COME AMMAZZARE LE PICCOLE IMPRESE ITALIANE E VIVERE FELICI - “WSJ”: I GUAI DELLE BANCHE ITALIANE PORTANO LE PMI SULL’ORLO DEL FALLIMENTO

Carlotta Scozzari per Dagospia

Spesso le banche si difendono dall'accusa di avere chiuso i rubinetti del credito alle piccole e medie imprese (pmi) italiane affermando come sia la domanda di credito in arrivo dal mondo delle imprese a essere calata. Le storie raccontate nell'ultimo articolo del Wall Street Journal sembrano dimostrare che le cose non stanno così. Il quotidiano economico racconta la storia di Pietro Fattorini, proprietario di un'azienda di marmo nelle Marche che ha recentemente domandato la protezione della legge fallimentare (l'ipotesi dovrebbe essere quella di un concordato) ma non lo ha fatto per una mancanza di domanda, dal momento che la società, 23 anni di storia, ha molti ordini in arrivo da oltre oceano.

Il problema di Fattorini, spiega il Wsj, è l'istituto di credito che lo finanzia, o meglio, che lo finanziava: Banca Marche, che a ottobre è stata commissariata dalla Banca d'Italia. Un provvedimento legato alle enormi sofferenze che il gruppo di Jesi (Ancona) ha dovuto sopportare dopo il credito facile che aveva caratterizzato la vecchia gestione, che faceva perno sull'ex direttore generale, Massimo Bianconi. "La banca - spiega il quotidiano economico - l'anno scorso ha tagliato le linee di credito all'azienda, soffocando così le risorse di cui avrebbe avuto bisogno per sopravvivere". "E' come guidare in autostrada senza sapere se troverai sulla via un benzinaio", dice Fattorini.

I guai delle piccole banche italiane, sottolinea il Wsj, stanno facendo affogare i milioni di piccole imprese che dipendono da loro per finanziarsi. Inoltre, il profondo legame tra gli istituti di credito e le piccole città italiane si traduce in una perdita di posti di lavoro nelle banche, in un crollo dei titoli, sia che siano quotati in Borsa (come ad esempio per Mps) sia che siano trattati in asta (come nel caso di Banca Marche, le cui quotazioni il 25 novembre sono scese a 25 centesimi dagli 85 dell'aumento di capitale del gennaio del 2012) e in una contrazione delle erogazioni delle Fondazioni (accade sia a Jesi sia a Siena, poiché gli enti primi azionisti stanno attraversando una profonda fase di difficoltà finanziaria).

Le banche piccole e medie come quella di Jesi rappresentano circa la metà del credito erogato in Italia. Dal canto loro, le imprese - secondo i numeri forniti da Bankitalia - contano sugli istituti di credito per circa il 70% della propria raccolta di risorse, cioè più del doppio delle percentuali del Regno Unito e degli Stati Uniti.

Il Wsj fa un altro esempio di come i guai degli istituti di credito si stiano trasmettendo in maniera preoccupante al territorio: Cassa di risparmio di Ferrara, pure commissariata da Bankitalia, ha smesso di pagare il dividendo alla propria controllante, l'omonima Fondazione Carife, nel 2010. L'ente, che peraltro aveva impiegato gran parte delle proprie risorse per seguire l'aumento di capitale della banca del 2008, ha dovuto tagliare le erogazioni al territorio (dalla chiesa all'università) dai 7,6 milioni del 2008 agli 1,9 milioni del 2012. Una cosa simile sta accadendo anche a Siena, Jesi e Genova, dove le Fondazioni territoriali, prime socie delle banche locali, sono ormai rimaste a corto di risorse.

 

CASSA RISPARMIO FERRARAlogo banca marche BANCA DELLE MARCHE monte-dei-paschi-di-siena-sedeMONTE DEI PASCHI DI SIENA

Ultimi Dagoreport

2025scala la russa

DAGOREPORT - LA DOMANDA CHE SERPEGGIAVA NEL FOYER DELLA SCALA, IERI SERA, ERA: “E ‘GNAZIO? DOVE STA LA RUSSA?”. COME MAI LA SECONDA CARICA DELLO STATO NON HA OCCUPATO LA POLTRONA DEL PALCO REALE, DOVE SI È SEMPRE DISTINTO NELLO STRAZIARE L’INNO DI MAMELI CON I SUOI SICULI ACUTI? IL PRESIDENTE DEL SENATO, TRA LA PRIMA DELLA SCALA SANTA E IL FESTIVAL DI SAN ATREJU, HA PREFERITO ATTOVAGLIARSI AL RISTORANTE “EL CAMINETO”, DIMORA DELLA SODALE SANTANCHÈ A CORTINA D’AMPEZZO...

john elkann mirja cartia dasiero theodore kyriakou

DAGOREPORT - DOMANI, FINALMENTE, GLI EMISSARI DI JOHN ELKANN SI DEGNERANNO DI INCONTRARE I CDR DI “REPUBBLICA” E “LA STAMPA” PER CHIARIRE LO STATO DELLA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRUPPO ANTENNA DI THEODORE KYRIAKOU. PER IL MAGNATE GRECO, I QUOTIDIANI SONO SOLO UN ANTIPASTO: IL SUO VERO OBIETTIVO SAREBBE ACQUISIRE UN'EMITTENTE TELEVISIVA - YAKI NON VEDE L'ORA DI LIQUIDARE IL GRUPPO EDITORIALE, PER FARE SEMPRE PIÙ AFFARI CON EXOR: LA CARTA RAPPRESENTA NEMMENO L'UN PER CENTO DELLA HOLDING, NON DÀ ALCUN GUADAGNO MA SOLO ROTTURE DI COJONI (E LA LINEA ANTI-TRUMP DEI DUE QUOTIDIANI È UNA ROGNA PER IL SEMPRE PIÙ AMERICANO JOHN) - KYRIAKOU HA SUBITO INIZIATO CON IL PIEDINO SBAGLIATO LA CAMPAGNA D’ITALIA: AVREBBE SCELTO COME ADVISOR NIENTEMENO CHE MIRJA CARTIA D’ASERO, EX AD DEL “SOLE 24 ORE” - RETTIFICA! CARTIA D'ASERO: "NON SONO ADVISOR DI ANTENNA O DI KYRIAKOU E NON MI OCCUPO DI EDITORIA DALL'USCITA DAL 'SOLE'"

