CHE BANCHE! VOLANO MATTONATE TRA MESSINA E IL DUPLEX MUSTIER-MASSIAH - RISPONDE AL VERO L'INDISCREZIONE SECONDO CUI UBI STAREBBE INTRATTENENDO TRATTATIVE CON UNICREDIT E BANCO BPM, AL FINE DI CREARE UN ULTERIORE OSTACOLO ALL’OPS DI INTESA TRAMITE L’ACQUISTO DA PARTE DI QUESTE BANCHE DI UNA QUOTA INFERIORE AL 10% IN UBI? - LA OPERAZIONE RENDEREBBE COSI' PIÙ EFFICACE L'AZIONE FRENANTE DI UBI PRESSO L'ANTISTRUST E ALLA LIBERA SCELTA DA PARTE DEGLI AZIONISTI DELLA BANCA BRESCIANA-BERGAMASCA

-

Condividi questo articolo


JEAN PIERRE MUSTIER JEAN PIERRE MUSTIER

DAGONOTA

Le ultime mosse di UBI Banca denotano una sempre più marcata sfiducia del management nel mercato e nei suoi azionisti. Questa è l’unica spiegazione che si può dare per giustificare il comportamento di UBI, come da ultimo rappresentato dal comunicato di ieri.

 

Le regole dell’OPS, in tutto il mondo, prevedono una passivity rule per la società target in quanto l’offerta è destinata ai suoi azionisti e non alla società stessa. L’unico intento di UBI invece è quello di non far scegliere i propri azionisti liberamente ma di evitare che questi possano considerare l’offerta stessa.

 

VICTOR MASSIAH VICTOR MASSIAH

In base a vari fonti vicine al dossier, UBI starebbe addirittura intrattenendo discussioni con UniCredit e Banco BPM al fine di creare un ulteriore ostacolo all’OPS di Intesa e alla libera scelta da parte degli azionisti di UBI, tramite l’acquisto da parte di queste banche di una quota inferiore al 10% in UBI.

 

victor massiah, letizia moratti e andrea moltrasio victor massiah, letizia moratti e andrea moltrasio

Tale azione sarebbe estremamente dannosa per gli azionisti UBI i quali non potrebbero neanche decidere se accettare o meno l’offerta di Intesa, ma si troverebbero con la loro banca (e non del management) privata del cosiddetto premio di contendibilità per scelta di un management team che da più di 10 anni gestisce una banca che ha sistematicamente mancato gli annunci di utile promessi al mercato.

Gian Maria Gros-Pietro, presidente di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina, ad, e Giovanni Bazoli, presidente onorario Gian Maria Gros-Pietro, presidente di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina, ad, e Giovanni Bazoli, presidente onorario

 

2 - UNICREDIT INTESA, LA SFIDA SI ALLARGA

Rosario Dimito per “il Messaggero”

 

Nella stagione del Covid-19 che si aggiunge ai tassi bassi e alla iper-regolamentazione, «una rivalità non è necessariamente una ostilità». Non si può sapere quanto la massima di Sigmund Freud possa essere adattata ai rapporti attuali fra Intesa Sanpaolo e Unicredit, visto l'ingresso piuttosto deciso di quest'ultima nel procedimento aperto dall'Antitrust sulle presunte distorsioni della concorrenza nel caso dell'Ops su Ubi (domani c'è l'audizione di Gae Aulenti presso l'Autorità).

 

mustier mustier

Alla luce, anche, dell'altro procedimento in corso davanti all'Antitrust, che quanto prima dovrà esprimersi sull'ingresso di Intesa nel capitale di Nexi con il 9,9%. L'istruttoria è iniziata da cinque mesi e Unicredit, insieme a Banca Sella e altri operatori, potrebbero esprimere una posizione rigida nell'ambito della verifica sul mercato dell'acquiring (cioè dei dispositivi Pos) per stabilire se vi siano soggetti che dall'operazione possano ritenersi danneggiati.

 

L'indagine dovrebbe concludersi a metà giugno ma, secondo fonti dell'Autorità, l'eventuale supplemento di istruttoria potrebbe far scendere in campo altri soggetti per dichiarare se dal loro punto di vista si ipotizzi alterazione del mercato e quindi far allungare i tempi.

 

Carlo Messina Carlo Messina

E' forse il caso di rimarcare come le strategie di ampliamento dell'attività di Intesa Sanpaolo in queste settimane siano sotto osservazione presso l'authority presieduta da Roberto Rustichelli che, insediatosi un anno fa, si trova ad affrontare il primo vero banco di prova della sua gestione.

 

COMPETIZIONE ACCESA

mustier parzani mustier parzani

Per tornate al tema iniziale, che tra i due istituti e i rispettivi capi-azienda (Carlo Messina e Jean Pierre Mustier) i rapporti siano segnati da una certa competitività è evidente a chiunque. Basti pensare alle punzecchiature volate quando in alcuni scontri finanziari le due banche si sono trovate su sponde diverse («Mi fa ridere chi difende l'italianità e lo fa in francese» ebbe a dire qualche anno fa Messina alludendo al collega).

 

Il punto è che adesso il confronto rischia di provocare conseguenze di sistema non irrilevanti.

roberto rustichelli presidente antitrust 3 roberto rustichelli presidente antitrust 3

 

Ora, che parte del management di Ubi e degli azionisti storici si oppongano all'offerta di scambio annunciata da Intesa Sp non sorprende, fa parte delle regole del gioco: starà a Intesa tentare di convincerli della bontà dell'operazione.

