ursula von der leyen vladimir putin viktor orban

BOTTE DA ORBAN – IL PREMIER UNGHERESE CONTINUA A ROMPERE I BARILI SULLE SANZIONI AL PETROLIO RUSSO: I VENTISETTE PAESI MEMBRI AVEVANO TROVATO UN ACCORDO SULL’EMBARGO AL GREGGIO PROVENIENTE VIA MARE, PER VENIRE INCONTRO A BUDAPEST, MA IL “VIKTATOR” SI IMPUNTA: “UN MODO DI FARE IRRESPONSABILE” – DRAGHI GODE PER L’OK AL TETTO AL PREZZO DI GAS E PETROLIO, UN CHIODO FISSO DI “MARIOPIO”

embargo petrolio russo

1 - ORBAN, SU PACCHETTO SANZIONI COMMISSIONE È IRRESPONSABILE

(ANSA) - "Se ci troviamo in questa situazione è colpa della Commissione Europea, che ha presentato il sesto pacchetto di sanzioni senza prima avere l'accordo degli stati membri, un modo di fare irresponsabile". Lo ha detto il premier ungherese Viktor Orban.

 

2 - UE, INTESA DI MASSIMA SULLE SANZIONI AL GREGGIO RUSSO. MA NON C’È ANCORA L’OK DI ORBÁN

Beda Romano per www.ilsole24ore.com

 

vladimir putin viktor orban 1

I Ventisette hanno trovato oggi, lunedì 30 maggio, «un accordo di massima» sul sesto pacchetto di sanzioni contro la Russia. L'intesa preliminare e a livello diplomatico prevede l'embargo sul petrolio proveniente via mare dalla fine dell'anno in poi, con la temporanea eccezione per quello via oleodotto.

 

L'obiettivo dell'accordo è di venire incontro all'Ungheria, paese molto dipendente dal greggio russo. Sul benestare dei leader tuttavia domina ancora l'incertezza.

 

Von der Leyen: aspettative basse per le prossime 48 ore

mario draghi emmanuel macron versailles

«Sul sesto pacchetto di sanzioni abbiamo lavorato duramente (…) ma non ci siamo ancora: ho aspettative basse su un accordo nelle prossime 48 ore, ma penso che successivamente ci sia una possibilità», ha detto la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, a ridosso di un summit di due giorni qui a Bruxelles.

 

Sulla stessa linea anche la premier estone Kaja Kallas: «Non credo che raggiungeremo un accordo oggi. Cercheremo di raggiungere un accordo entro il prossimo vertice di giugno».

 

«La proposta di lasciare fuori l’oleodotto non è male, è un buon approccio – aveva commentato poco prima il premier ungherese Viktor Orbán -, ma abbiamo bisogno di una garanzia che se dovesse accadere un incidente all’oleodotto russo dobbiamo poter attingere da altre fonti, se accade va bene». Ha notato dal canto suo il presidente francese Emmanuel Macron: «Rimango molto cauto perché ci sono nuove richieste da parte dell’Ungheria. Cercheremo di andare avanti».

petrolio

 

Più ottimista, invece, è apparso l'Alto Rappresentante per la Politica estera e di Sicurezza Josep Borrell che si è detto “fiducioso” di un accordo anche con il primo ministro ungherese. Lo stesso cancelliere tedesco Olaf Scholz ha detto di aspettarsi «un consenso prima o poi». Il presidente del Consiglio europeo Charles Michel ha aggiunto: «Spero che prenderemo delle decisioni» durante questo vertice.

 

Prese di posizione lungimiranti o dichiarazioni scaramantiche? Una volta ottenuto il (sofferto) benestare dei leader, il compromesso dovrebbe essere finalizzato dai rappresentanti diplomatici. Il tutto giunge dopo settimane di negoziato con Budapest che ha posto il problema della dipendenza dell‘Ungheria dal petrolio russo attraverso l'oleodotto Druzhba, di costruzione sovietica. In più di una occasione, il governo Orbán ha spiegato nel recente passato che l'embargo avrebbe provocato “uno shock economico”.

URSULA VON DER LEYEN VOLODYMYR ZELENSKY

 

Prevista una deroga per alcuni paesi dell’Est

Un funzionario europeo ha notato che due terzi del petrolio russo giunge in Europa via mare: «Stiamo quindi parlando di un ammontare piuttosto consistente». Ha aggiunto che l'intesa «è un chiaro successo europeo». La Russia ha esportato verso l'Europa 720mila barili al giorno di greggio attraverso il suo principale oleodotto nella regione; a fronte di volumi via mare di 1,57 milioni di barili al giorno provenienti dai porti sul Baltico e sul Mar Nero. Nelle prossime ore, dovranno quindi giungere sia il benestare politico da parte dei Ventisette che l'accordo sui dettagli giuridici.

