open fiber francesco starace franco bassanini roberto gualtieri luigi gubitosi

CHE FIBRA! – LA LINEA GUALTIERI/GUBITOSI HA VINTO SUL DUPLEX BASSANINI/STARACE: TIM FARÀ LA RETE UNICA PER L’ITALIA - PER ENEL NON È UN SUCCESSO MA SPINGERE IL PROGETTO OPEN FIBER AVREBBE AFFOSSATO TIM, CON CONSEGUENZE SULL'OCCUPAZIONE (45MILA DIPENDENTI) E CERTAMENTE PORTATO A UNA DISPERSIONE DI RISORSE CON LA DUPLICAZIONE DI UNA RETE A BANDA ULTRALARGA - SKY, VODAFONE E WIND3: PRONTI A CONTRIBUIRE ALLA RETE UNICA

LUIGI GUBITOSI FRANCESCO STARACE

1 – ENEL IN USCITA, LA PARTITA FIBRA È PERSA

Maddalena Camera per “il Giornale”

 

L'ad di Enel Francesco Starace non commenta le indiscrezioni dell'arrivo di un'offerta per Open Fiber da parte del fondo australiano infrastrutturale Macquaire (e forse anche di altri soggetti) che valuterebbe l'intera società 7,7 miliardi.

 

Il che permetterebbe alla società elettrica di realizzare una plusvalenza, nonostante gli investimenti fatti sulla rete e l'acquisizione di Metroweb. Certo la vendita per Enel, pur essendo la rete di tlc un business secondario rispetto alla vocazione elettrica, non è un successo.

open fiber

 

Quando la società venne coinvolta, dal governo Renzi nel 2016 nell'avventura della fibra, pareva proprio che la realizzazione della rete in Italia sarebbe passata per Open Fiber, partecipata al 50% da Cdp, ossia Cassa Depositi e Prestiti. In quel frangente, dopo una presentazione in pompa magna di Open Fiber a Palazzo Chigi, gli operatori concorrenti a Tim furono «invitati» a firmare accordi con Open Fiber.

 

LUIGI GUBITOSI FRANCO BASSANINI

Poi il governo è cambiato e le prospettive anche. Spingere il progetto Open Fiber avrebbe affossato Tim, con conseguenze sull'occupazione, (45mila dipendenti) e certamente portato a una dispersione di risorse con la duplicazione di una rete a banda ultralarga , pur con diverse tecnologie (Fibra, Fwa e 5G). Insomma alla fine, passati 4 anni, ha prevalso la cautela e Tim ha presentato una alternativa possibile per la realizzazione della rete unica con il progetto FiberCop, che dovrebbe essere approvato dal cda di lunedì.

 

Roberto Gualtieri

Un progetto che vede lo scorporo della sua rete secondaria, quella che va dagli armadietti alle case degli utenti, che finirà in una società partecipata dal fondo infrastrutturale Kkr, Fastweb e Tiscali. A questi dovrebbe aggiungersi Cdp con una quota del 5 o 10%. Questa operazione non dovrebbe trovare ostacoli a livello di autority italiana ed europea. Diversa invece l'integrazione in questa società di Open Fiber.

 

Operazione che evidentemente Enel non vuole fare. Quindi meglio vendere mettendo in cassa una plusvalenza. A questo punto si capiscono anche le diversità di punti di vista tra i gestori concorrenti.

fabrizio palermo foto di bacco (3)

 

Mentre per Fastweb e Tiscali si tratta di «una scelta epocale di separazione societaria della rete per conferire asset a un soggetto terzo» come spiegato in una lettera di Alberto Calcagno, ad di Fastweb e Renato Soru di Tiscali al ministro dell'economia Gualtieri (a cui hanno chiesto di essere ricevuti), per Vodafone, Wind e Sky (che hanno firmato protocolli di intesa con Open Fiber) non è un modello vincente.

 

Ieri gli ad delle tre società Aldo Bisio, Jeffrey Hedberg e Maximo Ibarra hanno discusso in videoconferenza con Gualtieri, Patuanelli e l'ad di Cdp Fabrizio Palermo esplicitando le perplessità (timore di un rallentamento delgli investimenti) e auspicando l'indipendenza strategica e di governance della nuova società della rete.

francesco starace

 

2 – SKY, VODAFONE E WINDTRE: PRONTI A CONTRIBUIRE ALLA RETE UNICA

Federico De Rosa per il “Corriere della Sera”

 

Il piano di Cdp e Tim per la rete unica riceve una prima apertura dagli altri operatori telefonici che si sono detti pronti a contribuire al progetto. Ieri gli amministratori delegato di Sky, Maximo Ibarra, Vodafone Italia, Aldo Bisio e Wind Tre, Jeffrey Hedberg, hanno parlato in videoconferenza con i ministri dell'Economia, Roberto Gualtieri, dello Sviluppo Economico, Stefano Patuanelli e con l'amministratore delegato di Cassa depositi, Fabrizio Palermo per chiarire il loro punto di vista sul progetto.

