mario draghi quantitative easing soldi euro

COSTI QUEL CHE SCOSTI – BASTA SOLDI A PIOGGIA PER TUTTI! MARIO DRAGHI VUOLE VARARE RISTORI SELETTIVI E DIFFERENZIATI PER LE ATTIVITÀ PIÙ COLPITE DALLE RESTRIZIONI - IN ZONA ARANCIONE SARANNO PRIVILEGIATI BAR, RISTORANTI, PALESTRE E PISCINE - MA SERVONO NUOVE RISORSE: SUL TAVOLO C’È UNO SCOSTAMENTO DI BILANCIO DI 20 O 30 MILIARDI…

Ilario Lombardo per “La Stampa”

 

DANIELE FRANCO MARIO DRAGHI

Mario Draghi deve lavorare di compromesso. Con le imprese e i dipendenti che hanno bisogno di ristori se rimangono a casa, e con i partiti della sua variegata maggioranza che chiedono una cosa e il suo opposto. Ecco perché le prossime decisioni sulle misure di contenimento del Covid segneranno un cambiamento rispetto al passato, anche alla luce dei rinforzi vaccinali attesi ad aprile e della ripartenza che ci sarà a ridosso della stagione più calda.

 

SALVINI DRAGHI

Prima di tutto, in vista del decreto Sostegno bis Draghi sta valutando seriamente la proposta del ministro degli Affari regionali di Forza Italia Mariastella Gelmini, portata avanti anche dal collega leghista Giancarlo Giorgetti, di attivare ristori selettivi.

Una formula fin qui inedita per i rimborsi che dovranno accompagnare le chiusure in zona rossa e arancione.

 

chiusi per decreto

Non più soldi a pioggia per tutti, ma differenziati, diretti a chi avrà più bisogno di altri perché costretto a ulteriori sacrifici. Per intendersi, in zona arancione saranno privilegiati bar, ristoranti, palestre, piscine, tutte attività che avranno le serrande abbassate, a differenza dei negozi, che invece resteranno aperti se il colore (e l' indice Rt che indica l' andamento del contagio) resterà quello.

 

palestre

Servirà un nuovo scostamento di bilancio, e si parla di una cifra che sarà tra i 20 e i 30 miliardi di deficit. Il Carroccio spinge anche perché una buona fetta vada a partite Iva e autonomi, maggiormente colpiti dalla crisi. Dal governo confermano che la richiesta di autorizzazione al Parlamento dovrebbe arrivare per metà aprile, contestualmente al Documento di economia e finanza (Def).

 

Le previsioni sul calendario confermano la volontà di cambiare il paradigma delle misure sociali di lotta al virus. Draghi è pronto a concedere una mediazione, per superare il pressing leghista sulle aperture e, insieme, non scontentare l' ala più rigorista del governo che invece vorrebbe mantenere la stretta fino a maggio, come previsto al momento.

MATTEO SALVINI IN SENATO APPLAUDE DRAGHI

 

A Palazzo Chigi si sta ragionando sulla possibilità di prevedere all' interno del decreto Covid anche una valutazione ad hoc della situazione epidemiologica. Oltre alle norme sull' obbligo di vaccinarsi dei medici e sullo scudo penale per chi somministra le dosi, il provvedimento potrebbe contenere «un tagliando» sulle chiusure delle zone rosse e arancioni, come lo definisce Roberto Occhiuto, capogruppo di Forza Italia alla Camera, tra i promotori del compromesso che è servito a placare Matteo Salvini. In questo modo si potrebbe ipotizzare - dove la situazione dei contagi lo rendesse possibile - un alleggerimento del blocco, con mirate e prudenti riaperture.

mario draghi

 

Una sorta di zona "gialla rafforzata", la chiama qualcuno, che concederebbe, ad esempio, una finestra di qualche ora ai ristoranti e ai bar per tenere aperti solo per il pranzo o per la colazione.

 

Non si tirerebbe, insomma, fino alle 18, come è stato in zona gialla fino a due settimane fa, un orario che adesso, con il bel clima e le giornate più lunghe, renderebbe più difficile controllare gli assembramenti da aperitivo.

 

coronavirus cenare al chiuso

Salvini esulta per il compromesso strappato, dopo il duro botta e risposta con Draghi: «Noi lavoriamo con e per il premier con l' obiettivo di riaprire dopo Pasqua le attività nelle città italiane con la situazione sanitaria sotto controllo». In realtà, durante l' ultimo confronto tra il presidente del Consiglio e i capi delegazione dei partiti di maggioranza, proprio su spinta del segretario della Lega, Giorgetti aveva chiesto - senza troppo insistere - di inserire nel decreto una forma di automatismo che consentisse di far scattare le riaperture.

