL’INTERNO DEL MONDO DEI “MAGA” TRUMPIANI. NO, È ROBA DA BRIGATE ROSSE IN VIAGGIO PREMIO NEGLI USA - ECCO: IL CADAVERE DI UN ATTIVISTA DI UN PAESE DOVE LE ARMI LE COMPRI DAL TABACCAIO È GIUNTO AL MOMENTO GIUSTO PER ESSERE SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO AD ARTE DALLA PROPAGANDA DI PALAZZO CHIGI, COPRENDO CON DICHIARAZIONI FUORI DI SENNO LE PROPRIE DIFFICOLTÀ - CHE LA DESTRA DI GOVERNO SIA IN PIENA CAMPAGNA ELETTORALE, INQUIETA (EUFEMISMO) PER L’ESITO DELLE REGIONALI D’AUTUNNO, IL CUI VOTO SARÀ DIRIMENTE IN VISTA DELLE POLITICHE 2027, ALLE PRESE CON UN PAESE CHE SENZA LA FORTUNA DEI 200 MILIARDI DEL PNRR SAREBBE IN RECESSIONE COME LA FRANCIA E LA GERMANIA, NE È CONSAPEVOLE LO STESSO ESECUTIVO, IN PIENO AFFANNO PER TROVARE LE RISORSE NECESSARIE ALLA FINANZIARIA DI FINE D’ANNO - RENZI: “LA PREMIER SEMINA ZIZZANIA E CREA TENSIONE PER EVITARE DI PARLARE DI STIPENDI E SICUREZZA. MA SOPRATTUTTO PER EVITARE CHE NASCA UN VERO MOVIMENTO A DESTRA. OCCHIO: SE VANNACCI FA COME FARAGE, LA MELONI VA A CASA. LA POLITICA È PIÙ SEMPLICE DI QUELLO CHE SI CREDA. GIORGIA MELONI ALIMENTA LA PAURA PERCHÉ LEI HA PAURA…” - VIDEO

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...