francesca albanese carlotta vagnoli valeria fonte

DAGOREPORT - COS’HANNO IN COMUNE L’INDECENTE ASSALTO DEI PRO-PAL ALLA REDAZIONE DELLA “STAMPA” E IL "FEMMINISMO" BY CARLOTTA VAGNOLI E VALERIA FONTE? MOLTISSIMO: LA VIOLENZA, L’IDEOLOGIA TOSSICA, L’ACCONDISCENDENZA DI UNA CERTA STAMPA E DI QUEL MONDO EDITORIAL-GIORNALISTICO CHE HA TOLLERATO E SOSTENUTO, CON IMBARAZZANTE CONFORMISMO, QUALUNQUE NEFANDEZZA - E' UNA SVEGLIA PER CHI HA ALLISCIATO E POMPATO ACRITICAMENTE LA GALASSIA MOVIMENTISTA, CONVINTO CHE FOSSE LA PARTE GIUSTA DELLA STORIA - NON ERA NECESSARIO ARRIVARE ALL’IRRUZIONE DEI PRO-PAL E ALL’INCHIESTA DELLA PROCURA DI MONZA SU VAGNOLI-FONTE, PER CAPIRE QUANTA VIOLENZA SI NASCONDESSE DIETRO CERTI “ATTIVISTI” E I LORO METODI...

caltagirone milleri donnet nagel lovaglio giorgetti generali

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DEI “FURBETTI DEL CONCERTINO”? IL PRIMARIO OBIETTIVO DI ESPUGNARE IL “FORZIERE D’ITALIA”, ASSICURAZIONI GENERALI, ATTRAVERSO L’OPERAZIONE MPS-MEDIOBANCA, SI ALLONTANA SEMPRE PIÙ - L’ISCRIZIONE NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI DI LOVAGLIO, CALTAGIRONE E MILLERI HA INTERROTTO LA TRATTATIVA CHE ERA IN CORSO PER CONVINCERE L’AD DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, IL CUI MANDATO SCADE FRA DUE ANNI, A RASSEGNARE LE DIMISSIONI. E L’IPOTESI CHE POSSANO IN CDA SFIDUCIARLO SEMBRA APPARIRE LONTANISSIMA - NEL MIRINO GIUDIZIARIO È FINITO ANCHE IL RUOLO DETERMINANTE DELLE CASSE DI PREVIDENZA, ENPAM (MEDICI), ENASARCO (AGENTI DI COMMERCIO), FORENSE (AVVOCATI), PER LEGGE VIGILATE DAL GOVERNO - ANCHE SE I “CONCERTI OCCULTATI” NON SONO CERTO UNA NOVITÀ PER IL MERCATO, LA SCALATA MEDIOBANCA COLPISCE IN QUANTO È LA PRIMA VOLTA CHE, A SUPPORTO DI PRIVATI, C’È DI MEZZO IL SOSTEGNO DELL'ARMATA BRACAMELONI CHE DOVREBBE OCCUPARSI DELL’INTERESSE PUBBLICO ANZICHÉ RIBALTARE I POTERI DELLA FINANZA ITALIANA...

giorgia meloni matteo salvini vladimir putin

DAGOREPORT - A CHE SERVE QUEL FIGLIO DI PUTIN DI SALVINI? SERVE ECCOME A GIORGIA MELONI PER APPARECCHIARE, AL DI LÀ DELLE FRONTIERE, IL MIRACOLO DEL SUO CAMALEONTISMO - SE, IN CASA, LADY MACBETH DE’ NOANTRI GETTEREBBE QUEL ROMPICAZZO DELLA LEGA OGNI GIORNO DAL BALCONE DI PALAZZO CHIGI, IN POLITICA ESTERA IL COPIONE CAMBIA E IL SUO DISPREZZO SI TRASFORMA IN AMORE - C’È DA VOTARE IN PARLAMENTO IL DECRETO SULLA FORNITURA DI ARMI A KIEV? MANCA SOLO L’ITALIA PER RATIFICARE IL MES PER GARANTIRE I PAESI EUROPEI DAI RISCHI CHE POTREBBERO DERIVARE DALL'UTILIZZO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI? VOILÀ, FIATO ALLE TROMBE! ECCO FARSI AVANTI L’ ANTI-EUROPEISMO DEL ‘’PATRIOTA’’ ORBANIANO SALVINI CHE SI RIVELA UN OTTIMO SCHERMO PER LA MELONA PER PIAGNUCOLARE SULLA SPALLA DI URSULA VON DER LEYEN: ‘’NON È COLPA MIA… PURTROPPO HO UN ALLEATO DI GOVERNO CHE È UN PAZZO IRRIDUCIBILE E NON POSSO CORRERE IL RISCHIO DI FAR CADERE IL GOVERNO…BLA-BLA-BLA…”