mario draghi quantitative easing soldi euro

LA CRESCITA DEL PIL CI SI RITORCE CONTRO - L’EUROPA POTREBBE RIVEDERE LA RIPARTIZIONE DEI MILIARDI DEL RECOVERY PLAN: L’ECONOMIA ITALIANA VA MEGLIO DI QUANTO PREVISTO QUANDO È STATO PENSATO IL PIANO DI SALVATAGGIO, E SI RISCHIA CHE UNA PARTE DEI FONDI POTREBBE ESSERE DIROTTATA VERSO PAESI CHE STANNO MESSI PEGGIO - IN BALLO CI SONO IL 30% DELLE SOMME ATTRIBUITE AL NOSTRO PAESE, CIRCA 60 MILIARDI

1 - PNRR: UE, BUONA NOTIZIA SE CRESCITA SUPERA ATTESE

mario draghi al consiglio europeo

(ANSA) - "E' una buona notizia quando uno Stato membro vede che la crescita è superiore alle attese malgrado il contesto estremamente delicato durante il quale abbiamo tutti operato lo scorso anno. Non bisogna dimenticare che lo scopo di tutta la nostra politica è di far sì che l'attività economica riprenda".

 

Così il portavoce della Commissione europea, Eric Mamer, rispondendo a una domanda sull'ipotesi che il piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) di uno Stato membro, compresa l'Italia, possa essere rivisto non solo per un diverso contesto di inflazione ma anche sulla base di dati sulla crescita migliori di quanto atteso.

 

Eric Mamer

Una portavoce ha poi ricordato che il regolamento sul Recovery prevede che l'allocazione massima attuale per le sovvenzioni sia "indicativa", con il 30% dell'importo "suscettibile di essere modificata", conformemente a quanto concordato dai leader Ue nel luglio 2020 e all'articolo 11 del regolamento. In concreto, significa che l'allocazione delle sovvenzioni sarà ricalcolata al più tardi il 30 giugno 2022 per determinare i massimali finali per ogni Paese membro.

ursula von der leyen consegna a mario draghi la pagella di bruxelles al recovery plan italiano 1

 

E il nuovo calcolo si baserà sui "risultati effettivi per quanto riguarda la variazione del Pil reale nel 2020 e la variazione aggregata del Pil reale nel periodo 2020-2022", ha precisato la portavoce.

 

Nei casi in cui l'ammontare finale delle sovvenzioni sia più basso rispetto a quello inizialmente stimato, ci sono tre opzioni per gli Stati membri: "la possibilità di presentare un piano rivisto includendo il trasferimento di fondi da altre risorse Ue, come i fondi di coesione";

 

meme su Mario Draghi e il recovery plan

"la possibilità di colmare le lacune con fondi nazionali"; oppure "la possibilità di presentare un piano rivisto con una richiesta di prestito, fino al 31 agosto 2023, e il massimo per il prestito è 6,8 per cento del Pil lordo nazionale". "Se l'ammontare pari al 6,8 per cento del Pil lordo è già stato raggiunto da un Paese, non si può fare richiesta per un altro prestito", ha precisato la portavoce.

 

2 - LE TRAPPOLE DEI FONDI UE: SI RISCHIA UNA REVISIONE

Federico Fubini per il “Corriere della Sera”

 

L'appuntamento è per giugno. E l'Italia stavolta rischia di finire sotto pressione a Bruxelles non per aver deluso, ma per il motivo opposto: l'economia è andata meglio di come si temesse quando vennero ripartite le risorse del Recovery nell'estate del 2020, mentre altri Paesi sono andati peggio.

conte ursula

 

Si dovrà dunque capire se, alla prova dei fatti, una parte dei miliardi assegnati a Roma un anno e mezzo fa dovranno essere redistribuiti a chi è rimasto più indietro. Le regole del resto lo prevedevano. Il 70% delle somme attribuite all'Italia è definitivo, mentre il restante 30% - circa 60 miliardi - potrebbe essere in parte rimodulato.

