xi jinping fibra ottica cina cinese

DIETA A BASE DI FIBRA – PER RISPARMIARE SUI CAVI IN TUTTA EUROPA SI COMPRA LA FIBRA OTTICA CINESE, CHE PERÒ È DI SCARSA QUALITÀ. L’ALLARME DI PHILIPPE VANHILLE DI PRYSMIAN – IL RISCHIO È CHE DEI SOLDI RISPARMIATI DOVRANNO ESSERE COMUNQUE TIRATI FUORI QUANDO LA RETE DIVENTERÀ UN GROVIERA, COSA CHE SUCCEDERÀ MOLTO PRESTO – MONITO PER IL 5G: SIAMO SICURI CHE AFFIDARSI AI CINESI CI CONVENGA?

Francesco Spini per “la Stampa”

 

Fibra Ottica

È un capello di vetro di 200 micron di diametro, ricoperto di plastica. Eppure non tutti i capelli sono uguali: la fibra ottica su cui i dati viaggiano sempre più veloci, e che viene stesa in lungo e in largo in Europa - Italia inclusa - è a rischio qualità: per recuperare tempo restando nei budget, soprattutto i nuovi operatori di rete (concorrenti degli ex monopolisti) stanno comprando sempre più fibra dalla Cina.

philippe vanhille

 

«Nel 2018 nel mondo sono stati installati 500 milioni di chilometri di fibra. 250 milioni in Cina, 60 in Nord America, altri 60 in Europa. Ecco, di questi ultimi 60, 10-15 milioni di chilometri sono stati installati con fibra cinese, tra il 15 e il 25%», spiega Philippe Vanhille, a capo del business Telecom del gruppo Prysmian, primo produttore di fibra in Europa. Il rischio è che la nuova rete diventi con gli anni un groviera, piena di acciacchi e colli di bottiglia «destinati a rallentare la velocità della rete e a dilatarne la latenza», il tempo di risposta.

 

L' uso di materiale cinese «è una tendenza nata con l' arrivo della concorrenza nel dispiego delle nuove reti. I nuovi operatori non hanno tutti la stessa esperienza tecnica degli ex monopolisti, alcuni danno più peso al ragionamento sul costo nel breve termine senza guardare alle spese complessive».

fibra ottica

 

In più «oggi in Cina c' è un eccesso di capacità dell' industria della fibra: 7 anni fa Pechino con dazi del 30% ha chiuso il mercato a occidentali e giapponesi per costruire la propria rete. Ora può invadere il resto del mondo». In Nord America si trova la porta sbarrata per i dazi al 32% imposti da Trump. Dunque «da due o tre anni attacca l' Europa con i propri prodotti, spesso non all' altezza degli standard europei. I prezzi più bassi di oltre il 10% sono una tentazione per i nuovi operatori di rete. C' è un grande rischio che riguarda la qualità, anche in virtù dei subappalti». E, assicura il manager, «è un problema che riguarda anche l' Italia».

 

philippe vanhille 1

La solidità di un cavo è essenziale, anche perché, spiega Vanhille, «deve essere adatto a tutte le tecnologie che si susseguono nel tempo, senza essere cambiato di volta in volta. Deve avere una vita di 25-30 anni.

 

Quasi la totalità dei nostri investimenti in ricerca e sviluppo nel segmento tlc è dedicata a due aspetti: realizzare cavi sempre più robusti e facili da installare. Il cavo di per sé rappresenta il 10% dei costi complessivi ma se è robusto, fatto bene, fa guadagnare sul 50% del costo complessivo che riguarda l' installazione e questo talvolta sfugge dalle considerazioni di chi fa incauti acquisti».

 

i cavi sottomarini in fibra ottica

L' impegno dei produttori europei è quello di lavorare a tubi sempre più piccoli, a soluzioni che, per esempio, impediscano alla plastica di comprimere la fibra anche in condizioni di caldo estremo, compromettendone la performance. «Comprare containers che provengono da chissà dove pieni di cavi a basso costo può essere facile e conveniente nell' immediato, ma vorrei riparlarne con chi lo fa tra 10 anni per vedere se saranno contenti del loro investimento».

