huawei tim telecom italia luigi gubitosi 5g

BYE BYE CINA, CON DRAGHI SI CAMBIA SPARTITO - TIM HA CHIUSO DEFINITIVAMENTE E UFFICIALMENTE LE PORTE A HUAWEI SULLA REALIZZAZIONE DELLA RETE D'ACCESSO 5G IN ITALIA - AL COLOSSO DI SHENZEN È STATA INVIATA UNA LETTERA DI DISDETTA DI UN CONTRATTO SOTTOSCRITTO NEI PRIMI MESI DEL 2020 - MA SE IN ITALIA NON SI PASSA, HUAWEI POTREBBE ESSERE INVITATO ALLA GARE PER LE ATTIVITÀ 5G CORE NELL'ALTRO PAESE COPERTO DA TIM, IL BRASILE…

Andrea Biondi per il "Sole 24 Ore"

 

HUAWEI

«Siamo in discussione con Tim per le forniture sulle loro reti». Così Wilson Wang, da gennaio ceo di Huawei Italia, dichiarava nella sua prima intervista da capoazienda concessa al Sole 24 Ore, rispondendo a una domanda sui rumors relativi a un'interruzione dei rapporti fra l'ex incumbent e il colosso di Shenzhen riguardo alle forniture per la nuova rete 5G in realizzazione. Evidentemente quelle discussioni alla prova dei fatti si sono arenate.

 

rete 5g

Tim ha infatti chiuso definitivamente e ufficialmente le porte a Huawei sulla realizzazione della rete d' accesso 5G in Italia. A quanto risulta al Sole 24 Ore, in questi giorni all' indirizzo del colosso Tlc di Shenzhen è stata inviata una lettera di disdetta di un contratto sottoscritto nei primi mesi del 2020.

 

Per capire la questione occorre considerare sia la realtà delle cose al momento, sia quella cui si sarebbe andati a tendere relativamente alla realizzazione della nuova rete 5G. Sul 4G Tim ha utilizzato per la sua rete d'accesso tre fornitori con diverse percentuali di commesse. Per il 50% quella rete è stata realizzata da Ericsson, per il 25% da Nokia e per il 25% da Huawei.

 

huawei

Per la Ran (Radio Access Network) del 5G Tim aveva deciso di ridurre da tre a due il suo parco fornitori. In questo quadro, secondo lo schema prescelto per la nuova rete 5G si pensava a una realizzazione per il 60% in capo a Ericsson (che fa anche la parte del leone sulla rete core per quanto riguarda Tim) e per il 40% in capo a Huawei.

Già nella prima parte dello scorso anno erano iniziati a far capolino i primi ripensamenti. Diventati ora definitivi con la lettera di disdetta.

luigi gubitosi presenta il 5g di tim 1

 

Nessun commento né da Huawei, né da parte dell' incumbent per una scelta in cui con ogni probabilità è lecito pensare che abbia impattato in maniera forte anche il momento dal punto di vista geopolitico, con gli strascichi della battaglia fra l' amministrazione Trump e Huawei (ma per interposta persona contro il governo cinese ovviamente) che non si sono affatto sopiti né con la nuova amministrazione Biden in Usa, né con il nuovo governo italiano caratterizzato da un forte atlantismo. Le richieste ai vendor extracomunitari, con tutta la disciplina del Golden Power e del perimetro cibernetico, di per sé rappresentano un aggravio non da poco per gli operatori.

 

tim 5g

Il dover ovviare a obblighi documentali aggiuntivi in questa fase potrebbe aver convinto Tim a optare per una soluzione più "semplice" e per questo più vantaggiosa. Comunque, secondo quanto si apprende, sul mobile in Italia Tim ha deciso a livello di Gruppo di aggiornare, rispetto al mutato contesto, la strategia degli approvvigionamenti tecnologici, confermando l' obiettivo di semplificare le forniture su due vendor anziché tre. E in seguito ad un' attenta analisi di costi e benefici l' azienda avrebbe deciso di proseguire con gli altri due fornitori: Ericsson e Nokia cui sarà affidato quel 40% di realizzazione della rete in origine pensato per Huawei. Alle "pene" italiane per il colosso cinese, al momento non dovrebbero corrispondere in maniera automatica esclusioni nell' altro Paese coperto da Tim. Non è escluso che Huawei potrebbe anche essere invitato alla gare per le attività 5G core in Brasile.

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - LA CAPITALE DEGLI AFFARI A MISURA DUOMO, A CUI IL GOVERNO MELONI HA LANCIATO L’ANATEMA “BASTA CON I BANCHIERI DEL PD”, È IN TREPIDA ATTESA DI COSA DELIBERERÀ UNICREDIT DOMENICA PROSSIMA, A MERCATI CHIUSI - SI RINCORRONO VOCI SULLA POSSIBILITÀ CHE ANDREA ORCEL ANNUNCI L’ADDIO NON SOLO ALL’OPS SU BPM MA ANCHE ALLA SCALATA DI COMMERZBANK, PER PUNTARE TUTTA LA POTENZA DI FUOCO DI UNICREDIT LANCIANDO UN’OPS SU GENERALI - DOPO LE GOLDEN MANGANELLATE PRESE SU BPM, ORCEL AVRÀ DI CERTO COMPRESO CHE SENZA IL SEMAFORO VERDE DI PALAZZO CHIGI UN’OPERAZIONE DI TALE PORTATA NON VA DA NESSUNA PARTE, E UN’ALLEANZA CON I FILO-GOVERNATIVI ALL’INTERNO DI GENERALI COME MILLERI (10%) E CALTAGIRONE (7%) È A DIR POCO FONDAMENTALE PER AVVOLGERLA DI “ITALIANITÀ” - CHISSÀ CHE COSA ARCHITETTERÀ IL CEO DI BANCA INTESA-SANPAOLO, CARLO MESSINA, QUANDO DOMENICA IL SUO COMPETITOR ORCEL ANNUNCERÀ IL SUO RISIKO DI RIVINCITA…

