ponte morandi genova autostrade atlantia

CONCESSIONI E ROTTURE DI COJONI - ATLANTIA SI PREPARA A UNA GUERRA LEGALE CON IL GOVERNO CHE POTREBBE DURARE ANNI E PROVOCARE IMPREVEDIBILI EFFETTI COLLATERALI - IL GRUPPO CONTROLLATO DAI BENETTON TEME CHE L’ARTICOLO DEL “MILLEPROROGHE” (CHE IPOTIZZA L'AFFIDAMENTO DELLE CONCESSIONI ALL'ANAS IN CASO DI GRAVE INADEMPIMENTO) SCATENI I MERCATI - MA CI SONO ALCUNI NODI FORMALI…

Alessandro Barbera per “la Stampa”

 

ATLANTIA

Che valore ha un' azienda la cui concessione ventennale è virtualmente ridotta a carta straccia? La famiglia Benetton e gli azionisti di Atlantia hanno preso malissimo l' articolo 33 del decreto Milleproroghe discusso per ore nel Consiglio dei ministri di sabato. Il consiglio di amministrazione di Autostrade per l' Italia convocato d' urgenza nella domenica della vigilia di Natale prelude a una battaglia legale che potrebbe durare anni e provocare imprevedibili effetti collaterali.

 

Si dirà: cosa c' è di così grave in una norma che si limita ad ipotizzare l' affidamento delle concessioni (tutte le concessioni autostradali, non solo quella di Autostrade) all' Anas in caso di grave inadempimento? Ai piani alti della società spiegano che la faccenda è grave eccome. Vediamo perché: la norma, negando l' applicazione del contratto di concessione nella parte in cui prevede il risarcimento - stimato da Mediobanca in 23 miliardi di euro - di fatto azzererebbe il valore della concessione stessa. E poiché Aspi - come qualunque grande azienda - si finanzia sul mercato obbligazionario, teme un tracollo sui mercati sin da stamattina.

zingaretti di maio

 

Non è ancora chiaro se dopo la dura presa di posizione dell' azienda - spalleggiata da tutti i concorrenti - la maggioranza e il governo faranno marcia indietro. Ieri nei Palazzi è circolata una bozza ritoccata della norma, ma ininfluente nella sostanza: in caso di revoca al concessionario spetterebbe «il valore delle opere realizzate più gli oneri accessori al netto degli ammortamenti».

 

I renziani restano contrarissimi mentre il leader Pd Nicola Zingaretti ne rivendica la forza precettiva: «Non credo si tratti del primo passo verso la revoca. Se lo Stato trova formule per essere più autorevole nelle trattative con i concessionari, è positivo». Nel governo c' è la convinzione che in questo modo i concessionari si mostreranno più ligi al rispetto degli impegni, sugli investimenti e - perché no - per dare un futuro ad Alitalia.

 

ANAS

Ciò che il governo non ha forse calcolato fino in fondo sono dettagli formali non trascurabili per chi investe. Il primo: Anas è una società per azioni, e in quanto tale in base alle norme europee partecipa alle gare come qualunque altro soggetto privato. In nome di cosa le si attribuisce d' imperio - seppure per un periodo limitato - la gestione di una concessione? Il secondo: senza l'espletamento di una gara come applicare la clausola sociale che imporrebbe in caso di revoca ad assumere i settemila dipendenti di Autostrade? E il terzo: che ne è degli attivi e dei passivi di Autostrade la quale con tutta probabilità in conseguenza della revoca fallirebbe?

 

ROBERTO GUALTIERI

Che un provvedimento simile possa avere conseguenze sull' atteggiamento dei mercati è un fatto innegabile. Ed è per questo che la maggioranza sarà costretta a discuterne di nuovo prima dell' entrata in vigore del decreto Milleproroghe, il primo gennaio. Luigi Di Maio insiste nel chiedere «l' avvio del percorso per la revoca della concessione» e non sembra intenzionato ad abbandonare una delle battaglie simbolo del Movimento Cinque Stelle. «Sono sicuro che il governo darà dimostrazione di compattezza». Eppure se il Milleproroghe è stato approvato dal consiglio dei ministri «salvo intese» è proprio perché la compattezza nella maggioranza non c' è.

