COME SI È ARRIVATI AL CRAC DI “AIR ITALY"?- AL NETTO DELLE CONTRAPPOSIZIONI RELIGIOSE (L’AGA KHAN È SCIITA E I QATARINI SUNNITI), I SUE SOCI HANNO SEMPRE AVUTO DIVERSITÀ DI VEDUTE SULLE PROSPETTIVE DI SVILUPPO DEL VETTORE - ALISARDA NON VOLEVA RICAPITALIZZARE, QATAR AIRWAYS SÌ MA NON POTEVA PER VIA DELLE NORME EUROPEE - PER LA SARDEGNA SARÀ UN DRAMMA: IL CONTINENTE SI ALLONTANA ULTERIORMENTE E 1200 PERSONE RIMARRANNO SENZA UN LAVORO, MENTRE GLI AFFARI DEGLI AEREI PRIVATI VANNO A GONFIE VELE...

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1 – AGA KHAN E QATAR, I DUE PARTNER DIVENTATI RIVALI, E LA FINE DI AIR ITALY

Leonard Berberi e Fabio Savelli per il “Corriere della Sera”

 

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Un accordo tra due azionisti durato oltre tre anni. Dettato dalla contingenza di una compagnia aerea in stato pre-fallimentare, come lo era Meridiana nel 2016. Con la cassa integrazione anche per piloti e assistenti di volo e un socio fondatore, come l' Aga Khan, con poche motivazioni e un progressivo disimpegno verso la Sardegna. E ora la fine dell' idillio con l' altro socio, Qatar Airways, emanazione dell' emirato di Doha, che porta all' extrema ratio di liquidare gli asset lasciando gli aerei a terra e mettere a rischio 1.500 posti di lavoro.

 

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Per la verità bisognerebbe appurare se sia stato davvero rose e fiori anche l' inizio, considerando l' ismaelita Aga Khan, corrente dell' Islam sciita, spesso in contrapposizione con il rito sunnita del Qatar. Al netto delle contrapposizioni religiose - sempre smentite da entrambe le parti - certa è la diversità di vedute sulle prospettive di sviluppo. Alisarda, che controllava il 51% di Air Italy, ha deciso di non ricapitalizzare per la mancanza di prospettive perché continuavano ad accumularsi le perdite (230 milioni nel 2019) nonostante il 2020 avrebbe dovuto essere l' anno del pareggio. L' altro azionista, Qatar Airways, avrebbe pure ricapitalizzato per intero l' importo di circa 340 milioni di euro, ma è impossibilitata dalla normativa Ue che impone il tetto del 49% per un vettore extraeuropeo.

 

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Molti concordano sulle difficoltà del piano industriale costruito senza appartenere a un network internazionale che non aiuta soltanto a estendere le destinazioni, ma anche a riempire i propri aerei con traffico proveniente dal resto del mondo: l' ingresso nell' alleanza Oneworld - dove ci sono American Airlines, British Airways, Iberia, Qantas - non è mai avvenuto. Poi c' è stata l' apertura di diverse tratte intercontinentali da Milano Malpensa di cui alcune chiuse dopo poco tempo anche se, secondo gli esperti, servirebbero almeno 2-3 anni per «ingranare».

 

Quindi la lotta, dal forte connotato geopolitico, con i vettori Usa che hanno criticato l' espansione di Air Italy accusando l' azienda di essere un «cavallo di Troia» di Doha, accusa sempre respinta.

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Anche ieri il governo ha ribadito «la sua forte irritazione» per le modalità di gestione della vicenda e il mancato coinvolgimento delle istituzioni. Per questo la ministra delle Infrastrutture e dei trasporti Paola De Micheli ha chiesto «di esplorare percorsi alternativi alla liquidazione in bonis».

