UN CONTINENTE DESTINATO ALL'ESTINZIONE – IL RAPPORTO DI MARIO DRAGHI SULLA COMPETITIVITÀ, CHE STRIGLIA I GOVERNI A DARE UNA SPINTA AL MERCATO UNICO PER NON ESSERE STRITOLATI TRA USA E CINA, DIVIDE GLI STATI DELL’UE. I PAESI DELL’EST SONO CRITICI (“TROPPO OCCIDENTE-CENTRICO”). E DI FRONTE ALLA PRIMA PROVA CONCRETA DI INTEGRAZIONE, L’ACQUISIZIONE DI COMMERZBANK DA PARTE DI UNICREDIT, I TEDESCHI GIÀ ROMPONO I COJONI…

-

Condividi questo articolo


Estratto dell’articolo di Marco Bresolin per “La Stampa”

 

MARIO DRAGHI URSULA VON DER LEYEN - RAPPORTO COMPETITIVITA UE MARIO DRAGHI URSULA VON DER LEYEN - RAPPORTO COMPETITIVITA UE

C'è chi sostiene che con l'eliminazione delle barriere del mercato unico europeo si risolverebbe il 50% dei problemi. […] E ancora: chi preme per una maggiore spinta nel senso delle liberalizzazioni e chi invece difende una politica più "dirigista". Chi vuole mantenere più a lungo il regime "temporaneo" sugli aiuti di Stato e chi premer per tornare al più presto alle vecchie regole. […] E poi c'è il grande nodo delle risorse che resta irrisolto perché estremamente divisivo: chi mette gli 800 miliardi di euro l'anno per rendere l'Europa più competitiva?

 

unicredit commerzbank unicredit commerzbank

È iniziato ufficialmente ieri il confronto tra i 27 governi europei sul rapporto realizzato da Mario Draghi. Ed è bastato un (lungo) giro di tavolo tra i ministri al Consiglio Competitività per capire che il cammino da percorrere è estremamente tortuoso.

 

Sulla diagnosi, nessuno ha avuto nulla da ridire. Anzi: tutti hanno elogiato l'analisi dell'ex premier. […] Ma sulla strada e sui mezzi per arrivarci, il consenso appare ancora molto lontano.

 

MARIO DRAGHI URSULA VON DER LEYEN - RAPPORTO COMPETITIVITA UE MARIO DRAGHI URSULA VON DER LEYEN - RAPPORTO COMPETITIVITA UE

L'incontro di ieri è stato l'antipasto della discussione che terrà impegnati i 27 leader Ue tra tre settimane al Consiglio europeo, dove non è esclusa la partecipazione del diretto interessato. La presidenza di turno ungherese lo aveva invitato anche ieri per un confronto tra i ministri, ma Draghi ha declinato: «Ha fatto sapere che aveva impegni pregressi» spiega una fonte Ue, mentre un'altra sottolinea con un pizzico di malizia che «la data del Consiglio Competitività era nota da molti mesi...».

 

Da giorni, alcuni governi fanno trapelare i loro malumori sulla gestione di questo lavoro. «Il rapporto Draghi è stato realizzato senza coinvolgere minimamente le capitali, a differenza del lavoro di Enrico Letta che si è confrontato con i singoli Paesi» si sfoga un diplomatico.

 

FINANZIAMENTI EUROPEI FINANZIAMENTI EUROPEI

Ma le lamentele più rumorose sono arrivate da alcuni esponenti dei governi dell'Est – Polonia, Repubblica Ceca e Lettonia in primis – che hanno denunciato sul Financial Times un approccio un po' troppo "Occidente-centrico" e accusano Draghi di aver sottovalutato "il dinamismo" e le opinioni dei Paesi dell'Europa orientale […].

 

[…] «Draghi ci dice che servono 800 miliardi di euro? – è intervenuto nella discussione in Consiglio il ministro estone – Bene, gli studi dicono che se rimuovessimo le barriere che ancora ostacolano il mercato interno potremmo liberare 400 miliardi di euro, vale a dire la metà. Iniziamo da lì».