 

daniele franco g20

Per Draghi l' eventuale decisione, invece, deve basarsi «solo ed esclusivamente - non fanno che ripetere a Palazzo Chigi - sulla valutazione attenta dei dati». Il punto è che con ancora poco meno di 4 mila malati in terapia intensiva, secondo la maggior parte dei ministri sarà molto difficile ammorbidire già a metà aprile le restrizioni previste.

In quei giorni l' attenzione di tutti sarà concentrata soprattutto su come ristorare economicamente le attività.

 

Al ministero dell' Economia si lavora sui numeri, per capire con maggiore esattezza quante risorse impegnare e come sfruttare anche l' indotto del Recovery fund. Entro fine aprile vanno presentati i piani per accedere ai fondi del Next Generation Ue.

 

mario draghi saluta biden consiglio europeo

In queste ore la discussione tra i tecnici e i politici al Tesoro è su un ulteriore cambiamento di priorità: per rendere credibile la ripartenza sono allo studio aiuti che nei prossimi due mesi dovranno concentrarsi sulle medio-grandi imprese, in modo da farsi trovare pronti quando in queste realtà estremamente precarie salterà il tappo della cassa integrazione Covid, impossibile da prorogare all' infinito.

Ultimi Dagoreport

maurizio belpietro giorgia meloni francesco saverio garofani

A CIASCUNO LA SUA “VERITÀ” - L’ARTICOLO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO DI BELPIETRO SUL "PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È PRATICAMENTE IDENTICO ALLA MAIL RICEVUTA DA MOLTI ALTRI QUOTIDIANI, DA UN ANONIMO CHE SI FIRMAVA "MARIO ROSSI", CHE HANNO DECISO DI IGNORARE LA VICENDA PERCHÉ NON VERIFICABILE - PERCHE' BELPIETRO HA DECISO DI DARE SPAZIO E RISALTO A UNA STORIA COSI' AMBIGUA? HA IN MANO ANCHE UN AUDIO O CI SONO ALTRE RAGIONI? DI CERTO, L'EX ALLIEVO DI VITTORIO FELTRI È UN PO' IN DIFFICOLTÀ: LE COPIE VENDUTE DAL SUO GIORNALE CALANO E "LA VERITÀ" STA DIVENTANDO POST-VERITÀ, CON LO SPAZIO CONCESSO A COMPLOTTISTI, NO VAX E PUTINIANI - FORSE CREARE UN PO’ DI CACIARA CON IL GAROFANI-GATE SERVE A RIPORTARE IL QUOTIDIANO SOTTO I RIFLETTORI - DI SICURO HA FATTO UN FAVORE A GIORGIA MELONI. DEL RESTO, FU LEI NEL 2023 A OPPORSI ALLA VENDITA DEL GIORNALE AD ANGELUCCI, E A TROVARE IN FEDERICO VECCHIONI, AD DI "BONIFICHE FERRARESI" E CARO A LOLLOBRIGIDA, IL "SALVATORE" PRONTO A RILEVARE IL 25% DELLA SOCIETA' EDITRICE BY BELPIETRO - DA ALLORA FIOCCANO INSERZIONI DELLE PARTECIPATE E PEZZI PRO-GIORGIA...

matteo salvini giorgia meloni donald trump vladimir putin sergio mattarella

DAGOREPORT - COME MAI GLI ARTICOLI DELLA “VERITÀ” SUL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” ARRIVANO IL GIORNO DOPO LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA, DI CUI GAROFANI È SEGRETARIO, IN CUI SI È RIBADITA LA LINEA DI “PIENO SOSTEGNO ITALIANO ALL’UCRAINA”? - LA LINEA PRO-KIEV DI GIORGIA MELONI SI E' AFFIEVOLITA DA TEMPO (HA MESSO IN “PAUSA” L'ADESIONE DELL'ITALIA AL PIANO PURL PER LE ARMI USA A KIEV) E SALVINI E' IL SOLITO "FIGLIO DI PUTIN" CHE SI OPPONE A OGNI SOSTEGNO A ZELENSKY - NON SOLO: MATTARELLA, ORMAI DA ANNI, INFIOCINA I SOVRANISMI DI MEZZO MONDO, HA PIU' VOLTE CRITICATO TRUMP, PUTIN, ORBAN, NETANYAHU E AFD (GUARDA CASO TUTTI AMICI DI MELONI E SALVINI) - SE L'AUDIO DI GAROFANI ESISTE, E CERTIFICA UN "COMPLOTTO" E NON UN SEMPLICE RAGIONAMENTO POLITICO, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA? IL COLLOQUIO DELL'EX DEPUTATO DEL PD È STATO CARPITO AL RISTORANTE IN UNA "CHIACCHERATA TRA AMICI". SE ESISTE L'AUDIO, CHI LO HA REGISTRATO? UN AMICO? UN PRIVATO CITTADINO CHE HA RICONOSCIUTO GAROFANI, NONOSTANTE FOSSE UN VOLTO POCO NOTO? O IL CONSIGLIERE DI MATTARELLA ERA "ATTENZIONATO"? DA CHI?

