jack ma xi jinping

COSA C'È DIETRO LA SPARIZIONE DI JACK MA? LA NUOVA VIA DEL DIGITALE INDICATA DA XI JINPING: PIÙ STATO E MENO PRIVATO - INSIEME AD ALIBABA, ANCHE UN ALTRO COLOSSO COME TENCENT È STATO PUNITO PER DELLE ACQUISIZIONI NON DICHIARATE - DIETRO IL PRETESTO ANTITRUST, C'E' LA VOLONTA' DI XI JINPING DI FAR FUORI TUTTI QUELLI CHE POSSONO FARGLI OMBRA - L'IMPOSIZIONE DELLA SUPREMAZIA DEL PARTITO FINIRÀ PER FRENARE LO SVILUPPO DELLA CINA?

Filippo Santelli per “Affari & Finanza - la Repubblica

 

jack ma xi jinping

La caduta del fondatore di Alibaba è il segnale che il regime cinese ha deciso di cambiare registro nei rapporti con l'industria hi-tech e di riaffermare il ruolo guida del Partito sull'economia, alzando il livello dello scontro con i colossi del web. C'è un modo di dire in Cina, che è anche un modo di fare del Partito comunista: "Uccidere il pollo per spaventare le scimmie". Significa punire un personaggio di secondo piano in maniera esemplare, per convincere i pezzi grossi a mettersi in riga. Questa volta però il regime non ha perso tempo con i polli, ha puntato dritto alla scimmia.

 

jack ma

Ma Yun, per noi Jack Ma, è il simbolo dell'imprenditoria tecnologica cinese, il fondatore dell'e-commerce Alibaba e del colosso della finanza digitale Ant Group, l'uomo che ha portato il Dragone nell'era del web diventando, strada facendo, il più ricco di tutti. Ecco: per far capire al mondo hi-tech che i tempi sono cambiati, che la giungla degli ultimi vent'anni deve trasformarsi in un mercato dall'ordine esemplare, le autorità hanno iniziato da lui.

 

jack ma 2

La storia è nota. A ottobre, pochi giorni prima della quotazione di Ant, la più ricca della storia, Jack Ma tiene un discorso in cui attacca tutta la finanza di Stato, a cominciare dai regolatori colpevoli a suo dire di soffocare l'innovazione. Qualche giorno dopo il collocamento di Ant viene bloccato e nelle settimane successive le autorità lanciano una stretta senza precedenti sull'impero di Ma, tra nuove regole e indagini antitrust.

 

jack ma 4

Si dibatte se l'affondo sia una punizione per aver osato criticare il regime, o se quel discorso fosse un estremo tentativo di evitare una stretta in arrivo. Ma è certo che dietro la caduta di Maestro Jack c'è un cambio di registro generale e radicale nei rapporti tra il Partito e l'industria hi-tech. Una svolta in cui le esigenze politiche di stabilità e controllo comandano sui fattori economici.

 

E i cui effetti sull'imprenditoria del Dragone si comprenderanno solo con il tempo. Per vent'anni l'economia digitale cinese è cresciuta senza freni, in un patto di mutuo beneficio con il regime. Alle aziende è stato chiesto di censurare attivamente i contenuti sensibili e di contribuire agli obiettivi strategici della leadership, come lo sviluppo di tecnologie chiave.

 

alibaba

In cambio, hanno potuto beneficiare della protezione dalla concorrenza straniera offerta dalla Grande Muraglia digitale, che ha permesso loro di pascolare indisturbate su un mercato sconfinato, e di un approccio a dir poco flessibile alle regole, dalla privacy all'antitrust, per cui il governo interveniva solo in caso di problemi.

 

wechat

Così si sono sviluppati colossi miliardari nell'e-commerce, Alibaba o JD.com, piattaforme tuttofare inimmaginabili a Occidente come WeChat o Meituan, prodigi della finanza online come Ant Group, campioni dell' intelligenza artificiale come TikTok. Il cambio di registro che Jack Ma ha vissuto sulla propria pelle è brusco, ma non inatteso.