parolin prevost

PAROLIN È ENTRATO PAPA ED È USCITO CARDINALE - IN MOLTI SI SONO SBILANCIATI DANDO PER CERTO CHE IL SEGRETARIO DI STATO DI BERGOGLIO SAREBBE STATO ELETTO AL POSTO DI PAPA FRANCESCO – GLI “AUGURI DOPPI” DI GIOVANNI BATTISTA RE, IL TITOLO FLASH DEL “SOLE 24 ORE” (“PAROLIN IN ARRIVO”) E LE ANALISI PREDITTIVE DI ALCUNI SITI - PERCHÉ I CARDINALI HANNO IMPALLINATO PAROLIN? UN SUO EVENTUALE PAPATO NON SAREBBE STATO TROPPO IN CONTINUITÀ CON BERGOGLIO, VISTO IL PROFILO PIU' MODERATO - HA PESATO IL SUO “SBILANCIAMENTO” VERSO LA CINA? È STATO IL FAUTORE DELL’ACCORDO CON PECHINO SUI VESCOVI...

matteo renzi sergio mattarella elly schlein maurizio landini

DAGOREPORT – IL REFERENDUM ANTI JOBS-ACT PROMOSSO DALLA CGIL DI LANDINI, OLTRE A NON ENTUSIASMARE MATTARELLA, STA SPACCANDO IL PD DI ELLY SCHLEIN - NEL CASO CHE UNA DECINA DI MILIONI DI ITALIANI SI ESPRIMESSERO A FAVORE DELL’ABOLIZIONE DEL JOBS-ACT, PUR NON RIUSCENDO A RAGGIUNGERE IL QUORUM, LANDINI ASSUMEREBBE INEVITABILMENTE UN'INVESTITURA POLITICA DA LEADER DELL'OPPOSIZIONE ANTI-MELONI, EMARGINANDO SIA SCHLEIN CHE CONTE - E COME POTRANNO I RIFORMISTI DEM, I RENZIANI E AZIONE DI CALENDA VALUTARE ANCORA UN PATTO ELETTORALE CON UN PD "LANDINIZZATO", ALLEATO DEL POPULISMO 5STELLE DI CONTE E DE SINISTRISMO AVS DI BONELLI E FRATOIANNI? - A MILANO LA SCISSIONE DEL PD È GIÀ REALTÀ: I RIFORMISTI DEM HANNO APERTO UN CIRCOLO IN CITTÀ INSIEME A ITALIA VIVA E AZIONE. MA BONACCINI DIFENDE ELLY SCHLEIN

sergio mattarella giorgia meloni

DAGOREPORT - L'ARDUO COMPITO DI MATTARELLA: FARE DA ARBITRO ALLA POLITICA ITALIANA IN ASSENZA DI UN’OPPOSIZIONE - IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NON VUOLE SOSTITUIRSI A QUEGLI SCAPPATI DI CASA DI SCHLEIN E CONTE, NÉ INTENDE SCONTRARSI CON GIORGIA MELONI. ANZI, IL SUO OBIETTIVO È TENERE IL GOVERNO ITALIANO DALLA PARTE GIUSTA DELLA STORIA: SALDO IN EUROPA E CONTRO LE AUTOCRAZIE – IL PIANO DI SERGIONE PER SPINGERE LA PREMIER VERSO UNA DESTRA POPOLARE E LIBERALE, AGGANCIATA UN'EUROPA GUIDATA DA FRANCIA, GERMANIA E POLONIA E LONTANA DAL TRUMPISMO - LE APERTURE DI ''IO SONO GIORGIA" SUL 25 APRILE E AFD. MA IL SUO PERCORSO VERSO IL CENTRO E' TURBATO DALLL'ESTREMISMO DI SALVINI E DALLO ZOCCOLO DURO DI FDI GUIDATO DA FAZZOLARI...

francesco micheli

DAGOREPORT - IN UNA MILANO ASSEDIATA DAI BARBARI DI ROMA, SI CELEBRA LA FAVOLOSA CAPITALE DEGLI AFFARI CHE FU: IL CAPITALISMO CON IL CUORE A SINISTRA E IL PORTAFOGLIO GONFIO A DESTRA - A 87 ANNI, FRANCESCO MICHELI APRE, SIA PURE CON MANO VELLUTATA E SENZA LASCIARE IMPRONTE VISTOSE, IL CASSETTO DEI RICORDI: “IL CAPITALISTA RILUTTANTE” È IL DIARIO DI BORDO DELL’EX BUCANIERE DELLA FINANZA CHE, SALITO SULL’ALBERO PIÙ ALTO DEL VASCELLO, HA OSSERVATO I FONDALI OSCURI INCONTRATI NEL MARE MAGNUM INSIDIOSO DELL’ECONOMIA, SOMMERSA E SPESSO AFFONDATA - “IO E LEI APPARTENIAMO A ZOO DIVERSI”, FU IL VATICINIO DI CUCCIA – LUI, UNICO TESTIMOME A RACCOGLIERE LO SFOGO DI EUGENIO CEFIS SU QUEL “MATTO” DI CUCCIA CHE NEL GIORNO DELLE SUE CLAMOROSE DIMISSIONI DA MONTEDISON L’AVEVA ACCOLTO CON UN BEFFARDO: “DOTTORE, PENSAVO VOLESSE FARE UN COLPO DI STATO…”