markus braun wirecard

DIESELGATE, TANGENTI SIEMENS, RICICLAGGIO DEUTSCHE BANK, ORA IL BUBBONE WIRECARD: BELLO FARSI INSEGNARE L'ETICA DEL LAVORO DAI TEDESCHI - L'ARRESTO DI MARKUS BRAUN, IL MANAGER CHE SI CREDEVA STEVE JOBS, SUBITO RILASCIATO SU CAUZIONE DA 5 MILIONI. I MILIARDI DELLA SUA COMPAGNIA NON SONO MAI ESISTITI - IL MINISTRO SCHOLZ COSTRETTO AD AMMETTERE: ''SIA I REVISORI DEI CONTI SIA LE AUTORITÀ DI VIGILANZA NON SEMBRANO ESSERE STATI EFFICIENTI''

Tonia Mastrobuoni per ''la Repubblica''

 

markus braun 1

Con il suo perenne maglioncino nero a collo alto, Markus Braun sperava di somigliare al re del nuovo mondo, al guru di Apple Steve Jobs. Ma è stato arrestato a Monaco per lo scandalo Wirecard, per crimini da archeologia della finanza: falso in bilancio e manipolazione dei mercati, cui potrebbe aggiungersi nei prossimi giorni il reato di truffa. Dopo una notte in carcere e dopo aver pagato una cauzione da 5 milioni di euro, l'ormai ex amministratore delegato dell'azienda bavarese è tornato ieri in libertà, ma la Procura di Monaco sta anche cercando uno dei consiglieri, Jan Marsalek.

 

Il top manager sarebbe a Manila. Non in fuga, sostiene, ma per raccogliere importanti documenti che possano scagionare la società dalle accuse pesanti formulate dai magistrati, che riguardano due conti filippini inesistenti. I grandi millantatori dell'ex start up bavarese sembrano essere finiti in guai seri.

 

wirecard 4

Saranno torchiati da una procuratrice d'acciaio come Hildegard Bäumler- Hösl, famosa per aver scoperto il mega scandalo di corruzione della Siemens e per aver costretto il re della Formula Uno Bernie Ecclestone a pagare 100 milioni di dollari alle casse della Baviera. Braun, il "visionario" austriaco che era stato festeggiato per anni persino dall'autorità di vigilanza Bafin come il Faust dell'high tech in salsa teutonica, come il deus ex machina in grado di riscattare la Germania dai suoi ritardi sull'economia digitale, si è rivelato un ladro e un truffatore.

 

Peraltro, la testarda cecità della Bafin dinanzi alle palesi incongruenze nei conti di Wirecard sta sollevando anche una bufera politica. Alcuni parlamentari chiedono la testa dei vertici dell'autorità. E persino il ministro delle Finanze Olaf Scholz, che aveva difeso l'azienda monacense fino a lunedì, si è prodotto in una spettacolare inversione a U.

markus braun 2

 

«Sia i revisori dei conti sia le autorità di vigilanza non sembrano essere stati efficienti», ha ammesso. Il capo della Bafin, Felix Hufeld, ha tuonato che il caso Wirecard «è una vergogna per la Germania». Ma la prossima settimana dovrà spiegare in Parlamento perché non se n'è mai accorto. Undici anni fa Braun aveva fondato Wirecard in periferia di Monaco. Una start up fintech che aveva esordito in un angolo oscuro del web, quello dei giochi online e del porno, offrendosi come intermediaria per i pagamenti. E in poco tempo il gioiellino fintech era diventato la risposta tedesca a Paypal, utilizzato anche da catene di ipermercati e venditori mainstream. All'ultima assemblea degli azionisti un investitore ha raccontato entusiasta di aver investito tutti i soldi della figlia in azioni Wirecard: «Me ne sarà dannatamente grata, mi creda», aveva esclamato.

