unicredit commerzbank orcel giorgia meloni olaf scholz

DO UT MES – L’OSTACOLO PRINCIPALE ALLA SCALATA DI UNICREDIT A COMMERZBANK È LA MANCATA RATIFICA DEL MES DA PARTE DEL GOVERNO MELONI – L’ECONOMISTA TEDESCO TOBIAS TROGER, CONSULENTE DEL PARLAMENTO EUROPEO E VICINO ALLA CDU: “LA MANCATA RATIFICA DEL MECCANISMO EUROPEO DI STABILITÀ HA IMPORTANTI IMPLICAZIONI PER LA GESTIONE DELLE CRISI DEI GRUPPI BANCARI TRANSFRONTALIERI EUROPEI. PER QUESTO I POLITICI TEDESCHI OSTACOLANO L’AFFARE. NEL CASO DI UNICREDIT/COMMERZ, IL POTERE DI CONTRATTAZIONE DEL GOVERNO TEDESCO SAREBBE PIÙ DEBOLE…”

Estratto dell’articolo di Camilla Conti per “La Verità”

 

ANDREA ORCEL - FOTO LAPRESSE

Secondo Tobias Tröger la riluttanza dell’Italia a ratificare la riforma del Mes può rappresentare un ostacolo all’operazione lanciata da Unicredit sulla tedesca Commerzbank, di cui il governo federale tedesco possiede ancora il 12%. Detto in altri termini: la scalata di Unicredit viene ostacolata dai politici in Germania per via dello stop dell’Italia alla ratifica del Mes e al paracadute Mes per le risoluzioni bancarie.

 

Tröger è visiting fellow a Stanford, insegna diritto privato, diritto commerciale e aziendale alla House of Finance della Goethe university di Francoforte sul Meno. [...] Inoltre, è uno dei direttori del Center for advanced studies on the foundation of law & finance alla Goethe university. Tröger è anche consulente del Parlamento europeo in materia di vigilanza bancaria e il suo parere si dice sia ascoltato con molta attenzione dai rappresentanti della Cdu e dal governo.

 

UNICREDIT COMMERZBANK

Una partita finanziaria - l’operazione messa a punto dall’ad di Unicredit, Andrea Orcel - si intreccia con altre due partite politiche, quella europea sul Mes e quella sul nuovo governo tedesco visto che il cancelliere Olaf Scholz chiederà il voto di fiducia in Parlamento il 14 dicembre verso le elezioni anticipate di febbraio 2025.

 

Professore, come si incrociano le strade del Mes con quelle di Unicredit e Commerzbank?

«La creazione di una banca paneuropea così grande richiederebbe che il Mes riformato fosse in atto come backstop, come rete di protezione, per il Fondo di risoluzione unico. La flessibilità per mobilitare le risorse del Mes sarebbe essenziale per mantenere la fiducia necessaria per affrontare una operazione tra banche di interesse sistemico della Ue come una eventuale fusione tra Unicredit e Commerzbank».

 

Questo significa che l’operazione lanciata da Orcel aprirà la strada alla ratifica da parte dell’Italia?

tobias troger

«La decisione di ratificare la riforma del Mes è una decisione politica complessa. Il creare una rete di sicurezza finanziaria al Fondo di risoluzione unico è solo una delle tante funzioni del meccanismo europeo di stabilità. In generale, la riforma mira ad ampliare l’assistenza finanziaria comune che la Ue può fornire agli stati membri che attraversano crisi fiscali.

 

La decisione fondamentale, ovvero quanta condivisione degli oneri uno stato membro desidera attraverso il Mes, va quindi ben oltre il supporto di una specifica operazione di fusione o acquisizione nel settore bancario. Tuttavia, la mancata ratifica del Mes ha importanti implicazioni per la gestione delle crisi dei gruppi bancari transfrontalieri europei come il gruppo UniCredit/Commerzbank».

 

Perché?

OLAF SCHOLZ - GIORGIA MELONI - - G7 BORGO EGNAZIA

«La risoluzione ordinata di una banca transnazionale fallita richiede non solo finanziamenti, intesi come capacità di ricapitalizzazione, ma anche una massiccia fornitura di liquidità. Il quadro normativo si basa sul Fondo di risoluzione unico sostenuto dal Mes per fornire queste risorse. La capacità del solo Fondo di risoluzione unico è insufficiente per gestire una crisi bancaria delle proporzioni che avrebbe il fallimento del gruppo UniCredit/Commerzbank.