Ultimi Dagoreport

sergio mattarella guido crosetto galeazzo bignami adolfo urso giorgia meloni

FLASH! - SULLA QUESTIONE GAROFANI-BELPIETRO, RIMBOMBA IL SILENZIO ASSORDANTE DI GUIDO CROSETTO. CHE LA LINEA DEL MINISTRO DELLA DIFESA E COFONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA SIA PIÙ IN SINTONIA CON IL COLLE CHE CON I CAMERATI DI “PA-FAZZO” CHIGI DI VIA DELLA SCROFA, NON È UNA NOVITÀ. D’ALTRONDE, NEL 2022 FU MATTARELLA A VOLERE CROSETTO ALLA DIFESA, DOPO AVER BOCCIATO IL NOME DI ADOLFO URSO PROPOSTO DA MELONI. ED È SEMPRE STATO CONSIDERATO UN “INTERLOCUTORE” DEL COLLE, TANT’È CHE GUIDONE SMISE DI PARTECIPARE  AI CONSIGLIO DEI MINISTRI POICHÉ TUTTI DAVANTI A LUI TENEVANO LA BOCCUCCIA CHIUSA…

maurizio belpietro giorgia meloni galeazzo bignami francesco saverio garofani sergio mattarella

GIORGIA MELONI NON ARRETRA! DOPO L'INCONTRO AL QUIRINALE CON MATTARELLA, LA DUCETTA HA RIBADITO LA VERSIONE DEL CAMERATA GALEAZZO BIGNAMI: “RAMMARICO PER LE PAROLE ISTITUZIONALMENTE E POLITICAMENTE INOPPORTUNE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI” – AL CONSIGLIERE DI MATTARELLA SARÀ SFUGGITA UNA PAROLA DI TROPPO, MA DA UNA BANALE OSSERVAZIONE POLITICA SUL CENTROSINISTRA AL GOLPE QUIRINALIZIO, CI PASSA UN OCEANO – PERCHÉ BELPIETRO NON PUBBLICA L'AUDIO IN CUI GAROFANI EVOCAVA UN “PROVVIDENZIALE SCOSSONE” (AMMESSO CHE LO "SCOSSONE" NON SI RIFERISSE AL CENTROSINISTRA)? SE LO FACESSE, LA QUESTIONE SAREBBE CHIUSA: PER GAROFANI SAREBBE DIFFICILE RESTARE AL SUO POSTO – IL QUIRINALE AVEVA FATTO SAPERE CHE DOPO L’INCONTRO CI SAREBBE STATO UN COMUNICATO. PER ORA L’HA FATTO LA MELONI: CI SARÀ UN’ALTRA NOTA DAL COLLE? - BIGNAMI INSISTE: "CI HA SORPRESO LA REAZIONE SCOMPOSTA DEL PD, GAROFANI HA CONFERMATO I CONTENUTI E NON HO VISTO PIATTI VOLARE DAL QUIRINALE..."

consiglio supremo difesa mattarella meloni fazzolari bignami

DAGOREPORT - CRONACA DI UN COMPLOTTO CHE NON C’È: FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, CONSIGLIERE DEL QUIRINALE, SI SARÀ ANCHE FATTO SCAPPARE UNA RIFLESSIONE SULLE DINAMICHE DELLA POLITICA ITALIANA IN VISTA DELLE ELEZIONI 2027. MA BELPIETRO HA MONTATO LA PANNA, UTILE A VENDERE QUALCHE COPIA IN PIÙ E A DARE UN ASSIST A FRATELLI D’ITALIA, SEMPRE PRONTA ALLA LAGNA VITTIMISTA – A QUEL TORDO DI GALEAZZO BIGNAMI È SCAPPATA LA FRIZIONE. E DOPO IL SUO ATTACCO AL COLLE, IL SOLITAMENTE CAUTO GIOVANBATTISTA FAZZOLARI È INTERVENUTO PRECIPITOSAMENTE PER SALVARGLI LA FACCIA (E LE APPARENZE CON IL COLLE) - BELPIETRO ESONDA: "ISTITUZIONALMENTE SCORRETTA LA REPLICA DEL QUIRINALE"