 

L'economia infatti ha chiuso il 2021 del 2,6% più grande di come prevedeva la Commissione europea quando Giuseppe Conte, allora premier, si fece fotografare a Bruxelles con il pugno stretto in segno di esultanza per aver strappato un aiuto commisurato a un collasso economico. La Spagna è invece dell'1,3% al di sotto e la Germania lo è dello 0,5%.

 

MARIO DRAGHI RECOVERY PLAN

Alla fine non dovrebbero esserci enormi spostamenti di denaro, ma quella che si sta aprendo a Bruxelles è un'altra partita delicata. Uno dei molti fronti, solo per restare al Recovery Fund, per i quali nel 2022 servirà a Roma un governo che lavori duramente. Non un governo da campagna elettorale, qualunque cosa accada negli scrutini per il Quirinale dei prossimi giorni.

 

Il fronte dei sindaci

MARIO DRAGHI AL CONSIGLIO EUROPEO

Che l'esecutivo - ogni esecutivo, oggi e in futuro - debba tenere la burocrazia a un guinzaglio corto risulta chiaro del resto anche da ciò che sta accadendo sul Recovery nelle grandi città. Nei giorni scorsi i sindaci di Roma, Milano, Napoli e Torino hanno scritto riservatamente alla presidenza del Consiglio e al ministro dell'Economia, Daniele Franco, per protestare sulla prima infornata di bandi dei circa 200 miliardi nel Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr).

giuseppe conte roberto gualtieri

 

Le critiche di Roberto Gualtieri, Giuseppe Sala, Gaetano Manfredi e Stefano Lo Russo non sono rivolte al premier Mario Draghi o a Franco, ma alle amministrazioni di vari ministeri (Istruzione, Interno e Lavoro soprattutto), cadute subito in errori piuttosto goffi sull'allocazione dei fondi. Per la riqualificazione energetica si prevede di finanziare un'unica scuola per comune, poco importa che si tratti di Bondeno in provincia di Ferrara (15 mila residenti) o di Roma e Milano che hanno milioni di abitanti.

 

ERIC MAMER PORTAVOCE DELLA COMMISSIONE EUROPEA

Non risulta alcun criterio demografico neanche su mense e palestre nuove (al massimo quattro per comune, di qualunque dimensione). Milano rischia addirittura di restare fuori perché i suoi «centri di cottura» che servono più scuole non sono compresi nei progetti. Il tetto sui bandi da 3,3 miliardi per la rigenerazione urbana è fissato poi ad appena venti milioni per ciascun comune - poco per i grandi centri - e problemi simili si ripresentano nei fondi per il sociale da distribuire localmente alle Agenzie di tutela della Salute.

 

C'è il rischio che le grandi città ricevano ben poco dal Pnrr mentre gli enti più piccoli, inondati di soldi, non riescono a spendere. Insomma, al via dei bandi si è subito visto che nella burocrazia c'è ancora chi lavora senza pensare a come ottenere risultati concreti. Daniele Franco e Palazzo Chigi hanno già risposto ai sindaci delle grandi città e si sta aprendo un confronto.

MARIO DRAGHI DANIELE FRANCO

Ma il campanello d'allarme sulla capacità dell'amministrazione di mettere in pratica i progetti del Pnrr è suonato subito. Impegni e scadenze Anche perché gli undici mesi del 2022 che restano peseranno moltissimo per il Pnrr, oggi solo agli inizi. Nel 2021 sono stati stesi i programmi di massima, le grandi cornici delle riforme e i primi bandi per progetti pubblici. Ma da adesso serviranno velocità e capillarità diverse.

 

L'esame di un documento di governo non ancora reso pubblico mostra che, oltre al lavoro quotidiano di dispiegamento dei bandi già lanciati, fra «milestone» (traguardi) e «target» (obiettivi) l'Italia nel 2022 avrà 99 appuntamenti, al rispetto dei quali sono vincolati i pagamenti.

