IN CULO AI TEDESCHI - GLI USA FANNO UN FAVORE ALL’ITALIA: NESSUNA NUOVA TASSA SUI PRODOTTI AGROALIMENTARI MADE IN ITALY (VINO, OLIO, FORMAGGI, PASTA) - L’AUMENTO COLPISCE I PRODOTTI DI GERMANIA E FRANCIA - GLI STATI UNITI SONO IL PRIMO MERCATO EXTRAEUROPEO PER I NOSTRI PRODOTTI PER UN VALORE CHE, NEL 2019, È ARRIVATO A 4,7 MILIARDI…

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Da www.corriere.it

 

GIUSEPPE CONTE E DONALD TRUMP GIUSEPPE CONTE E DONALD TRUMP

Niente nuovi dazi sui prodotti agroalimentari Made in Italy. Gli Stati Uniti hanno deciso di «graziare» l’Italia rispetto all’ipotesi iniziale di estendere gli aumenti tariffari anche a vino, olio e pasta. Le autorità americane - ricorda una nota della Farnesina - avevano piena facoltà di accrescere per oltre 4 miliardi complessivi il volume di merci sottoposte a misure tariffarie, includendo potenzialmente prodotti italiani come vino, pellame, olio, pasta etc.

 

Ma alla fine lo United States Trade Representive ha scelto di non aggiungere alcun dazio aggiuntivo ai prodotti italiani nell’ambito della semestrale revisione delle misure adottate in attuazione della sentenza dell’Organizzazione mondiale del Commercio (Wto) sui sussidi Airbus, prevedendo incrementi solo per alcune categorie di merci provenienti da Francia e Germania.

 

parmigiano reggiano parmigiano reggiano

SCALFAROTTO: «SUCCESSO DEL GOVERNO E DELLA NOSTRA DIPLOMAZIA»

«Si tratta di una decisione», ha detto il sottosegretario Ivan Scalfarotto, « che premia gli sforzi del Governo ed in particolare della Farnesina e della nostra Ambasciata a Washington, nel mantenere un costante canale di dialogo con le autorità americane responsabili della politica commerciale».

 

Soddisfazione anche da parte di Coldiretti: «I nuovi dazi avrebbero colpito 3 miliardi di cibo Made in Italy, pari a 2/3 del totale in un momento reso già difficile dall’impatto della pandemia sul commercio globale. Gli Stati Uniti sono il primo mercato extraeuropeo per i prodotti agroalimentari tricolori per un valore che nel 2019 è risultato pari a 4,7 miliardi, con un ulteriore aumento del 4,8% nei primi sei mesi del 2020, anche se a giugno le difficoltà causate dal coronavirus hanno fatto segnare una inversione di tendenza (-0,9%)», spiega Coldiretti .

 

vini1 vini1

«Restano, invece, in vigore le tariffe aggiuntive del 25% entrate in vigore lo scorso 18 ottobre 2019 che hanno già colpito specialità italiane come Parmigiano Reggiano, Grana Padano, Gorgonzola, Asiago, Fontina, Provolone ma anche salami, mortadelle, crostacei, molluschi agrumi, succhi e liquori come amari e limoncello».

 

FEDERVINI: «VINO SALVO MA RESTA SCURE SU LIQUORI ITALIANI»

«È un’ottima notizia», ha commentato la Confagricoltura, « perché l’inasprimento dei dazi avrebbe posto un ostacolo in più sulla strada verso la piena ripresa del sistema agroalimentare italiano dopo l’emergenza sanitaria. Un particolare ringraziamento va al governo e alla nostra rappresentanza diplomatica per l’efficace azione svolta nei confronti dell’amministrazione statunitense». Mentre Federvini «Ancora una volta i vini italiani hanno evitato la spada di Damocle dei dazi Usa».

 

vino vino

È il commento di soddisfazione di Sandro Boscaini, presidente di Federvini sottolinea che, nonostante il vino sia stato salvato, «il settore agro-alimentare europeo ed in particolare quello italiano pagano per “colpe” non proprie: il comparto degli aperitivi ed i cordiali, che negli ultimi anni si erano segnalati per una grande crescita all’estero, oggi pagano un prezzo ulteriormente elevato perché ai dazi americani si sommano anche le conseguenze della pandemia».

 

CIA-AGRICOLTORI: «PREOCCUPANO I DAZI SU FRANCIA E GERMANIA»

pasta pasta

Intanto, Cia-Agricoltori Italiani ritiene indispensabile continuare l’azione politico-diplomatica che ha portato all’esito positivo odierno e chiede nuove soluzioni negoziali che azzerino la stangata ancora in vigore (+25%) imposta su formaggi, salumi e liquori italiani. «Serve lavorare a livello europeo», spiega il presidente Cia, Dino Scanavino, «per salvaguardare il nostro sistema agroalimentare, che soffre a causa delle conseguenze della pandemia.

 

La contrazione dei consumi interni di Parmigiano Reggiano, Grana Padano, Gorgonzola è stato, infatti, un ulteriore colpo per queste eccellenze italiane, già vittime della politica protezionistica Usa nel 18 ottobre 2019». E i nuovi dazi annunciati su prodotti francesi e tedeschi preoccupano comunque Cia perché non potranno non avere ripercussioni per il nostro Paese: «la chiusura dello sbocco Usa per quelle merci creerà necessariamente una sovraofferta nel mercato interno».

 

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