alessandra smerilli riccardo campisi alessandra smerilli papa leone xiv

DAGOREPORT - CHI POTRÀ AIUTARE PAPA PREVOST A RIPIANARE IL DEFICIT ECONOMICO DELLA SANTA SEDE? - LEONE XIV EREDITA DA BERGOGLIO UNA COMMISSIONE PER LA RACCOLTA FONDI PER LE CASSE DEL VATICANO, PRESIEDUTA DA MONSIGNOR ROBERTO CAMPISI E IN CUI C’E’ ANCHE LA SUORA ECONOMISTA ALESSANDRA SMERILLI – I DUE HANNO UNA FREQUENTAZIONE TALMENTE ESIBITA DA FARLI DEFINIRE LA “STRANA COPPIA”. SONO ENTRAMBI AMANTI DELLO SPORT, DELLE PASSEGGIATE, DEI VIAGGI, DEL NUOTO IN ALCUNE PISCINE ROMANE ED ANCHE NEL MARE DI VASTO, DOVE SPESSO I DUE SONO VISTI IN VACANZA - LA SALESIANA SMERILLI, IN TEORIA TENUTA A VIVERE IN UNA COMUNITÀ DELLA SUA CONGREGAZIONE, VIVE IN UN LUSSUOSO APPARTAMENTO A PALAZZO SAN CALLISTO, DOVE LA SERA È DI CASA MONSIGNOR CAMPISI, SPESSO CON ALTRI OSPITI ATTOVAGLIATI AL SUO TAVOLO…

nicola colabianchi beatrice venezi alessandro giuli gianmarco mazzi

FLASH! - DA ROMA SALGONO LE PRESSIONI PER CONVINCERE BEATRICE VENEZI A DIMETTERSI DA DIRETTORE DELL’ORCHESTRA DEL VENEZIANO TEATRO LA FENICE, VISTO CHE IL SOVRINTENDENTE NICOLA COLABIANCHI NON CI PENSA PROPRIO ALLE PROPRIE DIMISSIONI, CHE FAREBBERO DECADERE TUTTE LE CARICHE DEL TEATRO – ALLA RICHIESTA DI SLOGGIARE, SENZA OTTENERE IN CAMBIO UN ALTRO POSTO, L’EX PIANISTA DEGLI ANTICHI RICEVIMENTI DI DONNA ASSUNTA ALMIRANTE AVREBBE REPLICATO DI AVER FATTO NIENT’ALTRO, METTENDO SUL PODIO LA “BACCHETTA NERA”, CHE ESEGUIRE IL “SUGGERIMENTO” DI GIULI E CAMERATI ROMANI. DUNQUE, LA VENEZI E’ UN VOSTRO ‘’PROBLEMA”…

emmanuel macron giorgia meloni volodymyr zelensky vladimir putin

DAGOREPORT – MACRON E MELONI QUESTA VOLTA SONO ALLEATI: ENTRAMBI SI OPPONGONO ALL’USO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI IN EUROPA, MA PER RAGIONI DIVERSE. SE IL TOYBOY DELL’ELISEO NE FA UNA QUESTIONE DI DIRITTO (TEME LE RIPERCUSSIONI PER LE AZIENDE FRANCESI, IL CROLLO DELLA CREDIBILITÀ DEGLI INVESTIMENTI UE E IL RISCHIO DI SEQUESTRI FUTURI DI CAPITALI EUROPEI), PER LA DUCETTA È UNA QUESTIONE SOLO POLITICA. LA SORA GIORGIA NON VUOLE SCOPRIRSI A DESTRA, LASCIANDO CAMPO A SALVINI – CON LE REGIONALI TRA CINQUE GIORNI, IL TEMA UCRAINA NON DEVE DIVENTARE PRIORITARIO IN CAMPAGNA ELETTORALE: LA QUESTIONE ARMI VA RIMANDATA (PER QUESTO ZELENSKY NON VISITA ROMA, E CROSETTO NON È ANDATO A WASHINGTON)