 

MARIO DRAGHI FIRMA LA NUOVA BANCONOTA DA 5 EURO

Di questi sei sono per marzo, 38 per giugno e i restanti entro l'anno. I numeri in sé dicono poco, perché fra le assegnazioni ne figurano anche di meno soggette a controversie: fra le altre l'avvio di una piattaforma web «sulla cultura ambientale» o la «sicurezza sismica dei luoghi di culto» (benché poi i criteri di suddivisione dei fondi siano sempre delicati). In questo centinaio di azioni del 2022 però circa un quarto ha un vero e proprio impatto politico, finendo per incidere sul consenso di sacche di elettori di tutte le forze della maggioranza di unità nazionale.

 

I 24 dossier scottanti

Il caso più palese riguarda un «milestone» e un «target» nella lotta all'evasione fiscale. Entro quest' anno l'Agenzia delle Entrate deve mandare 432 mila «lettere di conformità» in più, nelle quali si chiede al contribuente di verificare la correttezza della sua dichiarazione dei redditi ed eventualmente di correggerla.

mario draghi vittorio colao

 

Da quell'iniziativa il Pnrr prevede un obiettivo di aumento delle entrate fiscali di 319,5 milioni solo per quest' anno, una media di 740 euro per ciascuna lettera di conformità. Ma il documento, come fa per ogni misura, indica anche i «rischi» di fallimento: «Ritardo nel completamento delle procedure di assunzione di personale altamente specializzato» e «nell'attuazione dell'infrastruttura tecnologica necessaria». Non è detto che per esempio la Lega o Forza Italia gradiscano questo aumento obbligatorio del 15% del gettito da lettere di conformità.

 

DANIELE FRANCO MARIO DRAGHI

Ma non mancano le misure che toccano le basi elettorali di altre forze. Forse il Pd e sicuramente gran parte del sindacato potrebbe non gradire una riforma scolastica che prevede «una progressione di carriera chiaramente collegata alla valutazione delle prestazioni» (con i relativi rischi di esecuzione indicati nel documento di governo: «Procedura parlamentare per la legge di abilitazione»).

 

Così come a M5S non piacerà il programma (decreto atteso entro giugno) che non usa la parola «termovalorizzatori» ma parla di «adattare la rete di impianti necessari per la gestione integrata dei rifiuti». Insomma, le curve politicamente pericolose del Recovery sono molte e il motore dell'amministrazione è acciaccato come sempre. Chi sognava nel 2022 un governo elettorale, deve aver passato il 2021 in un altro continente.

 

Ultimi Dagoreport

flavio cattaneo ignazio la russa giorgia meloni carlo calenda matteo salvini

DAGOREPORT - IL CONTESTO IN CUI È ESPLOSO LO SCONTRO-CON-SCAZZO TRA CARLO CALENDA, E L’AD DI ENEL, FLAVIO CATTANEO, HA COLPITO GLI HABITUÉ DEI PALAZZI ROMANI - IL DURO SCAMBIO NON È AVVENUTO IN UN TALK DE LA7, BENSÌ A UN GALLONATISSIMO CONVEGNO DI COLDIRETTI, LA FILO-GOVERNATIVA ASSOCIAZIONE CHE RAGGRUPPA 1,6 MILIONI DI IMPRENDITORI AGRICOLI (LA PRIMA USCITA PUBBLICA DI MELONI PREMIER FU A UN CONVEGNO COLDIRETTI) - L’INVITO AL CALENDA FURIOSO, DA MESI SMANIOSO DI ROMPERE LE OSSA A CATTANEO, È STATO “LETTO” NEI PALAZZI ROMANI COME UN SEGNO DI “DISTACCO” TRA LA STATISTA DELLA SGARBATELLA E L’AD DI ENEL, IL CUI MANDATO SCADE LA PROSSIMA PRIMAVERA DEL 2026 – E QUANDO IN UN SUCCESSIVO TWEET CALENDA COINVOLGE I GRAN MENTORI DELL'INARRESTABILE CARRIERA DI CATTANEO, LA RUSSA E SALVINI, SI ENTRA IN QUEL LUNGO E SOTTERRANEO CONFLITTO DI POTERE CHE FECE SBOTTARE ‘GNAZIO: “GIORGIA VUOLE CONTROLLARE TUTTO: PALAZZO CHIGI, IL SUO PARTITO, QUELLI DEGLI ALTRI, MA È IMPOSSIBILE’’ -  ORA IL DESTINO CINICO E BARO VUOLE CHE SUL CAPOCCIONE DI CATTANEO, OLTRE ALLA MANGANELLATA DI CALENDA, SIA ARRIVATO UNO SGRADITO OSPITE, UN NON IDENTIFICATO SPYWARE CHE L’HA SPIATO NOTTE E DÌ... - VIDEO - LA VIGNETTA ANTI-CALENDA DI "OSHO": "A PROPOSITO DE UTILI, VOLEMO PARLA' DELL'UTILITÀ DI AZIONE?"