 

Sotto la leadership di Xi Jinping il Partito-Stato ha progressivamente rivendicato un ruolo guida nell' economa cinese, una centralità motivata con la necessità di ridurre i rischi e preservare la stabilità del regime. Il settore della finanza online è diventato la principale incarnazione di quei pericoli. Sfruttando l'enorme mole di dati che arrivano da Alipay, il borsello digitale di un miliardo di cinesi, la società di Jack Ma ha iniziato a offrire prima investimenti e poi prestiti. Sono tradizionali istituti di credito a erogare la somma, fronteggiando i rischi, ma è Ant a realizzare i profitti.

 

XI JINPING PARLA AI CINESI

La formica Ant è stata il capofila di questa rivoluzione, ma dietro di lei sono spuntati migliaia di altri operatori, grandi o piccoli. Di fatto la Cina si è ritrovata con due settori finanziari paralleli: uno offline, dominato da antiquate banche di Stato, e una online, un calderone di fenomeni hi-tech e avventurieri, con tassi di interesse da usura e fallimenti. Il primo passo della stretta regolatoria, quello che ha ufficialmente bloccato la quotazione di Ant, prevede proprio una serie di limiti stringenti sui prestiti online. Così duri che di fatto il settore verrà cancellato.

 

Il cambio di paradigma riguarda insomma tutta la finanza digitale. La Banca centrale, mentre ordinava ad Ant di abbandonare il business dei prestiti ha inserito tra le priorità per il 2021 "rafforzare la supervisione delle attività finanziarie delle piattaforme Internet, rafforzare la spinta Antitrust e prevenire l' espansione disordinata del capitale", dove la parola d'ordine è "disordinata". Ma l'incursione dei regolatori si allarga a tutta l'economia digitale. Insieme ad Alibaba, anche un altro colosso come Tencent è stato punito per delle acquisizioni non dichiarate, un'azione antitrust senza precedenti.

 

tencent 2

Non finirà qui. Il Quotidiano del Popolo ha criticato gli operatori hi-tech colpevoli di "cercare una concentrazione del mercato ancora maggiore", mentre una serie di norme stanno ridefinendo la protezione dei dati personali degli utenti, finora utilizzati in maniera incontrollata. Molte di queste misure vanno incontro agli stessi cittadini cinesi, sempre più sensibili ai temi della privacy e dei diritti dei consumatori. I servizi digitali hanno cambiato la vita quotidiana della Cina, ma questo non significa che godano di buona reputazione, anzi. Allo stesso tempo però l' arrivo delle regole coincide con un intervento diretto del Partito-Stato.

 

tencent 1

Lo dimostra per esempio l'accelerazione nella sperimentazione dello yuan digitale. Oppure la richiesta ad Ant di riversare i dati sugli utenti in una piattaforma di rating controllata dal governo. Il regime allunga le mani su pezzi nodali dell' economia digitale. Ci sono varie esigenze alla base di questo contro movimento.

 

La prima è vincere la competizione secolare con gli Usa, di cui l'innovazione è il fronte decisivo. Il nuovo piano quinquennale stanzierà ulteriori fondi miliardari con l'obiettivo di recuperare terreno in settori chiave come i chip. Per riuscirci c'è bisogno che le aziende private allineino più strettamente i propri piani a quelli del regime: lo sviluppo di tecnologie strategiche deve essere la priorità, non un'attività collaterale.

 

tim cook di apple e jeff bezos di amazon, in mezzo il ceo di tencent pony ma

L'altro obiettivo della leadership è riaffermare il primato della politica sull'economia, delle esigenze di stabilità sulla logica dell'innovazione.

 

Il momento è cruciale: nel 2022 si terrà il Congresso del Partito, quello che affiderà un terzo mandato e un potere senza precedenti a Xi. I prossimi mesi saranno dedicati a rafforzare il controllo, per scongiurare la nascita di qualunque centro di potere alternativo, cosa che colossi digitali con milioni di utenti e risorse miliardarie finiscono inevitabilmente per essere. Quando di recente Xi Jinping ha ribadito che la Cina ha bisogno di imprenditori patriottici intendeva questo, l'esatto contrario dell'autonomia reclamata nel suo improvvido discorso da Jack Ma, forse sopravvalutando il livello delle coperture politiche di cui disponeva a Pechino.

 

jack ma 4

Dietro alla punizione alla scimmia insomma, il messaggio è che il rispetto delle regole verrà prima dei profitti. L'innovazione dovrà essere quella stabilita dal regime. Soprattutto, che è il Partito a comandare. Se e fino a che punto questo imbriglierà gli istinti dei Jack Ma di Cina, finendo per frenare lo stesso sviluppo del Dragone, è il grande interrogativo che si apre ora.

