assolombarda rocca bonomi

BONOMI DÀ LE CARTE E RIPAGA CHI LO HA PORTATO AL VERTICE DI CONFINDUSTRIA - NELLA SQUADRA GUBITOSI, BELTRAME E GIANFELICE ROCCA, UNO DEI SUOI GRANDI ELETTORI INSIEME A TRONCHETTI PROVERA - MA SE LUI TUONA CONTRO LO STATO NELL'ECONOMIA, IL ''SOLE'' METTE IN PRIMA PAGINA LA MAZZUCATO, ECONOMISTA ANTI-LIBERISTA CHE SUSSURRA A CONTE - CHI PRENDERTA' IL POSTO DELLA PANUCCI? AH, SAPERLO...

 

giuseppe conte carlo bonomi

1. CONFINDUSTRIA, LA SQUADRA DI BONOMI GUBITOSI E BELTRAME VICEPRESIDENTI

Roberto Mania per “la Repubblica

 

C' è anche Luigi Gubitosi, ad di Telecom, già direttore generale della Rai e commissario straordinario di Alitalia, nella squadra che il presidente designato Carlo Bonomi presenterà oggi al Consiglio generale della Confindustria.

 

L' ultimo atto prima della sua elezione formale alla presidenza da parte dell' assemblea generale convocata per il 20 maggio. Gubitosi avrà la delega su innovazione e digitale.

Bonomi punta su una "panchina lunga": dieci vicepresidenti, espressione, da una parte, dei territori che hanno sostenuto la sua candidatura nella corsa al vertice di Viale dell' Astronomia, e dall' altra dei settori manifatturieri su cui l' Italia dovrà fare leva nel processo di ricostruzione industriale nel dopo Covid 19.

 

gianfelice rocca e consorte

Accanto ai vicepresidenti, Bonomi (come il suo predecessore Vincenzo Boccia) darà vita nei prossimi mesi a diversi comitati tecnici. Uno dei questi sarà presieduto da Gianfelice Rocca, presidente della multinazionale dell' acciaio Techint e di Humanitas, tra i grandi elettori di Bonomi insieme a Marco Tronchetti Provera. Rocca guiderà il comitato su "Life science", settore innovativo e in forte crescita nel quale convivono farmaceutica, salute, alimentazione.

 

La vittoria di Bonomi (presidente uscente di Assolombarda, cioè dell' associazione di Milano, la più potente di Confindustria) e, ancora prima la sua candidatura, sono state interpretate come la voglia del nord industriale, con il nuovo baricentro lombardo-veneto-emiliano, di riprendere il controllo della Confindustria, considerata troppo piegata alle sole logiche di lobby e della politica romana. Impostazione che si riflette nelle scelte che Bonomi (salvo sorprese delle ultime ore) sottoporrà, insieme al programma per il prossimo quadriennio, al voto del "parlamentino" confindustriale.

carlo bonomi

 

Lombardi, dunque, sono Alberto Marenghi, presidente degli industriali di Mantova, dove è ancora rilevante il ruolo di Emma Marcegaglia, past president schierata con Bonomi; il varesino Giovanni Brugnoli che già faceva parte della squadra di Boccia; e Francesco De Santis, industriale della farmaceutica (Italfarmaco), uno dei vicepresidenti di Farmindustria. Due (le uniche donne) le rappresentanti del Veneto, sempre litigioso nella vicende confindustriali.

 

Dovrebbero esserci sia Barbara Beltrame (il gruppo vicentino di famiglia opera nel settore dell' acciaio con oltre duemila dipendenti nel mondo), sia Maria Cristina Piovesana, presidente di Assindustria Venetocentro (gli industriali di Padova e Treviso). Due anche gli emiliani: Emanuele Orsini, attuale presidente di Federlegno, per un brevissimo tratto candidato anch' egli alla poltrona di presidente della Confindustria nazionale, e Maurizio Marchesini, che guida gli industriali dell' Emilia Romagna.