 

maximo ibarra 1

Le tre società avevano chiesto un incontro urgente a Patuanelli all'inizio di agosto a fronte della lettera che, insieme a Gualtieri, il ministro dello Sviluppo aveva mandato al consiglio di Tim per chiedere di accelerare con Open Fiber sulla rete unica.

 

I tre manager in una nota congiunta hanno parlato di «incontro costruttivo» spiegando di aver «preso atto positivamente che gli accordi in discussione sono solo il punto di partenza e apprezzano la possibilità di poter contribuire con il proprio vasto bagaglio di competenze per la finalizzazione del progetto».

 

luigi gubitosi, amministratore delegato di tim – giovanni ferigo, chief executive officer di inwit – aldo bisio, amministratore delegato di vodafone italia

Il punto su cui i tre manager hanno insistito è l'indipendenza della futura società della rete unica. Per Ibarra, Bisio e Hedberg «l'indipendenza è il fattore cruciale per uno sviluppo rapido e diffuso della rete a banda ultra larga». Indipendenza nella governance ma anche «strategica e operativa», sottolineano nella nota congiunta, in chi aggiungono che «gli accordi societari e di governance - per i quali sono stati confermati indipendenza e ruolo guida di Cdp - saranno cruciali per conseguire questo obiettivo.

 

aldo bisio

Così come i dettagli operativi nell'implementazione del progetto che includono i meccanismi di tariffazione, le pratiche commerciali e quelle di assistenza e servizio». Per il momento Sky, Vodafone e Wind Tre hanno apprezzato la chiarezza del governo e «la disponibilità a condividere con tutti gli operatori, sin da questa fase iniziale, la definizione del progetto».

 

RENATO SORU TISCALI

Il piano per integrare Open Fiber e le reti di Tim parte con il fondo Kkr e Fastweb a fianco del gruppo telefonico in FiberCop, società a cui verrà conferito l'ultimo miglio dell'infrastruttura. Lunedì il consiglio di Tim darà il via libera, incassando 1,8 miliardi dal fondo americano a cui andrò il 37,5%. Lunedì si terrà anche il consiglio di Cdp per approvare il memorandum con Tim.

 

Macquarie

Ieri ci sarebbero stati ulteriori approfondimenti sulla rete unica. Finora è stata la Cdp a fare dai playmaker per la parte «pubblica» nella trattativa con Tim. L'Enel, che ha l'altro 50% di Open Fiber, rappresenta tuttavia uno snodo cruciale. Gualtieri e Patuanelli avrebbero parlato anche con l'amministratore delegato Francesco Starace per allineare gli obiettivi. Il numero uno dell'Enel ha aperto la data room di Open Fiber al fondo australiano Macquarie, che a giugno si è fatta avanti per rilevare la quota nella società della rete e a breve potrebbe presentare un'offerta.

 

LOGO KKR

E' molto probabile che la Cdp salga comunque in maggioranza in Open Fiber. Andrà trovata una modalità che tenga insieme gli obiettivi di Cdp e quelli dell'Enel. Palermo potrebbe incontrare presto Starace, forse già la prossima settimana, per iniziare a parlarne.

LUIGI GUBITOSI FRANCO BASSANINIluigi gubitosi nel 2008

 

 

Ultimi Dagoreport

steve witkoff marco rubio sergei lavrov

RUBIO, IL TAJANI STARS AND STRIPES – IL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO NON TOCCA PALLA E SOFFRE IL POTERE DI STEVE WITKOFF, INVIATO DI TRUMP IN MEDIO ORIENTE CHE SE LA COMANDA ANCHE IN UCRAINA. IL MINISTRO DEGLI ESTERI USA PROVA A USCIRE DALL’ANGOLO PARLANDO DI “NUOVA IDEA” DELLA RUSSIA SUI NEGOZIATI IN UCRAINA. MA IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI PUTIN, LAVROV, SUBITO VEDE IL BLUFF: “CONFERMIAMO LA NOSTRA POSIZIONE” – TRUMP AVEVA OFFERTO DI TUTTO A WITKOFF, MA L’IMMOBILIARISTA NON HA VOLUTO RUOLI UFFICIALI NELL’AMMINISTRAZIONE. E TE CREDO: HA UN CONFLITTO DI INTERESSE GRANDE QUANTO UN GRATTACIELO...

