vincenzo de bustis

IL FLOP DELLA POPOLARE DI BARI PORTA LA FIRMA DI VINCENZO DE BUSTIS FIGAROLA, CUORE A SINISTRA E PORTAFOGLIO ANCHE – NEL 1999 AVEVA SCATENATO UN’ASTA PER LA SUA “BANCA 121” (ONE TO ONE), CHE FU VINTA CON PREZZO GONFIATO DA MPS PER 1 MILIARDO E 300 MILIONI. LUI USA L’AFFARE PER SCALARE SIENA E DIVENTA DG - I RAPPORTI CON D’ALEMA

Francesco Bonazzi per “la Verità”

 

VINCENZO DE BUSTIS

La specialità di Vincenzo De Bustis Figarola, senza la «s» davanti, è quella di tornare sul luogo del delitto. Che nel suo caso sono le banche, anche se non fa il rapinatore. Lui le dirige: Deutsche bank Italia, Banca 121, Banca del Salento, Monte Paschi di Siena e Popolare di Bari. Ma ciò che oggi ha un valore di sistema, nella sua parabola, è che ce lo fanno tornare.

 

MONTE DEI PASCHI

A cominciare da quella Banca d' Italia così lesta a giurare che anche sul disastro della più grande banca popolare del Sud «le procedure sono state corrette». Come le altre volte, come per Cariferrara, Banca Etruria, Carichieti, Banca Marche, Popolare di Vicenza, Veneto Banca, Carige, Monte Paschi, per restare solo agli ultimi cinque anni. Ma a Bari, chi ha fatto tornare De Bustis è stata solo formalmente l' azionista di riferimento, perché sul banchiere che nella seconda Repubblica s' illustrò come «banchiere di Massimo D' Alema» ci fu la fondamentale moral suasion di via Nazionale, con la scusa che «solo lui conosce quel groviglio».

massimo d'alema a palazzo chigi nel 1998 ph guido harari:contrasto

 

Il banchiere barese, cuore a sinistra e portafoglio anche, nella primavera del 2015 sembrava professionalmente finito. Ad aprile aveva perso la poltrona di direttore generale della Popolare di Bari, che aveva guidato una prima volta dal settembre del 2011. Non aveva per nulla sfigurato, perché per uno con il suo curriculum di banchiere d' affari cresciuto con i tedeschi quella popolare era un giocattolino. Ma la Bari è un finto istituto cooperativo, perché dal 1978 è sotto controllo di una famiglia, guidata da Marco Jacobini e dai suoi figli.

 

monte-dei-paschi-di-siena-sede

Una famiglia dove i figli non vanno d' accordo con il padre, decisamente ingombrante, ma probabilmente più capace di loro. De Bustis fa un buon lavoro, ma il presidente vede bene di farsi appioppare, per compiacere Bankitalia, la disastrata Tercas e la Caripe. Credeva che fosse una polizza vita per avere vita facile con la Vigilanza. I conti ne risentono e De Bustis se ne va. A Roma, fa varie consulenze e nel 2016 spunta nella sede di via Boncompagni dell' immobiliarista e finanziere catanese Fabio Calì, legato a Denis Verdini.

Obiettivamente, visto in un ufficio buio da Calì, De Bustis sembrava al capolinea.

 

Nel 1999 aveva scatenato un' asta per la sua «banca di Internet», Banca 121 (da leggersi anche all' inglese «One to one») che guidava insieme alla fidanzata Rossana Venneri, alla quale parteciparono banca Mediolanum, Sanpaolo di Torino e Monte dei Paschi, ovvero la banca dei compagni della quale invece oggi è azionista tutto il popolo italiano noi grazie al 68% comprato da Pier Carlo Padoan.

 

davide croff alessandro profumo vincenzo de bustis

Il prezzo di Banca 121 è gonfiato dalla moda e dalla straordinaria capacità di marketing di De Bustis, e la partita la vince Rocca Salimbeni per 1 miliardo e 300 milioni. La banca aveva a stento 100 sportelli e quasi tutti in Puglia. Forse senza D' Alema a Palazzo Chigi, una simile stangata non sarebbe riuscita. E la controprova è che le banche non legate alla politica mollano la presa. De Bustis, ovviamente, utilizza l' affare per scalare Siena e diventa direttore generale del compratore.

 

vincenzo de bustis 2

Lui con Banca 121 aveva fatto vedere il proprio genio e un pizzico di megalomania, con il famoso spot di Sharon Stone, prodotti super innovativi (e rischiosi) venduti anche ai contadini e con un pressing ossessivo sulla rete delle agenzie. Tecniche di vendita che gli valsero un sacco di guai giudiziari, dai quali uscì comunque pulito.

 

vincenzo de bustis ai tempi in cui era dg di mps 1

Insomma, nel 2015, quando lascia Bari, a 65 anni, il meglio sembra alle sue spalle. Ma poi, ecco il colpo di scena. A fine 2018, da Casa Jacobini si dimette il banchiere varesotto Giorgio Papa, solido curriculum al Banco Popolare (agli amici parlerà di «esperienza da incubo»), anche per i dissidi continui nella famiglia che vuole ancora comandare nonostante gli azionisti non riescano neppure a vendere i titoli della banca, che purtroppo per loro non è quotata in Borsa, ma negoziata al mercato secondario.

