andrea orcel carlo messina

COME DAGO-RIVELATO, IL VERO OBIETTIVO DEL NEO BOSS DI UNICREDIT ANDREA ORCEL È PROVARE A RECUPERARE I RICAVI PERSI DALLA GESTIONE MUSTIER E RIDURRE IL MEGA-DIVARIO CON INTESA SANPAOLO - SOLO NEL 2020 UNICREDIT HA PERSO RICAVI TOTALI PER BEN 1,7 MILIARDI, IL 9% IN MENO DEL 2019. IN DIECI ANNI HA BRUCIATO QUASI 20 MILIARDI, MENTRE INTESA NE HA GUADAGNATI 29. E IN BORSA...

Andrea Orcel

1 – DAGO-FLASH: IL NEO BOSS DI UNICREDIT ANDREA ORCEL MIRA A METTERSI ALLA PARI CON BANCA INTESA. QUINDI, DOPO L'ACQUISIZIONE DI MPS CON DOTE DI 5 MILIARDI, PROCEDERA' A UN AUMENTO DI CAPITALE NECESSARIO PER PRENDERSI ANCHE BPM (COLLOQUI CON CASTAGNA) STRAPPANDOLA ALLE MIRE DI BPER DI CIMBRI...

 

https://www.dagospia.com/rubrica-4/business/flash-neo-boss-unicredit-andrea-orcel-mira-mettersi-pari-265242.htm

 

carlo messina

2 – UNICREDIT, LA VERA SFIDA DI ORCEL? RIDURRE IL MEGA-DIVARIO CON INTESA-SANPAOLO

Fabio Pavesi per www.affaritaliani.it

 

Andrea Orcel, il nuovo amministratore delegato di UniCredit, entrerà in carica ufficialmente con l’assemblea dei soci del prossimo 15 aprile.

 

Ma di certo, vista la grande esperienza internazionale nel mondo bancario, sa già cosa deve fare. Dovrà decidere dove accasare UniCredit nel grande ballo del risiko bancario.

 

UNICREDIT INTESA SANPAOLO

Se inglobare la negletta Mps; o andare a nozze con BancoBpm e/o Bper o addirittura arrembare la stessa Mediobanca da cui UniCredit, sotto la gestione Mustier, si era del tutto sfilata.

 

Ma al di là del mestiere che più gli va a genio, quello di sposare e fondere le banche, Orcel dovrà per forza mettere mano al motore dell’istituto di piazza Gae Aulenti. La gestione del francese Jean Pierre Mustier insediatosi a metà del 2016 sulla tolda di comando, lascia dopo quattro anni una banca in grande stallo sulla gestione ordinaria.

 

jean pierre mustier elkette

Solo nel 2020 la banca ha perso ricavi totali per ben 1,7 miliardi, il 9% in meno dei ricavi del 2019. Una delle flessioni più acute del sistema bancario italiano, con la sola eccezione del malato cronico Mps.

 

Il risultato di gestione, prima delle rettifiche sui crediti, è crollato del 17%. E dulcis in fundo la banca ha chiuso con una perdita secca di 2,8 miliardi. Capovolgendo completamente il risultato del 2019 con i suoi 3,3 miliardi di profitti.

 

IL BUSINESS IN ITALIA DI UNICREDIT CHIUDE CON 1,3 MILIARDI DI PERDITE

 

Ad andare male a livello di business tipico è soprattutto l’Italia. La divisione commercial banking Italy ha lasciato sul campo, tra il 2020 e il 2019, 700 milioni di margine d’intermediazione e ha realizzato una perdita lorda corrente di 1,3 miliardi, la peggiore tra tutte le business unit della banca.

 

ALBERTO NAGEL CARLO MESSINA

EST EUROPA IN FRENATA COSI’ COME IL CORPORATE BANKING

 

Ma anche il mercato dell’Est Europa di solito ricco per UniCredit è andato male più che dimezzando gli utili. Neanche il corporate banking ha brillato con un calo dell’utile corrente del 25%. Macchina con i motori fermi, quindi, da riattivare o con operazioni di merger che acquisiscano quote di mercato e ricavi aggiuntivi, o con un recupero di efficienza interna. La gestione Mustier che ha puntato quasi esclusivamente sulla pulizia di bilancio e sulle cessioni ha sì rafforzato patrimonialmente UniCredit, ma l’ha lasciata deperire nel conto economico. Meno ricavi e continue svalutazioni che hanno portato a fine gestione dell’ex parà francese all’ennesima perdita.

 

andrea orcel di unicredit

QUEL DIVARIO STRUTTURALE CON INTESA

 

Del resto la seconda banca italiana continua a perdere posizioni sulla concorrente Intesa. I due big del credito hanno numeri simili per attività, numero di dipendenti e crediti erogati, ma mentre Intesa nel decennio ha prodotto utili copiosissimi, pari alla cifra record di 29 miliardi di euro, UniCredit ha una striscia di risultati del tutto altalenanti.

louise tingstrom jean pierre mustier

 

IN DIECI ANNI UNICREDIT HA PERSO 20 MILIARDI, INTESA NE HA GUADAGNATI 29.

