DI CHI ERA IL VIADOTTO CROLLATO OGGI? DELL'ANAS! CIOÈ DELL'ENTE CHE DOVEVA PRENDERSI LE AUTOSTRADE DEI BENETTON PER PUNIRLI DEL CROLLO DEL PONTE MORANDI - L'UNICA RAGIONE PER CUI SI È EVITATA UNA STRAGE È IL CORONAVIRUS CHE HA AZZERATO IL TRAFFICO. E SALVERÀ LA CONCESSIONE DI ASPI: PER FARE I 7,5 MILIARDI DI INVESTIMENTI IL GOVERNO DOVRA' CANCELLARE L'ARTICOLO DEL MILLEPROROGHE CHE AVEVA TRASFORMATO LE SUE OBBLIGAZIONI IN ''SPAZZATURA''

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Per una volta il Coronavirus ha evitato una strage, invece di provocarla. Se il ponte sul fiume Magra gestito da ANAS fosse crollato in un giorno di ordinaria routine, ci saremmo trovati un’altra volta a piangere decine di vittime innocenti. La maggior parte delle infrastrutture del nostro Paese è stata costruita nel Dopoguerra e, ormai, a 70 anni di distanza e in assenza di cure adeguate, ha bisogno di una massiccia campagna di manutenzione e di controlli efficienti.

 

Si tratta del sogno di Di Maio e Toninelli che, nella loro furia nazionalizzatrice delle autostrade italiane, avevano visto in Anas la soluzione di tutti i mali. Per questo i due leader pentastellati, spalleggiati anche da frange del Pd, hanno fatto approvare a fine anno un articolo nel Milleproroghe (il numero 35), il quale dispone che, qualora ad Autostrade per l’Italia venisse revocata la concessione della rete per comprovate inadempienze, questa potrebbe passare ad Anas, pagando un valore di indennizzo ridotto di due terzi.

 

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Con un ulteriore effetto collaterale: l’automatica trasformazione del rating di ASPI in spazzatura, con la conseguente impossibilità di indebitarsi per realizzare gli investimenti di cui la rete ha urgente bisogno. Ed ecco il paradosso della politica infrastrutturale grillina. Con l’intento di punire la più grande concessionaria privata italiana per la tragedia del Morandi e la grave condizione degli altri viadotti della rete ligure, non le si consente di far partire 7,5 miliardi di cantieri di manutenzione e di investimenti. E lo stesso vale per diversi altri concessionari privati.

 

Dall’altro lato invece il principale gestore pubblico, Anas, dimostra tutta la sua inadeguatezza nel gestire e garantire la sicurezza di ponti e infrastrutture. Non a caso oggi nelle chat di alcuni parlamentari di maggioranza circolava la battuta: “E ora che si fa? Passiamo la rete di Anas ad ASPI”?

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