 

Un anno fa quelle azioni valevano 150 euro. Ieri hanno chiuso a 17. Il Financial Times , cui va il merito di una testarda serie di inchieste sulla creatura di Braun - che aveva risposto con pesanti querele - ha rivelato ieri che anche un altro mito dell'azienda, quello dell'uso spasmodico dell'intelligenza artificiale per analizzare i dati dei clienti, era, appunto, un mito. I dipendenti scartabellavano primitivi fogli elettronici per dedurre dettagli sugli acquirenti. Tutto doveva servire ad alimentare l'immagine di un'azienda all'avanguardia.

wirecard 5

 

E il merito del quotidiano finanziario è stato quello di aver acceso per primo un faro sulle incongruenze nei conti e nelle operazioni finanziarie di Wirecard. Lo showdown c'è stato giovedì scorso, quando il revisore dei conti, Ernst&Young, si è rifiutato di certificare il bilancio di Wirecard. L'appuntamento per la presentazione dei conti è slittato così per la terza volta, scatenando una pioggia di vendite che ha affossato il titolo dell'80% in due sedute.

 

In particolare, E&Y ha sollevato il velo su 1,9 miliardi di euro che sarebbero dovuti essere su due conti correnti nelle Filippine. Ma quando i guardiani della contabilità hanno chiesto dettagli direttamente alle banche, hanno scoperto che i conti erano inesistenti. «Quando ci hanno mostrato il cosiddetto certificato è stato subito chiaro che si trattava di un falso», ha dichiarato alla Reuters Cezar Consing, presidente della Bank of the Philippine Islands (BPI), una delle due dove Wirecard sosteneva di avere una montagna di denaro.

markus braun 3wirecard 1

 

wirecard 3markus braun 4

Ultimi Dagoreport

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni antonio tajani quirinale alfredo mantovano

DAGOREPORT - NON CI SARÀ ALCUNA ROTTURA TRA MARINA E PIER SILVIO: NONOSTANTE LA NETTA CONTRARIETÀ ALLA DISCESA IN POLITICA DEL FRATELLINO, SE DECIDESSE, UN GIORNO, DI PRENDERE LE REDINI DI FORZA ITALIA, LEI LO SOSTERRÀ. E L’INCONTRO CON LA CAVALIERA, SOLLECITATO DA UN ANTONIO TAJANI IN STATO DI CHOC PER LE LEGNATE RICEVUTE DA UN PIER SILVIO CARICATO A PALLETTONI, È SALTATO – LA MOLLA CHE FA VENIRE VOGLIA DI EMULARE LE GESTA DI PAPI E DI ‘’LICENZIARE’’ IL VERTICE DI FORZA ITALIA È SALTATA QUANDO IL PRINCIPE DEL BISCIONE HA SCOPERTO IL SEGRETO DI PULCINELLA: TAJANI SOGNA DI DIVENTARE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NEL 2029, INTORTATO DA GIORGIA MELONI CHE HA PROMESSO I VOTI DI FRATELLI D’ITALIA. UN SOGNO DESTINATO A SVANIRE QUANDO L’EX MONARCHICO SI RITROVERÀ COME CANDIDATO AL QUIRINALE UN ALTRO NOME CHE CIRCOLA NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, QUELLO DI ALFREDO MANTOVANO…

giorgia meloni alfredo mantovano francesco lollobrigida carlo nordio andrea giambruno

DAGOREPORT - NON SI PUO' DAVVERO MAI STARE TRANQUILLI: MANTOVANO, IL SAVONAROLA DI PALAZZO CHIGI – D'ACCORDO CON GIORGIA MELONI, PRESA LA BACCHETTA DEL FUSTIGATORE DI OGNI FONTE DI ''DISSOLUTEZZA'' E DI ''DEPRAVAZIONE'' SI È MESSO IN TESTA DI DETTARE L’ORTODOSSIA MORALE  NON SOLO NEL PARTITO E NEL GOVERNO, MA ANCHE SCONFINANDO NEL ''DEEP STATE''. E CHI SGARRA, FINISCE INCENERITO SUL "ROGO DELLE VANITÀ" - UN CODICE ETICO CHE NON POTEVA NON SCONTRARSI CON LA VIVACITÀ CAZZONA DI ALCUNI MELONIANI DI COMPLEMENTO: CI SAREBBE LO SGUARDO MORALIZZATORE DI MANTOVANO A FAR PRECIPITARE NEL CONO D’OMBRA PRIMA ANDREA GIAMBRUNO E POI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA – IL PIO SOTTOSEGRETARIO PERÒ NON DORME SONNI TRANQUILLI: A TURBARLI, IL CASO ALMASRI E IL TURBOLENTO RAPPORTO CON I MAGISTRATI, MARTELLATI A TUTTA CALLARA DA RIFORME E PROCURE ALLA FIAMMA...

