donald trump huawei

DON’T GO HUAWEI! – VODAFONE HA SCOPERTO UNA “PORTA D’ACCESSO” IN UN ROUTER DELL'AZIENDA CINESE, CHE QUALCHE ANNO FA È FINITO IN DECINE DI MIGLIAIA DI FAMIGLIE E AZIENDE ITALIANE – LA “BACKDOOR” NON SAREBBE MAI STATA ATTIVATA DA HUAWEI, CHE NON ERA IN GRADO DI ENTRARE DENTRO I DISPOSITIVI DA REMOTO, MA NON È CHE HA RAGIONE TRUMP, E CHE I CINESI POTRANNO SPIARCI TRAMITE LE RETI 5G?

Aldo Fontanarosa per “la Repubblica”

 

sede huawei milano 3

In gergo si chiamano " porte di servizio": backdoor. Sono delle strade che permettono di entrare dentro un dispositivo elettronico, spesso senza lasciare traccia del passaggio. Il gruppo Vodafone ha trovato una di queste porte di accesso in un dispositivo - un router - che è finito in decine di migliaia di famiglie e aziende italiane, sue clienti. Il router è la scatola con le lucine intermittenti che permette alle persone e alle imprese di navigare in Rete.

vodafone special

 

Questa notizia - che l' agenzia d' informazione Bloomberg ha dato in esclusiva ieri - ricostruisce fatti di molti anni fa. Vodafone ha risolto il problema, con buoni riflessi, tra il 2011 e il 2012. La notizia fa comunque il giro del mondo, ieri, perché il router della discordia era fornito da Huawei. Parliamo del gigante cinese che sta facendo litigare mezzo mondo, e che ha messo contro due storici alleati come gli Stati Uniti e l' Inghilterra.

 

conte xi jinping

Huawei - con altri 4 fornitori mondiali - è all' avanguardia nella creazione delle future reti in tecnologia 5G. Sono le reti che collegheranno a Internet quasi ogni cosa: le auto in viaggio, i semafori in strada, gli elettrodomestici delle case. Sono le reti che creeranno il nuovo sistema nervoso delle nostre economie, con una pervasività mai conosciuta nella storia dell' uomo.

 

la nuova sede di huawei a milano 1

Gli Usa considerano Huawei un infido nemico: quasi un Cavallo di Troia del nuovo secolo che, armato delle sue reti 5G, si prepara a spiare l' America. Invece gli inglesi mantengono la porta aperta a Huawei. Sono convinti di poter ricevere infrastrutture all' avanguardia, a prezzi competitivi e senza rischi eccessivi per la sicurezza nazionale. Mentre si gioca questa partita economica, strategica, militare, l' agenzia Bloomberg dà questa notizia che certo non giova all' immagine, già controversa, di Huawei.

vodafone g lte melarumors italia stadi

 

Dal quartier generale di Londra, il gruppo Vodafone cerca di dare all' incidente del 2011 la sua giusta proporzione. Intanto Vodafone ha scoperto la falla - grazie anche a un consulente « indipendente » - durante controlli che sono « di routine » . La porta di accesso era dentro Telnet, un software che fornitori ( come Huawei) collocano in un dispositivo per diagnosticarne il corretto funzionamento.

 

huawei

Infine Vodafone - che pure non può smentire la lunga inchiesta di Bloomberg - precisa che Huawei non era in grado di attivare questo software attraverso Internet; che non avrebbe potuto violare la rete Internet italiana; e che nessun tentativo di violazione è stato mai registrato. A sua volta Huawei spiega di avere un « sistema consolidato » di rilevazione dei problemi e di operare « a stretto contatto con partner» (come Vodafone) per le «soluzioni più appropriate » . Vodafone, d' altra parte, continua a lavorare con Huawei, di cui evidentemente si fida.

donald trump

 

L' inchiesta di Bloomberg, in verità, svela quasi un braccio di ferro tra Vodafone e Huawei. Alla prima richiesta di Vodafone di chiudere la falla dei router, il fornitore cinese avrebbe opposto resistenza perché l' operazione rischiava di minacciare il buon funzionamento dei dispositivi.