chiara appendino roberto fico giuseppe conte vincenzo de luca elly schlein

DAGOREPORT - GENTILE CHIARA APPENDINO, È CONSAPEVOLE CHE IN POLITICA, COME NELLA VITA, ‘’NON SI PUÒ AVERE LA SIRINGA PIENA E LA MOGLIE IN OVERDOSE”? MA E' DAVVERO CONVINTA CHE, CON UN M5S “PIÙ AUTONOMO DAL PD”, IL PARTITO DI CONTE SAREBBE RIUSCITO A SVENTOLARE LE CANDIDATURE DI TRIDICO IN CALABRIA E DI FICO IN CAMPANIA, DOVE NEL 2020 M5S HA PRESO IL 9,9% MENTRE DE LUCA INTASCÒ IL 69,4%? – OGGI LA VITTORIA DI FICO, FINO A IERI DATA PER SICURA, STA TROVANDO UNA STRADA ACCIDENTATA - A SALVARE LA BARACCA CI DOVRÀ PENSARE LO SCERIFFO DI SALERNO – COME ELLY, CHE DOPO AVERLO DISPREZZATO, E' SCESA A MITI CONSIGLI, ANCHE FICO DEVE ACCETTARE LE “PRIORITÀ” DI DE LUCA OPPURE VERRÀ ABBANDONATO AL SUO DESTINO DI PERDENTE, FACENDO FELICE IL CANDIDATO DI FRATELLI D’ITALIA, EDMONDO CIRIELLI...

elly schlein giuseppe conte roberto fico vincenzo de luca eugenio giani

DAGOREPORT - PARAFRASANDO NANNI MORETTI, CON LEADER DEL CALIBRO DI ELLY SCHLEIN E DI GIUSEPPE CONTE, ''IL CENTROSINISTRA NON VINCERA' MAI'' - IN TOSCANA, I DUE "GENI" HANNO TENTATO DI ESTROMETTERE IL “CACICCO” EUGENIO GIANI, REO DI SANO RIFORMISMO, CHE SI È DIMOSTRATO CAVALLO VINCENTE – IN CAMPANIA, INVECE, RISCHIANO DI ANDARE A SBATTERE CON IL CAVALLO SBAGLIATO, IL FICO DI GIUSEPPE CONTE, CHE TRABALLA NEI SONDAGGI: URGE UN FORTE IMPEGNO DI RACCOLTA VOTI DEL "CACICCO" TANTO DISPREZZATO DA ELLY: VINCENZO DE LUCA (CHE A SALERNO SE LA DEVE VEDERE CON IL CONCITTADINO E CANDIDATO DEL CENTRODESTRA, CIRIELLI) – CON L’INCONSISTENZA STORICA DEL M5S A LIVELLO LOCALE, IL “CAMPOLARGO” VA AL PIU' PRESTO ACCANTONATO: TROPPI "PRINCIPI" DIVERSI TRA PD E M5S PER UN'ALLEANZA, MEGLIO UNA COALIZIONE IN CUI OGNUNO CORRE COL SUO PROGRAMMA CERCANDO DI MASSIMIZZARE IL CONSENSO - SOLO DOPO IL VOTO, IN CASO DI VITTORIA, SI TROVA L'ACCORDO (E COME DIMOSTRA LA COALIZiONE DEL GOVERNO MELONI, LA GESTIONE DEL POTERE È IL MIGLIOR PROGRAMMA...) - VIDEO