 

luigi gubitosi foto di bacco

Resta vicepresidente Maurizio Stirpe, presidente del Frosinone calcio ma soprattutto di un' azienda che opera nella componentistica di plastica per l' auto. A Stirpe dovrebbe essere confermata la delicata delega alle relazioni industriali. A rappresentare il Sud dovrebbe essere Natale Mazzuca, presidente della Confindustria calabra. Fanno parte di diritto della squadra Vito Grassi (Napoli), come rappresentante delle associazioni regionali, Alessio Rossi per i giovani, e Carlo Robiglio, per le piccole imprese.

 

 

2. MAZZUCATO O BONOMI? QUALE SARÀ LA LINEA DEL CONFINDUSTRIALE SOLE 24 ORE?

Gianluca Zappa per www.startmag.it

 

Modello sbagliato secondo Bonomi è quello della presenza più forte dello Stato nell’economia: negli ultimi decenni è andata così, ma questo sistema «non ha dato prova di gestire il bene pubblico con grande capacità, ad esempio con gli stessi soldi usati per Alitalia compravamo, pre-crisi, 5 compagnie», si leggeva sul Corriere della Sera del 26 aprile che dava conto del pensiero del presidente designato della Confindustria, Carlo Bonomi.

 

carlo bonomi vincenzo boccia

Un’impostazione liberale con una spruzzatina antipolitica, quella del numero uno di Assolombarda: “La politica ci ha esposto ad un pregiudizio fortemente anti-industriale che sta tornando in maniera importante in questo Paese”, dice dell’emergenza lockdown il presidente designato di Confindustria, Carlo Bonomi – si leggeva in un lancio Ansa del 17 aprile quando Bonomi ha surclassato Licia Mattioli nella successione a Vincenzo Boccia nella corsa per la presidenza di Confindustria – bisogna “riprendere le produzioni che danno reddito e lavoro, e non certo lo Stato, come padre che dispensa favori e prebende e che di certo, peraltro, non ha le risorse per farlo”.

 

Oggi molti in Confindustria hanno notato che collocato come un editoriale in prima pagina del Sole 24 Ore c’era un articolo dell’economista Mariana Mazzucato – teorica e fautore dello Stato innovatore, dal titolo del suo recente saggio – dalle tesi dirigiste e anti liberiste che connotano il pensiero di Mazzucato, peraltro nominata di recente consigliere del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte.

 

Ecco i passi salienti dell’articolo di Mazzucato sulla prima pagina del quotidiano di Confindustria, Il Sole 24 Ore, diretto da Fabio Tamburini:

barbara gemelli maurizio stirpe foto di bacco

 

Lo Stato non può limitarsi ad aggiustare i danni economici provocati dalla crisi finanziaria e dall’epidemia. Esso deve dare una forma nuova ai mercati, alle organizzazioni produttive e ai rapporti sociali e di lavoro che premi la creazione di valore e la resilienza sociale e ambientale. In linea con le recenti misure adottate nei precedenti decreti (sui temi della Golden power e sulle condizionalità legate ai prestiti garantiti), andrebbe potenziata la capacita? dello Stato di dare direzionalità e promuovere il coordinamento degli investimenti e delle filiere produttive individuate come strategiche.

 

Affinché lo Stato possa portare a termine con successo i compiti di cui la crisi lo sta investendo, si rende urgente un rinnovamento delle competenze statali, la riorganizzazione delle strutture amministrative e l’acquisizione di un senso di missione da parte di chi opera nelle strutture pubbliche.

mariana mazzucato

 

Per la realizzazione di una strategia industriale di successo, è fondamentale che vi siano strutture pubbliche dotate di effettive capacità di indirizzo. Molteplici esperienze nazionali e regionali del passato, quali le agenzie del New deal rooseveltiano, il ministero dell’Industria giapponese, le tecnocrazie dell’Iri e dell’Eni, possono fornire spunti importanti di design istituzionale.

 

Per esempio, lo Stato italiano non può rinunciare all’opportunità di dare piena realizzazione al potenziale innovativo e sistemico che Cdp e il Mef detengono, rispetto al controllo di strategiche imprese pubbliche e agli strumenti di finanziamento paziente di lungo periodo.