tommaso foti galeazzo bignami

CHIAGNI E FOTI – A VOLERE QUEL FENOMENO DI GALEAZZO BIGNAMI COME CAPOGRUPPO DI FDI ALLA CAMERA FU TOMMASO FOTI, CHE SCELSE IL CAMERATA BOLOGNESE COME SUO SUCCESSORE. QUANDO CI FU IL PASSAGGIO DI CONSEGNE, FOTI ASSICURÒ CHE NON AVREBBE POTUTO SCEGLIERE UN SUCCESSORE MIGLIORE (PENSA COM'ERANO GLI ALTRI PRETENDENTI) - DI SICURO BIGNAMI NON È MAI STATO TROPPO ISTITUZIONALE NEGLI INTERVENTI IN AULA: SPESSO PROVOCATORIO, OGNI VOLTA CHE PARLA IRRITA L'OPPOSIZIONE. PARE CHE UNA TELEFONATA DA PALAZZO CHIGI E UN CONSIGLIO “PATERNO” BY FOTI LO AVESSERO INDOTTO A MAGGIOR EQUILIBRIO. SINO A IERI…

sergio mattarella guido crosetto galeazzo bignami adolfo urso giorgia meloni

FLASH! - SULLA QUESTIONE GAROFANI-BELPIETRO, RIMBOMBA IL SILENZIO ASSORDANTE DI GUIDO CROSETTO. CHE LA LINEA DEL MINISTRO DELLA DIFESA E COFONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA SIA PIÙ IN SINTONIA CON IL COLLE CHE CON I CAMERATI DI “PA-FAZZO” CHIGI DI VIA DELLA SCROFA, NON È UNA NOVITÀ. D’ALTRONDE, NEL 2022 FU MATTARELLA A VOLERE CROSETTO ALLA DIFESA, DOPO AVER BOCCIATO IL NOME DI ADOLFO URSO PROPOSTO DA MELONI. ED È SEMPRE STATO CONSIDERATO UN “INTERLOCUTORE” DEL COLLE, TANT’È CHE GUIDONE SMISE DI PARTECIPARE  AI CONSIGLIO DEI MINISTRI POICHÉ TUTTI DAVANTI A LUI TENEVANO LA BOCCUCCIA CHIUSA…

maurizio belpietro giorgia meloni galeazzo bignami francesco saverio garofani sergio mattarella

GIORGIA MELONI NON ARRETRA! DOPO L'INCONTRO AL QUIRINALE CON MATTARELLA, LA DUCETTA HA RIBADITO LA VERSIONE DEL CAMERATA GALEAZZO BIGNAMI: “RAMMARICO PER LE PAROLE ISTITUZIONALMENTE E POLITICAMENTE INOPPORTUNE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI” – AL CONSIGLIERE DI MATTARELLA SARÀ SFUGGITA UNA PAROLA DI TROPPO, MA DA UNA BANALE OSSERVAZIONE POLITICA SUL CENTROSINISTRA AL GOLPE QUIRINALIZIO, CI PASSA UN OCEANO – PERCHÉ BELPIETRO NON PUBBLICA L'AUDIO IN CUI GAROFANI EVOCAVA UN “PROVVIDENZIALE SCOSSONE” (AMMESSO CHE LO "SCOSSONE" NON SI RIFERISSE AL CENTROSINISTRA)? SE LO FACESSE, LA QUESTIONE SAREBBE CHIUSA: PER GAROFANI SAREBBE DIFFICILE RESTARE AL SUO POSTO – IL QUIRINALE AVEVA FATTO SAPERE CHE DOPO L’INCONTRO CI SAREBBE STATO UN COMUNICATO. PER ORA L’HA FATTO LA MELONI: CI SARÀ UN’ALTRA NOTA DAL COLLE? - BIGNAMI INSISTE: "CI HA SORPRESO LA REAZIONE SCOMPOSTA DEL PD, GAROFANI HA CONFERMATO I CONTENUTI E NON HO VISTO PIATTI VOLARE DAL QUIRINALE..."