giorgia meloni guido crosetto

IL "FRATELLASTRO" CROSETTO FA BALLARE GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI: “SE GLI STATI EUROPEI NON RINUNCIANO ALLA LORO SOVRANITÀ IN ALCUNI SETTORI, SONO MORTI. SULLA DIFESA DOBBIAMO METTERE ASSIEME I 27 PAESI UE IN UN SOLO PROGETTO COMUNE” – LA POSIZIONE DEL MINISTRO DELLA DIFESA È ALL’OPPOSTO DI QUELLA SOVRANISTA DELLA DUCETTA, CHE PIÙ VOLTE IN PASSATO HA REMATO CONTRO IL PROGETTO DI UN ESERCITO UNICO EUROPEO: “SAREBBE UNA INUTILE DUPLICAZIONE. IL SISTEMA DI DIFESA OCCIDENTALE È BASATO SULLA NATO, E NELLA NATO CI SONO ESERCITI NAZIONALI CHE COOPERANO TRA DI LORO. IO VOGLIO PIUTTOSTO UNA COLONNA EUROPEA DELLA NATO” – CHISSA' CHI ALLA FINE DIRA' L'ULTIMA PAROLA... - VIDEO

mauro gambetti papa leone mazza baseball san pietro pipi sagrato

DAGOREPORT: IL PISCIO NON VA LISCIO – PAPA LEONE XIV E’ FURIOSO DOPO IL SACRILEGIO COMPIUTO DALL’UOMO CHE HA FATTO PIPI’ SULL’ALTARE DELLA BASILICA DI SAN PIETRO – IL PONTEFICE HA ORDINATO UN RITO RIPARATORIO “URGENTE” E, SOPRATTUTTO, HA FATTO IL CULO AL CARDINALE GAMBETTI, ARCIPRETE DELLA BASILICA VATICANA, CON UN CONFRONTO “TEMPESTOSO”: E’ IL TERZO GRAVE EPISODIO IN POCO PIU’ DI DUE ANNI AVVENUTO NELLA CHIESA PIU’ IMPORTANTE DEL MONDO – NEL MIRINO FINISCONO ANCHE GLI UOMINI DELLA GENDARMERIA VATICANA, INCAPACI DI INTERVENIRE TEMPESTIVAMENTE E DI PREVENIRE GESTI SACRILEGHI DELLO SVALVOLATO DI TURNO – VIDEO!

spionaggio paragon spyware giorgia meloni fazzolari mantovano giorgetti orcel francesco gaetano caltagirone flavio cattaneo

DAGOREPORT - E TRE! DALLO SPIONAGGIO DI ATTIVISTI E DI GIORNALISTI, SIAMO PASSATI A TRE PROTAGONISTI DEL MONDO DEGLI AFFARI E DELLA FINANZA: CALTAGIRONE, ORCEL, CATTANEO - SE “STAMPA” E “REPUBBLICA” NON LI FANNO SMETTERE, VEDRETE CHE OGNI MATTINA SBUCHERÀ UN NUOVO E CLAMOROSO NOME AVVISATO DI AVERE UN BEL SPYWARE NEL TELEFONINO - COME NEL CASO DEGLI ACCESSI ABUSIVI ALLA PROCURA ANTIMAFIA (FINITI IN CHISSÀ QUALCHE SCANTINATO), I MANDANTI DELLO SPIONAGGIO NON POSSONO ESSERE TROPPO LONTANI DALL’AREA DEL SISTEMA DEL POTERE, IN QUANTO PARAGON FORNISCE I SUOI SERVIZI DI SPYWARE SOLO AD AUTORITÀ ISTITUZIONALI - A QUESTO PUNTO, IL CASO È CORNUTO: O SI SONO TUTTI SPIATI DA SOLI OPPURE IL GOVERNO MELONI DEVE CHIARIRE IN PARLAMENTO SE CI SONO APPARATI “FUORILEGGE”. PERCHÉ QUANDO IL POTERE ENTRA NEI CELLULARI DEI CITTADINI, NON C’È PIÙ DEMOCRAZIA…