pier silvio berlusconi silvia toffanin

L’IMPRESA PIÙ ARDUA DI PIER SILVIO BERLUSCONI: TRASFORMARE SILVIA TOFFANIN IN UNA STAR DA PRIMA SERATA - ARCHIVIATA LA FAVOLETTA DELLA COMPAGNA RESTIA ALLE GRANDI OCCASIONI, PIER DUDI HA AFFIDATO ALL'EX LETTERINA DELLE SUCCULENTI PRIME SERATE: OLTRE A “THIS IS ME”, CON FASCINO E MARIA DE FILIPPI A MUOVERE I FILI E SALVARE LA BARACCA, C'E' “VERISSIMO” CHE OCCUPERÀ TRE/QUATTRO PRIME SERATE NELLA PRIMAVERA 2026. IL PROGRAMMA SARÀ PRODOTTO DA RTI E VIDEONEWS CON L’OK DELLA FASCINO A USARE LO “STUDIO-SCATOLA" UTILIZZATA DA MAURIZIO COSTANZO NEL FORMAT “L’INTERVISTA” - COSA C'E' DIETRO ALLE MANOVRE DI PIER SILVIO: E' LA TOFFANIN A COLTIVARE L'AMBIZIONE DI DIVENTARE LA NUOVA DIVA DI CANALE 5 (CON I CONSIGLI DELLA REGINA DE FILIPPI) O È LA VOLONTÀ DEL COMPAGNO DI INCORONARLA A TUTTI I COSTI, COME UN MIX DI LILLI GRUBER E MARA VENIER? 

wang

DAGOREPORT - CICLONE WANG SUL FESTIVAL DI RAVELLO! - PERCHÉ NEGARLO? E' COME VEDERE GIORGIA MELONI COL FAZZOLETTO ROSSO AL COLLO E ISCRITTA ALL’ASSOCIAZIONE DEI PARTIGIANI - YUJA WANG, LA STELLA PIU' LUMINOSA DEL PIANISMO CLASSICO, ENTRA IN SCENA STRIZZATA IN UN VESTITINO DI PAILLETTES CHE SCOPRE LE COSCE FINO ALL'INGUINE, TACCHI “ASSASSINI” E LA SCHIENA NUDA FINO ALL’OSSO SACRO. MA NON STIAMO ASSISTENDO ALLE SCIOCCHEZZE DA DISCOTECA DI CERTE “ZOCCOLETTE” DEL POP IN PREDA A SFOGHI DI TETTE, SCARICHI DI SEDERONI, SCONCEZZE DA VESPASIANO; NO, SIAMO NEL MONDO AUSTERO E SEVERO DEI CONCERTI DI “CLASSICA”: RACHMANINOFF, PROKOFIEV, MOZART, CHOPIN, CAJKOVSKIJ. MA ALLA WANG BASTA UN MINUTO PER FAR “SUONARE” LE COSCE DESNUDE METTENDOLE AL SERVIZIO DELLE EMOZIONI E DELL’INTERPRETAZIONE MUSICALE, CONFERMANDO IN PIENO LE PAROLE DI LUDWIG VON BEETHOVEN: “LA MUSICA È LA MEDIATRICE TRA LA VITA SPIRITUALE E LA VITA SENSUALE” - VIDEO