CLOSED FIBER - A CHE PUNTO E’ LA TRATTATIVA SULLA FUSIONE DI OPEN FIBER CON TIM? RISPONDE L'AD DI ENEL, STARACE, TITOLARE DEL 50%: “NON ABBIAMO FRETTA DI VENDERE, NON USCIAMO, È ORMAI UNA SOCIETÀ ENORME, NON È PIÙ UNA STARTUP, E INVESTE MOLTISSIMO IN ITALIA” - COSA NE PENSA L’AD DI CDP, PALERMO, TITOLARE DELL’ALTRO 50% DI OPEN FIBER E AZIONISTA DI TIM? (VEDRETE TUTTO SI RISOLVERA’ AL MOMENTO DELLA TORNATA DI NOMINE DEI VERTICI DELLE PARTECIPATE DEL 2020…)

-

Condividi questo articolo


francesco starace francesco starace

Francesco Spini per “la Stampa”

 

Avanti a tutta forza con l' energia «verde». Nel nuovo piano al 2022 l' Enel destina 28,7 miliardi di euro agli investimenti, l' 11% in più che nella strategia precedente. Metà di tale cifra è dedicata all' impegno per la cosiddetta decarbonizzazione del parco impianti nel mondo: 14,4 miliardi di euro serviranno ad accelerare la creazione di nuova capacità rinnovabile per sostituire progressivamente le centrali a carbone.

 

Oggi dalla fonte fossile Enel produce il 17,3% del totale dell' energia, nel 2022 scenderà al 6,8% per andare sotto l' 1% entro il 2030. Come dice l' ad Francesco Starace, «la transizione energetica è pronta a decollare».

 

gennaro vecchione luigi gubitosi foto di bacco gennaro vecchione luigi gubitosi foto di bacco

«Siamo sempre più "sostenibili" - prosegue il manager di fronte ad analisti e investitori - e abbiamo l' ambizione di poter procedere e superare il punto di svolta che caratterizza il 2019», in cui «nel nostro portafoglio globale rinnovabili e generazione termoelettrica hanno raggiunto un punto di equilibrio». Tutto rema verso l' energia verde: 1,2 miliardi tra gli investimenti sono dedicati alla cosiddetta elettrificazione dei consumi. 11,8 miliardi (+7%) andranno nella digitalizzazione e automazione delle reti, 1,1 miliardi serviranno per ecosistemi e piattaforme.

open fiber fibra ottica open fiber fibra ottica

 

Quanto agli obiettivi finanziari di piano, per il 2022 l' utile netto è atteso a 6,1 miliardi di euro, in crescita del 27% rispetto ai 4,8 miliardi previsti per quest' anno. Agli azionisti il gruppo conferma un dividendo minimo garantito che crescerà, rispetto al piano precedente, di un centesimo nel 2020 e nel 2021 con un nuovo obiettivo di 40 centesimi nel 2022. L' obiettivo, comunque, è distribuire il 70% degli utili con una crescita della cedola implicita dell' 8,4% medio annuo. La Borsa resta cauta e il titolo sale dello 0,86%, a 6,89 euro.

 

GIUSEPPE CONTE FABRIZIO PALERMO GIUSEPPE CONTE FABRIZIO PALERMO

Starace, nel corso del Capital Markets Day milanese, parla anche della partecipazione, pari al 50%, in Open Fiber. E mentre Tim accelera sulla rete unica in fibra e seleziona fondi infrastrutturali per facilitare l' operazione, il numero uno di Enel tira il freno: «Non abbiamo fretta di vendere - dice -, non usciamo, non abbandoniamo situazioni di questo tipo d' emblée, perché servono considerazioni approfondite».

 

Open Fiber, spiega Starace, «è ormai una società enorme, non è più una startup, e investe moltissimo in Italia: quindi non si può più dire usciamo, la affettiamo in tre pezzi, la capovolgiamo. È una società che crea valore». Comunque, aggiunge, «di sicuro non cambieremo la sua natura, che è indipendente e non verticalmente integrata», come lo sarebbe nel caso Tim ne avesse il controllo.

In fine dei conti, Starace dice che nonostante le «molte» manifestazioni di interesse, «non abbiamo nessuna intenzione di vendere».

 

open fiber open fiber

Enel se ne sta fuori anche dai due dossier caldi del momento: «Non abbiamo ricevuto richieste a livello formale o informale su Ilva e Alitalia, di cui non siamo neanche fornitori di energia». Sul fronte delle acquisizioni, l' ad dice di non vedere «grosse opportunità di valore da sfruttare», così «preferiamo una sana opzione di mantenere la crescita organica per il futuro». Al limite «potremmo intravedere qualche opportunità di acquisizione di medie dimensioni nelle reti di distribuzione».

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT – JOE BIDEN VUOLE CHE GIORGIA MELONI METTA ALL’ORDINE DEL GIORNO DEL G7 L’USO DEI BENI RUSSI CONGELATI. PER CONVINCERE LA DUCETTA HA SPEDITO A ROMA LA SUA FEDELISSIMA, GINA RAIMONDO, SEGRETARIO AL COMMERCIO – GLI AMERICANI PRETENDONO DALL’EUROPA UN'ASSUNZIONE DI RESPONSABILITÀ DOPO TUTTI I MILIARDI CHE WASHINGTON HA POMPATO A ZELENSKY. MA METTERE MANO AI BENI RUSSI È UN ENORME RISCHIO PER L’UNIONE EUROPEA: POTREBBE SPINGERE ALTRI PAESI (CINA E INDIA SU TUTTI) A RIPENSARE AI LORO INVESTIMENTI NEL VECCHIO CONTINENTE…