 

Nel decennio 2010-2020 ha visto ben 4 anni in perdita per un totale di 37,8 miliardi di passivo. Compensati ma solo in parte nel decennio da utili per 18,5 miliardi. Con un conto totale che ha visto UniCredit bruciare quasi 20 miliardi. Tutto ciò mentre Intesa sfornava i suoi 29 miliardi di profitti netti. Non deve quindi stupire che UniCredit e Intesa che vantano valori di patrimonio netto simili intorno ai 60 miliardi siano giudicati dal mercato in modo assai differente.

 

unicredit

UNICREDIT IN BORSA VALE SOLO 20 MILIARDI MENO DELLA META’ DI INTESA

 

Oggi UniCredit vale in Borsa solo 20,3 miliardi un terzo del suo capitale, mentre Intesa capitalizza più del doppio del concorrente a quota 44,5 miliardi. Un male neanche tanto oscuro quello del gigante di piazza Gae Aulenti che da anni vive una sorta di cono d’ombra sul mercato.

 

Il titolo UniCredit negli ultimi 5 anni ha perso ben il 46%, mentre Intesa ha lasciato sul campo solo il 5%, risultato che va in territorio ampiamente positivo, per i soci di Intesa, in virtù dei ricchi dividendi erogati con costanza dalla banca guidata da Carlo Messina.

 

CIMBRI MUSTIER

Non c’è confronto per la remunerazione degli azionisti. I soci di UniCredit hanno i conti in rosso per la caduta del titolo e si sono dovuti accontentare negli ultimi 10 anni di soli 4 miliardi di dividendi, contro i quasi 20 miliardi di cedole ricevute dai soci di Intesa.

 

Confronto impari tra i due giganti del credito italiano, e Andrea Orcel sa benissimo che il primo risultato che dovrà ottenere sarà quello di ridare qualche soddisfazione ai suoi azionisti troppo spesso delusi dalla loro banca.

Andrea Orcel

 

carlo messina

La sfida è provare a ridurre la distanza troppo ampia sui valori di mercato e sulla redditività che separano strutturalmente UniCredit da Intesa. E qui su questo terreno che verrà misurato, nozze o meno con altre banche.

ANDREA ORCELCARLO MESSINAandrea orcel

Ultimi Dagoreport

caltagirone milleri donnet nagel lovaglio giorgetti generali

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DEI “FURBETTI DEL CONCERTINO”? IL PRIMARIO OBIETTIVO DI ESPUGNARE IL “FORZIERE D’ITALIA”, ASSICURAZIONI GENERALI, ATTRAVERSO L’OPERAZIONE MPS-MEDIOBANCA, SI ALLONTANA SEMPRE PIÙ - L’ISCRIZIONE NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI DI LOVAGLIO, CALTAGIRONE E MILLERI HA INTERROTTO LA TRATTATIVA CHE ERA IN CORSO PER CONVINCERE L’AD DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, IL CUI MANDATO SCADE FRA DUE ANNI, A RASSEGNARE LE DIMISSIONI. E L’IPOTESI CHE POSSANO IN CDA SFIDUCIARLO SEMBRA APPARIRE LONTANISSIMA - NEL MIRINO GIUDIZIARIO È FINITO ANCHE IL RUOLO DETERMINANTE DELLE CASSE DI PREVIDENZA, ENPAM (MEDICI), ENASARCO (AGENTI DI COMMERCIO), FORENSE (AVVOCATI), PER LEGGE VIGILATE DAL GOVERNO - ANCHE SE I “CONCERTI OCCULTATI” NON SONO CERTO UNA NOVITÀ PER IL MERCATO, LA SCALATA MEDIOBANCA COLPISCE IN QUANTO È LA PRIMA VOLTA CHE, A SUPPORTO DI PRIVATI, C’È DI MEZZO IL SOSTEGNO DELL'ARMATA BRACAMELONI CHE DOVREBBE OCCUPARSI DELL’INTERESSE PUBBLICO ANZICHÉ RIBALTARE I POTERI DELLA FINANZA ITALIANA...

giorgia meloni matteo salvini vladimir putin

DAGOREPORT - A CHE SERVE QUEL FIGLIO DI PUTIN DI SALVINI? SERVE ECCOME A GIORGIA MELONI PER APPARECCHIARE, AL DI LÀ DELLE FRONTIERE, IL MIRACOLO DEL SUO CAMALEONTISMO - SE, IN CASA, LADY MACBETH DE’ NOANTRI GETTEREBBE QUEL ROMPICAZZO DELLA LEGA OGNI GIORNO DAL BALCONE DI PALAZZO CHIGI, IN POLITICA ESTERA IL COPIONE CAMBIA E IL SUO DISPREZZO SI TRASFORMA IN AMORE - C’È DA VOTARE IN PARLAMENTO IL DECRETO SULLA FORNITURA DI ARMI A KIEV? MANCA SOLO L’ITALIA PER RATIFICARE IL MES PER GARANTIRE I PAESI EUROPEI DAI RISCHI CHE POTREBBERO DERIVARE DALL'UTILIZZO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI? VOILÀ, FIATO ALLE TROMBE! ECCO FARSI AVANTI L’ ANTI-EUROPEISMO DEL ‘’PATRIOTA’’ ORBANIANO SALVINI CHE SI RIVELA UN OTTIMO SCHERMO PER LA MELONA PER PIAGNUCOLARE SULLA SPALLA DI URSULA VON DER LEYEN: ‘’NON È COLPA MIA… PURTROPPO HO UN ALLEATO DI GOVERNO CHE È UN PAZZO IRRIDUCIBILE E NON POSSO CORRERE IL RISCHIO DI FAR CADERE IL GOVERNO…BLA-BLA-BLA…”