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni kirk renzi salvini tajani

DAGOREPORT - LA STRATEGIA DELLA DISTRAZIONE DI GIORGIA MELONI: PER LA DESTRA DE’ NOANTRI, IL DELITTO KIRK NON È UNA STORIA AMERICANA DEFLAGRATA ALL’INTERNO DEL MONDO DEI “MAGA” TRUMPIANI. NO, È ROBA DA BRIGATE ROSSE IN VIAGGIO PREMIO NEGLI USA - ECCO: IL CADAVERE DI UN ATTIVISTA DI UN PAESE DOVE LE ARMI LE COMPRI DAL TABACCAIO È GIUNTO AL MOMENTO GIUSTO PER ESSERE SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO AD ARTE DALLA PROPAGANDA DI PALAZZO CHIGI, COPRENDO CON DICHIARAZIONI FUORI DI SENNO LE PROPRIE DIFFICOLTÀ - CHE LA DESTRA DI GOVERNO SIA IN PIENA CAMPAGNA ELETTORALE, INQUIETA (EUFEMISMO) PER L’ESITO DELLE REGIONALI D’AUTUNNO, IL CUI VOTO SARÀ DIRIMENTE IN VISTA DELLE POLITICHE 2027, ALLE PRESE CON UN PAESE CHE SENZA LA FORTUNA DEI 200 MILIARDI DEL PNRR SAREBBE IN RECESSIONE COME LA FRANCIA E LA GERMANIA, NE È CONSAPEVOLE LO STESSO ESECUTIVO, IN PIENO AFFANNO PER TROVARE LE RISORSE NECESSARIE ALLA FINANZIARIA DI FINE D’ANNO - RENZI: “LA PREMIER SEMINA ZIZZANIA E CREA TENSIONE PER EVITARE DI PARLARE DI STIPENDI E SICUREZZA. MA SOPRATTUTTO PER EVITARE CHE NASCA UN VERO MOVIMENTO A DESTRA. OCCHIO: SE VANNACCI FA COME FARAGE, LA MELONI VA A CASA. LA POLITICA È PIÙ SEMPLICE DI QUELLO CHE SI CREDA. GIORGIA MELONI ALIMENTA LA PAURA PERCHÉ LEI HA PAURA…” - VIDEO

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...

rai giampaolo rossi gianmarco chiocci giorgia meloni bruno vespa scurti fazzolari

DAGOREPORT - RIUSCIRÀ GIAMPAOLO ROSSI A DIVENTARE IL CENTRO DI GRAVITÀ DELL’INDOMABILE BARACCONE RAI? - IL “FILOSOFO” DEL MELONISMO HA TENUTO DURO PER NON ESSERE FATTO FUORI DAL FUOCO AMICO DEL DUPLEX SERGIO-CHIOCCI. A “SALVARE” IL MITE ROSSI ARRIVÒ IL PRONTO SOCCORSO Di BRUNO VESPA, CON IL SUO CARICO DI MEZZO SECOLO DI VITA VISSUTA NEL FAR WEST DI MAMMA RAI - A RAFFORZARE LA SUA LEADERSHIP, INDEBOLENDO QUELLA DI CHIOCCI, È INTERVENUTA POI LA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, “BRUCIANDO” IN PIAZZA IL DESIDERIO DI GIORGIA DI ARRUOLARLO COME PORTAVOCE - L’OPERAZIONE DI ROSSI DI ESSERE IL BARICENTRO IDEOLOGO E PUNTO DI RIFERIMENTO DI TELE-MELONI, SI STA SPOSTANDO SUI TALK-SHOW E L’INTRATTENIMENTO, A PARTIRE DALLA PROBABILE USCITA DI PAOLO DEL BROCCO, DA UNA DOZZINA DI ANNI ALLA GUIDA “AUTONOMA” DELLA CONSOCIATA RAI CINEMA, IN SCADENZA AD APRILE 2026 - IL NOME CHE SCALPITA PER ANDARLO A SOSTITUIRE, È UN AMICO FIDATO DI ROSSI, L’ATTUALE DIRETTORE DEL DAY-TIME, LO SCRITTORE-POETA-CANTANTE-SHOWMAN ANGELO MELLONE - MENTRE A RAI FICTION...

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…