Commerzbank Commerzbank

 

Ed è anche a partire da questo ragionamento che, su iniziativa della Repubblica Ceca e del Lussemburgo, è nato un "non-paper" che chiede alla Commissione di agire immediatamente su questo fronte per "facilitare il commercio transfrontaliero", riducendo gli oneri amministrativi per le imprese. "La questione è stata un po' sottovalutata sia dal rapporto Letta che da quello di Draghi – spiega una fonte diplomatica – per questo abbiamo voluto dare una sveglia".

 

Il documento è stato sottoscritto da venti Paesi, tra cui la Germania. Nell'elenco dei firmatari, però, non figurano Italia, Francia e Spagna. E anche questo è un segno delle divisioni e delle differenze di vedute che permangono tra gli Stati membri.

URSULA VON DER LEYEN MARIO DRAGHI URSULA VON DER LEYEN MARIO DRAGHI MARIO DRAGHI URSULA VON DER LEYEN - RAPPORTO COMPETITIVITA UE MARIO DRAGHI URSULA VON DER LEYEN - RAPPORTO COMPETITIVITA UE

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT - COME SI PUO’ CONTROLLARE UN PARTITO CHE HA QUASI IL 30% DEI VOTI CON UN POLITBURO DI 4-5 PERSONE? E INFATTI NON SI PUO’! - LE SORELLE MELONI, FAZZOLARI E SCURTI NON TENGONO LE BRIGLIE DI FRATELLI D’ITALIA: SILENZIATA LA CORRENTE DEI “GABBIANI” DI RAMPELLI, AZZERATO IL DISSENSO, ELIMINATA OGNI DIALETTICA INTERNA (CHE SI CHIAMA “POLITICA”), TRATTATI I PARLAMENTARI COME CAMERIERI A CUI SI DANNO ORDINI VIA CHAT, COSA SUCCEDE? CHE POI QUALCUNO SI INCAZZA E FA “L’INFAME”, SPUTTANANDO ALL’ESTERNO IL PIANO DI GIORGIA MELONI PER IL BLITZ PER ELEGGERE FRANCESCO SAVERIO MARINI ALLA CONSULTA…

DAGOREPORT – GIORGETTI E' GIA' PRONTO PER LA TOMBOLA: DÀ I NUMERI - IL MINISTRO DELL’ECONOMIA ALLE PRESE CON LA TERRIBILE LEGGE DI BILANCIO PRIMA ANNUNCIA “SACRIFICI PER TUTTI” E NUOVE TASSE TRA ACCISE E CATASTO, PER POI RINCULARE QUANDO SI INCAZZA LA MELONA, COSI' TIMOROSA DI PERDERE IL VOLUBILE CONSENSO POPOLARE DA CONFEZIONARE UN VIDEO CONTRO IL SUO MINISTRO: "NOI LE TASSE LE ABBASSIAMO" - E QUANDO NON SBUCA LA MELONI, ARRIVA PANETTA: SULLA CRESCITA DEL PIL GIORGETTI SI APPOGGIA AI NUMERI “ADDOMESTICATI” DELLA RAGIONERIA GENERALE FORNITI DALLA SUA FEDELE DARIA PERROTTA, PER VENIRE SUBITO SMENTITO SECCAMENTE DALL'UFFICIO STUDI DI BANKITALIA... 

DAGOREPORT – IL BALLO DELLA KETAMINA DI ELON MUSK NON PORTA VOTI: LA PERFORMANCE “OCCUPIAMO MARTE” DEL PICCHIATELLO DI TESLA SUL PALCO CON TRUMP IN PENNSYLVANIA NON HA MOSSO L’OPINIONE PUBBLICA – KAMALA HARRIS SAREBBE IN VANTAGGIO DI 4-5 PUNTI, MA IL SISTEMA ELETTORALE USA E' FOLLE: NEL 2016 HILLARY CLINTON FU SCONFITTA DA TRUMP PUR AVENDO AVUTO 3 MILIONI DI VOTI IN PIU' – IL PRESSING DEI REPUBBLICANI PERCHE' TRUMP ABBASSI I TONI (È IL MOMENTO DI PARLARE AGLI ELETTORI MODERATI, NON AL POPOLO MAGA, CHE LO VOTA COMUNQUE) - I DILEMMI DI KAMALA: MI CONVIENE FARE GLI ULTIMI COMIZI CON OBAMA? COME RICONQUISTARE IL VOTO DEI TANTI GIOVANI PRO-PALESTINA?