Solo per l' intransigenza di Vodafone, Huawei avrebbe alla fine collaborato. E la possibile melina di Huawei è un elemento su cui riflettere, avverte Stefano Zanero, professore associato di Computer Security al Politecnico di Milano. Bloomberg cita anche delle altre vulnerabilità in alcuni " gateway" che Huawei avrebbe installato sempre in Italia. I problemi di questi snodi che collegano reti di cavi diverse per realizzarne una sola - sono stati individuati e risolti nel 2012. Questa lontana tempesta è ormai passata. Resta da capire se Huawei ne causerà delle altre.

huawei africathomas miao 1

Ultimi Dagoreport

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…

bomba doha qatar trump netanyahu epstein ghislaine maxwell

DAGOREPORT - COME MAI DONALD TRUMP,  PRESIDENTE DELLA PIÙ GRANDE POTENZA PLANETARIA, NON È NELLE CONDIZIONI DI COMANDARE SUL PREMIER ISRAELIANO BENJAMIN NETANYAHU? - COME E' RIUSCITO "BIBI" A COSTRINGERE L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A NEGARE PUBBLICAMENTE DI ESSERE STATO PREAVVISATO DA GERUSALEMME DELL'ATTACCO CONTRO ALTI ESPONENTI DI HAMAS RIUNITI A DOHA? - DATO CHE IL QATAR OSPITA LA PIÙ GRANDE BASE AMERICANA DEL MEDIO ORIENTE, COME MAI LE BOMBE SGANCIATE VIA DRONI SUI VERTICI DI HAMAS RIUNITI A DOHA SONO RIUSCITE A PENETRARE IL SISTEMA ANTIMISSILISTICO IRON DOME ('CUPOLA DI FERRO') DI CUI È BEN DOTATA LA BASE AMERICANA? - TRUMP ERA STATO OVVIAMENTE AVVISATO DELL’ATTACCO MA, PUR CONTRARIO A UN BOMBARDAMENTO IN CASA DI UN ALLEATO, TUTTO QUELLO CHE HA POTUTO FARE È STATO DI SPIFFERARLO ALL’EMIRO DEL QATAR, TAMIN AL-THANI - SECONDO UNA TEORIA COMPLOTTISTICA, SOSTENUTA ANCHE DAL MOVIMENTO MAGA, NETANYAHU AVREBBE IN CASSAFORTE UN RICCO DOSSIER RICATTATORIO SUI SOLLAZZI SESSUALI DI TRUMP, FORNITO ALL’EPOCA DA UN AGENTE DEL MOSSAD ''SOTTO COPERTURA'' IN USA, TALE JEFFREY EPSTEIN...

giorgia meloni matteo salvini adolfo urso abodi giorgetti tajani giorgio armani

UN PO’ PIU’ DI RISPETTO SE LO MERITAVA GIORGIO ARMANI DA PARTE DEL GOVERNO – SOLO IL MINISTRO DELL’UNIVERSITA’, ANNA MARIA BERNINI, HA RESO OMAGGIO ALL’ITALIANO PIU’ CONOSCIUTO AL MONDO RECANDOSI ALLA CAMERA ARDENTE DOVE, TRA SABATO E DOMENICA, SONO SFILATE BEN 16 MILA PERSONE - EPPURE MILANO E’ A DUE PASSI DA MONZA, DOVE IERI ERA PRESENTE AL GP, OLTRE AL VICEPREMIER MATTEO SALVINI, IL MINISTRO DELLO SPORT ANDREA ABODI, SMEMORATO DEL PROFONDO LEGAME DELLO STILISTA CON BASKET, CALCIO, TENNIS E SCI - A 54 KM DA MILANO, CERNOBBIO HA OSPITATO NEL WEEKEND TAJANI, PICHETTO FRATIN, PIANTEDOSI, CALDERONE E SOPRATTUTTO ADOLFO URSO, MINISTRO DEL MADE IN ITALY, DI CUI ARMANI E’ L’ICONA PIU’ SPLENDENTE – E IGNAZIO LA RUSSA, SECONDA CARICA DELLO STATO, DOMENICA ERA A LA SPEZIA A PARLARE DI ''PATRIOTI'' AL DI LA’ DI RITUALI POST E DI ARTICOLETTI (MELONI SUL “CORRIERE”), UN OMAGGIO DI PERSONA LO MERITAVA TUTTO DAL GOVERNO DI CENTRODESTRA PERCHE’ ARMANI E’ STATO UN VERO “PATRIOTA”, AVENDO SEMPRE PRESERVATO L’ITALIANITA’ DEL SUO IMPERO RIFIUTANDO LE AVANCES DI CAPITALI STRANIERI…