 

E ci sta persino un certo esercizio di disturbo che i concorrenti della banca guidata da Messina mettano in atto per frenare i progetti di rafforzamento di quest'ultima. Ma la scesa in campo diretta del competitor per definizione - qual è Unicredit per Intesa - in difesa della banca target per tentare di bloccare l'operazione, è una novità che fa riflettere.

 

Soprattutto se risponde al vero l'indiscrezione secondo cui la banca di Mustier avrebbe in animo di acquisire una quota non lontana dal 10% di Ubi Banca per rendere più efficace l'azione frenante presso l'Antistrust.

alessandro vandelli bper 1 alessandro vandelli bper 1

 

Per tornare all'Ops, va segnalato che secondo gli analisti di Banca Akros, se avesse successo l'azione che il cda dell'istituto bergamasco ha annunciato martedì sera contro l'Offerta ritenendola inefficace, il titolo perderebbe oltre il 20% del suo attuale valore.

 

Opinione analoga a quella di Equita, che scrive: «Dall'annuncio dell'Ops grazie al premio implicito nel concambio, Ubi ha sovraperformato Banco Bpm e Bper del 25%-30%. Ed è molto improbabile che si presentino opzioni strategiche più vantaggiose per gli azionisti di Ubi».

 

 

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT L’INTELLIGENCE DI USA E IRAN HANNO UN PROBLEMA: NETANYAHU - L'OPERAZIONE “TERRORISTICA” CON CUI IL MOSSAD HA ELIMINATO IL GENERALE DELLE GUARDIE RIVOLUZIONARIE IRANIANE NELL'AMBASCIATA IRANIANA A DAMASCO E LA SUCCESSIVA TENSIONE CON TEHERAN NON È SPUNTATA PER CASO: È SERVITA AL PREMIER ISRAELIANO A "OSCURARE" TEMPORANEAMENTE LA MATTANZA NELLA STRISCIA DI GAZA, CHE TANTO HA DANNEGGIATO L'IMMAGINE DI ISRAELE IN MEZZO MONDO - NETANYAHU HA UN FUTURO POLITICO (ED EVITA LA GALERA) SOLO FINCHÉ LA GUERRA E LO STATO D'ALLARME PROSEGUONO...

DAGOREPORT – BIDEN HA DATO ORDINE ALL'INTELLIGENCE DELLA CIA CHE LA GUERRA IN UCRAINA DEVE FINIRE ENTRO AGOSTO, DI SICURO PRIMA DEL 5 NOVEMBRE, DATA DEL VOTO PRESIDENZIALE AMERICANO - LO SCENARIO E' QUESTO: L’ARMATA RUSSA AVANZERÀ ULTERIORMENTE IN TERRITORIO UCRAINO, IL CONGRESSO USA APPROVERÀ GLI AIUTI MILITARI A KIEV, QUINDI PUTIN IMPORRÀ DI FARE UN PASSO INDIETRO. APPARECCHIATA LA TREGUA, FUORI ZELENSKY CON NUOVE ELEZIONI (PUTIN NON LO VUOLE AL TAVOLO DELLA PACE), RESTERA' DA SCIOGLIERE IL NODO DELL'UCRAINA NELLA NATO, INACCETTABILE PER MOSCA – NON SOLO 55 MILA MORTI E CRISI ECONOMICA: PUTIN VUOLE CHIUDERE PRESTO IL CONFLITTO, PER NON DIVENTARE UN VASSALLO DI XI JINPING... 

FLASH! - FACILE FARE I PATRIOTI CON LE CHIAPPE ALTRUI – INDOVINATE CHE AUTO GUIDA ADOLFO URSO, IL MINISTRO CHE PER DIFENDERE L'ITALIANITÀ HA “COSTRETTO” ALFA ROMEO A CAMBIARE NOME DA “MILANO” A “JUNIOR”? UN PRODOTTO DELL’INDUSTRIA MADE IN ITALY? MACCHÉ: NELLA SUA DICHIARAZIONE PATRIMONIALE, SPUNTANO UNA VOLKSWAGEN T-CROSS E UNA MENO RECENTE (MA SOSTENIBILE) TOYOTA DI INIZIO MILLENNIO. VEDIAMO IL LATO POSITIVO: ALMENO NON SONO DEL MARCHIO CINESE DONFGENG, A CUI VUOLE SPALANCARE LE PORTE...

DAGOREPORT – ANCHE I DRAGHI, OGNI TANTO, COMMETTONO UN ERRORE. SBAGLIÒ NEL 2022 CON LA CIECA CORSA AL COLLE, E SBAGLIA OGGI A DARE FIN TROPPO ADITO, CON LE USCITE PUBBLICHE, ALLE CONTINUE VOCI CHE LO DANNO IN CORSA PER LA PRESIDENZA DELLA COMMISSIONE EUROPEA - CHIAMATO DA URSULA PER REALIZZARE UN DOSSIER SULLA COMPETITIVITÀ DELL’UNIONE EUROPEA, IL COMPITO DI ILLUSTRARLO TOCCAVA A LEI. “MARIOPIO” INVECE NON HA RESISTITO ALLE SIRENE DEI MEDIA, CHE TANTO LO INCENSANO, ED È SALITO IN CATTEDRA SQUADERNANDO I DIFETTI DELL’UNIONE E LE NECESSARIE RIFORME, OFFRENDOSI COME L'UOMO SALVA-EUROPA - UN GRAVE ERRORE DI OPPORTUNITÀ POLITICA (LO STESSO MACRON NON L’HA PRESA BENE) - IL DESTINO DI DRAGHI È NELLE MANI DI MACRON, SCHOLZ E TUSK. SE DOPO IL 9 GIUGNO...