 

È essenziale che l’Italia colga l’opportunità che questa gravosa sfida impone. Lo Stato, nelle sue diverse articolazioni, può creare e operare nei mercati a fianco delle organizzazioni produttive, impostando quel cambiamento strutturale del modello economico di cui l’Italia ha, oggi più che mai, improrogabilmente bisogno.

 

 

Ultimi Dagoreport

caltagirone milleri donnet nagel lovaglio giorgetti generali

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DEI “FURBETTI DEL CONCERTINO”? IL PRIMARIO OBIETTIVO DI ESPUGNARE IL “FORZIERE D’ITALIA”, ASSICURAZIONI GENERALI, ATTRAVERSO L’OPERAZIONE MPS-MEDIOBANCA, SI ALLONTANA SEMPRE PIÙ - L’ISCRIZIONE NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI DI LOVAGLIO, CALTAGIRONE E MILLERI HA INTERROTTO LA TRATTATIVA CHE ERA IN CORSO PER CONVINCERE L’AD DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, IL CUI MANDATO SCADE FRA DUE ANNI, A RASSEGNARE LE DIMISSIONI. E L’IPOTESI CHE POSSANO IN CDA SFIDUCIARLO SEMBRA APPARIRE LONTANISSIMA - NEL MIRINO GIUDIZIARIO È FINITO ANCHE IL RUOLO DETERMINANTE DELLE CASSE DI PREVIDENZA, ENPAM (MEDICI), ENASARCO (AGENTI DI COMMERCIO), FORENSE (AVVOCATI), PER LEGGE VIGILATE DAL GOVERNO - ANCHE SE I “CONCERTI OCCULTATI” NON SONO CERTO UNA NOVITÀ PER IL MERCATO, LA SCALATA MEDIOBANCA COLPISCE IN QUANTO È LA PRIMA VOLTA CHE, A SUPPORTO DI PRIVATI, C’È DI MEZZO IL SOSTEGNO DELL'ARMATA BRACAMELONI CHE DOVREBBE OCCUPARSI DELL’INTERESSE PUBBLICO ANZICHÉ RIBALTARE I POTERI DELLA FINANZA ITALIANA...

giorgia meloni matteo salvini vladimir putin

DAGOREPORT - A CHE SERVE QUEL FIGLIO DI PUTIN DI SALVINI? SERVE ECCOME A GIORGIA MELONI PER APPARECCHIARE, AL DI LÀ DELLE FRONTIERE, IL MIRACOLO DEL SUO CAMALEONTISMO - SE, IN CASA, LADY MACBETH DE’ NOANTRI GETTEREBBE QUEL ROMPICAZZO DELLA LEGA OGNI GIORNO DAL BALCONE DI PALAZZO CHIGI, IN POLITICA ESTERA IL COPIONE CAMBIA E IL SUO DISPREZZO SI TRASFORMA IN AMORE - C’È DA VOTARE IN PARLAMENTO IL DECRETO SULLA FORNITURA DI ARMI A KIEV? MANCA SOLO L’ITALIA PER RATIFICARE IL MES PER GARANTIRE I PAESI EUROPEI DAI RISCHI CHE POTREBBERO DERIVARE DALL'UTILIZZO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI? VOILÀ, FIATO ALLE TROMBE! ECCO FARSI AVANTI L’ ANTI-EUROPEISMO DEL ‘’PATRIOTA’’ ORBANIANO SALVINI CHE SI RIVELA UN OTTIMO SCHERMO PER LA MELONA PER PIAGNUCOLARE SULLA SPALLA DI URSULA VON DER LEYEN: ‘’NON È COLPA MIA… PURTROPPO HO UN ALLEATO DI GOVERNO CHE È UN PAZZO IRRIDUCIBILE E NON POSSO CORRERE IL RISCHIO DI FAR CADERE IL GOVERNO…BLA-BLA-BLA…”