PUTIN E I RUBLINETTI - BY EMILIANO CARLI

 

Questi ultimi potranno rivelarsi complicati da risolvere. Si tratterà, da un lato, di offrire garanzie all'Ungheria nel caso di brusche interruzioni alle forniture di petrolio russo e, dall'altro, di rassicurare gli altri paesi europei che la deroga concessa a Budapest e relativa all'oleodotto Druzhba non creerà distorsioni nel mercato unico.

 

3 - L'EUROPA PREPARA IL TETTO AL PREZZO DI GAS E PETROLIO

Claudio Tito per “la Repubblica”

 

Un passo avanti e uno indietro. Il Consiglio europeo che si riunisce oggi pomeriggio parte con il sì alla richiesta italiana di introdurre un tetto al prezzo dell'energia, sia gas sia petrolio, ma nello stesso tempo è segnato da una pesante battuta d'arresto: non c'è l'accordo sull'embargo al petrolio russo.

 

 

I GASDOTTI VERSO L EUROPA

Ma quella sul "price cap" è una svolta. L'Italia canta vittoria. L'idea di fissare un massimale al costo del gas in particolare è stata avanzata costantemente negli ultimi due mesi da Palazzo Chigi. Il presidente del consiglio, Mario Draghi, lo ha ripetuto anche nei giorni scorsi. E' stata a tratti una battaglia solitaria. Sostenuta poi da Francia e Spagna e osteggiata prima dalla Germania, che poi ha accettato il cambio in corsa, e dagli Stati del nord Europa.

 

«Il Consiglio europeo - si legge nella bozza del documento finale - invita la Commissione a esplorare con i partner internazionali le modalità per frenare l'aumento dei prezzi dell'energia, compresa la fattibilità dell'introduzione di tetti ai prezzi temporanei». Saranno quindi gli uffici di Ursula Von der Leyen a studiare un meccanismo che eviti le pesantissime oscillazioni di metano, benzina e diesel. Una soluzione che non farà piacere al Cremlino.

 

putin orban

E soprattutto non sarà apprezzata da tutte le società che producono, vendono e esportano questi beni. Gruppi che negli ultimi mesi - come ha spesso sottolineato ancora il capo del governo italiano - hanno prodotto degli extraprofitti ragguardevoli. L'idea è che la Commissione sia pronta per mettere sul tavolo una proposta nel giro di tre settimane, in vista del prossimo summit di fine giugno. Naturalmente questa soluzione è stata improvvisamente accolta alla luce degli eccessivi rimbalzi dell'inflazione.

 

URSULA VON DER LEYEN VOLODYMYR ZELENSKY

Gran parte della spinta inflazionistica, infatti, è determinata proprio dall'energia. Mettere un freno a quei prezzi - da concordare con i partner stranieri per evitare distorsioni ai principi della concorrenza - significa arginare un'onda che rischia di compromettere la ripresa economica. Non a caso nello stesso documento spicca un riferimento alla mercato dell'elettricità: «Si invita la Commissione a proseguire rapidamente i lavori per l'ottimizzazione del funzionamento del mercato dell'energia elettrica». Perché una delle incoerenze regolamentari scaturisce da un meccanismo che determina il prezzo dell'elettricità in base alla fonte energetica più alta (negli ultimi mesi il gas) senza tener conto del mix dei vari combustibili.

paolo gentiloni ursula von der leyen

 

E non è un caso che la sponda più importante all'Italia dentro l'esecutivo sia stata del commissario agli Affari economici, Paolo Gentiloni.

Ma, appunto, a questo passo avanti fa contraltare quello indietro sullo stop al greggio russo. Nonostante l'ultima proposta che si basava sull'idea di bandire solo il petrolio trasportato via nave e non quello via oleodotto, l'accordo non è stato raggiunto. L'Ungheria di Orbán aveva dichiarato la sua contrarietà all'embargo "tout court" perché dipendono al 65 per cento dall'"oro nero" traportato attraverso l'oleodotto Druzhba. Il gioco dei veti incrociati ha poi negato l'intesa. Gli ambasciatori dei 27 ieri ne hanno preso atto. Ma oggi si rivedranno per un ultimo tentativo.

VLADIMIR PUTIN E IL GAS

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