elly schlein dario franceschini roberto speranza onorato renzi orlando

DAGOREPORT - ELLY SARÀ ANCHE LA "SEGRETARIA DI TUTTI", COME HA DETTO A MONTEPULCIANO, MA NON INTENDE ASCOLTARE NESSUNO - IL "CORRENTONE" DI FRANCESCHINI-SPERANZA-ORLANDO SI E' ROTTO IL CAZZO DEL "QUI, COMANDO IO!" DELLA DUCETTA DEL NAZARENO: CARA SCHLEIN, HAI UN MESE DI TEMPO PER CAMBIARE MUSICA, CONDIVIDENDO CON NOI LA LINEA DEL PARTITO, O ANDIAMO ALLA GUERRA - IN BALLO C'È SOPRATTUTTO LA COMPOSIZIONE DELLE LISTE ELETTORALI 2027, CHE LA SIGNORINA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA VUOLE RIEMPIRE DI CANDIDATI A SUA IMMAGINE E SOMIGLIANZA, LASCIANDO A TERRA DINOSAURI E CACICCHI D'ANTAN - ANCHE L'ALTRA FRONDA, QUELLA DEI RIFORMISTI GUIDATI DA GUERINI, GORI, SENSI ECC., E' SUL PIEDE DI GUERRA - MENTRE IL NASCENTE PARTITO DI CENTRO, FORMATO DAI CIVICI DI ONORATO-BETTINI E DAI CATTOLICI DI RUFFINI-PRODI, TEME L'ABILITA' MANOVRIERA DI RENZI – LA PROTERVIA DI ELLY, CON L'ASSEMBLEA DEL 14 DICEMBRE PER OTTENERE I "PIENI POTERI", RISCHIA DI FAR SALTARE IN ARIA UN CENTROSINISTRA UNITARIO... 

federica mogherini stefano sannino putin travaglio belpietro

DAGOREPORT – POSSIBILE CHE FEDERICA MOGHERINI E STEFANO SANNINO, SPECCHIATI ESPONENTI ITALIANI A BRUXELLES, SIANO DIVENTATI DI COLPO DUE MASCALZONI DA ARRESTARE PER "FRODE IN APPALTI PUBBLICI"? - VALE LA PENA SOTTOLINEARE LE PAROLE DELL'EURODEPUTATO DEL PD, DARIO NARDELLA: “NON VORREI CHE SI TRASFORMASSE IN UN FUOCO DI PAGLIA CON L'UNICO EFFETTO DI DANNEGGIARE ANCORA UNA VOLTA L'IMMAGINE DELL'ITALIA” - DEL RESTO, A CHI GIOVA SPUTTANARE L'EUROPA, IN UN MOMENTO IN CUI SI ERGE COME UNICO ARGINE ALLA RESA DELL’UCRAINA CHE STANNO APPARECCHIANDO TRUMP & PUTIN? - A GODERE SONO INFATTI "MAD VLAD" E I SUOI TROMBETTIERI, CHE HANNO ASSOCIATO LO “SCANDALO DI BRUXELLES'' AI CESSI D’ORO DI KIEV DELL'AMICO DI ZELENSKY - BASTA GUARDARE COSA SCRIVONO OGGI BELPIETRO SU "LA VERITA'" (''UE CORROTTA COME L'UCRAINA. FERMATA LA BIONDINA DEL PD") E TRAVAGLIO SU "IL FATTO QUOTIDIANO" ("BASSI RAPPRESENTATI... CI FACCIAMO SEMPRE RICONOSCERE")...

procuratore milano viola procura milano luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

FLASH! – MA GUARDA UN PO’... “EMERGE CHE IN AMBIENTI GIUDIZIARI SI È VALUTATO DI ESEGUIRE LE PERQUISIZIONI SOLO LA SCORSA SETTIMANA E NON A SETTEMBRE PER NON CONDIZIONARE L'ESITO DELL'OPS SU MEDIOBANCA ANCHE PERCHÉ LE INDAGINI NON SONO CHIUSE. ABBASTANZA PER IPOTIZZARE CHE IL RUOLO DELLA PROCURA POSSA DIVENTARE CRUCIALE NELLA FORMAZIONE DELLE LISTE PER IL RINNOVO DEI PROSSIMI CDA. IN PRIMAVERA TOCCHERÀ AI VERTICI DI BPM E DI MPS…” (BALESTRERI E SIRAVO PER “LA STAMPA”)