 

Pertanto, i fondi iniettati attraverso il Mes sarebbero essenziali. Quindi, finché la riforma del Mes non verrà ratificata e quindi finché il Mes non potrà assumere la sua funzione di supporto nella risoluzione bancaria, il quadro comune europeo di gestione delle crisi bancarie non sarà all’altezza del suo compito. Per questo comprendo le preoccupazioni dei politici contro un consolidamento transfrontaliero nel mercato bancario europeo prima che il quadro istituzionale sia reso idoneo allo scopo.[...]».

 

[...]

 

andrea orcel di unicredit

In uno scenario del genere, Germania e Italia dovrebbero concordare sulla condivisione dell’onere per la stabilizzazione perché la maggior parte delle attività del nuovo gruppo bancario post fusione si troverebbe in Germania?

«Una volta esaurite le risorse del Fondo di risoluzione e del Mes, per stabilizzare l’entità transfrontaliera fallita servirà ulteriore capitale sovrano o iniezioni di liquidità, gli Stati membri dovranno quindi elaborare una soluzione. Non esiste alcun obbligo legale di raggiungere accordi di condivisione degli oneri. Le posizioni negoziali dipendono in modo critico dall’impatto che un’uscita dal mercato del gruppo bancario fallito avrebbe sulle economie nazionali, portando a poteri di contrattazione ineguali se le economie vengono colpite in modo asimmetrico.

 

Commerzbank

Nel caso di Unicredit/Commerzbank, dove la maggior parte degli asset sarebbe localizzata in Germania, il potere di contrattazione del governo tedesco sarebbe più debole. Ciò consentirebbe al governo italiano, se fosse disposto a giocare duro, di strappare concessioni sproporzionate e far sì che il contribuente tedesco si occupi della parte più consistente del rubinetto. Questo risultato spiega la razionale riluttanza dei politici tedeschi ad acconsentire all’accordo tra Unicredit e Commerzbank».

unicredit commerzbankGIORGIA MELONI OLAF SCHOLZ

Ultimi Dagoreport

procuratore milano viola procura milano luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

FLASH! – MA GUARDA UN PO’... “EMERGE CHE IN AMBIENTI GIUDIZIARI SI È VALUTATO DI ESEGUIRE LE PERQUISIZIONI SOLO LA SCORSA SETTIMANA E NON A SETTEMBRE PER NON CONDIZIONARE L'ESITO DELL'OPS SU MEDIOBANCA ANCHE PERCHÉ LE INDAGINI NON SONO CHIUSE. ABBASTANZA PER IPOTIZZARE CHE IL RUOLO DELLA PROCURA POSSA DIVENTARE CRUCIALE NELLA FORMAZIONE DELLE LISTE PER IL RINNOVO DEI PROSSIMI CDA. IN PRIMAVERA TOCCHERÀ AI VERTICI DI BPM E DI MPS…” (BALESTRERI E SIRAVO PER “LA STAMPA”)

ignazio la russa matteo salvini giorgia meloni maurizio lupi

DAGOREPORT: HOMO HOMINI “LUPI” - DIVENTATO UN BRAVO SOLDATINO DELLA FIAMMA, PER LA SERIE "IN POLITICA NON SI SA MAI...", IL MODERATISSIMO CIELLINO MAURIZIO LUPI SI BARCAMENA TRA I FRATELLI LA RUSSA E I FRATELLI D'ITALIA - ALLE LUSINGHE DI CANDIDARLO NEL 2027 A SINDACO DI MILANO DI 'GNAZIO, ORA AGGIUNGONO LE COCCOLE DELLA DUCETTA CHE SI E' SCAPICOLLATA ALL’ASSEMBLEA DEL NANO-PARTITO FONDATO DAL SOSIA DELLA FIGLIA DI FANTOZZI - ESSI': SE PASSA LA NUOVA LEGGE ELETTORALE, CON SOGLIA DEL 40%, ANCHE L’1% DI “NOI MODERATI” POTREBBE SERVIRE ALLA MELONA PER DE-SALVINIZZARE LA MAGGIORANZA... - VIDEO

antonio tajani pier silvio berlusconi marina roberto occhiuto deborah bergamini pietro labriola alessandro cattaneo