 

philippe vanhille 2

Il problema riguarda spesso i nuovi operatori di rete perché «hanno un problema: a parità di budget, devono andare veloci per fare concorrenza agli ex monopolisti. Quindi sono tentati dal basso costo». Ma questo «avrà una forte incidenza sull' operatività della rete: in 10 anni si rischia di dover rifare tutto daccapo, senza contare le spese per la manutenzione». C' è poi un tema relativo alla concorrenza. Vanhille è anche presidente per la parte Telecom di Europacable, associazione dei produttori europei di cavi, con in prima fila Prysmian (che ha un importante stabilimento a Battipaglia) e la francese Nexans: «Abbiamo già parlato del tema a Bruxelles. Ora studiamo se ci siano gli estremi di dumping da parte dei produttori cinesi».

XI JINPINGcavi sottomarini per la fibra ottica in africaxi jinping

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – LE REGIONALI SONO ANDATE A FINIRE COME NON VOLEVA, SALTELLANDO FUNICULÌ-FUNICULÀ, GIORGIA MELONI: LA "STATISTA DELLA SGARBATELLA", CHE RISCHIA DI NON TORNARE A PALAZZO CHIGI TRA DUE ANNI, ACCELERA SULLA DOPPIETTA PREMIERATO-LEGGE ELETTORALE, MA NON TUTTO FILA LISCIO A PALAZZO CHIGI: SALVINI E TAJANI SPUTERANNO SANGUE PUR DI OPPORSI ALL’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, CHE FINIREBBE PER CANNIBALIZZARLI - LA LEGA È CONTRARISSIMA ANCHE AL PREMIO DI MAGGIORANZA ALLA COALIZIONE (CON LA SOGLIA AL 40%, LA LEGA DIVENTEREBBE SACRIFICABILE) – ALTRA ROGNA: IGNAZIO LA RUSSA SCENDE IN CAMPO IN MODALITÀ SCASSA-MELONI: HA RINFOCOLATO LA POLEMICA SU GAROFANI E SE NE FOTTE DEI DIKTAT DELLA DUCETTA (FIDANZA SINDACO DI MILANO? NO, MEJO LUPI; PRANDINI GOVERNATORE DELLA LOMBARDIA? NO, QUELLA È ROBA MIA)

francesco de tommasi marcello viola daniela santanche ignazio leonardo apache la russa davide lacerenza pazzali

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE INCHIESTE MILANESI SULLA SANTANCHE', SUL VISPO FIGLIO DI LA RUSSA, SUL BORDELLO DELLA "GINTONERIA" AFFOLLATA DI POLITICI, IMPRENDITORI E MAGISTRATI, OPPURE SULL'OSCURA VENDITA DELLA QUOTA DI MPS DA PARTE DEL GOVERNO A CALTAGIRONE E COMPAGNI? - A TALI ESPLOSIVE INDAGINI, LE CUI SENTENZE DI CONDANNA AVREBBERO AVUTO UN IMMEDIATO E DEVASTANTE RIMBALZO NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ORA SI AGGIUNGE IL CASO DEL PM FRANCESCO DE TOMMASI, BOCCIATO DAL CONSIGLIO GIUDIZIARIO MILANESE PER “DIFETTO DEL PREREQUISITO DELL’EQUILIBRIO” NELL’INDAGINE SUL CASO DI ALESSIA PIFFERI – MA GUARDA IL CASO! DE TOMMASI È IL PM DELL’INCHIESTA SUI DOSSIERAGGI DELL’AGENZIA EQUALIZE DI ENRICO PAZZALI, DELICATISSIMA ANCHE PER I RAPPORTI DI PAZZALI CON VERTICI GDF, DIRIGENTI DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA MILANESE E 007 DI ROMA - SE IL CSM SPOSASSE IL PARERE NEGATIVO DEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO, LA CARRIERA DEL PM SAREBBE FINITA E LE SUE INDAGINI SUGLI SPIONI FINIREBBERO NEL CESTINO - LA PROCURA DI MILANO RETTA DA MARCELLO VIOLA, CON L'ARRIVO DELL'ARMATA BRANCA-MELONI, E' DIVENTATA IL NUOVO ''PORTO DELLE NEBBIE''?

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”