diletta leotta ilary blasi stefano sala pier silvio berlusconi

FLASH – IL BRUTALE AFFONDO DI PIER SILVIO BERLUSCONI SU ILARY BLASI E DILETTA LEOTTA (“I LORO REALITY TRA I PIÙ BRUTTI MAI VISTI”), COSÌ COME IL SILURAMENTO DI MYRTA MERLINO, NASCE DAI DATI HORROR SULLA PUBBLICITÀ MOSTRATI A “PIER DUDI” DA STEFANO SALA, AD DI PUBLITALIA (LA CONCESSIONARIA DI MEDIASET): UNA DISAMINA SPIETATA CHE HA PORTATO ALLA “DISBOSCATA” DI TRASMISSIONI DEBOLI. UN METODO DA TAGLIATORE DI TESTE BEN DIVERSO DA QUELLO DI BABBO SILVIO, PIÙ INDULGENTE VERSO I SUOI DIPENDENTI – A DARE UNA MANO A MEDIASET NON È LA SCURE DI BERLUSCONI JR, MA LA RAI: NON SI ERA MAI VISTA UNA CONTROPROGRAMMAZIONE PIÙ SCARSA DI QUELLA CHE VIALE MAZZINI, IN VERSIONE TELE-MELONI, HA OFFERTO IN QUESTI TRE ANNI…

giorgia meloni elly schlein luca zaia vincenzo de luca eugenio giani elly schlein elezioni regionali

PER UNA VOLTA, VA ASCOLTATA GIORGIA MELONI, CHE DA MESI RIPETE AI SUOI: LE REGIONALI NON VANNO PRESE SOTTOGAMBA PERCHÉ SARANNO UN TEST STRADECISIVO PER LA MAGGIORANZA – UNA SPIA CHE IL VENTO NON SPIRI A FAVORE DELLE MAGNIFICHE SORTI DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È IL TENTATIVO DI ANTICIPARE AL 20 SETTEMBRE IL VOTO NELLE MARCHE, DOVE IL DESTRORSO ACQUAROLI RISCHIA DI TORNARE A PASCOLARE (IL PIDDINO MATTEO RICCI È IN LEGGERO VANTAGGIO) – IL FANTASMA DI LUCA ZAIA IN VENETO E LE ROGNE DI ELLY SCHLEIN: JE RODE AMMETTERE CHE I CANDIDATI DEL PD VINCENTI SIANO TUTTI DOTATI DI UN SANO PEDIGREE RIFORMISTA E CATTO-DEM. E IN CAMPANIA RISCHIA LO SCHIAFFONE: SI È IMPUNTATA SU ROBERTO FICO, IMPIPANDOSENE DI VINCENZO DE LUCA, E SOLO UNA CHIAMATA DEL SAGGIO GAETANO MANFREDI LE HA FATTO CAPIRE CHE SENZA LO “SCERIFFO” DI SALERNO NON SI VINCE…

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni

NULLA SARÀ COME PRIMA: PIER SILVIO BERLUSCONI, VESTITO DI NUOVO, CASSA IL SUO PASSATO DI RAMPOLLO BALBETTANTE E LANCIA IL SUO PREDELLINO – IN UN COLPO SOLO, CON IL COMIZIO DURANTE LA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI, HA DEMOLITO LA TIMIDA SORELLA MARINA, E MANDATO IN TILT GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI, MINACCIANDO LA DISCESA IN CAMPO. SE SCENDE IN CAMPO LUI, ALTRO CHE 8%: FORZA ITALIA POTREBBE RISALIRE (E MOLTO) NEI SONDAGGI (IL BRAND BERLUSCONI TIRA SEMPRE) – NELLA MILANO CHE CONTA IN MOLTI ORA SCOMMETTONO SUL PASSO INDIETRO DI MARINA DALLA GESTIONE “IN REMOTO” DI FORZA ITALIA: D'ALTRONDE, LA PRIMOGENITA SI È MOSTRATA SEMPRE PIÙ SPESSO INDECISA SULLE DECISIONI DA PRENDERE: DA QUANTO TEMPO STA COGITANDO SUL NOME DI UN SOSTITUTO DI TAJANI?

matteo piantedosi khalifa haftar giovanni caravelli

FOLLOW THE MONEY! - DIETRO AL RESPINGIMENTO DI PIANTEDOSI IN LIBIA, PROBABILMENTE, CI SAREBBE IL VIL DENARO! SADDAM HAFTAR, FIGLIO DEL GENERALISSIMO KHALIFA E GOVERNANTE DI FATTO DELLA CIRENAICA, AVREBBE CHIESTO ALL'ITALIA UN SOSTEGNO ECONOMICO PER "GESTIRE" I MIGRANTI (TENERLI IN GABBIA SENZA FARLI PARTIRE), COME QUELLO CHE ROMA CONCEDE AL GOVERNO DI TRIPOLI - L'AISE DI CARAVELLI, CHE HA OTTIMI RAPPORTI CON HAFTAR JR, TANTO DA AVERLO PORTATO IN ITALIA PER UN TOUR DEI MINISTERI (UN MESE FA HA INCONTRATO PIANTEDOSI, CROSETTO E TAJANI), HA CONTATTATO GLI 007 DI GRECIA E MALTA, PER CHIEDERE DI CONDIVIDERE L'ESBORSO. QUELLI HANNO RISPOSTO "NO, GRAZIE" - E COSÌ, È PARTITA LA "RITORSIONE" DEGLI HAFTAR, CHE HANNO ORGANIZZATO LA TRAPPOLA PER LA DELEGAZIONE EUROPEA (COMPOSTA OLTRE A PIANTEDOSI DAI MINISTRI DI GRECIA E MALTA)