COMMERZBANK, MPS O IL BANCO BPM? IL DILEMMA DI ORCEL - L’AD DI UNICREDIT TIRA FUORI DAL CASSETTO LA VECCHIA PARTITA DELLA FUSIONE DELLA CONTROLLATA HVP CON LA BANCA TEDESCA: A INIZIO ANNO, ORCEL AVREBBE PROGRAMMATO COLLOQUI INFORMALI CON IL SUO OMOLOGO DI COMMERZBANK, MANFRED KNOF. L’IDEA ERA DI PROGETTARE LA SECONDA BANCA IN GERMANIA - L’OPZIONE È POSSIBILE, MA COMPLICATA. LA STRADA PREDILETTA PER LUI ERA BANCO BPM, IPOTESI BRUCIATA DA UNA FUGA DI NOTIZIE QUANDO SEMBRAVA ESSERE ARRIVATO IL MOMENTO GIUSTO. E POI C’È SEMPRE IL MONTE DEI PASCHI…

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Francesco Spini per “La Stampa”

 

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All'elenco delle occasioni (per ora) mancate, Unicredit ne aggiunge un'altra, peraltro non nuova: Commerzbank. Le programmate trattative per una possibile aggregazione sono saltate con la guerra. Nel mentre si infittiscono le indiscrezioni su un dossier che potrebbe riaprirsi: il Monte dei Paschi di Siena.

 

Procediamo con ordine. Secondo quanto riportato dal Financial Times l'ad di Unicredit Andrea Orcel, a inizio anno, avrebbe programmato colloqui informali con il suo omologo in Commerzbank, Manfred Knof, proprio per parlare di una possibile combinazione che avrebbe coinvolto la controllata tedesca di Unicredit, Hvb: l'idea era progettare la seconda banca in Germania con attivi per 785 miliardi, mille sportelli e 48 mila dipendenti, scrive il quotidiano della City.

 

Andrea Orcel Andrea Orcel

Poi è scoppiata la guerra in Ucraina e per Orcel la priorità è divenuta un'altra: sistemare la grana in Russia dove l'esposizione è già stata ridotta - con effetto sui conti del primo trimestre - di 2 miliardi e per cui si studiano le diverse opzioni. Queste, spiega Orcel in un'intervista a Bloomberg Tv, «sono molto influenzate dalla prossima ondata di sanzioni, da chi sono le controparti, da cosa possiamo fare, da cosa non possiamo fare».

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La liaison con Commerzbank, banca reduce da una lunga fase di ristrutturazione, sembra finita lì. Però piace al mercato, che spinge tanto Unicredit (+2,05% a 9,96 euro) quanto i titoli tedeschi, in rialzo del 3,08%, a 7,02 euro.

 

L'opzione resta possibile, anche se complessa. Come è difficile si possa ripercorrere la strada preferita di Orcel, quella che porta al Banco Bpm: l'ipotesi, bruciata da una fuga di notizie quando sembrava essere arrivato il momento giusto, oggi è fuori portata per ragioni di mercato, senza contare il presidio francese del Crédit Agricole entrato con un pesante 9,2%.

Andrea Orcel giuseppe castagna Andrea Orcel giuseppe castagna

 

Raccontano che Orcel stia ora valutando di riaprire un dossier che pareva archiviato: quello sul Monte dei Paschi. «Capitolo chiuso», ha detto il manager a inizio mese. Più fonti - senza che alcuna conferma giunga dalla banca - sostengono che nelle ultime settimane, esaminati i parametri, l'interesse per Siena sia tornato d'attualità.

 

C'è chi ipotizza un coinvolgimento per una parte minoritaria degli sportelli tanto di Bper (sebbene oggi impegnata con Carige e il grande socio Cimbri abbia messo in guardia dal fare «passi più lunghi della gamba») quanto, al Sud, di Mcc. Va però convinta la politica che ha bocciato ogni soluzione-spezzatino, e pure il Mef che appare deciso a portare avanti l'aumento e il piano di Siena e vedere il da farsi più avanti.

 

Cimbri Cimbri

Per ora Unicredit muove sottotraccia e Orcel declina la sua filosofia: «Se troveremo acquisizioni che abbiano senso dal punto di vista strategico, che rafforzino la nostra posizione, che accelerino il piano che abbiamo nel singolo Paese o nei segmenti di clientela che abbiamo, e che possano essere fatte a condizioni interessanti, le faremo».

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