 

marco jacobini 3

In pratica, il valore delle azioni è poco più che virtuale e per venderle i correntisti devono mettersi in fila per mesi. De Bustis, profeta della banca virtuale, torna come amministratore delegato sotto Natale, con il beneplacito della Banca d' Italia. «Solo lui può riportare la pace tra gli Jacobini», si dice a Roma. E solo lui sa come gestire quel groviglio di prestiti agli amici e agli amici degli amici, ma sotto la retorica stucchevole della «banca del territorio» e della banca «popolare». Il fabbisogno finanziario della Popolare di Bari cresce in 13 mesi da 350 milioni al miliardo del decreto di domenica sera.

 

BANCA 121

Con il suo immancabile sigaro, la camicia bianca e le bretelle da banchiere di una volta, il compagno De Bustis fa credere a tutti di essere chino sul «piano industriale», quel malloppo di slide e banalità in virtù del quale ci si fa dare «nuova finanza». In realtà, la magistratura scopre anche altro. Nei giorni scorsi salta fuori che De Bustis è indagato dalla Procura di Bari per alcune operazioni che hanno fatto scattare le segnalazioni dell' Antiriciclaggio, con triangolazioni sospette tra la maltese Muse Ventures, che compra titoli della Popolare Bari, e la lussemburghese Naxos Sif Capital Plus.

 

VINCENZO DE BUSTIS

Il dato che più colpisce, in attesa che la magistratura chiarisca meglio i suoi sospetti, è che De Bustis si metta a fare cose già fatte in passato e che la somma totale (presunta) delle operazioni spericolate arrivi a stento a 50 milioni. Con i quali avrebbe salvato giusto una Bcc da dieci sportelli e non un banca che ha costretto il governo a metterci 1 miliardo.

marco jacobini 3vincenzo de bustisvincenzo de bustis ai tempi in cui era dg di mpsBANCA 121SHARON STONE TESTIMONIAL PER BANCA 121vincenzo de bustis 1

Ultimi Dagoreport

gender club degrado roma pina bausch matteo garrone

25 ANNI FA SPUNTÒ A ROMA UN CLUB IN MODALITÀ DARK-ROOM: AL "DEGRADO", IMMERSO NEL BUIO, SI FACEVA SESSO SENZA IL SENSO DEL PECCATO, IN MEZZO A TUTTI. UNO ‘’SBORRIFICIO” CHE NON HA AVUTO EGUALI E CHE DEMOLÌ I MURI DIVISORI TRA ETERO-BI-GAY-LESBO-TRANS-VATTELAPESCA - PER 9 ANNI, “CARNE ALLEGRA” PER TUTTI. OGNUNO VENIVA E SI FACEVA I CAZZI SUOI, E QUELLI DEGLI ALTRI. IL "DEGRADO'' POTEVA ESSERE RIASSUNTO IN UNA DOMANDA: CHI È NORMALE? - DAGO-INTERVISTA ALL’ARTEFICE DEL BORDELLO: “SCORTATA DA MATTEO GARRONE, UNA NOTTE È APPARSA PINA BAUSCH IMPEGNATA AL TEATRO ARGENTINA. SI ACCENDONO LE LUCI E UNA TRAVESTITA URLO': “AO' SPEGNETELE! IO STAVO A FA’ UN BOCCHINO. NUN ME NE FREGA ‘N CAZZO DE 'STA PINA!”

giorgia meloni alberto stefani luca zaia matteo salvini sondaggio

DAGOREPORT – VENETO DI PASSIONI PER IL CENTRODESTRA: LA VITTORIA DI ALBERTO STEFANI È SCONTATA, MA A CONTARE DAVVERO SARANNO I NUMERI! SECONDO IL SONDAGGIO DI PAGNONCELLI, IL GIOVANE LEGHISTA CON CIUFFO GIAMBRUNESCO È AL 62,8%, CONTRO UN MISERO 26,9% DEL CANDIDATO DI SINISTRA, GIOVANNI MANILDO. UN OTTIMO RISULTATO, MA SOLO SE NON SI RICORDA COSA AVVENNE CINQUE ANNI FA: ZAIA VINSE CON IL 76,79% DEI VOTI, E BASTÒ LA SUA LISTA, INSIEME A QUELLA DELLA LEGA, PER OTTENERE IL 61,5%. OGGI CI VUOLE TUTTO IL CENTRODESTRA UNITO PER RAGGIUNGERE LA STESSA CIFRA – LO SPETTRO DEL SORPASSO DI FDI SUL CARROCCIO: SE LE TRUPPE MELONIANE OTTENESSERO PIÙ VOTI, CHE FINE FAREBBE LA GIÀ FRAGILE LEADERSHIP DI SALVINI?