DAGOREPORT – QUALCOSA DI GROSSO SI STA MUOVENDO IN FORZA ITALIA: STUFA DI ESSERE PRESA PER I FONDELLI DAL PARACULISMO POLITICO DI TAJANI E DEI SUOI COMPARI SETTANTENNI GASPARRI E BARELLI, MARINA BERLUSCONI DA' IL VIA LIBERA AL CAMBIO DI LEADERSHIP IN FORZA ITALIA: IL PRESCELTO E' ROBERTO OCCHIUTO, REDUCE DA UNA TRIONFALE RICONFERMA ALLA PRESIDENZA DELLA REGIONE CALABRIA - IL PROSSIMO 17 DICEMBRE IL 56ENNE GOVERNATORE LANCERÀ LA SUA CORRENTONA NAZIONALE IN UN LUOGO SIMBOLO DEL BERLUSCONISMO, PALAZZO GRAZIOLI, CONTORNATO DAI FEDELISSIMI DELLA CAVALIERA DI ARCORE, i "NORDISTI" DEBORAH BERGAMINI E ALESSANDRO CATTANEO - CHE C'AZZECCA ALL'EVENTO DI OCCHIUTO, LA PRESENZA DELL'AD DI TIM, PIETRO LABRIOLA? C'ENTRA LO SMANTELLAMENTO DEL SERVIZIO CLIENTI "TELECONTACT" DI TIM...

antonio angelucci tommaso cerno alessandro sallusti

FLASH – UCCI UCCI, QUANTI SCAZZI NEL “GIORNALE” DEGLI ANGELUCCI! NON SI PLACA L’IRA DELLA REDAZIONE CONTRO L’EDITORE E I POCHI COLLEGHI CHE VENERDÌ SI SONO ZERBINATI ALL'AZIENDA, LAVORANDO NONOSTANTE LO SCIOPERO CONTRO IL MANCATO RINNOVO DEL CONTRATTO NAZIONALE E PER CHIEDERE ADEGUAMENTI DEGLI STIPENDI (ANCHE I LORO). DOPO LO SCAMBIO DI MAIL INFUOCATE TRA CDR E PROPRIETÀ, C’È UN CLIMA DA GUERRA CIVILE. L’ULTIMO CADEAU DI ALESSANDRO SALLUSTI, IN USCITA COATTA (OGGI È IL SUO ULTIMO GIORNO A CAPO DEL QUOTIDIANO). AL NUOVO DIRETTORE, TOMMASO CERNO, CONVIENE PRESENTARSI CON L'ELMETTO DOMANI MATTINA...

elly schlein giuseppe conte giorgia meloni rocco casalino

DAGOREPORT - QUESTA VOLTA, ROCCO CASALINO HA RAGIONE: ELLY SCHLEIN SULLA QUESTIONE ATREJU “HA SBAGLIATO TUTTO” - LA GRUPPETTARA DEL NAZARENO, CHIEDENDO UN FACCIA A FACCIA CON GIORGIA MELONI, HA DIMOSTRATO DI ESSERE ANCORA UNA VOLTA UN’ABUSIVA DELLA POLITICA. HA SERVITO SUL PIATTO D’ARGENTO ALLA DUCETTA L’OCCASIONE DI FREGARLA, INVITANDO ANCHE GIUSEPPE CONTE PER UN “THREESOME” IN CUI LA PREMIER AVREBBE SPADRONEGGIATO – IN UN CONFRONTO A TRE, CON ELLY E PEPPINIELLO CHE SI SFANCULANO SULLA POLITICA INTERNAZIONALE, DAL RIARMO ALL’UCRAINA, E FANNO A GARA A CHI SPARA LA “PUTINATA” O LA “GAZATA” PIÙ GROSSA, LA DUCETTA AVREBBE VINTO A MANI BASSE – QUEL FURBACCHIONE DI CONTE NON SI TIRA INDIETRO: NONOSTANTE LA DEM SI SIA SFILATA, LUI CONFERMA LA SUA PRESENZA AL DIBATTITO: "MI DISPIACE DEL FORFAIT DI ELLY, PER ME È IMPORTANTE CHE CI SIA UN CONFRONTO E POTEVAMO FARLO ANCHE INSIEME. POTEVAMO INCALZARE LA PREMIER..."