elly schlein dario franceschini roberto speranza onorato renzi orlando

DAGOREPORT - ELLY SARÀ ANCHE LA "SEGRETARIA DI TUTTI", COME HA DETTO A MONTEPULCIANO, MA NON INTENDE ASCOLTARE NESSUNO - IL "CORRENTONE" DI FRANCESCHINI-SPERANZA-ORLANDO SI E' ROTTO IL CAZZO DEL "QUI, COMANDO IO!" DELLA DUCETTA DEL NAZARENO: CARA SCHLEIN, HAI UN MESE DI TEMPO PER CAMBIARE MUSICA, CONDIVIDENDO CON NOI LA LINEA DEL PARTITO, O ANDIAMO ALLA GUERRA - IN BALLO C'È SOPRATTUTTO LA COMPOSIZIONE DELLE LISTE ELETTORALI 2027, CHE LA SIGNORINA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA VUOLE RIEMPIRE DI CANDIDATI A SUA IMMAGINE E SOMIGLIANZA, LASCIANDO A TERRA DINOSAURI E CACICCHI D'ANTAN - ANCHE L'ALTRA FRONDA, QUELLA DEI RIFORMISTI GUIDATI DA GUERINI, GORI, SENSI ECC., E' SUL PIEDE DI GUERRA - MENTRE IL NASCENTE PARTITO DI CENTRO, FORMATO DAI CIVICI DI ONORATO-BETTINI E DAI CATTOLICI DI RUFFINI-PRODI, TEME L'ABILITA' MANOVRIERA DI RENZI – LA PROTERVIA DI ELLY, CON L'ASSEMBLEA DEL 14 DICEMBRE PER OTTENERE I "PIENI POTERI", RISCHIA DI FAR SALTARE IN ARIA UN CENTROSINISTRA UNITARIO... 

federica mogherini stefano sannino putin travaglio belpietro

DAGOREPORT – POSSIBILE CHE FEDERICA MOGHERINI E STEFANO SANNINO, SPECCHIATI ESPONENTI ITALIANI A BRUXELLES, SIANO DIVENTATI DI COLPO DUE MASCALZONI DA ARRESTARE PER "FRODE IN APPALTI PUBBLICI"? - VALE LA PENA SOTTOLINEARE LE PAROLE DELL'EURODEPUTATO DEL PD, DARIO NARDELLA: “NON VORREI CHE SI TRASFORMASSE IN UN FUOCO DI PAGLIA CON L'UNICO EFFETTO DI DANNEGGIARE ANCORA UNA VOLTA L'IMMAGINE DELL'ITALIA” - DEL RESTO, A CHI GIOVA SPUTTANARE L'EUROPA, IN UN MOMENTO IN CUI SI ERGE COME UNICO ARGINE ALLA RESA DELL’UCRAINA CHE STANNO APPARECCHIANDO TRUMP & PUTIN? - A GODERE SONO INFATTI "MAD VLAD" E I SUOI TROMBETTIERI, CHE HANNO ASSOCIATO LO “SCANDALO DI BRUXELLES'' AI CESSI D’ORO DI KIEV DELL'AMICO DI ZELENSKY - BASTA GUARDARE COSA SCRIVONO OGGI BELPIETRO SU "LA VERITA'" (''UE CORROTTA COME L'UCRAINA. FERMATA LA BIONDINA DEL PD") E TRAVAGLIO SU "IL FATTO QUOTIDIANO" ("BASSI RAPPRESENTATI... CI FACCIAMO SEMPRE RICONOSCERE")...

procuratore milano viola procura milano luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

FLASH! – MA GUARDA UN PO’... “EMERGE CHE IN AMBIENTI GIUDIZIARI SI È VALUTATO DI ESEGUIRE LE PERQUISIZIONI SOLO LA SCORSA SETTIMANA E NON A SETTEMBRE PER NON CONDIZIONARE L'ESITO DELL'OPS SU MEDIOBANCA ANCHE PERCHÉ LE INDAGINI NON SONO CHIUSE. ABBASTANZA PER IPOTIZZARE CHE IL RUOLO DELLA PROCURA POSSA DIVENTARE CRUCIALE NELLA FORMAZIONE DELLE LISTE PER IL RINNOVO DEI PROSSIMI CDA. IN PRIMAVERA TOCCHERÀ AI VERTICI DI BPM E DI MPS…” (BALESTRERI E SIRAVO PER “LA STAMPA”)