giorgia meloni matteo salvini antonio tajani giancarlo giorgetti

DAGOREPORT - COME MAI LADY GIORGIA INFLIGGE ALLA “NAZIONE”, IN VISTA DEL 2026, UNA FINANZIARIA COSÌ MICRAGNOSA, CORRENDO IL RISCHIO DI PERDERE CONSENSI? - UNA MISERIA DI 18 MILIARDI CHE, AL DI LÀ DELL’OPPOSIZIONE, STA FACENDO SPUNTARE LE CORNA DEL TORO AGLI ALLEATI SALVINI E TAJANI, MENTRE RUMOREGGIANO I VAFFA DI CONFINDUSTRIA E DEI MINISTRI COSTRETTI AD USARE L’ACCETTA AL BILANCIO DEI LORO DICASTERI (TAGLIO DI 89 MILIONI ALLA DISASTRATA SANITÀ!) – LA DUCETTA HA UN OTTIMO MOTIVO PER LA MANOVRA MIGNON: FINENDO SOTTO IL 3% DEL PIL, IL GOVERNO ALLA FIAMMA USCIRÀ CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER CONFEZIONARE NEL 2026 UNA FINANZIARIA RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON I TEMPI DELLE POLITICHE DEL 2027 - E GLI ITALIANI NELLA CABINA ELETTORALE POTRANNO COSÌ RICOMPENSARE LA BONTÀ DELLA REGINA GIORGIA…

shooting calendario pirelli 2026

A PRAGA SI SVAGA! – UNA PARATA DI STELLE STA PER INVADERE LA CITTÀ DI FRANZ KAFKA: PER LA PRESENTAZIONE DEL CALENDARIO PIRELLI 2026 VENERDÌ 14, ALLA MUNICIPAL HOUSE, SONO ATTESI 500 ILLUSTRI OSPITI ACCOLTI DA MARCO TRONCHETTI PROVERA CHE AVRÀ AL SUO FIANCO TANTO BEL MONDO: DA TILDA SWINTON A GWENDOLINE CHRISTIE, GUERRIERA NEL ‘’TRONO DI SPADE’’, DALLE MODELLE IRINA SHAYK ED EVA HERZIGOVA, DALLA STILISTA SUSIE CAVE ALLA TENNISTA VENUS WILLIAMS, DA LUISA RANIERI A FAVINO – NON MANCHERÀ CHIARA FERRAGNI ALLACCIATA ALL’EREDE GIOVANNI TRONCHETTI PROVERA…

sigfrido ranucci giovambattista fazzolari

DAGOREPORT - UCCI UCCI, TUTTO SUL CASO RANUCCI: DAI PRESUNTI CONTATTI DI SIGFRIDO CON I SERVIZI SEGRETI PER L'INCHIESTA DI "REPORT" SUL PADRE DI GIORGIA MELONI AL PEDINAMENTO DI SIGFRIDO, CHE COINVOLGEREBBE FAZZOLARI, IL BRACCIO DESTRO (E TESO) DI LADY GIORGIA – RANUCCI, OSPITE IERI SERA DI BIANCA BERLINGUER, HA PRECISATO, MA CON SCARSA CHIAREZZA, COSA E' ACCADUTO NELLE DUE VICENDE: “NON SONO STATO SPIATO DA FAZZOLARI. SO CHE È STATO ATTIVATO UN MECCANISMO PER CAPIRE CHI FOSSE IL NOSTRO INFORMATORE. SI TEMEVA FOSSE QUALCUNO DEI SERVIZI, MA NON È ACCADUTO” - SULL'ALTRA VICENDA DEL PEDINAMENTO: "NON SO SE SONO STATO SEGUITO MATERIALMENTE" – RIGUARDO L'ATTENTATO: "NON HO MAI PENSATO CHE DIETRO CI FOSSE UNA MANO POLITICA" - DAGOSPIA CERCA DI FAR LUCE SUI FATTI E I FATTACCI... - VIDEO

giorgia meloni marina berlusconi antonio tajani

DAGOREPORT – IL DESIDERIO DI FARSI INCORONARE REGINA D'ITALIA, PER IL MOMENTO, LA MELONA LO DEVE RIPORRE NEL CASSETTO DEI SOGNI - L’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, BOCCIATA DA TUTTI I PARTITI CHE NON INTENDONO FINIRE CANNIBALIZZATI DALLA MELONI, STA MANDANDO IN PEZZI FORZA ITALIA - TAJANI FA IL POSSIBILISTA E GLI AZZURRI ESPLODONO. LASCIAMO POI PERDERE LA FAMIGLIA DI ARCORE CHE VEDREBBE SPARIRE IL NOME BERLUSCONI DAL SIMBOLO DEL PARTITO - A MILANO SI VOCIFERA DI UN TERRIBILE SCAZZO AL CALOR BIANCO TRA UN TAJANI IN MODALITA' RIBELLE E CRISTINA ROSSELLO, VICINISSIMA A MARINA - L'IDEONA DI FARSI INCORONARE "SUA MAESTA' GIORGIA I" FA STORCERE IL NASO ANCHE AI VARI POTENTATI SOTTERRANEI DEI FRATELLINI D’ITALIA (LOLLOBRIGIDA-LA RUSSA-RAMPELLI)...