 

«Bisogna garantire il collegamento con la Sardegna e poi c' è il tema occupazionale da salvaguardare», ha aggiunto il ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli che non nasconde lo stupore per aver deciso lo stop da un giorno all' altro. La prossima settimana è stato fissato un nuovo incontro con i liquidatori, i sindacati e i rappresentanti della Sardegna e della Lombardia. Il Consiglio regionale sardo ha chiesto al presidente e alla giunta di attivarsi per evitare la liquidazione. Da Cagliari non escludono il riavvio con i pochi aerei di proprietà e con azionista proprio la Regione. Sullo sfondo si segnalano altri movimenti. La low cost Ryanair, per esempio, oggi scoprirà le sue carte.

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2 – IL DRAMMA DELLA SARDEGNA ISOLATA "QUI SEMPRE MENO NAVI E AEREI"

Nicola Pinna per “la Stampa”

 

Per capire quel che sta succedendo in Sardegna non c' è bisogno di arrivarci. Basta provarci e non riuscirci. Il dramma di Air Italy è un capitolo, drammatico quanto si vuole, di un grande caos che interessa tutto il sistema dei trasporti.

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E di riflesso quello del turismo. Il sole di questi giorni fa già pensare all' imminente stagione delle vacanze ma le nubi che si addensano sopra l' aeroporto Costa Smeralda fanno temere un' estate a rischio tempesta. La questione, ovviamente, non è meteorologica ma potrebbe provocare davvero molti danni. Avvicinarsi al porto, mentre i dipendenti Air Italy cominciano a fare i conti con il dramma della liquidazione della loro compagnia, fa venire in mente un altro pasticcio: la questione non è quella annosa del caro-traghetti.

 

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(…) Le distanze con il resto d' Italia, con quello che qui tutti chiamano "il continente", da oggi si allungano ulteriormente. E non è necessario immaginare scenari a lungo termine per capire la situazione. Ecco la prova. In questi giorni l' aeroporto Costa Smeralda di Olbia è chiuso per lavori e per atterrare sul Nord Sardegna bisogna optare per lo scalo di Alghero. Il "Riviera del Corallo" dovrebbe essere ancora servito dalle rotte della continuità territoriale (scaduta un anno fa e gestita in regime di proroga) ma da Milano c' è solo un volo. A tarda sera, per di più.

Chi vuole arrivare, dunque, deve prima passare da Roma.

 

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(…) Ora l' emergenza è quella di Air Italy. La questione non riguarda soltanto il caos dei collegamenti: prima di tutto c' è da affrontare il rischio di 1200 licenziamenti. «Noi - annuncia il rappresentante sindacale dei meccanici di Air Italy, Agostino Putzu - siamo disposti a fare anche azioni eclatanti per difendere questa storia e il nostro lavoro». La rabbia esplode dentro l' hangar del Costa Smeralda, dove è rimasto solo un Boeing 737.

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Nel grande e ben curato complesso dell' aeroporto Costa Smeralda si è creata una situazione paradossale. Da un lato ci sono gli uffici di Air Italy in fase di chiusura definitiva, dall' altro i gioielli che il fondo Akfed legato all' Aga Khan gestisce ancora in Sardegna: la società di gestione dello scalo, che produce sempre numeri in crescita, e quella dell' aviazione generale, cioè lo scalo di vip e magnati.

IL BOEING 737 MAX 8 DI AIR ITALY IL BOEING 737 MAX 8 DI AIR ITALY

 

La pista in cui atterrano gli aerei privati è la numero in Europa e gli affari qui vanno davvero a gonfie vele, al punto che proprio in questi mesi è iniziato l' ampliamento dello scalo. «Ci aspettiamo che in caso di reale liquidazione di Air Italy non veniamo trattati come figli illegittimi - dice Alessandro Brandanu, assistente di volo della moribonda Air Italy e rappresentante sindacale dell' Usb - Quando sono scattati i primi licenziamenti, guarda caso con l' arrivo di Qatar Airways, nessuno dei colleghi che ha perso il lavoro ha trovato un paracadute nelle società dello stesso gruppo. Questa volta non potranno stare a guardare».

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